Il Libro Aperto


Sul sentiero

Il Libro Aperto è senza dubbio la montagna più frequentata nella zona dell’Abetone: la sua ascesa non presenta particolari difficoltà per cui è accessibile a tutti; si presenta con due cime, il Monte Belvedere (m.1895) in versante toscano e il Monte Rotondo (m.1936) in versante emiliano. Non è noto quando la montagna abbia assunto la sua attuale denominazione: anticamente era conosciuto come Monte Maiore, derivazione latina per indicare Monte Maggiore, cioè la montagna maggiore in altezza di questa zona del crinale. Sembra che il nome derivi dalla somiglianza, riscontrabile dal versante toscano, con un libro dalle ampie pagine dischiuse sul dorso costituito dall’alto bacino imbrifero del Rio Maggiore. Quello che è sicuro è che il toponimo Libro Aperto inizia ad apparire per la prima volta nelle carte redatte dall’Istituto Geografico Militare alla fine dell’Ottocento perché in epoca settecentesca , come nella carta del Vandelli del 1746,viene identificato come Monte Mandria e non a caso ancora oggi in versante pistoiese viene identificato come Passo delle mandrie la Spianata o Selletta del Libro Aperto, insellatura immediatamente sottostante alle cime di Monte Rotondo e di Monte Belvedere. Recenti studi toponomastici farebbero risalire la denominazione “Libro Aperto” da una deformazione linguistica popolare di un dativo latino, Libero et Patri, sommità emergente dedicata a Libero e al Padre, dove Libero sarebbe un altro nome con il quale si identificherebbe il dio Dionisio o Bacco e il Padre sarebbe l’effettivo padre di lui e di tutti gli dei, Giove. Ad avvalorare tale ipotesi potrebbe essere un documento ritrovato dal Tiraboshi, redatto in latino medioevale del 1222, sulla identificazione dei confini del territorio di Fiumalbo e di quelli tra le diocesi di Modena, Pistoia e Lucca, nel quale si fa riferimento, proprio in corrispondenza della posizione del Libro Aperto, a una certa Serra Lipertino dalla singolare assonanza con il moderno toponimo.


Rifornimento

L’escursione verso il Libro Aperto nella parte iniziale, nella zona della Serra delle Motte, si svolge all’interno della Foresta dell’Abetone tra grandi esemplari di abete bianco e abete rosso alternati a faggi, aceri, frassini e pini mentre oltre la zona della Serrabassa della Verginetta si procede quasi esclusivamente su alto pascoli a cervino (Nardus stricta) e brughiera a mirtilli: di particolare interesse, nel versante modenese del Monte Rotondo, è possibile osservare, nella stagione estiva, la fioritura del rododendro, pianta di origine alpina che dimora in questi luoghi da 200.000 anni, dai tempi, cioè, dell’ultima glaciazione. Per tornare all’itinerario vero e proprio, diciamo che l’auto va parcheggiata in Piazza delle Piramidi all’Abetone (m1388).: da qui si prende la strada che sale verso destra in direzione dell’Uccelliera e dopo 50 metri si devia ancora a destra fino a pervenire ad una strada chiusa da una sbarra della Forestale; oltrepassiamo la sbarra e ci dirigiamo sull’ampia strada carreggiabile che costeggia gli abeti di Monte Reniccione fino a pervenire ad una sella (quota 1475) dove si trova una bella fonte costruita dal Corpo Forestale dello Stato (45 minuti dalla partenza). Da qui abbandoniamo l’ampia strada (che d’inverno viene usata come pista da sci di fondo) e seguiamo invece il sentiero CAI 00 che prosegue dritto in direzione nord – est nel fitto bosco di faggi e abeti: sul nostro cammino incontriamo un cippo confinario datato 1795 che conferma come il crinale appenninico segnasse l’antico confine fra il Granducato di Toscana e il Ducato di Modena; dopo poco si giunge sulla vetta del Monte Maiori (m.1560) rimboscata a conifere e la bassa vegetazione (pini mughi) ci permette di vedere una vasta area del crinale. Scendiamo, quindi, verso est fino a raggiungere nuovamente la carrozzabile proveniente dall’Abetone in una zona nota come Serrabassa delle Verginette (m.1489) :andiamo verso destra e in breve arriviamo ad una sella chiamata Serra delle Motte o Foce delle Verginette (m.1502) (1,30 h. dalla partenza) dalla quale anticamente transitava la strada che da Rovereta, in versante pistoiese, conduceva a Fiumalbo, in versante modenese.


In vetta al Monte

In questa zona si trova una costruzione nota come Casa di Lapo che nel periodo estivo fornisce un servizio di ristoro con primi piatti e panini: se del caso conviene approfittarne. Da Foce delle Verginette inizia l’ascesa vera e propria al Libro Aperto lungo il sentiero 00 di crinale in direzione nord – est : si attraversa un bosco ceduo di faggi e si prosegue tra vaste praterie ricoperte a mirtilli costeggiando i cippi confinari posti in loco nel Settecento. Il sentiero sale poi fra magri pascoli e grossi massi con il panorama che diviene sempre più ampio e con lo sguardo che spazia su tutto il crinale appenninico: dopo 1,15 h. che abbiamo lasciato la Foce delle Verginette (2,45 h. dalla partenza) arriviamo sulla vetta del Monte Belvedere (m.1895) una delle due vette del Libro Aperto , che si trova in versante pistoiese ed è così chiamata perché da essa si gode di uno splendido panorama sull’Abetone. Da qui si scende ad una marcata depressione denominata La Spianata o la Selletta del Libro Aperto (m.1857) ancora oggi conosciuta in versante pistoiese come Passo delle Mandrie e che costituisce l’alto bacino imbrifero del Rio Maggiore: la si attraversa per risalire verso l’altra coma del Libro Aperto, il Monte Rotondo (m.1936) in versante modenese; sono trascorse 3 h. dalla partenza. Da qui si gode di un vastissimo panorama su tutto il crinale appenninico e sulle valli dei versanti modenese,bolognese e pistoiese: nell’ effettuare il percorso di ritorno consiglio, quando siamo a Serrabassa delle Verginette, di abbandonare il sentiero 00 che va verso il Maiori (gia fatto all’andata) e di seguire l’ampia pista forestale che fa risparmiare un po’ di salita. Il percorso inverso, così, richiede circa 2 h. di cammino per un itinerario totale di 5 h.