Foto 1 Rifugio Donegani – GramolazzoTempo di percorrenza 3 ore Si tratta di una vera e…
Categoria: Garfagnana Trekking
Per chi non ha pretese, nel senso, per chi per qualche giorno necessita il bisogno di respirare aria di campagna, miscelata a paesini dimenticati e non, incastonati tra le impervie e tormentate vette delle Alpi Apuane, ecco un itinerario a giorni adatto a tutti, un trekking che permette di allacciare il territorio apuano a quello appenninico lucchese, percorrendone crinali e valli trasversali e toccando località amorevolmente raccolte nel territorio garfagnino. Questo itinerario, la cui creazione risale agli anni ottanta, soffre di anno in anno del classico tarlo della dimenticanza, vuoi per cause da ricercare nelle pecche delle amministrazioni comunali, vuoi per la negligenza dimostrata nel voler rilanciare questa tipologia turistica nel territorio, vuoi anche per lo scarso adoperarsi delle associazioni CAI che, per il semplice motivo di esistere, dovrebbero tenere conto, se non della massa turistica, almeno di quei poveri tesserati come noi che di tanto in tanto amano ricordare che il GT esiste ancora. Un tempo le tappe ufficiali del GT erano 10, ma tenuto conto dei cambiamenti territoriali, che hanno modificato qualche tratto di percorso, e dell’indisponibilità di alcuni posti tappa (abbandonati a se stessi o addirittura rimossi), l’escursione oggi assume un tono soggettivo, ma comunque sempre fattibile, forse quel giusto tono che, visto sotto un altro aspetto, potrebbe regalare uno stuzzicante stimolo avventuriero che alfine non lascia mai spazio a sgradite sorprese.
Nonostante le premesse, il GT è comunque vita; gli incontri con la gente, le antropiche testimonianze da ricercare un po’ ovunque, la natura, le prelibate degustazioni culinarie tipiche dei luoghi e, perché no, la brutalità continuamente sferrata dall’uomo nei confronti della montagna, qui assassinata per ricavarne il marmo, lasciano spazio ad ogni sorta d’interesse, di svago, di meditazione. La sensazione sarà sempre e comunque quella di trovarsi in un ampio spazio fresco e desolato, dove se si osserva con attenzione ci si accorge qua e là della presenza dell’uomo, quello tenace, quello che da tempo e con successo, lotta disperatamente contro le avversità della modernizzazione che lo spinge sempre più ad un inesorabile ed ineluttabile confino con il resto del mondo, quello frenetico ovviamente. Il giro ad anello comincia a Castelnuovo Garfagnana, antico borgo raggiungibile sia in treno che in autobus, e prosegue nel primo giorno allungandosi fra minuscoli paesi che lasciano poi spazio al primo vero attacco alla montagna. Il Rifugio Rossi è meta obbligatoria, dato che la conquista della Pania della Croce nel giorno successivo dev’essere affrontata ed in seguito contemplata il più a lungo possibile. Alle pendici meridionali di questa si passa nei pressi del Rifugio Del Freo (lo splendore del luogo invita caldamente un pernottamento anche qui), quindi, per i più frettolosi, si cala precipiti ad Isola Santa, località straordinariamente suggestiva sia per il lago sia per le antiche case che lo circondano. Qui il pernottamento è legato alla disponibilità del proprietario di un ristorante, altrimenti occorre prendere un autobus e recarsi a Castelnuovo, da cui, il giorno successivo è possibile tornare ad Isola Santa sempre con l’ausilio dei mezzi pubblici. Un tempo il posto tappa ufficiale era a Capricchia, in un edificio riqualificato per gli escursionisti, ma ad oggi le sue condizioni restano da valutare con attenzione. La terza tappa presenta due alternative: la prima, la più consigliata, è quella che da Capanne di Careggine devia ad ovest per salire al Sumbra, ma occorre tenere in considerazione la presenza di alcuni tratti attrezzati (peraltro facilissimi); la seconda, decisamente più morbida, sale a Capricchia e cala a Vagli per la Valle del Tassetora. Per chi ha scelto la seconda alternativa Vagli potrebbe costituire motivo di posto tappa, ma in quel caso rinuncerebbe al fascino di Campocatino (poco meno di un’oretta a nord ovest), invece direttamente raggiunto dalla prima proposta. Con gli sfondi della Roccandagia, del Tambura e del Cavallo, il 4° giorno si conclude in Val Serenaia, alle pendici del Pisanino e del Pizzo d’Uccello, in un clima di assoluta quiete da assaporare in un ambiente fin troppo fresco e dotato di numerosi punti di pernottamento. Due alternative anche per il 5° giorno, ma quella che si svolge nel letto del Serchio di Gramolazzo (la più suggestiva) ad oggi è stata ingiustamente lasciata al proprio destino. Per i meno temerari c’è la monotona e tranquilla carrozzabile di accesso (impressionante in certi punti per gli strapiombi sulla sottostante Valle del Serchio), che ad un certo punto ritrova il sentiero che cala a Gramolazzo, dove occorre pernottare. Una volta il posto tappa era ad Agliano, paese collocato un centinaio di metri a nord, ma, come detto all’inizio del racconto, anche qui la vecchia struttura è stata sostituita dalla creazione di un circolo. Nel 6° giorno ci si allontana dalle Alpi Apuane e si comincia ad assaggiare il territorio appenninico. La meta è il Monte Argegna, conquistato attraverso bassi rilievi boscosi che fanno da cerniera tra i due sistemi contornandone il confine naturale, costituito dalla Foce dei Carpinelli. Il 7° giorno segna la conquista dello spartiacque tosco-emiliano, con il ventilato Passo di Pradarena a fungere da posto tappa, anche se, ufficialmente, un tempo la chiusura stava alle sottostanti Capanne di Sillano, in un villaggio turistico (da verificare dunque questa possibilità). Allacciatosi all’itinerario della GEA, il Garfagnana Trekking corre lungo il Soraggio, le Porraie ed il Passo di Romecchio prima di riposare alla dolce prateria che attornia il bellissimo Rifugio Bargetana. E siamo al 9° giorno, quello che conduce sul tetto del trekking e dell’intera Toscana, il M. Prado, un oltreduemila capace di sfoggiare un panorama mozzafiato a 360 gradi. La tappa si conclude a San Pellegrino in Alpe (sede di un santuario), dove, salvo cambiamenti, sono presenti un paio di opportunità di pernottamento. Il GT chiude definitivamente la propria corsa percorrendo in discesa l’intera decima tappa, lungo un tratto in cui i segnavia potrebbero risultare assai carenti e quindi di difficile individuazione (importante dunque avere un buon senso di orientamento e, ovviamente, una cartina). Comunque, raggiungere Castelnuovo non è impresa ardua e l’unica vera difficoltà resta legata ai 1.225 metri di dislivello in discesa che occorrono affrontare.
Nota: il 3 agosto 1993 è la data in cui è stata da noi percorsa l’intera traversata. Successivamente, a partire dall’agosto 2005, abbiamo voluto rivisitare l’intero itinerario apportandone in questo racconto le avvenute modifiche. Pertanto, foto e commenti, in certi punti finiscono per accavallarsi dando luce a piacevoli confronti tra l’oggi ed il recente passato.
Garfagnana Trekking 6^ tappa
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Garfagnana trekking 7^ tappa
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Garfagnana Trekking 8^ tappa
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Garfagnana Trekking 10^ tappa
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Garfagnana Trekking 4^ tappa
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