Corno alle Scale

 
Monte Cupolino e Lago Scaffaiolo

Il Corno alle Scale è una montagna che si trova interamente in provincia di Bologna ma è raggiungibile anche dal versante pistoiese e precisamente dal Rifugio “Porta Franca” del CAI di Pistoia: ma come si arriva a Porta Franca? Anzitutto è necessario arrivare a Pracchia, grosso borgo della montagna pistoiese, che è raggiungibile dalla statale che da Pistoia conduce all’Abetone svoltando a destra nella località di Pontepetri. Pracchia (617 m. s.l.m.) si trova a 3, 8 km. da Pontepetri sulla statale 632 Traversa di Pracchia, che è quella che raccorda le Statali Pistoiese e Porrettana, che in questo tratto è d’aspetto alpestre, chiusa tra ripide fiancate coperte di boschi di castagni e di faggi e incisa da ruscelli. Pracchia è una località di villeggiatura (prima della seconda guerra mondiale rivaleggiava addirittura con Montecatini) adagiata in una piccola conca sulle sponde del fiume Reno. Subito prima della chiesa , a destra, si trova l’ingresso della ferriera Sabatini.

 
Al Passo del Cancellino

Infatti la grande abbondanza di acqua da utilizzare come forza motrice e la presenza di boschi da trasformare in carbone di legno nel passato hanno favorito l’insediamento sulla Montagna Pistoiese di attività come a lavorazione del ferro, presente già prima del ‘400. Il minerale, proveniente dall’Isola d’Elba, arrivava ai forni fusori per la fusione del minerale grezzo e, quindi, alle ferriere dove l’acqua forniva l’energia motrice per l’attività del maglio: vi si producevano utensili e oggetti d’uso; la Ferriera Sabatini di Pracchia, concessa in comodato gratuito alla Provincia di Pistoia dall’attuale proprietario Ing. Giampaolo Sabatini , è rimasta attiva fino al 1952 -1953 e rappresenta un punto importante dell’Ecomuseo della Montagna Pistoiese; il suo orario di apertura è il seguente: nei mesi di Aprile, Maggio, Giugno, Settembre e Ottobre solo il sabato e la domenica dalle ore 16, 00 alle ore 19, 00 , in Luglio e Agosto tutti i giorni (escluso il lunedì) dalle 16, 00 alle 19, 00, chiuso negli altri mesi dell’anno.

 
La croce di Punta Sofia

La guida dell’ecomuseo è l’amico Vinicio Betti di Campotizzoro conosciuto quando è stata girata la trasmissione “Esplorando” il 28 novembre 2002, trasmissione che era imperniata sulla Montagna pistoiese. Dopo essere giunti a Pracchia proseguiamo dritti lungo la strada che conduce a Porretta Terme ma un km. circa dopo il paese dobbiamo prendere una strada a sinistra che conduce nella località dell’Orsigna: Orsigna si trova a 806 m. s.l.m. e la sua origine risale alla fine del XVII secolo quando il vescovo De Ricci, volendo edificare una chiesa come centro aggregante delle numerose borgate circostanti, scelse il ripiano selvoso detto “Pian del Sartino” come il luogo più adatto; non è chiara l’origine del nome del paese perché alcuni la fanno risalire al cognome di una importante famiglia di proprietari terrieri (gli Orsini) mentre altri la attribuiscono agli orsi appenninici anticamente presenti in queste selve (vedi lo stesso stemma del Comune di Pistoia).

 
Da Punta Giorgina a Punta Sofia

In paese è stato recentemente restaurato un antico mulino, il “Mulino di Giamba”, che ora è accessibile e visitabile: dopo aver superato la piazza di questo paese proseguiamo ancora per 2 km. oltrepassando anche i borghi di Case Lavacchini (dove c’è una grande e bella fontana, la “Fonte di San Camillo”, recentemente restaurata) e di Case (m. 975 s.l.m.) e qui giunti dobbiamo prendere la strada sterrata di sinistra che prima attraversa un torrente e poi, superata una sbarra (per altro sempre alzata) della Comunità Montana in località “Il Salatoio”, sale nel bosco di faggi. Dopo alcune strette curve è possibile rifornirsi d’acqua ad una fontanina che si trova sul lato sinistro della carreggiata: si prosegue poi lungo una serie di tornanti per 6, 5 km. fino alla località di Pian Grande dove si trova una grande radura destinata a pascolo, un grande ovile, alcune villette usate come residenza estiva e un rifugio di proprietà della Comunità Montana.

 
Sul Passo dello Strofinatoio

Qui si parcheggia l’auto e si prende il sentiero CAI n. 35 che ci conduce in una quindicina di minuti al Rifugio Porta Franca in concessione al C.A.I. di Pistoia: questo rifugio si trova a 1580 m. di quota e dispone di numerosi posti letto, cucina, servizi (all’esterno è possibile anche rifornirsi di acqua) e, inoltre, dispone anche di un locale sempre aperto, da usare in caso di necessità quando il rifugio stesso è chiuso (per informazioni telefonare al Club Alpino Italiano sezione di Pistoia tel. 0573 / 490338). Dal Rifugio proseguiamo lungo il sentiero CAI n. 5 che ci conduce in pochi minuti ad incrociare lo 00, il sentiero di crinale che prendiamo per andare a sinistra, costeggiando i pendii del Monte Gennaio (m. 1814), per pervenire alla Fonte dell’Uccelliera (sono trascorsi circa 45 minuti da quando abbiamo lasciato Pian Grande) posta a quota 1675 e contraddistinta dalla presenza di una bella croce: questa è senza dubbio una delle fonti più antiche e famose di tutto l’Appennino tosco – emiliano.

 
Stefano a Punta Sofia

Proseguiamo poi lungo lo 00 fino ad arrivare con altri 45 minuti di cammino al Passo del Cancellino (quota 1634) dove spira sempre un fortissimo vento: questo passo trae il suo curioso nome da un cancello che, anticamente, dava accesso ai pascoli recintati del Granduca di Toscana. Andiamo ora ad affrontare il ripido Passo dello Strofinatoio, che in un’altra mezz’ora ci conduce alla base della vetta del Corno alle Scale, ricordando che proprio di qui transitava la più importante via medioevale dell’Appennino; dal passo andiamo a destra lungo il sentiero CAI n. 37che ci conduce in pochi minuti sulla vetta del Corno alle Scale (sono trascorse 2 h. e 15 minuti da quando abbiamo lasciato Pian Grande). Il Corno alle Scale è formata da due cime, la Punta Sofia (m. 1939) e la Punta Giorgina (m. 1945): sulla Punta Sofia è posta una grande croce metallica, visibile anche da grandi distanze e che alcuni anni fa ha sostituito un’altra croce distrutta con la dinamite in un insensato atto vandalico.

 
Ancora sul Passo dello Strofinatoio

Il panorama che godiamo dalla vetta di questa montagna è vastissimo e spazia da tutte le cime dell’Appennino tosco – emiliano fino alle vette delle Alpi (foschia permettendo): la ripida parete est del Corno, poi, è una delle più spettacolari dell’intero Appennino e domina l’alta valle del torrente Silla. Il massiccio montuoso del Corno alle Scale, ben conosciuto da chi ci viene a sciare, è caratterizzato da strati di arenaria messa a nudo nelle strette pareti del versante orientale mentre il versante che confina con l’Alto modenese e la Toscana è ricoperto interamente di boschi di castagni, faggi e conifere salvo che nella parte più elevata, caratterizzata da vaste praterie. Numerose sono le specie vegetali protette come l’astro alpino e la primula orecchie d’orso mentre la passata presenza dei ghiacciai ha favorito una fitta rete idrografica che ha originato numerosi torrenti fra i quali i più importanti sono il Dardagna (vedi itinerario Ursea sulle sue belle cascate) a ovest e il Silla a est.

 
Veduta da Punta Giorgina

Fra la fauna presente in questa zona vanno annoverate le specie tipiche dei boschi come lo scoiattolo, il tasso, la faina, il capriolo ma anche specie introdotte come la marmotta che , però, non è molto facile avvistare. Dopo la dovuta sosta abbandoniamo il Corno per fare prima ritorno al Passo dello Strofinatoio e poi al Passo del Cancellino: qui, anziché rifare il percorso dell’andata, prendiamo a destra il sentiero CAI n. 20 che va a traversare il crinale nord del Monte Gennaio e, aggirandolo, ci conduce al Passo della Nevaia, quota 1517; è trascorsa 1 h. e mezzo da quando abbiamo lasciato il Corno. Da qui proseguiamo lungo lo 00 che abbandoniamo poco dopo non appena incontriamo sulla sinistra una antica fonte, la Fonte del Cacciatore: andiamo ora a sinistra lungo il sentiero CAI n. 3 verso il Rifugio del Montanaro, dove si trova un locale sempre aperto da poter utilizzare in caso di maltempo.

 
Lungo il sentiero

Oltrepassiamo il rifugio fino a che dopo alcuni minuti non notiamo sulla sinistra l’inizio di un altro sentiero, il n. 35 che conduce alla radura di Pian Grande dove abbiamo parcheggiato l’auto; quest’ultimo tratto di percorso, dal Rifugio del Montanaro a Pian Grande, non è molto bello perché si snoda interamente nel bosco senza offrire niente allo sguardo, ma il sentiero che va dal Passo del Cancellino al Passo della Nevaia è veramente panoramico. L’itinerario di ritorno è un po’ più lungo di quello dell’andata perché per compierlo occorrono circa 3 h. e 15 minuti di cammino che, sommati alle 2 h 2 15 m. necessari per andare in vetta al Corno, fanno un tempo totale dell’escursione di 5 h. e 30 minuti.