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- Questo topic ha 56 risposte, 6 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 7 anni, 3 mesi fa da
fabrizio.
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22 Aprile 2016 alle 10:31 #24227
alberto
Partecipantescusa, ma non ho capito la domanda.
Non riporto lo zaino alla sosta inferiore. Lo lascio li e lo recupero dopo.
Comunque provo a risponderti.Parto da terra e lo zaino lo lascio li con la corda dentro (visto che sono a terra la corda la potrei anche lasciare per terra). Arrivato alla prima sosta, blocco la corda e la uso per scendere recuperando tutto il materiale, quindi ritorno su. Arrivato di nuovo su, recupero lo zaino tirandolo su con la corda.
Appendo lo zaino alla sosta e dentro ci metto tutta la corda che poi uso per assicurarmi nel tiro successivo.
Arrivato alla seconda sosta, blocco la corda e riscendo recuperando tutto il materiale. Arrivato allo zaino lo stacco dalla sosta lasciandolo appeso al capo libero della corda. Una volta ritornato su, alla seconda sosta, lo recupero e lo riappendo alla seconda sosta rimettendoci dentro tutta la corda che poi userò per assicurarmi sul terzo tiro.[b]”Una volta recuperato lo zaino e dopo averci sistemato con cura dentro la corda, sono pronto a ripartire per il tiro successivo.”
[/b]E via così per tutta la via.
Salgo, scendo e risalgo. Dopo recupero lo zaino tirandolo su con la corda a cui l’avevo lasciato appeso.
In questo modo non ho mai lo zaino che mi pesa sulle spalle mentre arrampico.Solamente nell’ultima risalita ho messo lo zaino sulle spalle.
22 Aprile 2016 alle 14:39 #24228derrick
Partecipantecapisco, oltretutto puoi lasciare anche lo zaino aperto siccome rimane fermo, favorendo la fuoriuscita della corda; forse l’unica pecca può essere che, man mano che si sale il peso della corda libera aumenta, rendendo più difficoltoso il passaggio nell’assicuratore, sbaglio?
22 Aprile 2016 alle 16:42 #24229alberto
Partecipantesi ci può essere questo problema . Ma sinceramente a me non si è presentato.
29 Aprile 2016 alle 18:57 #24237alebiffi86
Partecipantehttp://www.versantesud.it/shop/intelligenza-artificiale/
questo pare essere un testo interessante…
19 Maggio 2016 alle 19:13 #24318alebiffi86
Partecipante[quote=”bonatti” post=26167]Ringrazio Alessandro Gogna di aver pubblicato il racconto sul suo blog e per avere aggiunto alcuni documenti fotografici molto interessanti come le foto dei primi salitori e quella in cui si vedere la staffa rigida che era stata costruita per poter chiodare più facilmente e lontano.
Di questo attrezzo ne avevo sempre sentito parlare ma non l’avevo mai visto.
Bella anche la foto della parete con i tracciati, da sinistra a destra, delle vie: Fiorentini, SUCAI e Licia
04/7/1971 in vetta al Nona dopo l’apertura. Da sinistra: Michele Lopez, Emilio Dei, Giovanni Bertini e Mario Verin. Sotto i piedi di Bertini il marchingegno della staffa rigida di concezione Bafile-Bertini.[/quote]
scusa Albè ma dalle relazioni che ho letto mi pareva di aver capito che la Licia fosse la via al centro della foto..quella che poi sale diagonalmente la cengia da sinistra verso destra..qui hai scritto che si tratta della SUCAI invece..ho capito male?
19 Maggio 2016 alle 19:40 #24319alberto
PartecipanteAle hai capito bene, la LICIA è quella a destra che sale alla becca.
Quella al centro e la via SUCAI o meglio conosciuta come Vaccari. Che per altro il tracciato riportato nella foto non è del tutto giusto.
la Vaccari non fa quel primo obliquo a sinistra sopra il grosso tetto. Sale più dritta sulla destra, in direzione del piccolo tetto che si vede sulla foto e lo supera contornandolo un po a sinistra. Quindri ancora dritta uscendo nella parte sinistra della cengia. Poi va a destra in direzione della Licia arrivando alla pianta (dove arriva anche la Licia) sotto la verticale delle fessure-colotaio di uscita.quindi da sinistra a destra:
Fiorentini – SUCAI- Licia- Corrado
27 Maggio 2016 alle 17:52 #24349alebiffi86
Partecipanteavrei bisogno di un suggerimento: quando ci si alza sulla staffa (parlo in questo caso di staffe con scalini rigidi di metallo) per superare uno strapiombo bisogna portare il piede che poggia sul gradino sotto al sedere e crearsi una sorta di sedile dal quale spingere verso l’alto, l’altra gamba rimane puntata contro la parete; nel fare questo ho notato che la maggiore difficoltà che incontro è che il ginocchio piegato della gamba posta sulla staffa và a spingere sul gradino superiore rendendo il tutto una discreta menata; esiste un accorgimento per ridurre questo problema? sbaglio qualcosa?
27 Maggio 2016 alle 20:16 #24350alberto
Partecipante[quote=”alebiffi86″ post=26274]avrei bisogno di un suggerimento: quando ci si alza sulla staffa (parlo in questo caso di staffe con scalini rigidi di metallo) per superare uno strapiombo bisogna portare il piede che poggia sul gradino sotto al sedere e crearsi una sorta di sedile dal quale spingere verso l’alto, l’altra gamba rimane puntata contro la parete; nel fare questo ho notato che la maggiore difficoltà che incontro è che il ginocchio piegato della gamba posta sulla staffa và a spingere sul gradino superiore rendendo il tutto una discreta menata; esiste un accorgimento per ridurre questo problema? sbaglio qualcosa?[/quote]
quando ripieghi la gamba, la staffa la devi tenere al centro tra le due gambe.
9 Giugno 2016 alle 17:00 #24383alberto
Partecipantemi è appena arrivato.
Volume bello massiccio: tecnica, materiali, storia, racconti, protagonosti e tante foto.
Gli ho dato solo una veloce sfogliata ma sembra un gran lavoro.Attachments:9 Giugno 2016 alle 21:02 #24384fabrizio
Amministratore del forum:woohoo: :woohoo: :woohoo:
Questo è quello che citavo nei commenti precedenti e non mi ricordavo il titolo :SNè è uscito pure un’altro sulla “tecnica e le attrezzature da artificiale” ma non riesco a ritrovarlo per postare il link :angry:
10 Giugno 2016 alle 20:44 #24389lasco
PartecipanteFabrizio libera libera pinza la roccia ,ma non ne maneggi anche troppo di “ferro” durante la settimana? Grazie dei bulloni .
10 Giugno 2016 alle 21:25 #24390fabrizio
Amministratore del forumHai ragione Antonio, ormai quella del ferro è deformazione professionale! :laugh:
Ho cominciato da giovane con placche viti e chiodi (il tutto in buonissimo materiale chirurgico :laugh: ) adesso lavoro l’acciaio e mi diverto con della ferraglia in montagna…che fare di più, proprio mi piace
Per i bulloni non ringraziarmi….non ti ho fatto un gran favore visto il peso delle piastre su cui andavano :laugh: :laugh: :laugh: -
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