Altissimo – Sentiero della libertà ?

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  • Questo topic ha 951 risposte, 12 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 6 anni fa da dok.
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  • #17529
    dok
    Partecipante

    Marco ha scritto:

    Se qualcuno si fosse preoccupato (o… rallegrato!) per il fatto che questo topic era da qualche giorno sparito dalla "top fifteen", provvedo subito a riportarlo a galla!

    o Marco, fosse solo quello il motivo di preoccupazione per il topic…ma coltivo la speranza nella ripresa del confronto, ora magari pi? distaccato da rigide posizioni personali.
    quanto al tuo incontro con la Maria Del Giudice, buona cosa, e non sarebbe male, quando possibile, organizzare un incontro pi? esteso al Pasquilio, no? sarebbe anche buona cosa se riuscissi a farmi ottenere un <lasciapassare> per il passaggio del fr…per la consultazione dell’archivio dell’ANPI Massa e dell’archivio privato Del Giudice, che ne dici?
    ogni dato in pi?, specie di prima mano, ? assolutamente prezioso. quanto alla possibilit? di una pubblicazione, e cos? vengo finalmente a rispondere alla tua domanda, dico che se la ricerca arriva a dei risultati concreti, una qualche pubblicazione, fosse anche un articolo, ? d’obbligo. ma prima i risultati.

    tornando al tuo incontro con la Maria Del Giudice, mi sbaglio o se ne percepisce gi? l’influenza nel fatto che nel poste prima dell’incontro parlavi di <ripristino dei sentieri compresi quelli della Libert?>, mentre in quello dopo l’incontro parlavi di <ripristino della Via della Libert?>? o e solo un caso?
    anche una chiacchierata fuori campo con Bergame mi porta a tornare su questo punto, sul quale mi pare non c’? ancora comunit? di vedute: eppure ? un presupposto fondamentale [oltre che un mio vecchio cavallo di battaglia], senza un minimo di disciplina nel linguaggio non si pu? pretendere di fare ordine nelle idee, e questo lo dice un inguaribile casinista.
    per <Via della Libert?> o <Sentiero della Libert?> s’intende, prima e pi? che una via/sentiero/passo/itinerario/percorso, un evento organizzativo, la regolamentazione formale del passaggio del fronte, ben definit? nel tempo e nelle modalit?. il fattore spazio [percorso] ? quello che ancora risente di un margine di dubbio, essendo poco chiaro se il passo alla Foce Capraia sia stato da un certo momento in poi [met? dicembre ’44] definitivamente abbandonato a favore di quello al Pizzo del Tabarrani, oppure no, mantenendo per cos? dire una funzione complementare.

    intendere la Via o Sentiero della Libert? come fatto organizzativo, rende accessorio il riferimento alla via o sentiero: voglio dire che in teoria con quell’espressione al singolare ci si pu? riferire a una pluralit? di percorsi e di valichi. di fatto per? quell’espressione signific? verosimilmente una sola via, dato che dal momento in cui fu istituita formalmente come servizio varie contingenze consentirono o determinarono il controllo e l’utilizzo da parte delle forze partigiane di quella sola tra le possibili, come dice espressamente Vinci Nicodemi.

    l’unica cosa chiara ? che l’unico uso tecnicamente corretto dell’espressione Via o Sentiero della Libert? nel contesto della Resistenza apuana ? al singolare, e anche la letteratura almeno su questo punto ? concorde…insomma non ho ancora trovato scritto da qualche parte: Sui Sentieri della Libert? o Le Vie della Libert?.

    quanto alla nascita del nome, dice Vinci Nicodemi:

    [Guerra sulle Apuane, pag. 80]

    I tedeschi sapevano che da Antona si dipartiva quello che gi? da allora cominci? ad essere chiamato "il Sentiero della Libert?" ed erano stati informati dalle loro spie che una agguerrita formazione partigiana teneva saldamente nelle proprie mani la difesa di quel luogo.

    gi? da allora, a servizio istituito, qualcuno cominci? a chiamarlo Sentiero della Libert?: nella pubblicistica se ne parla in realt? assai pi? tardi in questi termini, ma poco importa come o quando fu cos? battezzato, quello che conta ? il riferimento inequivocabile alla nuova fase organizzativa del passaggio del fronte.

    nello scritto di Antonella Sarti, come d’altra parte nelle pagine autobiografiche di Guerra sulle Apuane, ? ben descritto dal lato soggettivo il complesso di motivazioni che port? alla regolamentazione formale da parte del GPA di un servizio di passaggio del fronte, ma occorre anche tenere presente la situazione complessiva, per cui siffatto servizio in diversa misura tornava utile a tutte le parti in gioco: un complesso di fattori che consent? e che port? al monopolio partigiano nella gestione del passaggio del fronte, sottraendolo all’aleatoriet? di una gestione <liberistica> o comunque non integralmente controllata: dai <passaggi del fronte> alla <Via della Libert?>.

    rimanendo in tema di linguaggio, ci sarebbero anche minori questioni toponomastiche da chiarire in relazione al progetto, ne ho gi? accennato al Nerli: mi riferisco ad esempio ai toponimi Agheti, fosso Griffaia, passo dell’Orso…
    ciao
    Luca

    #17530
    Enzo
    Partecipante

    Per l’ennesima volta ho ricominciato a leggere le 91 pagine di questo leggendario topic con l’intento di arrivare finalmente in fondo, un po’ come capita per l’Ulisse di Joyce… per ora sono a pag. 32, ma mi sento ancora fresco e la fiducia cresce.
    Mi ? balenato all’improvviso un sospetto forse ingenuo, che per? pu? interessare molto chi razzola su tracce o fuori traccia in quei paraggi: ma di tutte le mine che furono deposte dai tedeschi che ne ? stato? c’? il rischio di trovarne ancora qualcuna tra i piedi?
    Enzo

    #17531
    Enzo
    Partecipante

    Enzo scritto:

    Per l’ennesima volta ho ricominciato a leggere le 91 pagine di questo leggendario topic con l’intento di arrivare finalmente in fondo, un po’ come capita per l’Ulisse di Joyce… per ora sono a pag. 32, ma mi sento ancora fresco e la fiducia cresce.
    Mi ? balenato all’improvviso un sospetto forse ingenuo, che per? pu? interessare molto chi razzola su tracce o fuori traccia in quei paraggi: ma di tutte le mine che furono deposte dai tedeschi che ne ? stato? c’? il rischio di trovarne ancora qualcuna tra i piedi?
    Enzo

    Mi correggo, nel frattempo sono gi? 95!

    #17541
    Anonimo
    Ospite

    Per quanto possa servire. Ho ritrovato un mio scritto del 16 gennaio 2006 (all’epoca non "archiviavo") e ne trascrivo le parti pi? significative. " Ieri (quindi domenica 15 gennaio 2006) col CAI VALDERA sono salito sul Monte Carchio mt 1087. Scendendo dalla cima ho intravisto una bomba che ovviamente non ho toccato: un oggetto arrugginito paragonabile a una grossa arancia oblunga; si vedeva una linguetta paragonabile a un qualcosa che serve per enere un qualcosa attaccato alla cintola, come usa oggi con i telefonini. Chiamati altri escursionisti c’? chi ha detto che si tratta di una bomba a mano "ananas" (in effetti ci assomiglia), inesplosa; chi sosteneva che essendo arrugginita probabilmente era innocua; ad ogni buon conto l’abbiama lasciata l?. Uno di noi aveva uno strumento e l’ha localizzata cos?: altitudine mt 1053; latitudine 44 gradi, 2′,38"; longitudine Grenwech EO 10,12′,47"; ? nelle vicinanze di una capanna di cava abbandonata su cui ? scalpellinata la data 1.9.1965; guardandola e tracciando una ipotetica linea verso la cima, la bomba ? sulla direttrice, una ventina, trentina di metri sopra:… Ad ogni buon conto stamani luned? ho telefonato al Comune di Montignoso 0585271204 e infine ho parlato con Comandate Polizia Municipale…. al quale ho riferito quanto sopra. Il Comandante oltre a ringraziarmi ha voluto sapere i miei dati chiedendomi la disponibilit? a accompagnare chi di dovere per un sopralluogo".
    Ricordo che nella giornata di luned? il tempo cambi? e nella notte nevic? fino a bassa quota.
    In successive telefonate che non ho trascritto, ma che ricordo, mi fu detto che erano intervenuti i Carabinieri (un reparto specializzato di una citt? dell’Emilia) per disinnescarla.
    Da allora son tornato su ci? che resta del Carchio un paio di volte solamente. Dell’ordigno, nessuna traccia. Scusate la lungaggine. Ciao a tutti.
    nonnomassese

    #17542
    Anonimo
    Ospite

    Per quanto possa servire. Ho ritrovato un mio scritto del 16 gennaio 2006 (all’epoca non "archiviavo") e ne trascrivo le parti pi? significative. " Ieri (quindi domenica 15 gennaio 2006) col CAI VALDERA sono salito sul Monte Carchio mt 1087. Scendendo dalla cima ho intravisto una bomba che ovviamente non ho toccato: un oggetto arrugginito paragonabile a una grossa arancia oblunga; si vedeva una linguetta paragonabile a un qualcosa che serve per enere un qualcosa attaccato alla cintola, come usa oggi con i telefonini. Chiamati altri escursionisti c’? chi ha detto che si tratta di una bomba a mano "ananas" (in effetti ci assomiglia), inesplosa; chi sosteneva che essendo arrugginita probabilmente era innocua; ad ogni buon conto l’abbiama lasciata l?. Uno di noi aveva uno strumento e l’ha localizzata cos?: altitudine mt 1053; latitudine 44 gradi, 2′,38"; longitudine Grenwech EO 10,12′,47"; ? nelle vicinanze di una capanna di cava abbandonata su cui ? scalpellinata la data 1.9.1965; guardandola e tracciando una ipotetica linea verso la cima, la bomba ? sulla direttrice, una ventina, trentina di metri sopra:… Ad ogni buon conto stamani luned? ho telefonato al Comune di Montignoso 0585271204 e infine ho parlato con Comandate Polizia Municipale…. al quale ho riferito quanto sopra. Il Comandante oltre a ringraziarmi ha voluto sapere i miei dati chiedendomi la disponibilit? a accompagnare chi di dovere per un sopralluogo".
    Ricordo che nella giornata di luned? il tempo cambi? e nella notte nevic? fino a bassa quota.
    In successive telefonate che non ho trascritto, ma che ricordo, mi fu detto che erano intervenuti i Carabinieri (un reparto specializzato di una citt? dell’Emilia) per disinnescarla.
    Da allora son tornato su ci? che resta del Carchio un paio di volte solamente. Dell’ordigno, nessuna traccia. Scusate la lungaggine. Ciao a tutti.
    nonnomassese

    #17548
    Marco di AS
    Partecipante

    Ciao a tutti e ben ritrovati. Enzo, mi fa piacere che tu ti sia rimesso a leggere il topic; da parte mia lo sto trasferendo pazientemente su un file stampabile che ne consenta una consultazione pi? agevole… Quanto agli eventuali "ricordini" bellici – come quello citato da nonnomassese o l’altro postato dallo stesso dok nelle prime pagine del topic – ? una domanda che mi sono posto anch’io; non vorrei certo ritrovare casualmente in questo modo il punto esatto del sacrificio di Marchini e Antolini… :sick: :whistle:

    Luca, sono totalmente d’accordo sul fatto che tra i tanti valichi del fronte dovremmo riuscire a individuare con certezza quello del passaggio organizzato; finch? per? non ci arriviamo (se mai ci arriveremo, ma sono fiducioso!) ? bene proseguire su pi? fronti a lavorare sul ripristino, tanto pi? che anche Francesco Vettori (dell’Unione di Comuni Alta Versilia) si ? detto disponibile a valutare i progetti che potremo presentargli. Ecco perch? ho usato due espressioni diverse, ma complementari e non antitetiche. E questo lavoro da presentare a Vettori sarebbe bene farlo in tempi relativamente rapidi, meglio cio? se prima di agosto.

    Quanto all’incontro al Pasquilio, sono pi? che d’accordo e spero ci possiamo essere tutti. Maria intanto mi ha dato i recapiti di Nino Mignani e dello storico Massimo Michelucci, ma non li ho ancora contattati nell’attesa di avere qualche giorno a disposizione per venire a Massa. Naturalmente possiamo anche andarli a trovare assieme.

    Enzo, non mi sono dimenticato della cosa che mi avevi chiesto di trovarti in biblioteca; purtroppo non ho trovato ancora tempo ma voglio andarci anche per vedere se trovo qualche informazione interessante sul sentiero, non tanto sui giornali d’epoca ma su eventuali cronache di anniversari e commemorazioni… potrebbe essere anche questa una buona pista da seguire! ;)

    Marco

    #17550
    Enzo
    Partecipante

    Marco di AS scritto:

    Ciao a tutti e ben ritrovati. Enzo, mi fa piacere che tu ti sia rimesso a leggere il topic; da parte mia lo sto trasferendo pazientemente su un file stampabile che ne consenta una consultazione pi? agevole… Quanto agli eventuali "ricordini" bellici – come quello citato da nonnomassese o l’altro postato dallo stesso dok nelle prime pagine del topic – ? una domanda che mi sono posto anch’io; non vorrei certo ritrovare casualmente in questo modo il punto esatto del sacrificio di Marchini e Antolini… :sick: :whistle:

    Luca, sono totalmente d’accordo sul fatto che tra i tanti valichi del fronte dovremmo riuscire a individuare con certezza quello del passaggio organizzato; finch? per? non ci arriviamo (se mai ci arriveremo, ma sono fiducioso!) ? bene proseguire su pi? fronti a lavorare sul ripristino, tanto pi? che anche Francesco Vettori (dell’Unione di Comuni Alta Versilia) si ? detto disponibile a valutare i progetti che potremo presentargli. Ecco perch? ho usato due espressioni diverse, ma complementari e non antitetiche. E questo lavoro da presentare a Vettori sarebbe bene farlo in tempi relativamente rapidi, meglio cio? se prima di agosto.

    Quanto all’incontro al Pasquilio, sono pi? che d’accordo e spero ci possiamo essere tutti. Maria intanto mi ha dato i recapiti di Nino Mignani e dello storico Massimo Michelucci, ma non li ho ancora contattati nell’attesa di avere qualche giorno a disposizione per venire a Massa. Naturalmente possiamo anche andarli a trovare assieme.

    Enzo, non mi sono dimenticato della cosa che mi avevi chiesto di trovarti in biblioteca; purtroppo non ho trovato ancora tempo ma voglio andarci anche per vedere se trovo qualche informazione interessante sul sentiero, non tanto sui giornali d’epoca ma su eventuali cronache di anniversari e commemorazioni… potrebbe essere anche questa una buona pista da seguire! ;)

    Marco

    Ciao Marco, nell’attesa di una auspicabile pubblicazione di dok, magari il file stampabile che stai preparando lo metterai anche a nostra disposizione…?
    Mi sono riletto tutto il topic, e mi sembra che i punti di vista di dok siano diventati sempre pi? autorevoli.
    Ieri ho percorso il tratto superiore del sentiero degli Agheti, dal sentiero orizzontale alla Greppia. Va benissimo sistemarlo (anche perch? non ? soggetto a infrascamento), ma mi sembra pi? che altro una traccia di pastori, con passaggi anche delicati (uno perfino di II, bench? non esposto). La discesa diretta dalla sella accanto al Pizzo del Tabarrani, gi? nell’invaso di stipe, ? meno elegante, ma forse ? ed era pi? pratica e sicura, considerando che ci si poteva aggrappare appunto alle stipe. Mi sembra che una delle tante testimonianze storiche citate nel topic alludesse appunto a una discesa di questo genere. A questo proposito segnalo, per quel che vale, che negli ambienti CAI di Prato, ai miei esordi, per scendere dalla Greppia alla marmifera l’itinerario era proprio quello che ho detto, e cio? gi? per l’invaso di stipe nel fondo e per la massima pendenza (e quindi senza piegare sulla destra), fino a poco sopra la ‘Guglia Angelo’ (che faceva da utile punto di riferimento), a monte della quale si traversava a sinistra a intercettare il sentiero orizzontale.
    Mi interessano molto anche le questioni toponomastiche ancora aperte (Griffaia, Orso/Orsone ecc.). Se hai novit?, dok, per favore diccele.
    Enzo

    #17562
    dok
    Partecipante

    ciao Enzo e nonnomassese! o Enzo, il sospetto ? tutt’altro che ingenuo, direi: ecco dove pu? essere finito, era un po’ che me lo domandavo, l’inestricabile <trio de’bombaroli>, che un se n’ha pi? notizia veruna, eh eh …verrebbe da dire: chi di bomba ferisce…!
    battute a parte, il rischio pi? grosso in questi casi ? piuttosto quello di ritrovarsi, come mi ? successo il 24 aprile a Tecchia alla maest? partigiana, tutte quante le serrature forzate e di doversi improvvisare meggaiver [e i maldestri scassinatori avrebbero da imparare qualcosa] per poter entrare in macchina e ripartire. l’auto era rimasta per pi? di mezza giornata in Darola mentre esploravo l’area Darola-Campiglia-Caprara-Madielle, e mi ? poi bastato allontanarmi una mezz’oretta da Tecchia, dove mi ero portato per il pasto, per trovare la sorpresa. sic!

    per quanto riguarda l’epica impresa di rileggersi tutto il topic, suggerirei di farne una doppia lettura complementare, partendo anche da pag.93: se prima infatti l’andamento della discussione ? grossomodo sequenziale, da quel punto ho tentato un nuovo inizio, basato su un diverso approccio: se prima si era partiti da una incognita, il versante lucchese, cercando di raccogliere pi? informazioni possibile, ma col risultato di incrementare esponenzialmente le incognite, poi ho cercato di partire dal noto: pochi dati, ma certi.
    e la richiesta di consultare i due archivi menzionati viene proprio da questo: accrescere il numero di questi dati chiave.
    la <manovra a tenaglia> direi che sta dando i suoi frutti: e per quel che mi riguarda, o Marco, alla certezza sono gi? arrivato, resta da chiarire che tipo e grado di certezza vuoi raggiungere: non hai che da spiegarti, magari in maniera meno <politica> delle ultime repliche: e cos? gli altri partecipanti [o ex?] alla discussione, in maniera meno <omertosa> dell’attuale.

    Marco ha scritto:

    Quanto all’incontro al Pasquilio, sono pi? che d’accordo e spero ci possiamo essere tutti. Maria intanto mi ha dato i recapiti di Nino Mignani e dello storico Massimo Michelucci, ma non li ho ancora contattati nell’attesa di avere qualche giorno a disposizione per venire a Massa. Naturalmente possiamo anche andarli a trovare assieme.

    e un mi par vero, e se riuscisse di incontrare anche Torre con Michelucci ancora meglio.
    ciao
    Luca

    #17563
    dok
    Partecipante

    Enzo scritto:

    Ciao Marco, nell’attesa di una auspicabile pubblicazione di dok, magari il file stampabile che stai preparando lo metterai anche a nostra disposizione…?
    Mi sono riletto tutto il topic, e mi sembra che i punti di vista di dok siano diventati sempre pi? autorevoli.
    Ieri ho percorso il tratto superiore del sentiero degli Agheti, dal sentiero orizzontale alla Greppia. Va benissimo sistemarlo (anche perch? non ? soggetto a infrascamento), ma mi sembra pi? che altro una traccia di pastori, con passaggi anche delicati (uno perfino di II, bench? non esposto). La discesa diretta dalla sella accanto al Pizzo del Tabarrani, gi? nell’invaso di stipe, ? meno elegante, ma forse ? ed era pi? pratica e sicura, considerando che ci si poteva aggrappare appunto alle stipe. Mi sembra che una delle tante testimonianze storiche citate nel topic alludesse appunto a una discesa di questo genere. A questo proposito segnalo, per quel che vale, che negli ambienti CAI di Prato, ai miei esordi, per scendere dalla Greppia alla marmifera l’itinerario era proprio quello che ho detto, e cio? gi? per l’invaso di stipe nel fondo e per la massima pendenza (e quindi senza piegare sulla destra), fino a poco sopra la ‘Guglia Angelo’ (che faceva da utile punto di riferimento), a monte della quale si traversava a sinistra a intercettare il sentiero orizzontale.
    Mi interessano molto anche le questioni toponomastiche ancora aperte (Griffaia, Orso/Orsone ecc.). Se hai novit?, dok, per favore diccele.
    Enzo

    ciao Enzo, abbi pazienza ti risponder? in seguito, leggo ora il tuo intervento, in effetti ho ancora qualcosa da riportare sull’argomento.

    #17575
    Marco di AS
    Partecipante

    Ciao Luca, mi dispiace per quanto accaduto, non ? la prima volta che da quelle parti (ma anche sul versante d’Arni) succedono queste cose, se n’era parlato anche qui sul forum…

    Abbi pazienza per la precisazione meno "politica", aspetto appunto di chiarirmi meglio le idee con l’epica impresa che si diceva… Certamente il file sar? a disposizione di tutti; manca qualche foto che bergame deve ripostare nelle prime pagine perch? scomparse, poi riprender? il lavoro e vedr? di andare veloce.

    Di Torre non so niente, ma vedr? di fissare con gli altri nella prima quindicina di giugno, probabilmente un sabato. Comunque ti contatto prima. Quanto all’archivio Del Giudice, Maria ci ha fatto un libro che credo tu abbia e che comunque ho acquistato al Pasquilio: l’ho gi? scorso con una certa attenzione ma non mi sembra ci siano notizie significative in merito. E non mi ha detto che possa esserci altro di significativo, comunque ritentar non nuoce.

    Enzo, per quanto riguarda gli Agheti alti verso la Greppia anche Angelo Nerli ? di questo avviso; non ? la via migliore da recuperare e anche Luca aveva gi? suggerito varianti pi? abbordabili. Ci? non toglie che la si possa risistemare come variante del sentiero CAI, comunque dopo averne completata la realizzazione fino al passo dell’Orso (sempre che si chiami cos?…).

    Marco

    #17577
    dok
    Partecipante

    eccomi Enzo, interessante quello che dici: come sai concordo pienamente sulla possibilit? di un passo in tempi di guerra in quell’invaso di stipe e ginestroni [pag.34 ASdL, anche foto] e l’elemento indicativo ? proprio la presenza [attuale] di una macchia di ginestroni [era ben evidente in questo periodo per la fioritura] come da testimonianza di Idea Rustighi:

    …se la salita era stata faticosa, la discesa che ci si present? di fronte era molto pericolosa, ghiacciata e lucente nella tenue luce dell’alba. in quella discesa non si poteva camminare, ma bisognava strusciare seduti sul ghiaccio, attaccandoci a delle ginestre lunghe e forti che sbucavano fuori e che ci tagliavano i guanti gi? malridotti, facendoci sanguinare le mani. Anche le gambe, le cosce e il sedere venivano graffiate profondamente da queste ginestre taglienti…

    quello che non sapevo ? che un passo l? dentro fosse in uso [CAI Prato] anche in tempi cos? recenti, forse una continuit? con passi precedenti?

    il tracciato che ho suggerito a pag.95 ? secondo me il migliore [una volta ripulito] sotto tutti gli aspetti in quell’area, ma evidentemente non ? quello cui si riferiscono anche altre testimonianze della discesa dal Passo, cui calzerebbe a pennello l’appellativo di <Grattaculo>, insomma non doveva essere cos? elegante e tantomeno ergonomico, un prezzo da pagare per la protezione dalle traiettorie di tiro:

    [Guerra sulle Apuane, pag. 56]

    Arrivati al Passo trovammo che la visibilit? era molto scarsa e cominciammo la discesa quasi seduti, aiutandoci con le mani e i piedi per il lungo, scosceso sentiero che, attraverso il Monte Altissimo, conduce al paese di Azzano.
    Era buio, un buio profondo non rischiarato da alcuna luminosit?, non la luna, non le stelle. La notte era di un nero intensissimo al punto che era impossibile distinguere alcuna traccia del sentiero e nemmeno vedere il compagno che ci precedeva e camminava immediatamente avanti a noi.
    Ci si vedeva talmente poco che per far aiutare da Alessandro Tonazzini, pratico dei luoghi, mio fratello Renato giovanissimo ed inesperto, dovetti suggerirgli di fare attenzione, per non perderlo in quella profonda oscurit?, alla mancanza dei pantaloni che mio fratello aveva perduti strusciando sulla nuda roccia. Cosicch? in quella notte buia appariva scoperto il suo bianco didietro e questa era l’unica cosa visibile di mio fratello.

    [Renato Putamorsi, Passaggio del fronte e rientro, in Atti del convegno della Lunigiana, pag. 220]

    […] Le difficolt? maggiori le incontrammo nella ripida discesa ghiacciata, fummo costretti a tenerci per mano per trattenere chi scivolasse sul ghiaccio. Le donne in particolare procedevano in modo penoso ed erano costantemente aiutate; ciononostante, quando la discesa fu terminata, i loro vestiti nella parte posteriore non esistevano pi? e mostravano le carni sanguinanti per le ferite.

    anche Pietro accenna nello scritto del Miniati alla difficolt? del valico:

    [Ezio Miniati, Massa sulla linea gotica, testimonianza di Pietro, pag, 105]

    Subito dopo il passo inoltre, nella immediata ed impervia discesa verso le cave e le ca’ di Rho a causa dell’esile striscia di sentiero si dovr? procedere per oltre sessanta metri con le braccia e le mani attaccate alla roccia a tastoni, adagio adagio onde evitare facili cadute.
    Il sentiero infatti proprio in quel tratto diventa talmente sottile che ? un vero gioco di equilibrio passarvi sopra.

    arrivando alle questioni toponomastiche, mi chiedo perch? in presenza di una tradizione toponomastica vivente non ci possa/debba appoggiare a quella per verificare e se del caso rettificare le voci della CTR o altre mappe attuali?
    a) Fosso Griffaia: da dove salta fuori? [vedi l’approfondimento dok/Bergame sul topic Cave e Lizze Storiche]…e poi va a <confondere le acque> del Canal dal Prado, mentre a quanto pare corrisponderebbe al locale <Canale dei Macelli o del Macello>: da verificare.
    b) Agheti: dovrebbe venire da Aguti, nome locale anche presente nel catasto lorenese. ma la localizzazione non dovrebbe essere quella della CTR, perch? come faceva notare Bergame nel topic CLS, la localizzazione lorenese ? in corrispondenza degli Uncini. e credo che Uncini [Ancini] e Aguti siano sinonimi anche localmente: da verificare.
    c) Passo dell’Orso: da dove salta fuori? non risulta da nessuna mappa. pure <Foce dell’Orsone> non c’? su nessuna mappa, ma il suo uso ? consolidato localmente e identifica univocamente il passo del Vaso Tondo. a quel che mi risulta la foce sovrastante la cava della Tela non ha un nome locale e passo dell’Orso non s’? mai sentito dire: anche a proporlo come nuovo nome poi va a finire che di orsi ce n’? anche troppi sull’Altissimo…e quando mai? da cestinare direi.

    e a ultimo riporto integralmente, per l’interesse e i dettagli, la parte della testimonianza di Renato Putamorsi relativa al passaggio del fronte: ma di che valico parla?
    ciao
    Luca

    [Renato Putamorsi, Passaggio del fronte e rientro, in Atti del convegno della Lunigiana, pagg. 219-222]

    [primi di febbraio 1945]
    […] Il giorno seguente, attraversate le pendici del Sagro, scendemmo a Forno e risalimmo ad Antona. Il paese, presidiato dai partigiani del gruppo Patrioti Apuani comandati da Pietro Del Giudice, costituiva la base di organizzazione e di partenza per l’attraversamento del fronte tra il monte Altissimo e il Carchio.
    Quasi tutte le sere colonne di una cinquantina di persone partivano con la scorta dei partigiani. Erano uomini, donne, bambini che raggiungevano nell’Italia liberata famigliari o parenti, prigionieri evasi dai campi di prigionia, elementi della resistenza in missione presso il Comando alleato o le Autorit? del Governo Italiano.
    Per trasportare i bambini venivano pagati portatori del luogo che li prendevano in spalla dentro zaini o sacchi. Partimmo, sull’imbrunire, per un sentiero, prima in leggera salita poi sempre pi? ripido, quasi formato esclusivamente da gradini, poi ricoperto da neve ghiacciata. La colonna saliva sempre pi? lentamente concedendosi sovente soste. La scorta raccomandava il silenzio, specialmente dei bambini, dovendo passare vicino alle postazioni tedesche. Giunti sullo spartiacque, per un tratto il sentiero era appena accennato e scavato in un roccione a strapiombo. Le difficolt? maggiori le incontrammo nella ripida discesa ghiacciata, fummo costretti a tenerci per mano per trattenere chi scivolasse sul ghiaccio. Le donne in particolare procedevano in modo penoso ed erano costantemente aiutate; ciononostante, quando la discesa fu terminata, i loro vestiti nella parte posteriore non esistevano pi? e mostravano le carni sanguinanti per le ferite.
    Poco prima dell’alba raggiungemmo il posto di guardia delle truppe alleate in una capanna fra i castagni ad Azzano di Seravezza. […]

    […] Poi un mattino all’alba fummo portati ad Azzano, un paesino situato sui primi contrafforti delle Alpi Apuane sulla linea del fronte, ed iniziammo la scalata del monte Altissimo. Detta linea si poteva attraversare in una sella fra il Carchio e l’Altissimo. Era la stessa strada che avevo percorso, di notte, alcuni giorni prima in senso contrario.
    Appena iniziata la salita si present? alla nostra vista un triste spettacolo. In mezzo al greto di un torrente, trascinatovi dalle acque, giaceva il corpo nudo e tumefatto di una giovane donna con le gambe penzolanti, le braccia allargate come in croce, i capelli sciolti mossi dal vento e lo sguardo rivolto al cielo quasi a invocare piet?. Seppi poi che si trattava di una partigiana emiliana uccisa dai tedeschi mentre attraversava il fronte per una missione.
    Lungo la salita notammo anche le carogne in via di decomposizione di numerose pecore che un pastore aveva tentato di portare oltre le linee ed, intorno, quel caratteristico, dolciastro odore di morte.
    A met? salita i tedeschi ci avvistarono e ci fermarono negli anfratti delle rocce sotto una pioggia di cannonate. Per nostra fortuna una fitta nebbia cal? ben presto dalle cime dell’Altissimo e ci nascose. Riprendemmo subito la salita ed attraversammo le linee senza subire alcun danno. A mezzogiorno eravamo ad Antona con Pietro, comandante del gruppo Apuano.

    #17579
    dok
    Partecipante

    Marco di AS scritto:

    Ciao Luca, mi dispiace per quanto accaduto, non ? la prima volta che da quelle parti (ma anche sul versante d’Arni) succedono queste cose, se n’era parlato anche qui sul forum…

    Abbi pazienza per la precisazione meno "politica", aspetto appunto di chiarirmi meglio le idee con l’epica impresa che si diceva… Certamente il file sar? a disposizione di tutti; manca qualche foto che bergame deve ripostare nelle prime pagine perch? scomparse, poi riprender? il lavoro e vedr? di andare veloce.

    Di Torre non so niente, ma vedr? di fissare con gli altri nella prima quindicina di giugno, probabilmente un sabato. Comunque ti contatto prima. Quanto all’archivio Del Giudice, Maria ci ha fatto un libro che credo tu abbia e che comunque ho acquistato al Pasquilio: l’ho gi? scorso con una certa attenzione ma non mi sembra ci siano notizie significative in merito. E non mi ha detto che possa esserci altro di significativo, comunque ritentar non nuoce.

    Enzo, per quanto riguarda gli Agheti alti verso la Greppia anche Angelo Nerli ? di questo avviso; non ? la via migliore da recuperare e anche Luca aveva gi? suggerito varianti pi? abbordabili. Ci? non toglie che la si possa risistemare come variante del sentiero CAI, comunque dopo averne completata la realizzazione fino al passo dell’Orso (sempre che si chiami cos?…).

    Marco

    ciao Marco, di Torre dell’ANPI Massa puoi chiedere a Michelucci…quanto al libro della Maria di che stai parlando? in Un uomo di pace in tempo di guerra> ? allegato un CD coi soli titoli e collocazione dei documenti dell’archivio, ma non di pi?.
    aspetto tue notizie
    Luca

    #17580
    Anonimo
    Ospite

    O dok ancora vivi? Hai visto il cartellone al inizio della (mia)(haha) strada? quando vieni? Voglio sapere che cosa significa.
    Poi uno di questi giorni fanno rimettere il cancello.
    E meglio per me, per Henraux ma anche "male" per chi vuole butare via i rifiuti illegali nel Parco NATURALE!
    E a quelli chi hanno distrutto una finestra di una macchina dei miei amici e sono entrata nella questa macchina.
    Attenta per un Mercedes Bianca Classe A.
    Andre

    #17582
    Enzo
    Partecipante

    quello che non sapevo ? che un passo l? dentro fosse in uso [CAI Prato] anche in tempi cos? recenti, forse una continuit? con passi precedenti?

    Io ho sceso la prima volta quell’invaso, in quella maniera, nel dicembre del 1989, al seguito di persone pratesi che gi? conoscevano l’itinerario e avevano l’aria di considerarlo abituale: non ne so altro.
    Sulle questioni toponomastiche, ne aggiungo un’altra, sperando di chiarire quello che per me ? rimasto un piccolo mistero: ? gi? stata rammentata da qualcuno la focetta situata sul lato sinistro idrografico di quello che ? normalmente chiamato canale degli Uncini, e cio? di quel canale che dai pressi del Passo degli Uncini scende nei pressi del Passo della Greppia, focetta dalla quale si scende per tracce alla marmifera del versante Sud dell’Altissimo a monte dell’ultimo tornantone; ebbene, quando vi passai la prima volta, nel ’95, su un sasso situato proprio sulla foce stava scritto in rosso ‘Foce obiettivo’, scritta scomparsa al mio passaggio successivo. Qualcuno ne sa qualcosa?
    Faccio un’altra domanda, andando di sicuro fuori tema, ma ho troppa curiosit?: in quegli anni, in un certo punto del crinale tra Passo degli Uncini e cresta Ovest dell’Altissimo figuravano una freccia e la scritta ‘Serra’, ambedue in rosso, anch’esse scomparse alle visite successive; qualcuno ? a conoscenza di un itinerario di discesa diretta verso Sud da quel tratto del crinale, e cio? a monte del Passo degli Uncini?
    Enzo

    #17585
    Marco di AS
    Partecipante

    S? Luca, mi riferivo a quel libro che ho appunto scorso; il cd non l’ho ancora visionato causa guai al pc casalingo che ora comunque ? riparato.

    Ciao Andre, bentornato. Di che cartello parli? E il cancello dove lo metterebbero? Spero bene che a piedi si passi, altrimenti ci sar? da mobilitarsi subito! :angry:

    Enzo, a che punto del crinale sopra gli Uncini? Dal passo, come saprai, c’? un raccordo per Cava Tela. Quanto a Foce Obiettivo, mi sembra di aver letto da qualche parte questo toponimo riferito a quella focetta.

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