Il monte Matanna


Il Nona ed il Croce da Foce del Pallone

Il Monte Matanna (m.1317) è la cima più alta di tutte le Apuane Meridionali ed ha la caratteristica forma di una piramide: è una vetta accessibile a tutti e il luogo di partenza dell’escursione si raggiunge comodamente con l’autovettura. Ma come ci si arriva? Il punto più vicino dove lasciare l’auto per affrontare l’ascesa è il vasto spiazzo che si trova nei pressi dell’Albergo Alto Matanna: per giungervi è necessario percorrere la strada Lodovica, cioè quella strada che si incontra attraversando il Serchio a Ponte a Moriano tramite il ponte “Carlo Alberto dalla Chiesa”. Dopo il ponte ci dirigiamo a destra verso la Garfagnana, seguendo sempre il fianco orografico destro del fiume della Lucchesia. Dopo aver superato Borgo a Mozzano (con la visione del “Ponte della Maddalena o del diavolo”) di alcuni km. si notano sulla sinistra le indicazioni per Fabbriche di Vallico e la valle della Turrite Cava.


Il Matanna da Foce del Pallone

Entrati nella valle troviamo subito una piccola diga che sbarra il corso della Turrite creando un bello e caratteristico lago dalla forma di fiordo. La strada attraversa poi tre gallerie molto strette e buie di cui una in curva molto pericolosa per cui è necessario prestare molta attenzione. Passate le gallerie la strada prosegue sempre lungo il fianco orografico sinistro del torrente costeggiando alcune cartiere fino a pervenire, dopo 7 km., all’unico paese situato nel fondovalle, Fabbriche di Vallico (m. 349 s.l.m.). Il paese deve il nome alla lavorazione del ferro impiantata nel 1300 da fabbri provenenti dal bergamasco e dal bresciano, lavorazione che ha dato origine a una fiorente produzione di chiodi e attrezzi vari capace di creare benessere a diverse famiglie come quella dei Marchesi Ponticelli e quella dei Conti Carli i cui bei rispettivi palazzi ancora oggi fronteggiano il caratteristico ponte che attraversa la Turrite mettendo in comunicazione Fabbriche con la sua frazione di Calandi.


La locandina della funivia trainata
dal pallone

Lasciata Fabbriche procediamo lungo la strada in direzione di Palagnana, superiamo Gragliana, sede di un antico ospedale distrutto da una piena del fiume, e quando arriviamo poco prima di Palagnana, notiamo sulla sinistra un piccolo ponte (recentemente ricostruito) che scavalca la Turrite di Palagnana: lo attraversiamo seguendo le indicazioni per l’Alto Matanna. Giungiamo quindi a Foce di Bucine (m. 839) dove il campanile della chiesa sbuca proprio sopra il valico: qui svoltiamo a destra e dopo essere passati per Pian d’Orsina (m. 979) finalmente arriviamo all’Alto Matanna, (m. 1034), dove l’ex albergo è stato trasformato in colonia estiva per ragazzi ma dove si trovano anche un bar ed un ristorante accessibili a tutti. Nel ristorante si cucinano cibi genuini e vi assicuro che fare qui il pranzo del 1° maggio è veramente un’esperienza unica e meravigliosa (si sa quando si inizia ma non si sa quando si finisce!); comunque se qualcuno decidesse di fermarsi a mangiare può prendere nota del numero di telefono del ristorante: ”Ristorante Alto Matanna” 0584/776005.


Nona Procinto e Panie del Matanna

La zona dell’ Alto Matanna è veramente splendida: ampi prati, boschi, rocce, un caratteristico laghetto (il Bozzone), animali (mucche e cavalli) allo stato brado, sembra di essere sulle Alpi e ben lo sanno le centinaia di persone che nelle domeniche primaverili ed estive affollano questi posti. Si parcheggia l’auto nel vasto parcheggio sterrato e ci incamminiamo verso l’ex albergo Alto Matanna: il monte è raggiungibile da due lati ma io propongo un percorso circolare, più vario, così non si sta a passare due volte nello stesso posto. Giunti davanti al grosso edificio si svolta a sinistra seguendo il sentiero CAI n. 3 che ci conduce in una ventina di minuti alla Foce del Pallone: il nome di questo passo è dovuto al fatto che qui si trovava la stazione di arrivo di una teleferica e la storia di questa è veramente interessante. Infatti nell’estate del 1910 fu realizzato un collegamento tra l’Albergo Alto Matanna e la zona di Grotta all’ Onda (vedi itinerario per Grotta all’Onda).


Il Piglione dalla vetta del Matanna

Posta 300 metri più a valle: una navicella, trainata da un pallone aerostatico fatto scorrere a guisa di funicolare su un cavo sorretto da piloni, trasportava le persone fino alla Foce (che poi prese il nome dal pallone) dove le attendeva una carrozza trinata da cavalli che le portava fino all’albergo. L’ aeronave poteva trasportare fino a sette persone e funzionò egregiamente per tutta l’estate della sua inaugurazione, facendo sperare in un notevole sviluppo turistico della zona: purtroppo, però, nell’ inverno successivo tutta la struttura fu distrutta da un uragano e non venne più ricostruita (allegata all’itinerario si trova la locandina che pubblicizzava l’avvenimento). Lasciata Foce del Pallone ci incamminiamo sul versante sud della montagna: qui non si seguono più i segnali bianchi e rossi del CAI bensì i segnali azzurri caratteristici dei sentieri che conducono alle vette delle montagne e d’altra parte è proprio impossibile sbagliare dato che la vetta del Matanna è visibile e il percorso è evidente.


Foto ricordo in vetta

In 1 h. di cammino si giunge sulla cima di questa montagna caratterizzata da pareti rocciose e scoscese a occidente e da pendii più dolci nella parte orientale mentre alla base del versante meridionale è opportuno ricordare che si trova Grotta all’Onda importante cavità che ha restituito tracce di presenze umane e animali in varie epoche preistoriche e, inoltre, proprio nei suoi pressi, si incontrano caratteristici scrosci d’acqua che cadono da pareti rientranti sgorgando direttamente dalla roccia: l’acqua precipitando al suolo si nebulizza e dà origine, sole permettendo, a bellissimi arcobaleni. Dalla vetta del monte, 1317 m. s.l.m., (raggiunta in 1 h. e 20 minuti) si gode di un bellissimo panorama: lo sguardo spazia su tantissime cime della catena apuana ma quello che senza dubbio ci appare nella sua visione migliore è il Procinto.


Il rifugio Alto Matanna

Dopo aver ammirato il panorama iniziamo a scendere dalla parte opposta dalla quale siamo arrivati fino a pervenire al Callare del Matanna, valico che si trova a 1138 m. s.l.m. ed è situato fra il Matanna ed il Nona: qui incontriamo il sentiero CAI n. 5 proveniente dall’Alto Matanna, noi lo prendiamo e andiamo a destra fino ad arrivare al grande parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto; è trascorsa 1 h e 10 minuti da quando abbiamo lasciato la cime della montagna per cui l’intero itinerario richiede 2,30 h. di cammino. Dal bellissimo libro Le leggende delle Alpi Apuane di Paolo Fantozzi per le Edizioni Le Lettere estraiamo le leggende che riguardano il Matanna.


Il Piglione dal sentiero per Foce del Pallone

Il Monte Matanna – E’ monte che domina la conca di Camaiore con una vetta aerea ed elegante. I fianchi meridionali degradanti verso la pianura furono in passato intensamente coltivati. Sul versante settentrionale prevalse, invece, la pastorizia. Attraverso le varie foci si verificarono scambi commerciali fra il versante interno e quello marino; naturalmente insieme alle merci circolavano anche le storie, le leggende, le paure che la montagna spesso misteriosamente rivelava. La tavola degli streghi. Fra tutte le vette delle Alpi Apuane, il monte Matanna è la cima preferita dalle streghe per compiere i loro raduni. I pastori, nelle lunghe notti di veglia ai tiepidi fuochi dei metati, vedevano degli strani lumini in processione sfilare verso la Foce del pallone e raggiungere poi la vetta del Matanna sulla quale arrivavano e dalla quale partivano strisce di fuoco luminose come meteore.


La cima spunta tra gli alberi

Erano streghe e streghi che si recavano lassù per compiere i loro loschi affari, lontano dagli occhi curiosi dell’uomo. A testimonianza di questo possiamo vedere, ancora oggi, una strana roccia a forma di tavola, molto liscia, situata sotto un grande arco naturale. Si trova lungo il sentiero che dal Callare del Matanna va vero il monte Procinto. Le streghe si radunavano intorno a questo tavolo naturale e vi sacrificavano le loro vittime o vi compivano i loro incantesimi. E’ un luogo da evitare la notte perché sembra vi siano alcuni spiriti a guardia di un tesoro favoloso (si parla di un vitello d’oro), che nessuno è mai riuscito a trovare perché è custodito da uno spaventoso fantasma, minaccioso e terrificante, con in mano una falce, che appare ai passanti notturni in prossimità del tesoro nascosto. Capitò ad un uomo di Stazzema, mentre una sera tornava a casa più tardi del solito per essersi fermato a salutare un amico pastore vicino al Callare del Matanna.


La vetta del monte dall’alto Matanna

Scendendo il sentiero che porta al monte Procinto, vide, in lontananza nel buio, un bagliore che rapidamente avanzava. Curioso di sapere che cosa potesse essere, deviò dal sentiero e si arrampicò per l’erta scarpata, ma fu ben presto fermato dalla falce di un essere altissimo che lo rincorse per tutto il sentiero fino ad una marginetta, dove scomparve come una nuvola sciolta dal vento. L’uomo non si voltò più indietro e corse fino a casa giurando di non tornare più sopra l’alpe. Dopo una settimana aveva perso tutti i capelli dallo spavento.- Il Colle Asinaio. Sceso il monte Matanna, nel versante camaiorese, in prossimità di Colle Asinaio esisteva un termine di confine costituito da una roccia sopra la quale vi erano incise quattro croci e l’impronta di un asino che, secondo la leggenda, sarebbe stata opera del demonio.