Altissimo – Sentiero della libertà ?

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  • Questo topic ha 951 risposte, 12 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 5 anni, 11 mesi fa da dok.
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  • #19108
    alebiffi86
    Partecipante

    Ciao Andre! sono uno dei ragazzi che ti ha portato la capretta (quello con i capelli rasati); come sta? hai deciso di tenerla? qualche volta se vuoi ti passiamo a trovare e la salutiamo! :) grazie ancora..

    #19111
    Anonimo
    Ospite

    La Capretta (Liberta) è ospitato da un mio amico, Lui mi ha scritto: altro ieri avevo pensato a farti vedere il capretto adesso sta bene è in ottime salute lo dice anche l’amico veterinaio!!

    #19112
    alebiffi86
    Partecipante

    Bene, mi fà molto piacere! Grazie ancora per il tuo aiuto! :)

    #19130
    dok
    Partecipante

    …o Diego, ma codesta prossima puntata??? :whistle:
    e intanto qualcosa ho trovo anch’io che ha a che fare con questa storia…

    si tratta di una relazione tenuta il giorno 8.10.1994, ad Antona, in occasione dello scoprimento della lapide a ricordo dei condannati per i Moti del 1894, e riportata nel primo volume di , a cura dell’ANPI Massa.

    Ermenegildo della Bianchina
    Le radici politiche della Resistenza nelle lotte del Movimento Operaio Apuano dell’inizio Novecento

    [i]Siamo qui a ricordare quelle persone che cento anni fa lottarono per risolvere i tanti problemi sociali che esistevano nella realtà di allora, siamo a ricordare coloro che con le prime lotte sindacali reclamavano le otto ore di lavoro ed un primo progetto di legge per le pensioni ai lavoratori che vivevano privi di ogni assistenza.
    Queste rivendicazioni erano portate avanti in tutta Europa ed in America da nuclei di operai che andavano maturando la loro coscienza politica. Ciò avveniva, nello stesso periodo, anche nel piccolo paese di Antona che era fortemente caratterizzata dalla presenza dei cavatori, gli operai del marmo che nel comprensorio apuano costituivano una vera e propria classe, forte di migliaia di unità.
    In Antona, o nei boschi vicino al paese, come in località San Marcora, si svolgevano riunioni ed incontri con rappresentanti politici e sindacali della provincia e di tutti gli altri cavatori dei paesi montani. Ciò è documentato dai rapporti della Polizia e della Prefettura, come nel caso specifico dei moti del 1894, quando l’accusa principale per i vari arrestati massesi fu quella di aver partecipato ad una riunione segreta in località Croce di Antona, che doveva preparare l’insurrezione.
    Bianchi Giovanni, che era mio nonno, fu catturato nel gennaio 1894, dopo gli scontri con i Carabinieri e con l’esercito che avvennero a Carrara e fu processato e condannato dal Tribunale Speciale di Guerra, apposta costituito unitamente alla proclamazione nella nostra provincia dello Stato d’Assedio, per partecipazione e incitamento alla guerra civile.
    Scontò poi tre anni di carcere a Terracina, anche perché ricopriva la carica di Segretario della Lega, una delle organizzazioni che formavano la Camera del Lavoro. Anche altre persone residenti lungo la valle del Frigido, di Canevara, Forno, furono arrestate e condannate, in ogni caso erano sempre cavatori.
    A partire dai primi anni del Novecento il Movimento Operaio del marmo, che costituiva il corpo principale del proletariato apuano, si era andato organizzando sempre in maniera maggiore, soprattutto a Carrara, dove già dal 1901, dall’insieme delle varie Leghe di Resistenza, si era costituita la Camera del Lavoro. Nel 1902 ci furono grandi scioperi che portarono al primo contratto di lavoro specifico per la regione del marmo.
    Molti operai di Antona lavoravano nei bacini marmiferi carraresi ed ebbero l’opportunità di venire a contatto con gli esponenti anarchici e socialisti già promotori dell’organizzazione operaia. Era un’epoca quella in cui gli operai sindacalisti e politicizzati venivano violentemente repressi e perseguitati direttamente dai padroni sui luoghi di lavoro e di lotta, ed indirettamente dallo Stato che li considerava dei sovversivi.
    I sistemi usati erano i pestaggi, gli arresti, i processi, il carcere. Queste erano le condizioni a cui sottostavano i nostri nonni perché le loro idee contrastavano con quelle del Governo e dei governanti, con le idee dei signori che rappresentavano una classe di élite, depositari di enormi ricchezze, mentre il popolo spesso non aveva di che sfamarsi.
    Il ruolo formativo degli anarchici e dei socialisti contribuì in quell’epoca in maniera notevole alla crescita culturale della classe lavoratrice e le lotte e le rivendicazioni da essi promosse portarono a netti miglioramenti in campo sociale. Si può bene dire che il progresso del movimento operaio, il suo assumere un ruolo sociale, fu dovuto in maniera preponderante all’imporsi di tali ideologie.
    Questa è la storia politica e sociale della nostra terra […][/i]

    #19133
    dok
    Partecipante

    bon, e intanto si può accennare a qualche novità sul campo, anche se sono ancora lavori in corso…e magari ragguaglierà meglio tra un po’ lo fiorentino… ;) :lol:
    con Marco e la sua compagna siamo stati al Pasquilio a trovare la Maria Del Giudice, e presto ci sarà un incontro coi dirigenti dell’ANPI Massa: spero ci sarà la possibilità di chiarire qualche dubbio residuo, dato anche l’interessamento della Maria e la sua disponibiltà alla consultazione dell’archivio del padre.
    con bergame si è sentito Mario Pegollo, e a quanto pare viene a cadere la supposizione di del disegno del passaggio del fronte, e in particolare l’associazione passo del Pitone-quota 1164, ovvero l’utilizzo ufficiale del valico al : resta il fatto che per me quel disegno rimane sostanzialmente corretto come illustrazione dell’itinerario attraverso il passo della Focoraccia, ad eccezione della quota, 1059 anziché 1164: ma che non si può dire altrettanto per la Via della Libertà.

    e a ribadire questo concetto basta dare un’occhiata alla cronologia dei fatti rilevanti per l’istituzione della Via della Libertà, che presupponeva una riorganizzazione delle forze partigiane in funzione di una sinergia con le forze alleate: dal 10 ottobre, data del passaggio del fronte di Sergio, al 29 gennaio, data della costituzione del comando tappa ad Azzano gestito dalla Falco plotone Contegiò, l’acquisizione da parte dei GPA della prerogativa di gestire e regolamentare il passaggio dei civili sulla base dello schema approvato dagli alleati è stata come si può vedere tutt’altro che una passeggiata: l’istituzione della F3 si compie solo verso metà gennaio ’45, con la formazione della Ferox a Stazzema [Fulgor 14 novembre a Forte dei Marmi, Falco 27 dicembre a Seravezza], mentre è il 23 gennaio alle Casette che viene costituita sotto la supervisione del CPLN la Divisione Apuana, che raccoglie quello che rimane dei GPA e delle brigate Garibaldi e Lunense.
    il processo di riorganizzazione delle formazioni partigiane in vista della Liberazione, specie per quanto riguarda i rapporti con gli alleati, è stato tutt’altro che lineare e di facile gestione, e per questo non deve sorprendere che da metà ottobre si arriva solo ai primi di febbraio ’45 a quella organizzazione del passaggio del fronte compiutamente definita in senso formale e operativo, che è stata chiamata, non importa più di tanto sapere con esattezza da quando, la .

    per quando riguarda la tempistica del passaggio del fronte in relazione ai valichi praticati, mi pare di avere raccolto sufficienti elementi per poter affermare che in questo periodo, febbraio-aprile ’45, il passo era quello Tecchia-passo della Greppia.
    anche se personalmente potrei essere favorevole ad una connotazione più estesa -se non altro sarebbe dimolto meno problematica- delle espressioni , , , che possano essere comprensive dei due valichi ufficiali [tertium non datur!] agli estremi opposti della fascia di , usati alternativamente in funzione di fattori tattici e/o metereologici, mi pare che la ricerca dimostri invece che il valico in uso era uno solo, quello della Greppia, al Pizzo del Tabarani.

    e non si pensi che è questione da poco, di pura pignoleria, cercare chiarezza su quelle poche centinaia di metri di distanza tra un valico e l’altro… infatti a guardar bene la questione entra anche nel merito della sostanza dell’organizzazione del passaggio del fronte: può apparire paradossale, ma a quanto pare i passi erano proprio in corrispondenza dei rispettivi punti di appostamento delle pattuglie tedesche e alpine…
    ciao
    Luca

    #19134
    dok
    Partecipante

    …le pecore!
    chi avrebbe mai detto che sarebbero state proprio delle pecore, un intero gregge sterminato sotto il passo della Greppia nel Canal dal Prado sulla linea delle Grotte di Celè, a risolvere la questione aperta con Bergame a pag.64 in riferimento al presente video:

    [intervista a Pietro Del Giudice a La Cappella]

    è ormai fuor di dubbio che Pietro, quel 5 dicembre, passò di lì, e quando indicava da La Cappella il intendeva proprio il passo della Greppia, segnalato da un’evidente , un marcato cuneo d’ombra nella gola del passo: e non tra la Barba del Professore, dove qualche…visionario?…ha voluto vederci una , eh eh!

    e se invece vogliamo fare i pignoli, ecco qua un paio di dettagli d’interesse:

    in effetti Davide Del Giudice riporta l’episodio dello sterminio del gregge in transito dal passo della Greppia, un elemento importante perché comune a varie testimonianze, nella cronologia del mese di gennaio.
    il comandante Pietro passò il fronte più di una volta, per ora sono a conoscenza del passaggio del 5 dicembre e del 5 gennaio: e mi pare chiaro che non poteva trattarsi del passaggio del 5 dicembre, mentre se il fatto delle pecore è successo i primi di gennaio potrebbe tornare con quello del 5 gennaio, e tornerebbe con la testimonianza di una montignosina che le aveva viste passando dal Pizzo del Tabarani nei giorni intorno al Natale ’44…
    …mentre il 5 dicembre tornerebbe con la testimonianza citata di Nardo Dunchi, che nelle sue memorie ricorda, nel contesto più ampio del rastrellamento tedesco e dello sganciamento delle formazioni, il passaggio del fronte con Pietro al , quando furono in disaccordo sulla via di discesa…
    è che non capisco come questo possa rientrare nella descrizione che ne fa Pietro nella ripresa a La Cappella, da cui il passo della Focoraccia è invisibile perché coperto dalle pendici del Focoraccia…forse pensava in realtà al passo del 5 gennaio?

    l’altro dettaglio critico è quello della pattuglia partigiana al Passo, cui avevo accennato a pag.68: in realtà mi pareva di avere letto da qualche parte qualcosa a riguardo, ma non ricordavo dove. ora ho trovato: si tratta di “Guerra sulle Apuane” pag.79, in cui Vinci Nicodemi riporta quasi alla lettera quanto scritto nella :

    Una pattuglia di otto uomini staziona tutta la notte in cima al passo sorvegliando le mosse del nemico, controllando e proteggendo le squadre passanti. Ogni tanto qualche civile, sordo alle parole delle guide, esce dalle file ed inciampa nelle mine che giornalmente vengono messe dai Tedeschi; la pattuglia allora accorre e quando è possibile lo porta a spalla ad Antona da dove viene mandato al pronto soccorso di Massa. Spesso i Tedeschi, attirati dal rumore dei passanti, fra cui vi sono molti bambini, attaccano la nostra pattuglia ed i passanti.

    il passo in questione dovrebbe essere il passo della Greppia, dal momento che è nella descrizione che Vinci fa del del passaggio del fronte: ma allora faccio proprio fatica a rappresentarmi quanto doveva essere affollata, nelle rigide notti invernali, la zona del valico…
    ciao
    Luca

    #19148
    Marco di AS
    Partecipante

    O Luca, prima di ragguagliare la nostra virtuale assemblea sull’incontro da te citato presso l’Anpi di Massa, al quale abbiamo partecipato sabato 25, volevo precisare un attimo una questione personale, e cioè che Barbara non è la mi’ compagna ma la mi’ moglie; vero che ormai sta andando più di moda la prima che la seconda, ma non sempre son rose e fiori… Hollande insegna e Valérie Trierweiler ne sa qualcosa… a me invece a quanto pare non m’è riuscito cambiarla! Comunque non ti preoccupare, in questo caso come si dice a Firenze l’è compagna, cioè fa lo stesso, basta intendersi.

    Ma veniamo all’incontro dell’Anpi, preceduto da quello delle sezioni apuane del Cai svoltosi a Forte dei Marmi, al quale ha preso parte anche il consigliere del Parco Mario Tonacci, da Azzano, che ha illustrato il progetto di recupero del sentiero attraverso la Greppia, predisposto dal Nerli, riscuotendo la prevedibile indisponibilità del presidente della commissione regionale sentieri a farsene direttamente carico.

    Poco male. A Massa, infatti, abbiamo avuto davvero delle liete sorprese. La sezione Anpi ha infatti intenzione di celebrare a ottobre il 70° anniversario della Linea Gotica proprio con il recupero del sentiero e con una serie iniziative pubbliche collaterali, comunque con il coinvolgimento di alcune sezioni Cai.

    Parallelamente, sarà costituito un gruppo di ricerca storica (della quale farà parte anche Dok, e spererei anche Bergame, che sabato non c’era, sperando che la loro compresenza non faccia saltare il tutto ;) :laugh: ) per cercare di definire al meglio le questioni ancora aperte.

    Un primo incontro di verifica è previsto per marzo.

    Marco

    #19157
    dok
    Partecipante
    [quote=”Marco di AS”]Parallelamente, sarà costituito un gruppo di ricerca storica (della quale farà parte anche Dok, e spererei anche Bergame, che sabato non c’era, sperando che la loro compresenza non faccia saltare il tutto ;) :laugh: ) per cercare di definire al meglio le questioni ancora aperte.[/quote]

    …e io spererei anche Fabri, che sabato c’era, per una equilibrata rappresentanza del pluralismo topico…

    sì, vedo molto positivamente questa cosa del gruppo di studio storico, perché sono convinto che questioni aperte ce n’è, e che vadano affrontate come si deve, e questa è un’occasione unica. in un prossimo poste magari scriverò du’righe in proposito.

    volevo dire una cosa: ma come ti è potuto venire in mente che la compresenza di due luminari della nostra taglia possa essere un problema? :whistle:
    …e poi un ti sei accorto che ultimamente la pensa come me a proposito delle Greppie? …il resto verrà col tempo, ci vuole pazienza…:evil: :laugh:
    ciao
    Luca

    #19158
    Marco di AS
    Partecipante

    Certo anche Fabri, ma lui lo davo per scontato, essendo di casa! :)

    Per carità, non metto in dubbio le vostre intenzioni pacifiche… qualche perplessità magari ce l’avrei sulla loro tenuta! :whistle: Tanto più che se Bergame si avvicina alla Greppia, è pur sempre per una via diversa… Ma aspettiamo fiduciosi il suo post!

    Marco

    #19162
    dok
    Partecipante

    [quote=”Marco di AS” post=22186]…Tanto più che se Bergame si avvicina alla Greppia, è pur sempre per una via diversa…[/quote]
    e fa bene…mai stare dietro agli asini…:laugh:

    #19163
    dok
    Partecipante
    [quote=”docche”]…sì, vedo molto positivamente questa cosa del gruppo di studio storico, perché sono convinto che questioni aperte ce n’è, e che vadano affrontate come si deve, e questa è un’occasione unica. in un prossimo poste magari scriverò du’righe in proposito…[/quote]

    vediamo se riesco a starci nelle du’righe…
    in relazione al progetto in corso, della realizzazione di un percorso unitario tra Antona e Azzano, via Tecchia-passo della Greppia, le questioni che si vengono a sollevare sono proprio quelle che hanno costituito le linee portanti di questo topic [Altissimo – Sentiero della libertà ?]: la definizione di Via o Sentiero della Libertà attraverso la ricerca storica, e la sua identificazione temporale e geografica.
    la scelta di questo itinerario tra quelli possibili nel quadro del passaggio del fronte, a prescindere dalle ragioni pragmatiche che l’hanno favorita, resta per me, come ben noto, la scelta corretta anche sotto il profilo storico: il percorso passante per Tecchia e le Greppie è la Via della Libertà, e per questa va intesa la nuova organizzazione del passaggio del fronte direttamente gestita dai GPA a partire dai primi del febbraio ’45.

    la questione è tuttavia aperta perché a quanto pare non c’è in proposito un consenso unanime. dove sta il problema?

    se il dissenso / è una questione di lana caprina, risolvibile nell’uso che si fa dell’espressione, come nome generico (che sta per ) o come nome proprio (che sta a designare un particolare itinerario con caratteristiche specifiche che lo distinguono nettamente dagli altri), rimane un altro dissenso meno facilmente superabile su questo punto: a che si riferisce esattamente questo nome proprio?.

    si va da una considerazione globale del passaggio del fronte che direttamente o indirettamente ha a che fare con l’attività partigiana, a una più restrittiva che ha come soggetto l’organizzazione specifica da parte dei GPA: e in assenza di dati precisi sulla nascita del nome e il suo significato non vedo il problema nell’utilizzare l’espressione in un senso o nell’altro, è una questione puramente nominalistica, l’importante è intendersi.

    il problema si pone invece quando l’indeterminatezza nell’uso del nome porta a una confusione riguardo all’oggetto.
    non è storicamente corretto ad esempio – ed è un caso piuttosto comune – associare Via della Libertà e passaggio gestito dai GPA, e va bene, a tutto il periodo di stallo della linea gotica, ovvero da quel primo contatto con le forze alleate stanziate in Versilia tentato dalla missione di Sergio del 10 ottobre.
    è questo che non torna: quel modulo organizzativo (centro di raccolta ad Antona, comandi tappa di Antona e Azzano, gestione amministrativa del pretore Mariani e collaboratori, registro dei passanti, scorta militare da Antona ad Azzano con ricevuta di ritorno) non fu applicato per 7 mesi, ovvero dall’arrivo degli alleati in Versilia, ma per 2 soltanto, febbraio e marzo ’45, e per cui esistono riscontri documentari, quando verosimilmente il passaggio in uso era quello Tecchia-Greppie.

    questo è un aspetto che risalta nelle memorie di Vinci Nicodemi, come risalta la differenza qualitativa nella modalità di passaggio del fronte, che ne fa qualcosa di unico ed esemplare nella storia della Resistenza apuana e non semplicemente .
    ricordo che prima di quella data il passaggio dei civili era o spontaneo o gestito da guide autorizzate e anche non autorizzate: e che tanti e gravi erano i problemi, sia per le difficoltà logistiche, sia per il comportamento della maggior parte delle guide, sia per quello dei reparti alleati all’arrivo, come riportano il Palla e il Federigi. abbiamo un’ulteriore riprova indiretta della datazione del nuovo corso in una denuncia riportata dal Federigi:

    Un duro attacco ai metodi usati da tali guide è contenuto nella lettera che da Seravezza viene indirizzata il 23 gennaio al CLN di Apuania da parte della missione dallo stesso inviata a Viareggio, dopo il disastroso bombardamento aereo di Carrara.
    “Piaga grandissima che getta sinistra luce sul buon nome italiano è il comportamento vile ed inumano della maggior parte delle guide, le quali accompagnano le persone loro affidate fino al valico e poi le abbandonano al loro destino. Poneteci rimedio.”

    ma è un aspetto che risalta meno ad esempio nell’articolo della Armanini, dove nella sintesi si confonde, secondo me, l’ordine dei fattori, e in questo caso il risultato cambia: anche se i dati riportati sono corretti, la forma della narrazione porta a concludere che la Via la Libertà sia questa ovvero che fu , di cui segue dettagliata descrizione dell’organizzazione e, nei disegni di Pegollo, dell’itinerario, che probabilmente fu quello seguito da Sergio in quella data, e da altri in quel periodo.

    invece, come evidenziavo qui, dal 10 ottobre ’44 ai primi del febbraio ’45 l’acquisizione di questo onore e onere da parte delle compagnie GPA-F3 è stata tutt’altro che automatica col definirsi dello schieramento del fronte, ed è interessante cercare di capire cosa è successo in quel lasso di tempo, per comprendere appieno il significato della Via della Libertà ed entrare un po’ nello spirito di quella istituzione.
    ma le du’righe credo di averle superate…sisiziocane
    ciao
    Luca

    #19226
    dok
    Partecipante
    [quote=”Marco di AS”]A parte l’immancabile polemica con Bergame, mi pare un’immagine che possa degnamente aggiungersi a quelle del sito in questione. Io però me la farei pagare dal presidente Rossi… ;)

    Marco

    ecco, potrebbe essere un’idea per finanziare la ricerca…

    …invece riguardo polemica e bergame: ahimè, io non vedo nè l’una nè l’altro…
    ciao
    Luca
    [/quote]

    o Marco, è che qui ormai c’è poco da far polemica, perché mi pare che una certa chiarezza se non evidenza sia stata raggiunta, e gli elementi chiave ce li ha forniti proprio l’ANPI Massa, attraverso le sue pubblicazioni.
    da , a , all’opuscolo che è stata una delle mie prime letture sull’argomento e su cui ora ritorno, per un dato fondamentale che era sfuggito sia a me che a te, nelle considerazioni che facevi qui e qui.
    non ci si era fatto caso, ma nelle due coppie di date tematiche [quella del 1° raduno partigiano sulla linea gotica e quella dell’inaugurazione ufficiale della maestà di Tecchia sul Sentiero della Libertà] non si era colto il dato comune, che è la prima data: 2 dicembre ’44.

    ricordo che la data del 2 dicembre ’44 è quella del passaggio del fronte di centinaia di partigiani sotto la guida di Vinci, in seguito allo delle formazioni sotto la pressione del rastrellamento tedesco di fine novembre-primi dicembre.

    e ricordo che per me quella data e quel percorso, sulla base della esplicita testimonianza del Nino Mignani e di quelle del Gildo della Bianchina e dei rescetini, diventava al momento l’unico riferimento spazio-temporale certo, da cui si poteva ripartire per costruire un quadro più solido di relazioni con gli altri dati: ad esempio chiariva che Vinci, quando parlava di è in realtà al passo della Greppia che si riferiva, almeno per quanto riguarda il 2 dicembre: e d’altra parte, se anche le foto di mi sembrano piuttosto eloquenti, quella dell’opuscolo da te postata con la sella tra gli Uncini e il Pizzo del Tabarani e la didascalia , non lascia spazio a dubbi…come anche il tracciato delle due mappe.

    e questo si sapeva già: quello che non si era colto è che il riferimento storico-geografico dei due eventi, il raduno del 2 dicembre ’75 e l’inaugurazione della maestà di Tecchia sul Sentiero della Libertà del 2 dicembre ’88, è lo stesso: il passo del 2 dicembre ’44, cioè Tecchia-Greppie.

    questa è un’importante conferma ufficiale della relazione tra quel passo e Via della Libertà, che la sottrae dal limbo delle eccentriche ipotesi a…dok come delle opinioni pregiudiziali: certezza che mancava in perché qui l’equivalenza di Pitone e Greppie nell’uso che ne fa Vinci era certa per il passo del 2 dicembre, ma improbabile per l’episodio Marchini, per cui risultava dubbia in relazione alla Via della Libertà, anche se fondata su indizi forti, come la descrizione della posizione relativa al passo delle postazioni Monterosa, e parte delle foto.

    rimane ad ora senza spiegazione perché il passo della Greppia sia stato chiamato allora : ma un dato è certo, che così è stato fatto, e questo ha certamente influenzato la successiva .

    prendiamo ad esempio l’articolo della Armanini, nella parte delle statistiche del passaggio:

    Sono conservati presso l’Archivio dell’ANPI di Massa gli elenchi dettagliati di coloro che attraversarono la Linea Gotica, ad esempio: nel mese di febbraio ‘45 passarono ben 1996 civili; nel solo giorno 26 febbraio, 157. Attraverso il passo del Pitone, nei due mesi di febbraio e marzo, furono 2146 coloro che varcarono le linee. […]
    In tutto il periodo i Comandi Alleati su Fronte hanno controllato l’arrivo di oltre 8000 persone, ma ve ne sono molte altre che hanno attraversato la Linea Gotica senza sottoporsi ad alcun controllo […]
    Dal 2 dicembre, in conseguenza del grande rastrellamento compiuto in tutta la provincia, attraversarono il fronte, dal Passo del Pitone, circa 8000 persone. […]
    Nel marzo del ‘45 furono 47 le guide impegnate nell’attraversamento del Fronte. Nei mesi di febbraio e marzo i portatori utilizzati per superare la Linea Gotica furono ben 153.
    Nello stesso periodo oltrepassarono le linee tedesche 306 militari e 2244 civili.

    messi così i dati mi sembrano un po’ confusi, ma il punto è un altro: è critico qui il riferimento al passo del Pitone in relazione al rastrellamento del 2 dicembre. e poi abbiamo visto la testimonianza di Silvia Germelli nel volume della Sirio Giannini, citata qui e qui da Marco: il suo passaggio con la madre Irma è documentato nei registri dei GPA proprio in data 26 febbraio assieme a quello di don Emilio Barsotti, e passarono dalla Greppia.
    questo significa che, applicando brutalmente l’assioma di Vinci che nel febbraio e marzo ’45 il passo praticato era uno solo, la frase dell’articolo diventa: Attraverso il passo della Greppia, nei due mesi di febbraio e marzo, furono 2146 coloro che varcarono le linee

    insomma: questa ambivalenza Pitone-Greppie, tutta a favore del Pitone, ha determinato nel tempo un misconoscimento del passo della Greppia e un nel passo del Pitone, dico bene? ma cercando di dare a ognuno il suo, e senza togliere nulla a nessuno, direi proprio che la è tra le Greppie.
    altrimenti si dimostri che non è così: io il mio sforzo, e anche non indifferente, l’ho fatto.

    questo è lo schema del mio percorso logico, qui ridotto all’essenzialità, ma abbiamo visto che c’è una quantità di indizi e di testimonianze che portano in questa direzione: e a questo punto mi garberebbe sì sentire un parere scientifico di bergame…

    qualcuno ha mica una bella foto del cippo della Via della Libertà all’Antona, da postare, che non ce l’ho sottomano? non ci avevo mai fatto caso prima, ma il percorso rappresentato mi pare proprio quello Tecchia-passo della Greppia [alias passo del Pitone], mi sbaglio?
    ciao
    Luca

    #19227
    Anonimo
    Ospite

    ATTENZIONE!

    A causa di una frana dopo la sbarra alla via tacca bianca, subito dopo la cappella della Madonna, è l’ingresso al sentiero 32 chiuso, come pure la strada per andare alle cave, la mossa e la Macchietta.

    La situazione è pericolosa. Un dipendente di Henraux mi ha chiesto di passare questo.

    Già al cancello è indicato che il percorso è ostruito.

    André

    p.s. Dok? Ancora vivi? Stella si aspetta in questi giorni.

    #19232
    dok
    Partecipante

    [quote=”andre” post=22256]ATTENZIONE!

    A causa di una frana dopo la sbarra alla via tacca bianca, subito dopo la cappella della Madonna, è l’ingresso al sentiero 32 chiuso, come pure la strada per andare alle cave, la mossa e la Macchietta.

    La situazione è pericolosa. Un dipendente di Henraux mi ha chiesto di passare questo.

    Già al cancello è indicato che il percorso è ostruito.

    André

    p.s. Dok? Ancora vivi? Stella si aspetta in questi giorni.[/quote]

    ciao andre! grazie dell’informazione.
    e appena possibile capito diensù
    ciao
    Luca

    #19247
    dok
    Partecipante
    [quote=”docche”]…rimane ad ora senza spiegazione perché il passo della Greppia sia stato chiamato allora : ma un dato è certo, che così è stato fatto, e questo ha certamente influenzato la successiva …[/quote]

    una variante a dir poco curiosa di questa confusione l’ho riscontrata sfogliando il volume della Sirio Giannini .

    invito gli autori della Sirio Giannini (se sono in ascolto, sennò vedrò di contattarli di persona), di cui peraltro non metto in dubbio la buona fede, a chiarire e rettificare questo grossolano errore: attribuire al Bruno un’eresia come quella che riporto evidenziata in grassetto:

    Ad Azzano vennero i Nisei
    Bruno Avenante, n. nel 1930

    …Anche noi, all’inizio del 1945, tornammo dalla grotta alla nostra casa. In paese eravamo rimasti pochi zanesi (forse cinquanta), che vivevamo di castagne e di scatolette che i militari neri ci davano in cambio di qualche lavoro di servizio.
    La postazione partigiana era la la prima a ricevere i profughi provenienti dal versante di Massa-Montignoso lungo il “sentiero della libertà”, che scollettava al passo del Pitone, tra il Carchio e l’Altissimo. Da lì le persone scendevano, di notte, fino alle sorgenti del Serra e poi ad Azzano. I partigiani li controllavano e li rifocillavano e li avviavano verso Pietrasanta, per la via della Cappella. Qui a volte i tedeschi li colpirono sparando dalle loro postazioni sul Carchio e sul Folgorito.
    Così andammo avanti fino alla Pasqua, primo aprile 1945…

    conosco il Bruno da anni per via di queste ricerche, e so bene come si esprime e cosa sa: per cui sono già rimasto alquanto sorpreso a sentirlo parlare in termini di e , dal momento che nè lui nè gli altri zanesi direbbero così.
    vabbè, la cosa non sarebbe nulla se fosse solo questione di nomi e la sostanza fosse quella, anche se sarebbe stato più corretto riportare la dizione originale e fare magari una piccola parentesi ndr, come fanno poco sopra…per le Cervaiole!

    il problema è che qui gli autori mostrano invece di non avere affatto capito cosa intendeva il Bruno, e ne hanno nettamente falsato l’affermazione: infatti il Bruno, come mi ha recentemente confermato in risposta ai miei dubbi, diversamente da altri suoi paesani non ha mai detto di essere stato a conoscenza di un passo del fronte al , ma solo al : di questo solo ha avuto esperienza ed è a questo che si riferiva nell’intervista.

    d’altra parte è ben chiaro che intendono gli autori per , dal momento che a pag.138 del volume piazzano una bella foto della Foce Capraia con la didascalia: Il Passo del Pitone visto dal versante di Azzano.

    ciao
    Luca

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