Una ristrutturazione alquanto discutibile, dal punto di vista storico e pratico, lo ha riportato all’attenzione del turismo ed é diventato un luogo di curiosa attrattiva che mette in risalto la sua imponenza dovuta alla sua ubicazione elevata, sulla sommità di un colle preapenninico, che protegge l’entrata nella valle sul lato destro del torrente Bagnone, mentre sul lato sinistro era affidata al Castello di Virgoletta. Non é da dimenticare l’esistenza tra i due castelli del quadrilatero di Filetto, " castrum " accampamento militare, di origini bizantine, VI, VII secolo, grande punto forte della difesa della Lunigiana, ampliato gradualmente in epoca medievale e rinascimentale . Un poco più in alto, a metà strada tra Malgrate ed Orturano, si erge su una collina una antichissima chiesetta romanica con campanile senza culmine e senza croce, con una sola campana, dentro le mura del cimitero, località detta : Gragnana. L’origine del nome e di come sorsero le prime case, restano nel mistero della leggenda. Dove oggi crescono e vegetano maestose querce e castagni, un tempo si estendeva un villaggio, sicuramente rifugio di pastori e come luogo di vedetta della valle del Magra. Più tardi, all’epoca che i barbari calarono in Italia, si costruirono le prime case in muratura; poi pare un castello ed una torre, dei quali non rimane traccia. La posizione si presentava bene come osservatorio della strada Romea o Francigena e come luogo di rifugio e di difesa. Con la divisione del feudo paterno nel 1221, Obizzino e Corrado Malaspina ereditano i territori che erano stati concessi alla famiglia direttamente dall’imperatore Federico Barbarossa poco meno di sessant’anni prima; a Obizzino erano toccati quelli alla sinistra del fiume Magra (con l’eccezione di Villafranca che restava a Corrado assieme ai territori di destra) sotto il nuovo stemma dello Spino fiorito. |
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Si arriva così al secolo XIII, quando i marchesi Malaspina di Filattiera, ramo dello Spino fiorito, decisero di erigere il primo nucleo del maniero di Malgrate, che comprendeva la torre a pianta circolare affiancata da una costruzione fortificata a pianta rettangolare, che costituiva la dimora feudale, adatta, sia alla dimora del Marchese che per scopi difensivi. Iniziò così la fine di Gragnana, che si completò con la sua decadenza e distruzione, con il recupero di materiale in pietra destinato all’edificazione del nuovo castello di Malgrate. Attorno alla metà del XIV e nel XV secolo vengono eseguite opere di fortificazione come le mura trapezoidali con i camminamenti di ronda ed i contrafforti con gli archetti per il deposito del materiale di difesa, ed il coronamento della merlatura muraria. L’accesso all’interno del castello, sul lato ovest delle mura, avveniva tramite ponte levatoio, di cui restano le marche delle travi e dei bolzoni e della piccola porta laterale di servizio. Nel 1351, una nuova divisione patrimoniale avvenuta nel ramo marchionale dei Malaspina di Filattiera, assegnò a Barnabò Malaspina figlio di Niccolò il Castello di Malgrate che divenne nuovo Feudo autonomo, comprendente anche i villaggi di Mocrone, Irola e Orturano, il borgo fortificato di Filetto e vari casali. Nei secoli seguenti sono stati eseguiti lavori maggiori di ampliamento del castello per adattarli alle nuove esigenze abitative ed amministrative del nuovo Feudo. Nel 1566 venne costruita la nuova porta di accesso al borgo di Malgrate con il posto di guardia collegato al castello. Il feudo di Malgrate, fu ceduto nel 1610, per dissesti finanziari, alla Camera Ducale di Milano, rappresentante del Re di Spagna. Nel 1641 il feudo passò per acquisto al prezzo di 70.000 scudi ai Marchesi Ariberti di Cremona che lo conservarono sino alla soppressione dei feudi nel 1797. Gli Ariberti portarono a termine i lavori di miglioria iniziati dai Malaspina e la trasformazione della residenza fortificata in elegante palazzo signorile, inglobando nella nuova ristrutturazione anche la torre, che conserva ancora tracce di affreschi e decorazioni varie. Sul corpo di guardia della porta del borgo, venne costruita nel 1642 la cappella del castello dedicata a San Celso, ed intervennero a più riprese sulla cinta muraria. Anche il rimaneggiamento del corpo avanzato del castello a protezione della porta d’ingresso al castello e delle guardiole angolari sul camminamento superiore sono opere le più recenti datate del 1649. Dopo gli Aliberti, inizia la decadenza del castello di Malgrate; abbandonato, viene a poco a poco manomesso, le ruberie si susseguono, sino a diventare deposito agricolo. Intorno al 1850 il corpo centrale del palazzo é già quasi totalmente crollato. Anche i più recenti interventi della Sovraintendenza per la conservazione del patrimonio storico, non hanno rivitalizzato l’antico Castello nel suo splendore, ma hanno solo cercato di conservarne l’aspetto decadente di rudere. Tutta una struttura metallica moderna che serve come consolidamento e come struttura portante ai cillebotis di pedaggio non servono certo a ripristinarne le antiche bellezze. |