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dok.
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30 Luglio 2013 alle 06:09 #18365
dok
Partecipantema allora a quale valico si fa riferimento nella documentazione ufficiale?
- al passo della Greppia, con una rilevazione della quota 1164 da sommaria lettura della vecchia IGM? abbiamo poi visto che ci sono precedenti autorevoli di assegnazione del nome a codesto valico al piede degli Uncini…vedi pag.106 ASdL
- al passo del Pitone alias Foce Capraia, con un errore di rilevazione della quota forse dovuto a un errore cartografico? …sempre che non si tratti di una soluzione…salomonica per non scontentare…nè nè …:P
un prezioso indizio per risolvere il dilemma lo fornirebbe proprio l’articolo sul sito del comune di Massa:
http://memoria.comune.massa.ms.it/100it:
…Si risaliva fino agli 850 metri di Campiglia, quindi ai 1164 metri del Passo del Pitone, dove stazionava di guardia, durante la notte, una pattuglia di partigiani…
…se non fosse che ahimè non ho ancora trovato alcun riscontro di questa notizia, che sul valico stazionava di notte una pattuglia di partigiani: a quel che mi risulta questo articolo è l’unico che ne parla.
e la cosa mi pare dimolto improbabile per il passo della Greppia, dove le condizioni ambientali e soprattutto la presenza di pattuglie alpine della Monterosa con copertura dagli Uncini rendevano proibitiva qualsiasi altra presenza se non di passaggio, mentre alla Foce Capraia, almeno fino al dicembre ’44, la vedo più plausibile.
per cui per ora anche questo dato mi sembra avvalorare la tesi che i documenti ufficiali, quando parlano di passo del Pitone quota 1164, intendano riferirsi proprio al passo del Pitone alias Foce Capraia [quota 1059].…
comunque una mappa decisamente ad hoc la si trova nel secondo volume di Partigiani apuani e linea gotica, a cura dell’ANPI Massa [Carta del territorio pedemontano e montano di Massa con le principali località citate nel testo], di cui posto qui un dettaglio:
6 Agosto 2013 alle 17:08 #18460Marco Lapi
PartecipanteTornato dal mare, ma devo andare ancora qualche giorno in Valle d’Aosta… Dok, ma non ? che alla fine di queste ultime considerazioni possa rispuntare comunque, in qualche modo, l’ipotesi bergamiana del Piton di Mezzo? :blink: ;) :P
Sar? che ultimamente ho seguito poco e male, ma non ricordo pi? cos’? che la farebbe assolutamente escludere…
Marco
8 Agosto 2013 alle 03:48 #18465dok
PartecipanteMarco di AS scritto:
Tornato dal mare, ma devo andare ancora qualche giorno in Valle d’Aosta… Dok, ma non ? che alla fine di queste ultime considerazioni possa rispuntare comunque, in qualche modo, l’ipotesi bergamiana del Piton di Mezzo? :blink: ;) :P
Sar? che ultimamente ho seguito poco e male, ma non ricordo pi? cos’? che la farebbe assolutamente escludere…
Marco
…mmm, a quel che ricordo io, più che un’ipotesi mi pareva un chjodo fisso bergamiano…:P
8 Agosto 2013 alle 03:49 #18466dok
Partecipantedocche ha scritto:
…la quota 1164: inevitabile doverci fare i conti dopo il convegno internazionale sulla Resistenza di Massa [1995], come s’è visto, e ora c’è da tornare a farci i conti. la domanda è ancora: da dove salta fuori questa quota 1164?
…in realtà, a ben vedere, la questione della quota 1164 ha origine una ventina d’anni prima, sebbene non sia stata espressa altrettanto esplicitamente: l’autorevole precedente è infatti in Emilio Palla, Popolo e partigiani sulla Linea Gotica [1974].
il tracciato del passaggio del fronte prodotto su di una mappa evidentemente ricalcata risulta passare, se sovrapposta ad una qualsiasi mappa, proprio per il q.1164: vedi a riguardo pag.44 ASdL.
in sostanza l’autorevolezza di questa carta poggerebbe sulla partecipazione alla stesura del libro di due partigiani di rilievo, come da intestazione:- Presentazione di Gino Briglia (Sergio)
- Illustrazioni a cura di Mario Angelotti (Contegiò)
ma se si legge la didascalia a tergo vien da pensare che se la mappa è stata ricalcata su di una base cartografica, per il del tracciato non si possa dire altrettanto:
Il varco nella Linea Gotica.
Lungo il segno tratteggiato si snoda il cammino che da Antona per il passo della Focoraccia giunge ad Azzano e prosegue per Seravezza e Pietrasanta, per mezzo del quale il partigiani dei Gruppi Apuani e della F.3 mantennero i contatti con l’Italia liberata e avviarono alla libertà più di 2.000 civili […]infatti il valico in questione è il passo della Focoraccia e l’andamento del tracciato lato Azzano ricalca proprio quello del passo nel Canal dal Prado ramo di Foce Capraia: evidentemente per una qualche ragione Emilio Palla chiama Palerosa il Canal dal Prado, atto in minima parte giustificabile, se si pensa che tenendosi quasi per intero sulla destra orografica del Canal da Prado, il passo rientra grossomodo in ambito Palerosa…ma forse c’è dell’altro, se si considera che anche il Miniati, come accennavo sempre a pag.44, inciampa in Palerosa, ritenendolo l’ultimo canale della serie prima dell’Altissimo.
escluderei che il Palla, come lascierebbe supporre la citazione a pag.94 ASdL chiami il passo della Greppia, ovvero il valico del 2 dicembre.
infatti la distinzione tra i due valichi gli è ben chiara, anche se per quest’ultimo non spende che una scarna nota:[Emilio Palla, Popolo e partigiani sulla linea gotica, pag. 138]:
Il passaggio avveniva anche dalla parte dell’Altissimo, risalendo il monte Antona. Era più pericoloso; vi morirono, fucilati come disertori dopo essere stati sorpresi da una pattuglia, una decina di russi collaboratori dei tedeschi, che erano passati a combattere coi Partigiani.
e a questo punto qualcuno dovrebbe dire anche a Marco Rovelli che la sua affermazione su quel numero di Alp del 2005 andrebbe riveduta e corretta, vedi pag.59 ASdL per l’articolo integrale:
…Tra il Carchio e l’Altissimo, c’era il cosiddetto Varco delle Apuane. Di lì, partendo dal paese di Antona, passando per la cresta che congiunge i due monti, e scendendo per il canale di Palerosa, passarono a sud, nell’Italia liberata, migliaia di condannati e di perseguitati politici…
ciao
Luca9 Agosto 2013 alle 05:17 #18471dok
Partecipantedocche ha scritto:
…il valico in questione è il passo della Focoraccia e l’andamento del tracciato lato Azzano ricalca proprio quello del passo nel Canal dal Prado ramo di Foce Capraia: evidentemente per una qualche ragione Emilio Palla chiama Palerosa il Canal dal Prado…
…e qui l’evidenza vien prima di qualsiasi cavillo o cervellotica ipotesi: Emilio Palla parla dei due passi più noti del passaggio del fronte, e quello non ha nulla a che fare nè con la quota 1164 del nè con Palerosa, ma è proprio il passo della Focoraccia alias Foce Capraia col Canal dal Prado.
il quadro è semplice e chiaro, e lo stesso Palla così lo presenta nel testo:
[Emilio Palla, Popolo e partigiani sulla linea gotica, pag. 137]
Oltre duemila furono i civili e i militari sbandati che passarono il fronte. […]
In lunga fila, tremanti nei giorni di neve e di bufera, stanchi e avviliti per quella fuga che pareva non avere mai termine, affluivano ad Antona […] Dopo essersi rifocillati ed attesa l’ora propizia riprendevano il cammino con scorta partigiana per il piccolo sentiero di Granarola e della Focoraccia o di Centuragna […]due erano le vie: quella di Granarola e della Focoraccia, e quella alta di Centuragna […e passo della Greppia]. e per chi non avesse ancora osato affrontare la scalata…dello scaffale della biblioteca per farsi un’idea di cosa effettivamente dica il Palla, ecco qui la descrizione delle due vie:
[Emilio Palla, Popolo e partigiani sulla linea gotica, pag. 135]
[quote]La cresta è tagliata da una traccia di passaggio, non troppo difficile in condizioni normali, anche se piuttosto ripido. Da Antona un sentiero abbastanza agevole porta in Granarola; da qui una traccia poco percorsa sale al passo a quota 1107, e ridiscende decisa per il canale di Palerosa. Per questo si arriva alla rotabile che porta a Seravezza.
Le più vicine postazioni militari erano sul versante Est dell’Altissimo, tenuto dagli Alpini della Monterosa, e sul Carchio tenuto dai Tedeschi della 148? divisione che qui avevano una compagnia. Da tali postazioni era possibile controllare tutta la cresta e i due versanti, ma nelle giornate di nebbia assai frequenti in quei posti, o di notte, il passaggio era possibile per chi avesse avuto conoscenza dei luoghi e abitudine a camminare per i duri sentieri della montagna.[Emilio Palla, Popolo e partigiani sulla linea gotica, pag. 138]
Il passaggio avveniva anche dalla parte dell’Altissimo, risalendo il monte Antona. Era più pericoloso; vi morirono, fucilati come disertori dopo essere stati sorpresi da una pattuglia, una decina di russi collaboratori dei tedeschi, che erano passati a combattere coi Partigiani.
[/quote]
come si può notare, la descrizione della prima via, presentata qui come la principale, altro non è che quello che Guido a pag.41 ASdL aveva scambiato nientepopodimeno che per un passo del diario di Sciamino!…:blink: :silly:
…e ripeto che Sciamino nel suo diario non fa accenno alcuno a Palerosa, mentre il Canal dal Prado [Forcello, Col della Perlettaia, Zucco del Pinzio, Gaglini] è una costante della narrazione.tornando al libro di Emilio Palla, avevo già fatto notare nel precedente intervento [e ne accennavo anche a pag.94 ASdL in riferimento al bell’articolo di Massimo Bertozzi negli atti del convegno della Lunigiana], un misconoscimento se non una sostanziale svalutazione dell’importanza storica del passo della Greppia, assente anche in quest’ultimo accenno alla regolamentazione da parte dei GPA del passaggio del fronte:
[Emilio Palla, Popolo e partigiani sulla linea gotica, pag. 136]
Quando la zona fra la linea tenuta dai Partigiani – Belvedere, Canevara, Bargana – e la cresta delle Apuane fu amministrata autonomamente dalla comunità massese e dai Partigiani, il transito per il passo venne controllato da un comando tappa che aveva la sua sede ad Antona, diretto da Vinci. A tanto il comando partigiano era stato consigliato dai troppi morti, fra profughi e fuggiaschi, caduti sotto le improvvise raffiche dei Tedeschi mentre scendevano il canale di Palerosa e dal pericolo che del varco approfittassero elementi fascisti o filotedeschi per infiltrarsi oltre le linee.
ciao
Luca10 Agosto 2013 alle 03:04 #18472dok
Partecipante…insomma mi pare ci siano piucchevalide ragioni per ritenere che in realtà Palla e Pegollo nei loro grafici puntassero l’indice sul passo del Pitone inteso come passo della Focoraccia alias Foce Capraia…
ecco allora in pratica come potrebbe apparire, riveduto e corretto, il disegno di Pegollo col tracciato del passaggio del fronte:non so, ma a vederlo così conciato, mi garba proprio tanto, e mi da come la sensazione che ogni cosa sia al suo posto… certo, per me, un solo tracciato via passo del Pitone q.1059 per il passaggio del fronte rimane una scelta di campo, tanto netta quanto riduttiva e intrinsecamente fuorviante, anzi, diciamolo pure, fuorviadellalibertante…ma lo dico con serenità, consapevole del cammino fatto fin qui: voglio dire che se n’è fatta di strada da quando Guido invocava a pag.43 ASdL la notte in cui tutte le vacche sono nere:
Guido ha scritto:
I libri, come dici tu stesso, non sono sempre sicuri. Le fonti non sono certe e spesso sono contrastanti. Poi in queste faccende della guerra c’è ancora meno attendibilità. Quindi a cosa ci aggrappiamo? Solo a quello che vediamo e che abbiamo percorso? beh si, almeno in parte, almeno il viottolo c’è…e si percorre, lo mettiamo la sera sulla CTR e ci fa una bella impressione, no? ops, ora ce n’è più di uno? chi ha ragione? TUTTI e NESSUNO perché non si può sapere!
…che, lasciatemelo ripetere con serenità, è la madre di tutte le cazzate ;)
e ora mi pare evidente che quello per cui passa il tracciato di Pegollo è proprio il passo della Focoraccia alias Foce Capraia, e che di fatto c’è solo un errore relativo alla quota, dichiarata 1164 invece che 1059.
come mi pare evidente che il costone roccioso tra i passi della Cardella e del Pitone non sia, come riteneva Bergame a pag.17 ASdL, il passo della Focoraccia, ma il costone delle Madielle:Bergame ha scritto:
Anche se non tolgono del tutto i dubbi sembrano avvalorare l’identificazione del passo del pitone col Piton di mezzo. A far propendere per questa interpretazione sono due elementi: la quota 1164 (quella presente anche sulla pagina del comune di Massa) e lo schizzo panoramico che sembra collocare il passo del pitone tra la Greppia a nord e il passo della Focoraccia a sud (rappresentato da uno sperone roccioso)…
…insomma a Bergame queste Madielle un gli vanno proprio giù, e se un ricordo male…:whistle: già lo colsi in castagna a pag.37 ASdL, laddove rincorrendo cervellotiche tracce blu di mezzo a’pitoni, pigliava fischi per fiaschi, ovvero la Caprara per le Madielle…buona notte! :evil: :laugh:
ciao
Luca10 Agosto 2013 alle 03:19 #18473dok
Partecipanteintanto una buona notizia: ImageShack ha risistemato praticamente tutte le immagini: di quattro paginate ne mancano all’appello solo due! :lol: :silly:
12 Agosto 2013 alle 16:56 #18475Marco Lapi
PartecipanteBene, buona notizia! :)
A questo punto, Luca, vediamo di concretizzare due progetti di recupero sentieri, uno per la Focoraccia e l’altro per la Greppia, con arrivo di entrambi sulla Fanfani, e di farli avere a Vettori. Dovremmo fornirgli, entro settembre, i rilevi cartografici con le indicazioni dei tratti in cui ? necessario pulire e sistemare, magari corredati da foto.
Intanto i pisani del CAI, sempre a settembre, dovrebbero riprendere i lavori sul sentiero per l’Altissimo.
Marco
13 Agosto 2013 alle 07:10 #18479dok
Partecipantedocche ha scritto:
[quote]intanto una buona notizia: ImageShack ha risistemato praticamente tutte le immagini: di quattro paginate ne mancano all’appello solo due! :lol: :silly:Marco ha scritto:
Bene, buona notizia! :)
[/quote]
…s?, in realt? ne mancava solo una, e anche quella ? sistemata…l’altro era un video [quello di Pietro a La Cappella] e funziona
ciao
Luca19 Agosto 2013 alle 05:45 #18484dok
Partecipantedocche ha scritto:
ma allora a quale valico si fa riferimento nella documentazione ufficiale?
- al passo della Greppia, con una rilevazione della quota 1164 da sommaria lettura della vecchia IGM?
abbiamo poi visto che ci sono precedenti autorevoli di assegnazione del nome a codesto valico al piede degli Uncini…vedi pag.106 ASdL - al passo del Pitone alias Foce Capraia, con un errore di rilevazione della quota forse dovuto a un errore cartografico?
…sempre che non si tratti di una soluzione…salomonica per non scontentare…nè nè …:P
e se invece valesse la prima opzione, ecco come potrebbe apparire , con qualche ritocco in più, il disegno di Pegollo:
qui sì che calza l’espressione la Via della libertà o il Sentiero della libertà, mentre abbiamo fatto notare, e non sono sofismi, che non è proprio così per la versione originaria: e direi non è un caso che Pegollo e la Armanini si siano espressi diversamente.
anche se abbiamo visto più di una volta ricorrere il nome per il valico al piede dell’Altissimo, quello più calzante, anche a scanso di equivoci, mi pare proprio: <il Passo>, come alle volte mi è capitato di sentirlo chiamare. a favore di questa dicitura al maiuscolo, che si sposa con la sua primaria importanza storica, giocherebbero fattori come il carattere alpinistico e soprattutto la sua alterità/separazione da quella che era la tradizionale area vitale delle formazioni partigiane, vedi anche a pag.94 ASdL: l’altipiano Carchio-Focoraccia, di fatto una rete di vie comunicanti, da cui era isolato da una pressocché inaccessibile fascia di <terra di nessuno>.
alterità/separazione fisica che è anche storica: finché fu centrale l’area di transito Carchio-Focoraccia, l’utilizzo di questa o quella via di valico era entro un certo margine opzionale. ma quando, in seguito agli importanti mutamenti nello scacchiere territoriale e nei rapporti di forza che vengono a definirsi tra il novembre e il dicembre del ’44, l’asse di controllo e di transito partigiano si spostò sul meno familiare passo al piede dell’Altissimo, la via, praticamente obbligata, fu questa e solo questa: questa che fu chiamata la Via della libertà.
una messa a fuoco di questo aspetto di alterità/separazione pare si possa ravvisare anche nello scritto di Cipollini:
[Giovanni Cipollini, Montignoso nella Resistenza, pag.177]
Come già ricordato, nella prima metà di settembre, durante l’avanzata degli Americani in Versilia, parecchie persone passarono dalla zona di Porta e dalle colline di Palatina e Strettoia, approfittando anche di una certa tolleranza da parte di alcuni militari tedeschi. Dopo il consolidarsi della Linea Gotica, però, il transito divenne impossibile per la presenza di numerose postazioni tedesche ed allora furono utilizzati prima sentieri più a monte e poi la “via della libertà” tenuta aperta dai Patrioti Apuani.
[Giovanni Cipollini, Montignoso nella Resistenza, pag.124]
“In un primo tempo il passaggio si effettuava nelle parti di Palatina – scrive in una relazione il sacerdote montignosino don Giuseppe Vagli – ma quel sentiero fu minato dai tedeschi. Allora si scelse un altro sentiero dietro il Carchio, ma anche questo alla fine, anzi alla metà di dicembre, fu minato. Si aprì allora un passaggio vicino al monte Altissimo e questo fu usato fino alla Liberazione. Il passaggio del fronte era una cosa diventata comune non soltanto per noi, ma anche per altri che venivano dall’Alta Italia ed erano accompagnati oltre la linea del fronte dalle nostre guide al momento opportuno. In un primo tempo si fermavano da noi poi, quando il passaggio si spostò verso il monte Altissimo, si riunivano nelle frazioni di Antona, Pariana ed Altagnana”.
ciao
Luca1 Ottobre 2013 alle 20:50 #18502dok
Partecipanteprova
1 Ottobre 2013 alle 20:51 #18503dok
Partecipante[quote=”dok” post=21530]prova :whistle:[/quote] ma non doveva essere bloccato in scrittura?!?
ciao
Luca1 Ottobre 2013 alle 21:11 #18504Anonimo
OspiteCiao Luca…sei stato il primo…avevo appena sbloccato dopo una dura lotta, anzichè con l’alpe con il plug-in…
Postate in pace!!!2 Ottobre 2013 alle 01:35 #18506dok
Partecipante[quote=”effeffe” post=21532]Ciao Luca…sei stato il primo…avevo appena sbloccato dopo una dura lotta, anzichè con l’alpe con il plug-in…
Postate in pace!!![/quote]AMEN! :laugh:
4 Ottobre 2013 alle 13:38 #18529Marco Lapi
PartecipanteOvvia, si riparte! Segnalo intanto che l’inaugurazione del nuovo sentiero CAI, che costituisce di fatto una prima costola per un prossimo recupero di due itinerari della Libertà (sicuramente via Greppia e possibilmente anche via Focoraccia) è fissata per sabato 26 ottobre, ultimo giorno di ora legale.
Nell’ultima riunione delle sezioni apuane del CAI, sabato 28 settembre a Barga, è stato deciso di dargli il numero 32 come sentiero di traversata, in quanto verrà rinominato con questo numero anche l’attuale tratto del 142 che dal Vaso Tondo scende alle Cave Fondone, mentre il breve tratto tra il Passo dell’Orso e il Vaso Tondo avrà sia il numero 32 che l’attuale 143. Non appena avrò il programma definitivo lo posterò, ma in un nuovo topic.
Marco
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