Homepage › Forum › Alpi Apuane › Libri e guide › Aggiornamenti alla guida Apuane
- Questo topic ha 38 risposte, 8 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 5 anni, 5 mesi fa da Marco di AS.
-
AutorePost
-
2 Maggio 2015 alle 16:33 #21778EnzoPartecipante
Riteniamo di fare cosa utile, io e Claudio Bocchi, pubblicando alcuni aggiornamenti alla nostra guida Apuane dopo averne ripercorso insieme alcuni itinerari, e anche a seguito di notizie ricevute e di eventi come la tempesta di vento del marzo scorso.
ITINERARIO 16. MONTE BRUGIANA E ROCCHETTA
Pag. 94: il sentiero che punta direttamente alla croce del Brugiana, che era “sbarrato da un prunaio impenetrabile”, nel marzo 2015 risultava riaperto, ed è decisamente consigliabile perché assai bello.ITINERARIO 48. IL FOSSO DELLE COMARELLE
Pag. 209: il libro dice che la traccia “piega a sinistra in orizzontale traversando una placca al suo sommo”. Più precisamente, la placca la si può traversare sia in alto, dove c’è un ometto, sia qualche metro più sotto, dove è larga solo un paio di metri.
Pag. 209 e 211: per visitare il rudere conviene risalire il fosso al suo margine destro (sinistra idrografica) fino a trovare due ometti che segnalano l’inizio di un sentiero che nei primi metri è poco evidente, e che in pochi minuti porta al rudere. Questa è la soluzione più sbrigativa anche per la discesa.
Pag. 211: nel tratto dal fondo del fosso fino alla cresta tra Comarelle e Anguillaia il sentiero era privo di ometti: ora non più.
Pag. 211: subito prima di raggiungere la cresta tra Comarelle e Anguillaia c’è “un delicato passaggio roccioso” e terroso: invece di aggirarlo verso destra conviene affrontarlo direttamente, seguendo la più marcata delle due o tre tracce parallele qui presenti.
Pag. 211, indicazioni più dettagliate per raggiungere la “bella ed esposta cengia” che scende nel fosso dell’Anguillaia: conviene attraversare tutta la larga cresta tra Comarelle e Anguillaia fino ad affacciarsi dall’altra parte sull’ultimo bordo, quello che precipita sul fosso dell’Anguillaia, e seguirlo per poco in discesa fino a trovare l’inizio della cengia, che comincia con una specie di corridoio tra caratteristici massi. L’ometto che la segnalava, però, è scomparso.ITINERARIO 53. MONTE ANTONA PER CRESTA DALLA FOCE DI ANTONA
Pag. 224: il ristorante Campareccia dovrebbe avere riaperto il 1/5/2015.ITINERARIO 56. ANELLO DEL CAVALLO D’AZZANO DA BASATI
Pag. 238: la mulattiera da Basati alla valle del Giardino risulta inagibile a seguito della tempesta di vento.
Pag. 238-240: ci risulta che la salita dal fondovalle del Giardino fino alla foce del Giardino sia stata segnata di rosso.ITINERARIO 70. MONTE ROVAIO E ALPE DI S. ANTONIO DA PERITANO DI SOTTO
Pag. 283: a un bivio poco prima di casa Bovaio il libro indirizza verso destra: ma si può anche prendere a sinistra, con percorso forse più bello perché più a ridosso della parete e evitando anche, in questo modo, una contropendenza. Ambedue le varianti hanno vecchie segnalazioni.ITINERARIO 72. MONTE FORATO E COSTA PULITA. TRAVERSATA DA CARDOSO
Pag. 290: il sentiero 7 (da Foce di Valli a Orzale) risulta inagibile a seguito della tempesta di vento.
Ora agibile (4/5/2015)ITINERARIO 77. PRANA E PEDONE DA LUCESE
Pag. 308: il sentiero 101 (dalla Focetta di S. Vincenzo fino alla strada sterrata proveniente da Lucese) risulta inagibile a seguito della tempesta di vento.
Ora agibile (2/5/2015)Enzo
2 Maggio 2015 alle 17:52 #21779AnonimoOspiteTi aggiorno su l’itinerario 77, l’ho percorso tre settimane fa. Numerosi alberi sul sentiero ma si passa, ci sono tracce ben marcate che passano su di essi. Ho fatto il giro che propone il libro, bello. Ciao.
4 Maggio 2015 alle 12:37 #21784svizzyPartecipante[quote=”Enzo” post=24321]
ITINERARIO 72. MONTE FORATO E COSTA PULITA. TRAVERSATA DA CARDOSO
Pag. 290: il sentiero 7 (da Foce di Valli a Orzale) risulta inagibile a seguito della tempesta di vento.
[/quote]Ho percorso il 7 all’inizio di aprile; ci sono molti tratti con tronchi sul sentiero ma c’è comunque una traccia abbastanza agevole. In un punto era presente un tratto di corda per agevolare la risalita di un tratto terroso ripido. Ho visto alcuni tronchi taccati per agevolarne lo scavallamento.
Ciao
10 Maggio 2015 alle 21:13 #21799AnonimoOspiteAggiornamento sull’itinerario 15 (Cima di Gioia e Monte Tamburone).
Proprio oggi ho fatto un giro ad anello simile, però con discesa a Forno col 169.
Segnalo che sia il sentiero del bizzarro che il 169 sono ben puliti e soprattutto segnati di nuovo; anche il bivio al colle dei Prunetti adesso è segnalato bene.
Lungo il sentiero del bizzarro è stata posta una bella pedana metallica per superare il tratto franato.
In ultimo, è stato segnalato un sentiero dei cavatori che si stacca dal 169 poco prima del ravaneto della lavagnina e vi si ricongiunge alla casa di Erà (rudere appena sopra il ravaneto).
Direi che il lavoro dei volontari del Cai Massa è stato davvero ottimo.13 Maggio 2015 alle 23:55 #21810EnzoPartecipanteITINERARIO 7. IL PIZZO DELL’AQUILA DALLA VALLE DI FAGLI
Pag. 62: “… allo slargo di un tornante verso destra (freccia su un sasso) si scavalca la staccionata e si va a sinistra su una labile traccia orizzontale, all’inizio poco distinguibile”.
Una persona attendibile ci ha riferito di non avere visto la freccia sul sasso, e di non essere riuscito a trovare l’inizio della traccia. In attesa di fare un sopralluogo di persona, non possiamo escludere che la freccia sia stata cancellata, e che sia stata apportata qualche altra modifica, ad esempio alla staccionata. Invitiamo quindi alla cautela, nel dubbio a non avventurarsi alla cieca (questo primo tratto è anche un po’ esposto), e nel caso a rinunciare.
Enzo22 Maggio 2015 alle 10:56 #21849EnzoPartecipante[quote=”Enzo” post=24352]ITINERARIO 7. IL PIZZO DELL’AQUILA DALLA VALLE DI FAGLI
Pag. 62: “… allo slargo di un tornante verso destra (freccia su un sasso) si scavalca la staccionata e si va a sinistra su una labile traccia orizzontale, all’inizio poco distinguibile”.
Una persona attendibile ci ha riferito di non avere visto la freccia sul sasso, e di non essere riuscito a trovare l’inizio della traccia. In attesa di fare un sopralluogo di persona, non possiamo escludere che la freccia sia stata cancellata, e che sia stata apportata qualche altra modifica, ad esempio alla staccionata. Invitiamo quindi alla cautela, nel dubbio a non avventurarsi alla cieca (questo primo tratto è anche un po’ esposto), e nel caso a rinunciare.
Enzo[/quote]
Si conferma che la freccia rossa dipinta sul sasso alla partenza è stata cancellata; inoltre, il primo segno rosso successivo alla partenza, che si trovava su un albero, è stato ricoperto di bianco. Gli altri (pochissimi) segni presenti sull’itinerario sembra siano rimasti intatti.
La partenza resta dov’era, cioè a un tornante verso destra con slargo e staccionata.
Enzo18 Settembre 2015 alle 12:28 #23003EnzoPartecipanteITINERARIO 56. ANELLO DEL CAVALLO D’AZZANO DA BASATI (pag. 238)
Aggiornamento del 17 settembre 2015.
– La tempesta di vento del marzo scorso ha danneggiato pesantemente sia la mulattiera da Basati alla valle del Giardino sia quella da La Fornace a Minazzana: ambedue risultano ingombre di alberi caduti, ma si riesce comunque sempre a passare senza speciali difficoltà.
– Dove si traversa il letto del fiume per portarsi sotto i ravaneti del Picco di Falcovaia, il ‘gruppo di minuscoli ometti’ che segnalavano il punto migliore per attraversare non esistono più, ma resta facile capire dove è meglio passare.
– Di là dal letto del fiume, dove ‘si inverte la marcia di 180° verso sinistra’, l’itinerario di salita alla foce del Giardino ora è segnato di rosso. Le segnalazioni raggiungono prima possibile il ‘sentiero con muretti, scalini e massicciate’, già in basso, dove il libro consigliava invece di evitarlo perché troppo degradato. Più in alto, le segnalazioni lasciano a destra senza raggiungerla la cabina elettrica di 875 m c., preferendo una traccia che poco sopra si riunisce a quella che sale dalla cabina stessa.
– Il sentiero CAI 31 tra la foce del Giardino e La Fornace è sempre più degradato e invaso dai rovi, e in assenza di manutenzione diventerà presto inagibile.
N.B. PER GUIDO: visto che dalle Cervaiole non si passa più e che così com’è il sent. 31 è condannato a meno che non provvedano i cacciatori, perché non segnare ufficialmente come 31 il sentiero Azzano-La Fornace-Foce del Giardino (così come è ora), e poi Foce del Giardino-canale del Giardino-Basati (oppure Terrinca)?
– Della mulattiera tra La Fornace e Minazzana si è detto sopra.
– Per la salita al Cavallo d’Azzano (che nella ricognizione di ieri non abbiamo ripetuto) si può aggiungere che subito prima del bivio oltre al deposito dell’acqua c’è anche una fonte, e che al bivio ci sono ora due grandi ometti a monte del sentiero per Minazzana.
– Attraversamento di Minazzana: ‘A un bivio si sale a sinistra ripidamente’, in corrispondenza di una marginetta; al bivio successivo si scende a destra e subito dopo si trova l’indicazione per M. Calvario – Basati.
Enzo18 Settembre 2015 alle 14:34 #23004guidoPartecipanteCiao Enzo,
è una proposta che avevo già fatto a suo tempo…vedrò di riproporla quanto prima… B)23 Settembre 2015 alle 13:28 #23049EnzoPartecipanteITINERARIO 17. MONTE RASORI DA VINCA E FOCE DI NAVOLA (pag. 96)
Aggiornamento del settembre 2015.
La traccia di sentiero che dai pressi di foce di Navola porta alla cima del M. Rasori inizia nel bosco da un ometto ben visibile, ma purtroppo è intralciata e quasi cancellata da tantissimi alberi abbattuti dalle intemperie. Benché il terreno sia elementare e senza problemi di orientamento, e consenta di passare dappertutto, in queste condizioni la salita per questa via al M. Rasori non è molto gratificante, e conviene invece farne la traversata a partire da foce Rasori se si è pronti ad affrontare, su tracce di capre, un ultimo insidioso pendio di paleo aperto e sfuggente (EE, molto esposto). In questo caso, poco sopra foce Rasori si lascia il filo per aggirare sulla destra un massiccio e scuro torrione; riguadagnato il filo si giunge sotto la cuspide sommitale, che si affronta piegando a sinistra su tracce nel paleo in lieve salita fino a raggiungere una specie di crinale secondario ripidissimo, che si risale con molta cautela tra scaglie scistose e paleo fino all’ometto di vetta.ITINERARIO 72. MONTE FORATO E COSTA PULITA – TRAVERSATA DA CARDOSO (pag. 288)
Aggiornamento del settembre 2015.
1) ’Nei pressi delle case dell’Orzale si arriva ad una diramazione sulla sinistra (sentiero dell’acquedotto)…’ (pag. 290): è utile aggiungere che la diramazione è segnalata da un cartello con la scritta “Santuario”, cioè il piccolo santuario di S. Leonardo, che tuttavia non si raggiunge. Superato il fondo del canale della Capriola, il sentiero prosegue lastricato con tavole di cemento, molto comodo e per nulla faticoso, e conduce al parcheggio di partenza. Circa 30 minuti dall’Orzale al parcheggio, da aggiungere alle 6 ore e 30 minuti del titolo dell’itinerario.
2) Nel caso di traversata della Costa Pulita, il dislivello è maggiore di quello dichiarato (circa 900 m) di circa 200 m. Questo vale anche per l’ITINERARIO 71. MONTE FORATO E COSTA PULITA – TRAVERSATA DA FORNOVOLASCO (pag. 286)
Enzo23 Settembre 2015 alle 16:17 #23059dokPartecipante[quote=”Enzo”]…Per la salita al Cavallo d’Azzano (che nella ricognizione di ieri non abbiamo ripetuto) si può aggiungere che subito prima del bivio oltre al deposito dell’acqua c’è anche una fonte…[/quote] già, c’eravamo sabato. e si può aggiungere che oltre alla fontana (finalmente ripristinata!) ora c’è anche un massiccio tavolo con panchina:
belli lustri i cartelli SAV in Castagnaia (di sopra a La Cappella), resterebbe solo da …liberare il passo…:whistle:
ciao
Luca2 Ottobre 2015 alle 13:37 #23257EnzoPartecipanteIT. 29. MONTE CASTAGNOLO DA RESCETO CON TRAVERSATA A FOCE VETTOLINA (pag. 138)
Aggiornamento del settembre 2015.
Il ‘viottolo della Mandriola’ (pag. 140) risulta ora segnato di rosso fin dal suo inizio dalla lizza della Mandriola, che comunque è tuttora segnalato anche dai due ometti citati nella guida. Inoltre, l’ultima cengia del ‘viottolo’, alquanto esposta, è stata messa in sicurezza con un cavo di acciaio di sezione adeguata.
Infine: il sentiero 170 che dalla foce cala a Resceto è invaso dai rovi e dalle felci, che in alto ostacolano non poco la discesa.
Enzo2 Ottobre 2015 alle 17:17 #23272albertoPartecipante[quote=”Enzo” post=25409]IT. 29. MONTE CASTAGNOLO DA RESCETO CON TRAVERSATA A FOCE VETTOLINA (pag. 138)
Aggiornamento del settembre 2015.
Il ‘viottolo della Mandriola’ (pag. 140) risulta ora segnato di rosso fin dal suo inizio dalla lizza della Mandriola, che comunque è tuttora segnalato anche dai due ometti citati nella guida. Inoltre, l’ultima cengia del ‘viottolo’, alquanto esposta, è stata messa in sicurezza con un cavo di acciaio di sezione adeguata.
Infine: il sentiero 170 che dalla foce cala a Resceto è invaso dai rovi e dalle felci, che in alto ostacolano non poco la discesa.
Enzo[/quote]Senza nessuna polemica ma faccio una riflessione.
Non sarebbe più interessante lasciare questi “viottoli” o “viottori in camaiorese” senza attrezzature quindi alla stato più selvaggio possibile? Secondo me si.
Basterebbe descriverli bene per farli conoscere evidenziandone le difficoltà e i pericoli in modo tale che chi decide di percorrerli possa farlo portando l’ attrezzatura che ritiene necessaria .
Se li attrezziamo tutti riempiamo i monti di cavi e fittoni facendo altre ferrate e togliendo molto del fascino selvaggio che questi percorsi hanno.
va bene adesso sparatemi. :)
2 Ottobre 2015 alle 18:17 #23280EnzoPartecipante[quote=”bonatti” post=25424][quote=”Enzo” post=25409]IT. 29. MONTE CASTAGNOLO DA RESCETO CON TRAVERSATA A FOCE VETTOLINA (pag. 138)
Aggiornamento del settembre 2015.
Il ‘viottolo della Mandriola’ (pag. 140) risulta ora segnato di rosso fin dal suo inizio dalla lizza della Mandriola, che comunque è tuttora segnalato anche dai due ometti citati nella guida. Inoltre, l’ultima cengia del ‘viottolo’, alquanto esposta, è stata messa in sicurezza con un cavo di acciaio di sezione adeguata.
Infine: il sentiero 170 che dalla foce cala a Resceto è invaso dai rovi e dalle felci, che in alto ostacolano non poco la discesa.
Enzo[/quote]Senza nessuna polemica ma faccio una riflessione.
Non sarebbe più interessante lasciare questi “viottoli” o “viottori in camaiorese” senza attrezzature quindi alla stato più selvaggio possibile? Secondo me si.
Basterebbe descriverli bene per farli conoscere evidenziandone le difficoltà e i pericoli in modo tale che chi decide di percorrerli possa farlo portando l’ attrezzatura che ritiene necessaria .
Se li attrezziamo tutti riempiamo i monti di cavi e fittoni facendo altre ferrate e togliendo molto del fascino selvaggio che questi percorsi hanno.
va bene adesso sparatemi. :)[/quote]
Tanto per precisare: né io né Claudio Bocchi (né nostri amici) siamo gli autori della segnatura e della posa del cavo: non ne sappiamo nulla. Quanto al cavo, comunque, quando io percorsi la prima volta quella cengia (26/4/92), il cavo ce lo trovai, e in seguito sparì.
Enzo2 Ottobre 2015 alle 18:34 #23282albertoPartecipanteEnzo la mia non è ne un’accusa ne una polemica ma solo una riflessione, un invito a lasciare questo percorsi i più selvaggi possibile. Credo che mantenerli i più selvaggi possibile sia una qualità, un pregio, un motivo di attrazione.
Ho fatto questo percorso qualche hanno fa e il cavo non c’era . Per garatire un minimo di sicurezza nel punto più stretto ed esposto usammo una corda.
Sul segnarli posso anche essere d’accordo. Ma attrezzarli è togliergli la loro qualità principale.
Non vorrei che su questo esempio poi si passasse anche ad altri. Ad esempio il Carpinone.
10 Aprile 2016 alle 22:28 #24156svizzyPartecipante[quote=”Enzo” post=25409]IT. 29. MONTE CASTAGNOLO DA RESCETO CON TRAVERSATA A FOCE VETTOLINA (pag. 138)
Aggiornamento del settembre 2015.
il sentiero 170 che dalla foce cala a Resceto è invaso dai rovi e dalle felci, che in alto ostacolano non poco la discesa.
Enzo[/quote]Ho percorso lo stesso itinerario oggi e il 170 l’ho trovato “pulito”, si scende senza graffi
-
AutorePost
- Devi essere connesso per rispondere a questo topic.