PASSO DEL VESTITO E MASSONERIA di Diego Bertilorenzi

Nel 1910 durante il solstizio d’inverno (21 Dicembre) Arturo Reghini matematico, massone e massimo studioso europeo di pitagorismo ricevette l’iniziazione pitagorica al Passo del Vestito. Cerimoniere del rito fu un altro personaggio assai famoso nel ribollente mondo esoterico di inizio XX secolo : Amedeo Rocco Armentano noto musicista e massone che anni dopo in rotta col fascismo trionfante si trasferì definitivamente in Sudamerica. Il 19 dicembre 2010 fu tenuta al rifugio di Pian della Fioba (MS) una giornata commemorativa dell’evento a cui parteciparono vari studiosi e appassionati di storia, massoneria e tradizioni esoteriche e iniziatiche provenienti da tutta l’Italia.

Queste sono le brevi considerazioni che espressi in tale occassione.
Dal punto di vista geografico il passo è sicuramente un sito assai singolare. E' situato pressochè al CENTRO della catena Apuana e presenta un forte contrasto di paesaggio fra il versante del Turrite Secca (Arni e Garfagnana) più appoggiato e verdeggiante, quasi dolce, e l'alto e dirupato versante massese e marittimo che scende con un orrido roccioso precipizio per centinaia di metri. Il passo una piccola radura in un boschetto è proprio sul limite dell'abisso. (vedi "Alpi Apuane" di Montagna-Nerli-Sabadini, pag. 310. Milano : Club Alpino Italiano-Touring Club Italiano, 1979)
Nella documentazione ufficiale il nome è  presente in una mappa di cave del 1870 ma sicuramente era  già usato da tempo dai montanari (sicuramente nel XVIII secolo quando furono fatte varie esplorazioni sopra la località di  Renara, considerata la più selvaggia delle Apuane, che portarono all'apertura di cave nei bacini marmiferi della zona).
Il nome probabilmente deriva dal sottostante Fosso del Vestito in cui scorre l'omonimo ripidissimo canale che va a confluire nella gola di Renara. 
Storicamente da tempi remoti è stato una importante via di collegamento (pastorale, pista di caccia, militare) fra la Valle del Frigido e l'Alta Garfagnana (Arni,  da cui facilmente lungo il Turrite si arriva a Castelnuovo Garfagnana o attraverso un percorso più impegnativo agli alpeggi del Passo Sella ). Il passo del Vestito si raggiunge (ora come un tempo)  percorrendo un ripido  e antico sentiero che da Renara si inerpica nell'orrida forra, faticoso ma in ambiente pittoresco e severo.  Recuperato dal CAI l'ho percorso anche tre anni fa. Il sentiero è in buono stato, sia pur per escursionisti esperti e allenati. E' segnato e facilmente percorribile per greggi di capre che non mancano tutt'ora nell'area.
Per l'etimologia del nome non darei molta attendibilità alla proposta di Del Giudice in "Toponomastica storica della valle del Frigido".
La zona di nostro interesse era ed è anche chiamata "dell'Usciolo" (monte, canale etc. ) e i due termini ,Vestito ed Usciolo, nel XVIII secolo erano praticamente sinonimi (vedi "Le strade dimenticate" di Bradley-Medda. Poliedizioni,1995). Usciolo, probabilmente da uscio, per cui "piccola porta", intaglio che collega con "UN'ALTRO TERRITORIO" (simbolismo del "passo", del "valico" in genere).
Nel simbolismo tradizionale il valico-passo rappresenta una soglia sulla quale è pericoloso sostare per vari motivi (area di "crisi" sia geograficamente ma soprattutto sul piano sacrale-metafisico) e secondo certe credenze solo adeguati RITI possono permettere  di attingerne impunemente le "potenzialità". Inoltre il nostro si trova sull'orlo di un abissso orrido la cui faticosa e anche rischiosa risalita potrebbe rappresentare il passaggio e l'uscita dalla dimensione infera per accedere a stati spirituali superiori. Incipit vita nova. Mettiamoci pure l'aspetto di "Centro" di una catena che caratterizza profondamente il territorio, essendone il nerbo (con tutto il simbolismo relativo alle vette e alla montagna). Apuane sicuramente ricche di aree sacrali antichissime (Monte Sagro, monte dell'Altissimo) testimoniate dalle sempre più numerose incisioni rupestri e "coppelle" sacrificali che si stanno rinvenedo sempre più frequentemente anche nel territorio massese (e non dimentichiamoci delle statue-stele). Una spiritualità che nei secoli è vissuta sottotraccia nella grande varietà di credenze, riti, usanze e tradizioni delle genti della nostra montagna (dai Maggi ai Carnevali, dalle stamburrate ai riti legati ai culti del morti, alle infinite leggende e storie) in quel mondo chiamato "folklore" dove al riparo della repressione cristiana, il popolo, consciamente o incosciamente, ha continuato a rapportarsi con quelle che furono definite le “potenze del mondo” allo stesso  modo degli antenati. Il valico è anche il RITO che permette la comunicazione di due mondi (es. :i vivi e i morti) e la sopravvivenza della Tradizione come forma di conoscenza superiore che, per le società del passato, permetteva il mantenimento della “pax deourum” cioè del giusto equilibrio fra il “cielo” e la “terra”. Aggiungiamo la presenza massonica forte in tutta la zona (da carte ufficiali della polizia estense del 1854 risulta ricercato un certo Giorgio Bertilorenzi "capo" di sezione massonica ad Antona e montagna dove secondo gl'inquirenti la Massoneria aveva vari "seguaci"..) vediamo che, per quanto detto, la scelta della cerimonia iniziatica del Reghini al Passo del Vestito ha un suo retroterra ritualsimbolico-culturale-storico ben radicato e appare molto meno misteriosa di quel che potrebbe sembrare ad primo sguardo. 
Concludo con questo brano ripreso dal sito "escursioniapuane.com" relativo alla zona in questione (Usciolo/Vestito).
"Il luogo ha, da sempre, stimolata la nascita di storie. Alcuni sostengono che la montagna contenga grandi quantità di materiali ferrosi che catturano i fulmini scatenando tempeste spaventose. Altri che nelle viscere della montagna sia contenuta un'urna d'oro nascosta dai liguri apuani durante le persecuzioni da parte dei romani. Durante i temporali l'oro risplenderebbe per un attimo, ma i fantasmi degli antichi proprietari lo proteggono tenacemente."

 

*Nei rituali religiosi, magici ed esoterici l’iniziazione è considerata la causa di un fondamentale processo di cambiamento spirituale dell’individuo. La persona che conduce l’iniziazione possedendo una riconosciuta “legittimità” ad operare nel sacro, attraverso adeguati riti, trasmette all’iniziato influenze spirituali che ne determinerebbero una rinascita e un ascensione ad uno stato superiore dell’essere.

Per questo spesso ,in queste rappresentazioni rituali, vi è una “morte” seguita da una “resurrezione”.

Tematica che con diverse sfumature è propria di varie religioni anche di nostra conoscenza.