Re:l’angolo del riccio

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#10536
alberto
Partecipante

"la scalata delle cascate ghiacciate mi ha donato grosse soddisfazioni, riportandomi all’esplorazione in un mondo poco dissimile dal periodo d’oro dell’alpinismo ottocentesco"….

"vi siete mai chiesti dov’e’ situata la cscata ghiacciata pi? alta d’europa? Sul Monte Bianco e pi? esattamente nella parte superiore del Couloir del Freney, proprio a destra del pilone Gervasutti-Bollini. Nell’estate del 1978 avevo individuato il problena con Gianni Comino, ma fu poi con Renzo e Marco che tornai nel Bianco per trasformare in realt? il mio progetto…..Furono necessarie ben cinque ore per superare cento metri di cascata."….

"Ci tenevo moltissimo a salire la grande cascata che dal Pian dei Morti scende maestosa a infrangersi sulle rocce nei pressi del Pian della Mussa: Ci tengo a ripetere che m’importava essere il primo a salirla, poich? la cascata rappresentava per me una tappa della strada che mi ero proposto di percorrere fino in fondo. Essa prometteva difficolt? di altissimo livello, incertezza e progressione insicura a causa della sua esposizione ai raggi del sole: poteva essere salita soltanto attraverso una scelta intelligente delle condizioni favorevoli e per questo occorre molta pazienza. Una salita ideale per dimostrare che un felice momento spirituale vale ben pi? della pura forza fisica e limita anche il rischio di pericoli oggettivi…… I ricordi della grande cascata mi sono rimasti impressi nella mente come un incubo: chiodi da ghiaccio piantati nei ciuffi erbosi e quel maledetto tiro finale su una patina ghiacciata fine come polvere, lungo ottanta metri, dei quali trenta percorsi insieme senza assicurazione. Non sentivo pi? Ezio ed ero costretto a inseguirlo in lotta con le lunghe ombre della sera, sconvolto nell’ equilibrio psichico e con uno strano vuoto nella mente, arrampicando come sulla roccia, ma usando le punte degli attrezzi al posto delle dita. Mi chiesi dove saremmo finiti continuando in quel modo. Un "sono fuori" liberatorio mise fine alla mia angoscia e riuscii anche a trovare serenit? per apprezzare il magnifico lavoro fatto da Ezio.
L’altopiano, gi? preso dall’ombra, assistette unito alla nostra gioia euforica che stranamente riusciva ad avvicinarci, e nello stesso tempo a dividervi, ma io questoi ancora non lo sapevo.
Da quel giorno non sono pi? riuscito ad arrampicare con "Crazy Horse"….

G.C. Grassi