Re:Dolfi – Lumini

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warthog
Partecipante

Per quanto riguarda l’opportunit? o meno di riattrezzare le vie da parte di un deus ex machina (CAI, scuole, guide, caai o altro)secondo me la questione ? molto spinosa. Il caso del procinto in particolare risulta oltremodo delicato, a causa della sua storia e della sua attuale destinazione ‘sportiva’. Secondo me sono la cultura, la formazione e il livello dell’individuo a dover avere ragione dei singoli problemi.
La scorsa estate ho rifrequentato le pareti del procinto per alcuni fine settimana ripetendo itinerari che avevo salito anni fa. Nello zaino qualche dado, qualche friend e cordini vari. Tra le vie che ho salito ce n’? alcune che secondo me allo stato attuale sono dei troiai: e parlo in particolare delle vie con chiodatura ‘mista’ o per meglio dire raffazzonata, dove in sostanza si ? messo magari uno spit qua e l? lasciando chiodi cordini etc. Due esempi di richiodature fatte con criterio sono Dolfi Rulli e Tropicana: chiodatura sportiva con qualche runout, possiblit? eventualmente di integrare con cordini in clessidre o protezioni veloci. Un esempio secondo me di conservazione ‘negativa’ ? la via GAMMA, secondo me una tra le pi? belle della parete est. La chiodatura allo stato attuale si potrebbe anche definire sicura, ma ? un troiaio: sui passaggi pi? difficili in libera spit chiodi cordoni da acciuffo vari, dove la difficolt? si abbassa i chiodi di Mario Piotti, o alle soste piastrine mangiate dagli agenti atmosferici. Secondo me sarebbe preferibile una chiodatura coerente, senza toppe qua e l? spesso discutibili, sia a chiodi marci (e in quel caso valuter? bene sia se ho il livello di salire la via, sia che materiale devo avere con me) o sia pure a ferle resinate a prova di bomba, opportunamente disposte e con passaggi obbligatori ma integrabili (quasi sempre sarebbe cos?). Un’altra via molto interessante con chiodatura vecchiotta ? il diedrone della Aminda Gery: anche l? basta avere con s? qualche protezione veloce e qualche cordino. Quello che mi auspicherei di non vedere pi? ? la richiodatura di vecchie vie in stile ferrata, come avvenuto ad esempio sul versante nord ovest con la ‘via per Andrea’ (ex Orsini se non erro).
Insomma, quello che auspicherei per le vie del Procinto ? una chiodatura coerente, senza arrabattamenti vari, nemmeno alle soste. O chiodatura sportiva, o chiodatura tradizionale, e in questo caso le sole cose necessarie sono una buona relazione che mi dica bene cosa aspettarmi e mi dia le giuste indicazioni per orientarmi e una buona preparazione che mi permetta di salire quella via integrando le protezioni col mio materiale, sia chiodi, protezioni veloci, o semplici clessidre.
Da parte delle varie scuole cai caai etc auspicherei dunque pi? che una revisione degli itinerari una loro recensione aggiornata, con indicazioni importanti sullo stato della chiodatura e sulla necessit? di avere con s? materiale particolare. Questo permetterebbe a tutti di scegliere gli itinerari con coscienza e ponderazione, salvaguarderebbe la storia delle vie e porterebbe inevitabilmente a una loro risistemazione: i chiodi nuovi su una via arrivano da s? quand questa ? ripetuta, non sono i chiodi stessi ad attirare ripetizioni…
Che ne dite?