Altissimo – Sentiero della libertà ?

Homepage Forum Alpi Apuane Escursioni e itinerari Apuani Altissimo – Sentiero della libertà ? Altissimo – Sentiero della libertà ?

#20778
dok
Partecipante
[quote=”docche”]…per questo non capisco e non approvo l’ostracismo ad oltranza di Marco e bergame nei confronti del passo alto-Greppie, e la chiusura a riccio o la rimozione nei confronti della Via da’Canali pure nel suo momento ufficiale, come complementare a quella dall’Antona.
ma evidentemente hanno tra le mani…:woohoo:

[table][tr][td][quote=”bergame”]…interessanti “elementi” emersi in alcuni sopralluoghi effettuati tra gennaio e marzo 2014 che non fanno che rafforzare questa ipotesi. NB: non si tratta di sofismi ma tracce ed oggetti tangibili, direi “elementi” a prova di bomba :whistle: [/quote]

…che stiamo ancora aspettando…
sisiziocane[/quote][/td][/tr][/table]

parte seconda: intermezzo musicale a cura dei “Pitoni Rotanti” (Rolling Stones) :laugh: :silly:

e lo spero sinceramente per i signori in questione che si tratti di elementi a prova di bomba, quali che siano…perché altrimenti non ci siamo proprio: qua si comincia a negare anche l’evidenza, pur di cercar di puntellare in modo maldestro da parte di quell’altro, affermazioni che comunque non stanno in piedi.

[quote=”Marco di AS”]…Inoltre, non è che il Passo del Pitone fu minato il 15 dicembre, perché allora “la trappola fu posta in basso”: quindi Pietro si riferisce senza dubbio a un’altra, successiva azione dei tedeschi…[/quote]

mi pare anzi si possa dire che in realtà quella del 15 dicembre ’44 è una data rappresentativa delle mine sul passo del Pitone, ma che l’azione minatoria è senz’altro precedente.

rappresentativa per la memoria partigiana, per il numero e l’importanza delle vittime, e per intensità ed estensione: stavolta erano scesi fino Campiglia! :woohoo:
le mine precedenti non avevano mai posto grossi problemi B), venivano facilmente individuate segnalate e aggirate: ora però compromettono seriamente il passaggio e per tre giorni mietono vittime tra uomini valenti.
rappresentativa perché è una data a partire dalla quale azioni minatorie e quant’altro sono all’ordine del giorno (basta consultare appunto gli ordini del giorno).

è giocoforza trovare almeno per quei tre giorni un’alternativa al passo Campiglia-Pitone, che per un antonese non è proprio nulla di trascendentale: si fanno due passi in più, ci si alza un po’ di più e si va per Tecchia-Greppie invece che per Campiglia-Pitone.

e dal momento che di lì in poi codeste accortezze dei tedeschi sono all’ordine del giorno, il passo più alto allora messo in funzione viene tenuto in funzione e utilizzato come itinerario alternativo e complementare a seconda dei movimenti nemici osservati e dei problemi riscontrati, non ultimi quelli di carattere metereologico:

[size=4][i][b]Pitone e Greppie lavorano insieme per consentire regolarità al flusso dei passanti, che altrimenti costituiva un grosso problema per i punti di raccolta.

e appunto per regolare il flusso e il deflusso dei passanti vengono istituzionalizzati i due punti di raccolta controllo e smistamento dell’Antona e del Forno[/b][/i][/size].

che poi la consapevolezza di un’azione minatoria fuori dell’ordinario fosse precedente al 15 dicembre mi pare risulti con sufficiente chiarezza dalla testimonianza di Gildo:

[Ermenegildo Della Bianchina, Partigiani apuani e linea gotica, vol. II, pag.38]

…Vinci e parecchi altri passarono il fronte, partendo da Viareggio. Io sapevo che parecchi giorni prima la guardia aveva visto dei tedeschi e alpini della Monterosa, su in cima al Pitone, che erano venuti in Campiglia e che avevano fermato due miei amici pastori, Livio e Lino, i quali avevano riferito che tedeschi e alpini avevano voluto sapere da dove si passava il fronte. Così io al mio amico Flavio Cortesini di Antona, che faceva parte del gruppo che stava per avviarsi al passaggio del fronte, suggerii di passare da Tecchia, un passo che è un po’ più lontano dal Pitone, ma purtroppo l’intero gruppo non seguì le mie indicazioni. Marchini, Flavio Cortesini e Ireneo Mignani, morirono. Vinci Nicodemi fu ferito…

e per questo forse non è un caso che il passaggio del 2 dicembre avviene proprio dalle Greppie, anziché del Pitone, nonostante a seguito della perlustrazione la zona si fosse rivelata sgombra di tedeschi e alpini dagli Uncini al Campaccio:

[Ermenegildo della Bianchina, Partigiani apuani e linea gotica, vol. II, pag.23]

…Era il giorno 2 dicembre. Noi siamo andati tutti su al Pian della Fioba, lì in località Tecchia, non c’era la strada, c’era il viottolo, ed eravamo in tanti. Alle nove di sera, su sopra la cava Capraia, spararono i tedeschi che erano alla Tacca Bianca e al Cartaro, spararono con una pistola a razzi. Dopo mezz’ora una parte doveva passare il fronte; Pietro aveva dato indicazione di passare il fronte e di ritornare di qua, armati, con i viveri ecc.. Difatti io e Rossi e altri due di Antona, conoscevamo un altro sentiero, invece di andare al passo del Pitone siamo andati ai piedi dell’Altissimo e abbiamo visto che lì non c’era più nessuno, allora siamo andati fino al Campaccio. I tedeschi nel frattempo si erano ritirati al Cartaro. Avevamo l’ordine che se non ci fosse stato nessuno di fare un fischio, per segnalare a chi voleva passare il fronte di passare di sopra, ai piedi dell’Altissimo. Allora alcuni non se la sentirono, ma i più passarono il fronte…

e che pure il giorno dopo Sermattei e Vignali passano di lì, pur con una guida antonese. episodio tra l’altro esemplificativo di come poteva funzionare il raccordo tra il passo dall’Antona e il passo dai Canali:

…la mattina del 3 dicembre io e il compagno Sergio Vignali cominciammo la traversata. Partimmo esattamente dalle scuole delle Casette poi, passando attraverso le Guadine, risalimmo il fiume fino a Redicesi in modo da raggiungere attraverso il bosco le selve di Campiglia.
Proprio qui, incontrammo un gruppo di persone che attendevano l’arrivo di un uomo che era già stato pagato affinché facesse loro da guida per condurli oltre la linea del fronte. Dopo un po’che aspettavamo, arrivò anche un altro gruppo, accompagnato dal maestro Bertilorenzi di Antona e, dopo che ordinò a tutti di posizionarsi in fila indiana per partire, non ci volle molto a capire che la persona che tutti stavano aspettando, era proprio lui. Il viaggio che ci attendeva era lungo e difficile, ma debbo dire che il maestro si comportò piuttosto bene, bravo e sicuro di sé. Arrivati sotto la vetta delle Cervaiole, il maestro ci lasciò, non prima di averci indicato il sentiero da seguire, raccomandandosi di camminare in silenzio e ad una certa distanza gli uni dagli altri. Dopo una lunga notte di sofferenza, arrivammo ad Azzano proprio mentre il sole stava nascendo…