Altissimo – Sentiero della libertà ?

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  • Questo topic ha 951 risposte, 12 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 5 anni, 12 mesi fa da dok.
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  • #15072
    Marco di AS
    Partecipante

    Quella di Guido l’ho gi? vista su Facebook ma sinceramente m’? parsa… un petardo! ;) :P
    Spero bene pertanto per quella di Fabri. Che abbia trovato i famosi tornantini?

    Marco

    #15073
    guido
    Partecipante

    Le parole di Marco di As mi fanno ritornare alla mente le parole di qualcuno che mi diceva sempre "Ah beh, allora niente di rilevante…":S

    Non avevo quasi voglia di pubblicare la cosa, ma vista la situazione lo far?.

    Sabato 27 maggio un equipe specializzata (Guido, Pisanino, Fabbri, Il Moro e la Luisa), ha ripristinato l’itinerario del Canale di Finocchiaia di cui rammenta la guida delle Alpi Apuane del 1905 con una relazione che allego qui sotto:

    Proseguendo sempre tra boschi per la buona mulattiera che passa ai casolari Croce in ore 0.30 si raggiunge la via marmifera che scende dalle Cave del Carchio, della quale sono cos? evitati i lunghi svolti inferiori. Continuasi per questa per circa ore 0.40, e quindi occorre dirigersi al soprastante piano del Campaccio, dove sono disseminate numerose casupole pastorali (m. 938), e da questo piano tracce di sentiero conducono al crinale tra il Monte Focoraccia ed il Monte Carchio (ore 2.30 da Canevara). Raggiunta cos? la Foce di Focoraccia a SO del monte omonimo, indicatada un termine che segnava il confine tra il Massese ed il Pietrasantino Granducale, incomincia si a scendere sul versante della Valle Serra per un piccolissimo stradello che correndo tra alti cespugli raggiunge i sottostanti boschi di castagni, e passati accanto ad un rustico casolare, conosciuto localmente col nome di Casa del Gallicano, sempre scendendo sulla destra e per brevissimo tratto sulla sinistra del Canal di Finocchiaia, in ore 1.45 dal Passo si ? al fondo della valle, di fronte alla Segheria Verini. Attraversato il torrente, si raggiunge la gran strada marmifera delle Cave dell?Altissimo e continuando a scendere per essa, passata Casa Ricci, il paesello di Riomagno (ved. Itin. XX pag. 258), si giunge in ore 1 dalla Segheria Verini a Seravezza (ved. Itin. XVIII, pag. 246); ore 5.15 da Canevara (estratto da L.Bozani, E.Questa e G.Rovereto ? GUIDA DELLE ALPI APUANE. Sezione Ligure. Anno MCMV; pag.213-214).

    Avvertiamo che quest?itinerario ? raramente seguito anche dai valligiani stessi. Fino al colle vi si previene molto facilmente, ma la discesa nel Canal di Finocchiaia richiede nella sua parte superiore molta attenzione, per non smarrire la traccia dello stradello appena marcato e dissimulato da folte erbe e cespugli. Nel dicembre del 1901 essendo da parecchio tempo abbandonata dal bestiame era appena visibile. Non ci illudiamo quindi che possa nella sua parte superiore, a monte della Casa del Gallicano, sparire completamente, e abbia quindi a parer fantastico il nostro itinerario. Sulla tavola 1:25.000 Monte Altissimo ? segnato il Canal Finocchiaia; ma non vi si fa cenno del viottolo, nemmeno nella sua parte inferiore dove ? marcatissimo, n? della Casa del Gallicano.

    #15077
    Anonimo
    Ospite

    Quando Pisa ha annunciato la bomba in arrivo, mi son detto: ?vai ? la volta b?na che qualcuno riesce a prendisi in consegna ‘sta patata bollente? :laugh: Contavo nell’apporto di nuovi documenti e conseguenti riscontri sul terreno, che permettessero di allontanare il fardello della "via della libert?" dal sonnacchioso e stanco piton di mezzo verso altri passi meno decantati. E invece … :sick:

    In effetti qualcosa in tal senso ? accaduto , per? devo dire che sono rimasto un po? perplesso :unsure: aspettavo bombe, petardi e colpi di scena e invece non sono riuscito a capire che cosa ? stato messo sul piatto della bilancia.

    Dato che si tratta di un lavoro di una "equipe specializzata" :S nel seguito mi rivolgo al gruppo nel suo complesso: quella che avete ripercorso e riportato alla luce seguendo le indicazioni della guida del 1905 secondo voi ? una via della libert? ? la relazione della guida del 1905 avvalora l?autenticit? e l?antichit? del sentiero che avete riscoperto ma per poter dire che questa ? una via della libert? non vi sembra che manchi qualcosa ? :whistle: perlomeno qualche pezza d?appoggio non vi sembra che dovrebbe essere fornita ?

    Per cercare di inquadrare la questione, in mancanza di apporti documentali nuovi, mi sono arrangiato come potevo ricorrendo a documenti gi? pubblicati: prima un brano di Cipollini (postato per esteso a pag. 29) poi un brano dell?Armanini (in parte gi? postato a pag 26):

    Cipollini: … dal mese di settembre, dopo l?avanzata degli Americani in Versilia, diversi abitanti della provincia apuana avevano raggiunto le zone liberate, passando dalle colline di Strettoia, poi, con la dislocazione sul territorio dei capisaldi difensivi tedeschi, lungo un sentiero pi? a monte:?In un primo tempo il passaggio si effettuava nelle parti di Palatina – scrive in una relazione il sacerdote montignosino don Giuseppe Vagli – ma quel sentiero fu minato dai tedeschi. Allora si scelse un altro sentiero dietro il Carchio, ma anche questo alla fine, anzi alla met? di dicembre, fu minato. Si apr? allora un passaggio vicino al monte Altissimo e questo fu usato fino alla Liberazione. Il passaggio del fronte era una cosa diventata comune non soltanto per noi, ma anche per altri che venivano dall?Alta Italia ed erano accompagnati oltre la linea del fronte dalle nostre guide al momento opportuno. In un primo tempo si fermavano da noi poi, quando il passaggio si spost? verso il monte Altissimo, si riunivano nelle frazioni di Antona, Pariana ed Altagnana.

    M.G. Armanini (Pagg. 328-329): … [b]Il passaggio del fronte venne tenuto aperto pressoch? regolarmente dalla Resistenza Apuana dal 10 ottobre 44, data in cui il comandante Sergio (Gino Briglia) pass? le linee dal Passo del Pitone con 12 rappresentanti di tutte le compagnie dei Patrioti Apuani, sino alla Liberazione. ….
    In un primo momento il passaggio fu spontaneo, animato prevalentemente dalla solidariet? umana: ma quando vennero segnalati al Comandante dei Patrioti Apuani casi di persone abbandonate sul percorso montano per timore delle raffiche delle mitragliatrici tedesche, ed altri abusi, il fenomeno venne regolamentato da parte degli stessi partigiani affidandone la gestione ad un magistrato di Carrara, Roberto Mariani, il quale coordin? il servizio del transito delle Apuane.
    Il punto di partenza era stato organizzato ad Antona, dove fu attrezzato un centro di raccolta in un fabbricato adibito ad asilo offerto dalle suore, che continuarono ad abitare nello stesso.
    Su questa strada aperta tra i monti , quindi , chiamata poi ?Via della Libert??, inizi? l?esodo di tanta gente disperata. DA Antona a Serravezza e Pietrasanta il tragitto era di quasi 17 km (16,900): da un livello di 442m. ad Antona si saliva fino a 1164m sulle Apuane per arrivare poi a 500m nella valle del Serra, a 249m. a Seravezza e poi a Pietrasanta in pianura.
    In un primo tempo veniva percorso il Passo della Cardella, sul lato sinistro del Monte Carchio, ed il Passo del Pitone. Poi, il passo della Cardella venne abbandonato perch? facilmente controllabile dal nemico.
    Le guide disponibili si trovavano nelle frazioni della nostra montagna, spinte in gran parte da solidariet? umana ma anche dal compenso che le persone offrivano per un servizio del genere.
    Il 1? febbraio ?45 l?organizzazione militare del passaggio del Fronte inizia ad Antona sotto la responsabilit? del Comandante Vinci che organizz? le guide e i portatori, rendendoli responsabili delle loro azioni (i portatori erano gli uomini che trasportavano oltre le linee materiale di sopravvivenza per le persone, o si caricavano sulle spalle i bambini i quali, date le condizioni ambientali, non avrebbero mai potuto da soli scavalcare quei passi).
    A queste guide e a questi portatori fu assegnata una quota in denaro, ricavata dalle somme che venivano offerte al comando da aprte delle persone che intendevano attraversare il Fronte.
    ….
    Il percorso avveniva secondo secondo queste modalit? e tappe: sul far della sera la comitiva partiva dal sentiero che da Antona porta alle Vigne, a Campareccia ed a Porneta (tutte localit? sopra Antona), attraversava a mezza costa lo sperone della Tecchia ed entrava nel castagneto di Campiglia. Superato il Fosso di Campiglia il sentiero saliva prima con stretti tornanti, e poi pressoch? verticale sino al Passo del Pitone. Di l? scendeva nella valle del Serra (vedi tavole XXVII, XXXVIII, XXXIX).[/b]

    Il percorso ?altagnana-la croce-campaccio-foce-canale di finocchiaia ?riomagno? potrebbe essere quello di cui parla don Giuseppe Vagli : ?un altro sentiero dietro il Carchio, ma anche questo alla fine, anzi alla met? di dicembre, fu minato? Se fosse il sentiero di cui parla il sacerdote sarebbe comunque stato utilizzato fino a met? dicembre del 44 quindi prima che cominciasse il passaggio organizzato con guide dal GPA (1 febbraio ?45). Questa testimonianza coincide anche con la ricostruzione della Armanini : ?In un primo tempo veniva percorso il Passo della Cardella, sul lato sinistro del Monte Carchio … Poi, il passo della Cardella venne abbandonato perch? facilmente controllabile dal nemico?

    Infatti nell?inverno 44-45 le zone percorse dal sentiero Altagnana-Riomagno erano in buona parte sotto il controllo tedesco, in quanto attraversavano un tratto di linea gotica che era presidiato dalle loro postazioni o nelle immediate vicinanze di queste. La cosa si evince anche dal disegno di ConteGi? nel libro di Palla (vedi mappa postata da dok a pag. 44) : la linea gotica presenta una interruzione in corrispondenza del crinale tra Focoraccia e Uncini. Questa specie di zona franca o terra di nessuno, credo che fosse il principale varco utilizzato per il passaggio del fronte nel periodo in cui l?esodo di civili e disertori si fece pi? intenso.

    Questo dato mi sembra emergere dai documenti che conosco, per? nulla toglie che se ne possano produrre altri che possano avvalorare ricostruzioni diverse :evil: . In attesa di chiarimenti e altri riscontri pongo un paio di questioni: Il sentiero riesumato ? secondo voi quello del passo della Cardella di cui parla l’Armanini ? nel contesto storico e cronologico di quei mesi tra 44 e 45, il sentiero del canale di Finocchiaia dove e come si inserisce ?

    In attesa di ulteriori ragguagli, da quello che si pu? intuire dalla descrizione postata da Guido, questo sentiero sembra comunque annoverabile tra i sentieri della libert?. ;)

    Mi si perdoni infine, a suggello dell’impresa, una chiusura stile cinegiornale LUCE :P

    La ricerca delle vie della libert? , come una sana competizione cultural-sportiva, esercita il suo fascino anche sulle generazioni pi? giovani stimolando l?entrata in campo di nuove e fresche energie. Ci sembra doveroso menzionare l’opera di un manipolo di giovani volenterosi, impavidi e motivati, che si sono cimentati in un’ennesima fatica di Sisifo: un’improba spedizione ?pulitiva? volta alla riesumazione di antichi percorsi sugli ostici costoni versiliesi del Carchio.

    #15083
    Marco di AS
    Partecipante

    Scusate se insisto, senza nessuna polemica, ma lo faccio per spiegare le mie perplessit? e per riproporre una questione di metodo. Del sentiero di Finocchiaia, ricordato come "traccia di sent. quasi scomparsa" anche dalla guida Nerli-Sabbatini del 1958 (mi sembrava lo avesse ricordato anche Guido, ma ora non trovo pi? la citazione) avevamo gi? parlato in questo forum a pagina 12, sia io che Enzo. Pu? essere che quella traccia, gi? semiabbandonata nel 1901, sia stata riaperta per il passaggio del fronte e poi abbia teso nuovamente a richiudersi, suggerendo agli autori della guida CAI-TCI la descrizione sopra riportata. Per? c’? un fatto: quella traccia collegava (e collega, se ? quella che avete ritrovato) il fondovalle del Serra al Passo Focoraccia Sud, non a quello della Cardella, a meno che non presenti in alto una diramazione. Voi per? siete arrivati al Passo della Cardella, stando almeno a quello che tu, Guido, hai postato su Facebook. E questo ? un primo punto interrogativo. :S

    Il secondo riguarda invece proprio la Cardella: nessun dubbio che sia stato usato dai profughi, sia pure per un periodo limitato, ma perch? allora avrebbero dovuto dirigersi verso Finocchiaia anzich? prendere il sentiero che da l? scende nel canale del Carchio, riportato nelle catastali pi? recenti (non quelle lorenesi, per intenderci) e indicato addirittura come "Strada vicinale del Carchio". Ora ? quello che ?, d’accordo (ne percorsi qualche anno fa con Fiorenzo la parte iniziale e cercammo di ritrovarlo anche sotto al valico con un giro attorno al Carchio), a meno che non abbiate gi? ripulito anche lui, ma dato anche il tipo di classificazione non vi viene in mente che doveva essere un tantinello pi? comodo e pratico di Finocchiaia, scendendo appunto dalla Cardella? :whistle:

    La questione di metodo ? stata posta a pi? riprese e sostanzialmente l’ha ribadita anche Bergame nell’ultimo post. Cosa cerchiamo? Lavoriamo per trovare la via o le vie pi? attendibili dal punto di vista storico o vogliamo solo riesumare uno dopo l’altro tutte le salite dal fondovalle del Serra? Beh, se ? cos? potete continuare, l’opera ? ugualmente meritoria, non c’? dubbio (magari si potesse anche, in seguito, mantenerle aperte!). Ce ne sono altre anche pi? a valle, tra cui la via di Palatina citata da Bergame che stando alla testimonianza riportata serv? allo scopo. E stando a un’altra testimonianza, se ben ricordo, fu davvero usata anche la strada tra Strettoia e Montignoso da me citata come battuta, ma non a sproposito, su fb. B)

    Erano un po’ tutte "vie della libert?"? Forse, ma a me e certo anche a Bergame (ma pensavo anche agli altri) francamente interessa invece mettere maggiormente a fuoco le vie pi? seguite nel periodo topico degli attraversamenti del fronte, sulla base del poco materiale storico che abbiamo a disposizione. Che nel caso di Finocchiaia, mi spiace dirlo – ma accetto volentieri di essere smentito – si tramuta in un niente. E anche per Palerosa mi pare si sia sulla stessa strada, Guido: ti ho chiesto due volte di ricordarmi perch? puntammo l? nel 2008 ma non ho avuto ancora risposta. Forse perch? non c’?? ;)

    Marco

    #15085
    Enzo
    Partecipante

    Credo che si stia partendo da un equivoco. Guido, con i suoi amici (correggimi se sbaglio, Guido), ha ripristinato uno storico sentiero di cui si aveva notizia, appunto, dalle guide liguri, ma non pretendeva di candidarlo a sentiero della libert?, anzi forse non si ? neppure posto il problema. L’equivoco consiste nel fatto che, trovandosi il post in un topic intitolato al sentiero della libert?, ? molto facile fraintenderlo.
    Detto questo, quello che ? stato fatto da Guido e dagli altri nel canale di Finocchiaia ? molto molto rilevante a prescindere dal sentiero della libert?: infatti, ? stata riaperta e resa percorribile una via storica di collegamento tra Massa e Seravezza, e ci voleva davvero molta determinazione a farlo, considerando che gi? nel 1905 questo sentiero veniva dato praticamente per perso! Il lavoro fatto da Guido e dagli altri lo considero quindi espressione del migliore escursionismo, quello capace di affrontare il territorio con rispetto ma senza farsene intimidire e con la piena consapevolezza del suo ‘spessore’ umano e storico.

    Approfitto dell’occasione per una piccola postilla toponomastica, anche questa forse poco attinente al sentiero della libert?: ma ormai considero questo topic una specie di enciclopedia sull’Altissimo…
    Il sentiero del canale di Finocchiaia valica il crinale a ‘la foce di Focoraccia a S.O. del monte omonimo, indicata da un termine che segnava il confine tra il Massese e il Pietrasantino granducale’ (guide liguri del 1905 e del 1921). Il termine c’? ancora, e la foce ? situata alla quota di 1090 m, per la verit? pi? vicina al Carchio che al Focoraccia. All’epoca delle guide liguri, quindi, il Passo Focoraccia era questo: ci? significa, tra l’altro, che l’attuale Passo della Focolaccia, situato a Nord-Est del M. Focoraccia, aveva un altro nome (Pitone?) oppure era anonimo.
    La guida CAI-TCI del 1958 introduce un errore e un toponimo nuovo: l’errore consiste nel far terminare il sentiero di Finocchiaia (vedi it. 115b) non alla sella 1090 dei liguri ma a una sella 1100 c. situata molto pi? vicina al M. Focoraccia; il toponimo nuovo ? ‘Passo Focoraccia Sud’, coniato ex novo per distinguerlo dal valico situato a Nord-Est del M. Focoraccia, che nel frattempo, evidentemente, era stato battezzato ‘Passo Focoraccia’.
    In realt?, una volta chiarito che il sentiero di Finocchiaia NON sbuca al Passo Focoraccia Sud, questo toponimo diventa quasi inutile: che io sappia da qui partono solo due brevi raccordi pi? o meno orizzontali (uno l’ho percorso) verso il crinale divisorio tra Finocchiaia e Prato di Greppia.
    Enzo

    #15086
    Enzo
    Partecipante

    Aggiungo per maggiore chiarezza, dopo aver letto il post di Marco, che la foce 1090 dei liguri non ? il Passo della Cardella, che ? situato ancora pi? vicino al Carchio.
    Enzo

    #15089
    Marco di AS
    Partecipante

    Per carit?, Enzo, nessun dubbio sulla rilevanza dell’impresa in s?, solo che Pisanino l’aveva presentata come una delle due bombe che avrebbero cambiato le carte in tavola, riferendosi evidentemente ai sentieri della libert?. Ecco il perch? delle precisazioni. Molto importante e opportuna, a proposito, la tua in merito alla quota 1090; non ricordavo quel termine che certamente avr? visto anch’io.

    Marco

    #15091
    guido
    Partecipante

    Enzo scritto:

    Credo che si stia partendo da un equivoco. Guido, con i suoi amici (correggimi se sbaglio, Guido), ha ripristinato uno storico sentiero di cui si aveva notizia, appunto, dalle guide liguri, ma non pretendeva di candidarlo a sentiero della libert?, anzi forse non si ? neppure posto il problema. L’equivoco consiste nel fatto che, trovandosi il post in un topic intitolato al sentiero della libert?, ? molto facile fraintenderlo.
    Detto questo, quello che ? stato fatto da Guido e dagli altri nel canale di Finocchiaia ? molto molto rilevante a prescindere dal sentiero della libert?: infatti, ? stata riaperta e resa percorribile una via storica di collegamento tra Massa e Seravezza, e ci voleva davvero molta determinazione a farlo, considerando che gi? nel 1905 questo sentiero veniva dato praticamente per perso! Il lavoro fatto da Guido e dagli altri lo considero quindi espressione del migliore escursionismo, quello capace di affrontare il territorio con rispetto ma senza farsene intimidire e con la piena consapevolezza del suo ‘spessore’ umano e storico.

    Approfitto dell’occasione per una piccola postilla toponomastica, anche questa forse poco attinente al sentiero della libert?: ma ormai considero questo topic una specie di enciclopedia sull’Altissimo…
    Il sentiero del canale di Finocchiaia valica il crinale a ‘la foce di Focoraccia a S.O. del monte omonimo, indicata da un termine che segnava il confine tra il Massese e il Pietrasantino granducale’ (guide liguri del 1905 e del 1921). Il termine c’? ancora, e la foce ? situata alla quota di 1090 m, per la verit? pi? vicina al Carchio che al Focoraccia. All’epoca delle guide liguri, quindi, il Passo Focoraccia era questo: ci? significa, tra l’altro, che l’attuale Passo della Focolaccia, situato a Nord-Est del M. Focoraccia, aveva un altro nome (Pitone?) oppure era anonimo.
    La guida CAI-TCI del 1958 introduce un errore e un toponimo nuovo: l’errore consiste nel far terminare il sentiero di Finocchiaia (vedi it. 115b) non alla sella 1090 dei liguri ma a una sella 1100 c. situata molto pi? vicina al M. Focoraccia; il toponimo nuovo ? ‘Passo Focoraccia Sud’, coniato ex novo per distinguerlo dal valico situato a Nord-Est del M. Focoraccia, che nel frattempo, evidentemente, era stato battezzato ‘Passo Focoraccia’.
    In realt?, una volta chiarito che il sentiero di Finocchiaia NON sbuca al Passo Focoraccia Sud, questo toponimo diventa quasi inutile: che io sappia da qui partono solo due brevi raccordi pi? o meno orizzontali (uno l’ho percorso) verso il crinale divisorio tra Finocchiaia e Prato di Greppia.
    Enzo

    grazie Enzo…B)

    Questo ? l’ultimo tassello degli itinerari del versante versiliese della linea gotica, ne fanno parte altri che ora vi elenco e che ho gi? percorso:

    – cave trambiserra – foce del ferro
    – itinerario dell’acquedotto del ferro
    – casa giannetti – canale del carchio – la focicchia (o volendo anche a dx alla cardella)
    – casa del gallicano – canale di finocchiaia – valico q.1090 (termine)
    – la polla – canale palerosa – colle perletti
    e tutti gli itinerari pi? ravvicinati sotto al passo focoraccia, al piton di mezzo ed ai gaglini che tutti conosciamo.

    Dal mio punto di vista (escursionistico/esplorativo/sistematico e NON STORICO), si conclude per me l’esplorazione di questo versante. Manca solo un collegamento tra colle perletti e la testata del canale prato di greppia (vedremo quest’inverno se mai…), poi non avr? nient’altro da aggiungere visto che questi itinerari sono TUTTI percorribili. Qualcun’altro si prenda la responsabilit? di delineare quale siano sentieri della libert? e quali no dal momento che ormai il ventaglio degli itinerari ? delineato, di libri ne abbiamo aperti tanti, e di discorsi fatti…pure troppi. Qui non c’? nessuna polemica, ma solo la voglia di chiudere (se lo volete, s’intende), la questione una volta per tutte.

    #15093
    guido
    Partecipante

    Marco di AS scritto:

    Scusate se insisto, senza nessuna polemica, ma lo faccio per spiegare le mie perplessit? e per riproporre una questione di metodo. Del sentiero di Finocchiaia, ricordato come "traccia di sent. quasi scomparsa" anche dalla guida Nerli-Sabbatini del 1958 (mi sembrava lo avesse ricordato anche Guido, ma ora non trovo pi? la citazione) avevamo gi? parlato in questo forum a pagina 12, sia io che Enzo. Pu? essere che quella traccia, gi? semiabbandonata nel 1901, sia stata riaperta per il passaggio del fronte e poi abbia teso nuovamente a richiudersi, suggerendo agli autori della guida CAI-TCI la descrizione sopra riportata. Per? c’? un fatto: quella traccia collegava (e collega, se ? quella che avete ritrovato) il fondovalle del Serra al Passo Focoraccia Sud, non a quello della Cardella, a meno che non presenti in alto una diramazione. Voi per? siete arrivati al Passo della Cardella, stando almeno a quello che tu, Guido, hai postato su Facebook. E questo ? un primo punto interrogativo. :S

    Il secondo riguarda invece proprio la Cardella: nessun dubbio che sia stato usato dai profughi, sia pure per un periodo limitato, ma perch? allora avrebbero dovuto dirigersi verso Finocchiaia anzich? prendere il sentiero che da l? scende nel canale del Carchio, riportato nelle catastali pi? recenti (non quelle lorenesi, per intenderci) e indicato addirittura come "Strada vicinale del Carchio". Ora ? quello che ?, d’accordo (ne percorsi qualche anno fa con Fiorenzo la parte iniziale e cercammo di ritrovarlo anche sotto al valico con un giro attorno al Carchio), a meno che non abbiate gi? ripulito anche lui, ma dato anche il tipo di classificazione non vi viene in mente che doveva essere un tantinello pi? comodo e pratico di Finocchiaia, scendendo appunto dalla Cardella? :whistle:

    La questione di metodo ? stata posta a pi? riprese e sostanzialmente l’ha ribadita anche Bergame nell’ultimo post. Cosa cerchiamo? Lavoriamo per trovare la via o le vie pi? attendibili dal punto di vista storico o vogliamo solo riesumare uno dopo l’altro tutte le salite dal fondovalle del Serra? Beh, se ? cos? potete continuare, l’opera ? ugualmente meritoria, non c’? dubbio (magari si potesse anche, in seguito, mantenerle aperte!). Ce ne sono altre anche pi? a valle, tra cui la via di Palatina citata da Bergame che stando alla testimonianza riportata serv? allo scopo. E stando a un’altra testimonianza, se ben ricordo, fu davvero usata anche la strada tra Strettoia e Montignoso da me citata come battuta, ma non a sproposito, su fb. B)

    Erano un po’ tutte "vie della libert?"? Forse, ma a me e certo anche a Bergame (ma pensavo anche agli altri) francamente interessa invece mettere maggiormente a fuoco le vie pi? seguite nel periodo topico degli attraversamenti del fronte, sulla base del poco materiale storico che abbiamo a disposizione. Che nel caso di Finocchiaia, mi spiace dirlo – ma accetto volentieri di essere smentito – si tramuta in un niente. E anche per Palerosa mi pare si sia sulla stessa strada, Guido: ti ho chiesto due volte di ricordarmi perch? puntammo l? nel 2008 ma non ho avuto ancora risposta. Forse perch? non c’?? ;)

    Marco

    ciao marco,
    allora ti prego di guardare meglio le mie foto perch? nella didascalia su facebook si vede chiaramente il gruppo al completo alla sella q.1090 in posa all’uscita del canale di finocchiaia e poi quelle fatte dopo al passo della cardella sul cippo. Noi NON siamo usciti al passo della cardella bens? al colle q.1090.

    L’itinerario se sia o meno della libert? non mi interessa pi? di tanto, percorro le apuane come nessuno fino ad ora con un criterio sistematico per ogni zona quindi ? assolutamente normale il mio studio di tutti i canali/crinali/creste per fini sistematici e NON STORICI. Il canale del carchio io l’ho risalito nel 2007. Sicuramente ? pi? comodo di questo di finocchiaia citato nella guida nel 1905 come ormai introvabile gi? nel 1901 (quindi assai prima del 44-45).

    Se voi volete mettere a fuoco meglio quali siano gli itinerari, mi va benissimo ed attendo volentieri le conclusioni con molta ansia. Che siano tutti itinerari della libert? NON CI PIOVE, quali siano stati quelli pi? utilizzati…beh questo non sta a me dirlo…Se per voi questi due itinerari sono niente, per me non c’? problema. Per me qualcosa sono (dimostrato anche dal termine datato 1823, e dalla relazione della guida del 1905, ma anche dalle numerose testimonianze sul campo)…

    Il motivo per cui anni fa andammo in palerosa a cercare un itinerario ? il medesimo che mi ha spinto poche settimane fa a risalirlo: la ricerca di un itinerario che per forza risaliva quella valle. Per esperienza personale praticamente da tutte le parti ci sono tracce e viottoli, quindi c’era qualcosa per forza anche li…e forse anche un itinerario della libert?…ma questo dal mio punto di vista, come gi? detto pi? e pi? volte, passa in secondo piano..e purtroppo io ho molta voglia di cammin? e di metterci il naso…:lol:

    #15094
    Marco di AS
    Partecipante

    Doppione rimosso. Vedi sotto

    #15095
    Marco di AS
    Partecipante

    Bene Guido, grazie delle precisazioni. Direi per? che pi? che dalle foto ero stato tratto in inganno dall’annuncio del Pisa e dai commenti su fb. ;)

    L’altra precisazione riguarda il metodo: il tuo non si discute, cos? come il fatto che per fortuna (e non purtroppo) lo porti avanti; so anch’io che ogni versante ha le sue tracce e pi? ne vengono riaperte e meglio ?, per mille motivi. Poi il problema magari sar? mantenerle percorribili, ma qui anche l’Unione di Comuni, volendo, potrebbe dare una mano, cos? come potrebbe ampliarsi un volontariato che, senza pretendere di segnare sentieri a destra e a manca, aiuti per? a tenerli aperti. La sistematicit? del tuo lavoro ? comunque pi? che encomiabile, ma ? quasi inutile ribadirlo, tanto ? evidente. :)

    C’? per? un altro problema, quello del fine. Perch? e per cosa ci diamo da fare, ognuno come e quanto pu?? Certamente l’escursionismo esplorativo ci piace, ci appaga, ci rende anche giustamente orgogliosi di tante riscoperte. Ma c’? qualcosa di pi?, c’? il fatto che le Apuane ne hanno tremendamente bisogno. Ne avrebbero bisogno anche se non ci fosse la minaccia del marmo ma, con questa presente, quel bisogno diventa addirittura qualcosa in pi?, diventa necessit? di risposte immediate a un’enorme emergenza. Per questo occorre far rinascere nel miglior modo possibile una cultura della montagna che non sia solo quella delle cave, e in questo senso penso proprio che la riscoperta dei sentieri della libert?, sia dal punto di vista storico che sul territorio, sia quanto di meglio si possa giocare nel breve-medio periodo.

    Mi sono appassionato di questa storia per l’appeal particolare che ha, come lo aveva – quando facemmo con Fiorenzo Apuane Segrete – tutta la questione delle albe e dei tramonti attraverso il Forato, argomento su cui lo stesso Ramacciotti, per l’identica ragione, continua ancora oggi a lavorare. C’? bisogno anche di cose, per dirla con un termine televisivo, che "buchino il video", per indurre pi? gente possibile ad alzare gli occhi verso queste cime ed accorgersi non solo della loro bellezza ma anche dello scempio che le devasta. Senza contare il valore che di per s? ha la memoria di un periodo come quello della Linea Gotica.

    Credo che oggi le Apuane abbiano bisogno di noi pi? che noi di loro: occorre che la questione investa il pi? possibile non solo appassionati e addetti ai lavori, ma la stessa opinione pubblica. Vediamo pertanto di dar loro tutti una mano senza perderci in sterili battibecchi, ma nel rispetto delle strade che ciascuno intende seguire, mettendo la propria pi? o meno modesta competenza a servizio di un bene pi? grande. E in questo sta anche il senso del possibile progetto di ripristino e valorizzazione dei sentieri della libert?, comunque ancora tutto da determinare e aperto – lo ripeto – al contributo di tutti, purch? nel rispetto di un metodo che, almeno in questo caso, deve essere per forza anche storico, e che porta pertanto a concentrare l’attenzione su alcuni sentieri e ad escluderne altri che non trovano sufficienti riscontri e testimonianze, anche se con buona probabilit? – ma non con certezza storica – ugualmente percorsi.

    Marco

    #15101
    Enzo
    Partecipante

    pisanino scritto:

    Preparatevi ? in arrivo…2 megabombe….da parte di Guido e Fabbri…che cambieranno molte delle carte sul tavolo..gia’ giocate…..in passato……forse quella di Fabbri ? ancora piu’ bomba……..
    Pisanino…..

    Ma la seconda bomba quando arriva?

    #15103
    Anonimo
    Ospite

    Premessa

    Lo sviluppo di ulteriori imformazioni effettuate,hanno portato ad una conclusione che non lascera’ ombra di dubbio,nel proseguo delle future ricerche.Tale conclusioni porteranno discordanze,tra i componenti del gruppo "via della liberta’"

    Ringraziamenti

    Si ringraziano tutti i componenti del gruppo,(nessuno escluso)per le imformazioni e i dati inerenti alla composizione del topic,in particolare il mio socio Fabbri,che con l’ultima sua ricerca "il libro di Vinci Nicodemi" c/o l’A.N.P.I. di Massa,ha finalmente risolto l’enigma del passo del Pitone,creando un corridoio per il proseguo delle ricerche nel versante Azzanese.

    testi originali dal libro "Guerra sulle Apuane"di Vinci Nicodemi e Giuseppe Lenzetti edizioni A.N.P.I. Massa

    All?inizio si passava dal Cinquale,dall’Aurelia e dalla Fortezza,poi da Venturello,dal Carchio e dalla Cardella,ma,poco alla volta.con il completamento dello schieramento delle truppe tedesche e fasciste,ogni valico veniva chiuso.
    Resto’ aperto soltanto un punto dal quale si poteva cercare di passare.
    Un punto nel quale per la SUDDIVISIONE dei compiti tra tedeschi e fascisti nella difesa della "Linea Gotica"era rimasta una FALLA,un luogo non ASSEGNATO ad uno dei schieramenti: IL PASSO DEL PITONE.
    Era uno scosceso sentiero di montagna adatto piu’ ad essere percorso da alpinisti che da gente normale;che doveva essere percorso di notte ed in silenzio perche esposto al fuoco delle truppe fasciste del Battaglione Intra della Monte Rosa.
    pag.97/98
    E qua’c’? la vera storia ossia conclusione del passo del Pitone."racconta Vinci Nicodemi"
    Ad Azzano fummo obbligati ad attendere il buio(dagli Americani)per iniziare il nostro passaggio del fronte attraverso il PASSO DEL PITONE.
    Era il 15 dicembrela notte scese rapidamente e verso le ore 17 ci avviammo nel buio.
    Gia’ alla partenza avevo disposto il plotone in fila indiana e nell’ultima parte del tracciato,prima di arrivare al culmine del Passo,ordinai a Baldini/Alfredo e Libero di andare in avanguardia.Si arrivo’ al Passo e i due uomini mandati in avanguardia passarono illesi.Dopo i primi il plotone era formato da Marchini Andrea, Vinci ed altri.Ci avviammo per transitare e superare il Passo del Pitone .
    ALL’INIZIO della discesa per Campiglia ebbi appena il tempo di sentire l’inizio dello scoppio di una mina rimasi ferito e persi i sensi.
    Quando rinvenni ero sdraiato bocconi.Nella scarsissima luce vidi confusamente una persona che stava in piedi chiesi;"chi sei?"mi rispose Sono Andrea (Marchini)"stava in piedi senza una gamba appoggiandosi sul mitra".
    le mine del Passo del Pitone,la notte del 15-12-45,non uccisero solo Andrea Marchinima anche Flavio Cortesini e Ireneo Mignani.
    Nei giorni successivi due eroici partigiani,Francesco Antolini e Alfredo Mosti,rimasero vittime del tentativo di recuperare il corpo di Andrea Marchini.

    Riflessioni
    Ora mi chiedo…!!!ma ci sara’ un motivo perche’ il cippo ? stato proprio collocato li con i nomi di Marchini e Antolini inserendo "Passo del Pitone Linea Gotica" ….? o Vinci si era sognato tutto…???
    A questo punto senza ombra di dubbio….il Passo del Pitone Storico ? proprio li……poi quello di mezzo ? tra la greppia e lo stesso passo.
    per ulteriori imformazioni,leggetevi il libro di Vinci NIcodemi (Comandante della |V compagnia Patrioti Apuani……c/o A:N.P.I. Massa

    vi saluto …Pisanino..e..Fabbri l’Autore del Testo

    #15104
    guido
    Partecipante

    beh non potrei essere pi? d’accordo di cos?…il libro l’ho letto anni fa ed ? stato quello che ha dato il mio incipit alla ricerca di questi percorsi proprio in base al pezzo di testo che hai riportato. se la fonte fosse attendibile al 100% forse saremmo arrivati a capo della cosa…voi che ne dite? :blink: :blink: :blink:

    #15107
    Anonimo
    Ospite

    Che batosta ragazzi :blink: :blink: :blink: c’è voluto più di un giorno per riprendermi e poter ritornare all’uso della parola :(

    La bomba annunciata da Pisanino ha avuto effetti devastanti. La tesi che il passo del pitone coincide col pitone di mezzo, è crollata miseramente sotto il peso di … una lapide marmorea :sick: . E come se non bastasse alla batosta di Pisanino ha dato manforte anche “Il coordinatore generale delle sezioni del CAI delle Alpi Apuane” che, sempre solerte e disponibile a dar sostegno quando serve, ha ritenuto necessario apporre il suggello della sua autorità e della sua indiscussa competenza sentieristica.

    A seguito di tale sconvolgimento le convinzioni accumulate in 4 mesi di accanita discussione sul forum sono crollate rovinosamente come un castello di carte. Quasi 60 pagine frutto di intenso lavoro di documentazione e di esplorazione, rese inutili da un documento “esplosivo” e da un ragionamento quadrato e saldo come un blocco di marmo :whistle: Tanto lavoro e tanto tempo spesi inutilmente :S dopo 4 mesi si ritorna al punto di partenza, alla verità sotto gli occhi di tutti che nessuno ha visto (nonostante gli accorati appelli di Pisanino): il passo del pitone è quello della lapide perché … la lapide ricorda un episodio avvenuto al passo del pitone. Lapalissiano :huh: :S

    E noi che stoltamente ci siamo accaniti a trovare una verità che poggiasse su basi documentali e ricostruzioni storicamente solide :blush:

    Adesso, dopo una notte insonne, comincio a riprendermi. Per me è solo una piccola sconfitta, ma il tempo speso in questi 4 mesi non lo rimpiango: in fondo mi sono divertito a battibeccare con Luca, Pisanino e altri. ;)

    Quello che invece mi affligge è il pensiero della brutta figura che ci fanno (o che ci avrebbero fatto) i membri della segreteria del convegno del 1994 : “Eserciti Popolazione Resistenza sulle Alpi Apuane” promosso dal comune di Massa, dalle province di Massa e Lucca, da vari comuni apuani, dalle comunità montane apuane, dal Parco delle Apuane, dall’ANPI, dagli Istituti Storici della Resistenza, col patrocinio della regione Toscana, del Ministero della Pubblica Istruzione, del Ministero dei Beni Culturali , del Ministero della Difesa nonchè sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica :dry: .

    Come si può giustificare l’abbaglio preso da tutti i partecipanti e soprattutto dai due membri della segreteria del convegno che sono stati anche artefici e protagonisti di quella storia ? mi riferisco a Pietro del Giudice già comandante dei Gruppi Patrioti Apuani (coloro che si occupavano degli aspetti logistici, organizzativi e militari del passaggio dei profughi lungo la via della libertà) e Gino Briglia il comandante “Sergio” , colui che nell’ottobre del 1944 passò, insieme ad altri 12 comandanti dei Patrioti Apuani, la linea del fronte attraverso il passo del pitone tracciando quella che poi diventerà la via della libertà.

    Se fossero ancora qui come avrebbero reagito alla decisiva “prova della lapide” ? Avrebbero ammesso la loro disattenzione e la loro superficialità per aver dato il via libera alla pubblicazione degli atti del convegno senza aver controllato bene cosa andavano a pubblicare ? Forse si sarebbero potuti giustificare dicendo che non avevano letto tutti gli articoli presentati o che li avevano letti ma senza troppa attenzione. :S

    Passi per gli articoli, che come si sa sono un po’ noiosi, ma come la mettiamo con quella foto del passo del Pitone ? quella tavola XXVII (postata qui a pag. 26) dove si vede una lettera B proprio in corrispondenza del pitone di mezzo ? Come può non essere balzato ai loro occhi questo madornale errore ? agli occhi di coloro che hanno vissuto quegli anni e quelle vicende non da spettatori ma letteralmente “sulla loro pelle” ? Possibile che senza rendersene conto abbiano dato il via libera ad un marchiano falso storico ? E anche Maria Grazia Armanini, la studiosa di storia massese che sedeva con loro nella segreteria del convegno e che ha scritto il fondamentale articolo sulla via della libertà. Come ha potuto anche lei approvare la pubblicazione di quella tavola XXVII palesemente errata ? e Mario Pegollo, quello che ha disegnato il percorso della via della libertà , non si è accorto che stava producendo con i suoi disegni un altro falso storico ? E cosa potrebbe dire a suo discarico il Presidente dell’Istituto Storico della Resistenza di Lucca il prof. Giovanni Cipollini che ha presieduto quel convegno e vi ha contribuito con un articolo ?

    Questa inizialmente era la mia preoccupazione e la causa di un forte senso di disagio. Ma poi mi sono rincuorato perché per fortuna non grava su di me l’onere e l’onore dello smascheramento di questo singolare falso storico … :evil:

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