Re:Nuova via pania secca

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#6870
alberto
Partecipante

Tula82 scritto:

Mirto una cosa

"… La domanda ? sempre la stessa: perch? farcela a tutti i costi?"

Ma allora quando uno utilizza staffe,ecc… quindi riccorre all’artificiale… non ? un farcela a tutti i costi ?
Ovviamente non ? "invasivo" come piantare gli spit…
Allora preferisco di pi? la "piramide" che ogni tanto usava Cassin per salire (st? leggendo Capocordata…un capolavoro)

Ma allora Bonatti approvi di pi? la tecnica di scavare gradini o tacche sulla roccia ? Secondo te ? migliore e meno invasiva ?

Per quanto riguarda l’apertura di nuove vie… su quello ti do ragione…sopratutto per la questione di non "intralciare" via gi? esistenti… ma dovrebbe essere il buonsenso degli apritori e prima documentarsi a dovere…

Per? trovo positivo il "rivalutare" e rimodernizzare le vie…sopratutto per il fattore sicurezza…? non ditemi che cos? si avvicina alla montagna cani e porci… io da ignorante so le cose che posso e non posso fare… un 7b anche se avesse tutti gli spit distanti 30 cm non la farei mai… ma anche li ripeto… st? al buonsenso,preparazione,esperienza della persone

..hahahaha…TroncFeuillu… grazie per il meglio… :laugh: B)

Approvo la tecnica di scavare gradini o tacche??? ma che sei matto:evil: . Ho solo fatto un accenno storico per dire che spesso si scopre l’acqua calda.

Quanto all’artif. anche qui bisogna fare dei distinguo. L’apertura di vie in artif. stile superdirettissime anni 60 , un chiodo a pressione ogni metro , vedi vie tipo Licia oppure Fiorentini o ancora Corrado al Nona, sono senza dubbio un forzatura e un passare ad ogni costo.
Ben altra cosa sono ad esempio vie tipo SEA OF DREAMS al Capitan dove non c’? assolutamente uso di spit o bolts come dicono gli americani ma solamente molta abilit? e grande coraggio nell’uso di tecniche ed attrezzature raffinate per passare si in artif. ma molto precario, aleatorio e quindi molto rischioso , senza naturalmente forare quindi alterare la roccia.

Quanto alla rivalutazione delle vie, non ? riempiedole di fix che si rivalutano, caso mai riscoprendo itinerari dimenticati divulgando la relazione , anche perch? con le attrezzature che abbiamo oggi ci sono molte pi? possibilt? di un tempo, di potersi proteggere in modo sicuro senza violentare la roccia.
Quindi uno sguardo verso il futuro ma nel rispetto storico dell’itinerario, della tradizione e rispettando lo stile di apertura.

Quanto alla sicurezza, c’? prima di tutto da dire che l’alpinismo non ?, e non pu? essere un’attivit? sicura.
L’alpinismo ? un’attivit? per avventurieri che fanno dell’incertezza il sale della propria minestra.Caso mai la sicurezza sta in noi stessi nella nostra preparazione, no nell’affidarsi completamente ad un fix.
Oggi viviamo in una societ? che vuole tutto e subito e per questo tendiamo a pinificare e appiattire tutto per non avere sorprese. Ma tutto e subito in montagna ? sbagliato. Le cose si fanno per gradi, l’esperienza va maturata nel tempo e sul terreno, imparando si ad usare i materiale e il loro uso. Ma sopratutto ad aquisire il senso della montagna e a fiutare il pericolo, a leggere la roccia a sapere dove passare e non ad andare dietro ad una fila di chiodi.

Inoltre c’? un’altro fattore che non dobbiamo dimenticarci, il rispetto della roccia e della montagna e non secondario lasciare possibilit? alle generazioni future a chi verr? dopo.