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13 Giugno 2017 alle 01:07 #25975AnonimoOspite
Ciao, sarei intenzionato a fare la diretta dei Pisani nel week 17-18 o 24-25.
Visto che ho fatto solo la Oppio vorrei avere due info da voi local:
1) quali sono i tratti della parete dove è più facile perdere la via?
2) le frane degli ultimi tempi hanno compromesso l’itinerario?
3) la relazione della via più o meno affidabile dove si trova? (In mancanza d’altro si pensava alla vecchia guida CAI-TCI)
Grazie fin da ora a chi vorrà dedicare tempo a rispondere
13 Giugno 2017 alle 10:40 #25977albertoPartecipantela guida del CAI è sempre valida anche se il passaggio del pendolo con moschettone non c’è più.
Un buona descrizione la puoi trovare sul sito dei SASSBALOSS dal quale viene anche questa foto.
La frana è più a destra ma credo abbia investito almeno di striscio la conveniente variante diretta basale dei Fiorentini .Attachments:13 Giugno 2017 alle 17:28 #25982AnonimoOspiteCiao, questa è una piccola relazione scritta da me dopo una ripetizione di anno scorso! Spero si legga e che ti possa essere d’aiuto!
Saluti!
Attachments:16 Giugno 2017 alle 14:44 #26005popegaponPartecipanteQuanta passione in queste righe e quanti ricordi mi tornano alla mente…bella vita si voi giovani vi trovate tutto scodellato guardate i vecchi che chicche che vi hanno lasciato, la Biagi coi i chiodi a campanella rugginosi, ruggine vera quella d’una volta, ora invece la chiamate ossidazione.
Bella relazione Matteo.
Rispondo brevemente (e forse imprecisamente) alle domande
1) Lungo la rampa ascendente (quel tiro che piega a destra all altezza del tiro di lotta contina della oppio per capirsi) c’è una sosta, da li c’e da andare su. Se invece vai oltre la sosta …allunghi la rampa e vai verso quello che un tempo era il giardino sospeso (ora non più): meglio evitare
2) Sulle placche in basso dopo i primi due tiri (variante fiorentini) si. Vedi già dalla ferrata che la parete è parecchio sbiancata (e sbancata) rispetto alla foto che è stata postata sopra
3) La relazione di Matte88 è buona (lui evita la variante fiorentina).saluti Pizzuti
16 Giugno 2017 alle 16:53 #26006albertoPartecipantese fai l’attacco originale per la Oppio. Una volta salito il diedro e arrivato sotto la sporgenza nerastra, questa la puoi anche aggirare a sinistra per poi ritornare sopra a destra (Originale).
Non banale e roccia rotta.2 Agosto 2017 alle 18:16 #26240alebiffi86PartecipanteDomenica con Davide siamo andati anche noi a ripetere la diretta dei Pisani; il giorno precedente ero molto indeciso se partire o meno, non mi sentivo pronto ed avevo paura tant’è che mentre mi accingevo a scegliere i chiodi mi è preso persino un tremore alle gambe; fortunatamente Davide era piuttosto motivato ed ha insistito rassicurandomi sul fatto che una volta giunti alla base la paura sarebbe passata. In effetti ormai ho imparato che accade proprio così e quando dall’idea si passa all’azione la mente non ha più molto spazio per produrre incubi; tuttavia sabato pomeriggio continuavo a chiedermi perchè mai avrei dovuto sottopormi ad una “violenza” del genere, perchè passare la giornata in preda all’angoscia e la breve notte a rigirarmi nel letto? così mi sono ricordato quando da bambino mio padre mi sottoponeva a certe “prove” come lunghe camminate per me estenuanti o viaggi nei luoghi più disparati del globo che spesso vivevo come una forzatura (almeno sino a quando non ho avuto la maturità per apprezzarne la bellezza) e con una certa ansia di non fare ritorno a casa da mia madre; ho pensato dunque di aver interiorizzato quell’aspetto paterno e di stare facendo con il me stesso adulto quello che mio padre faceva con il bambino.
Mi è sorto quindi seriamente il dubbio di essere sulla strada sbagliata insistendo con queste “prove di forza” (che a tratti fanno parte del mio modo di fare alpinismo) ma tuttosommato rispetto ad allora vi è una differenza sostanziale: adesso non c’è un vissuto di passività, al contrario l’azione mi regala quella rivincita,quella forza vitale e quel senso di controllo che solo l’avventura vissuta volontariamente ed in autonomia può dare; una sorta di grande catarsi del passato.
Mentre finisco di preparare lo zaino capisco definitivamente che per nessun motivo al mondo potrei rinunciare e si, all’alba insieme al buio svanirà la paura; così alle due e venti di domenica mattina suona la sveglia, alle tre siamo in macchina.
Mentre ci accingiamo a preparare il materiale alla base della parete altre due cordate ci raggiungono e mentre salgo il primo tiro sento Davide che gli chiede su che via sono diretti: faranno anche loro la Biagi; sommessamente partono le mie bestemmie :”cazzo proprio oggi altre due cordate!! non mi và di avere gente tra i piedi su di una via del genere, ne sotto ne sopra!”;una coppia è veloce, molto veloce e sul traverso del quarto tiro, prima del tetto il loro primo mi raggiunge e arrampichiamo praticamente in parallelo.
Comincio a perdere un po’ la via, vado troppo a destra e ho l’ultima protezione molto distante l’altro ragazzo invece vede la sosta sopra al tettino,forza il passo e la raggiunge; tento anch’io ma lo trovo durissimo così non mi faccio ripetere due volte l’offerta di uno spezzone di corda bloccata in sosta..uno strappo e sono su anch’io; ci presentiamo, lui si chiama Michelangelo e arrampica con la fidanzata e a seguire ci sono due suoi amici, Davide e Roberto; dandomi del pirla nei miei pensieri sono felice che ci siano anche loro.
A parte questa “sporcatura” mi tiro i primi quattordici tiri da primo senza grossi problemi ed il mio socio è ben contento che mi senta in forma e (questa volta) mi faccia carico del lavoro grosso; Michelangelo e consorte ci superano veloci ed eleganti così ci troveremo a condividere tutto il resto della salita con gli altri ragazzi (che hanno un ritmo più consono al nostro) creando in breve un legame di complicità e fratellanza che solo certe avvennture possono costruire così rapidamente; alla tensione dei tiri si susseguono risate e pause alle soste e Roberto (il più giovane) e molto felice che io abbia le sigarette; all’attacco del quindicesimo tiro “sguinzaglio” Davide il fortissimo che ci porterà in vetta tirando gli ultimi ed impegnativi tiri consegnadoci la cima alle otto di sera dopo tredici ore di arrampicata; ci abbracciamo tutti e quattro,mangiamo il poco che ci è rimasto e scendiamo dalla normale; al Donegani ottima accoglienza del rifugista,birra,brindisi e poi tutti a casa che noi siamo vicini ma ai ragazzi toccano ancora tre ore di macchina sino a Monza! ci scambiamo i numeri di telefono con la promessa di rivederci sulle Grigne.
Che dire, è stata una delle più belle avventure vissute in Apuane, una via incredibile,vero capolavoro della nord..mi inchino al coraggio ed al talento di Biagi e Nerli; mi è costata tanto impegno e mi ha fatto riflettere molto sul passato,sul futuro,sull’amicizia.
Un saluto ed un ringraziamento a tutta la banda, a breve foto..2 Agosto 2017 alle 18:34 #26251alebiffi86Partecipante2 Agosto 2017 alle 18:35 #26255alebiffi86PartecipanteAttachments:2 Agosto 2017 alle 20:21 #26256albertoPartecipanteBravo Ale. Belle riflessioni di cui ci fai partecipi. Non ti preoccupare della tensione prima dell’azione. E’ normale mica siamo robot.
Grande via la Biagi. La più bella della nord !
2 Agosto 2017 alle 21:17 #26257fabrizioAmministratore del forumSicuramente complimenti per la salita ma ancor di più per il tuo pensiero! Tutti alla vigilia di un’uscita importante per le nostre capacità e conoscenze (non importa che sia una super via, basta molto meno B) ) hanno qualche momento in cui si chiedono se davvero è la cosa che vuoi fare…la risposta la trovi quando prepari lo zaino! ;)
Bravi!3 Agosto 2017 alle 10:15 #26259albertoPartecipanteAle di nuovo complimenti, per la salita ma sopratutto per aver messo a nudo le tue debolezze. Per fare certe cose bisogna avere la testa dura ma anche saper riflettere sulle motivazioni, capire i propri limiti e incertezze e trovare le risposte dentro di noi.
Metterle nero su bianco a conoscenza di tutti non è facile. Segno di crescita.3 Agosto 2017 alle 17:20 #26260ilmoroPartecipanteCiao, approfitto del post per informarvi che sabato 19 agosto a Castelnuovo di Garfagnana, presso la sala Luigi Suffredini, sarà presente Angelo Nerli che parlerà ( anche attraverso diapositive ” del tempo ” ) della sua avventura sulla Nord del Pizzo.
L’inizio della serata è per le ore 21:00 .
A voi che vi siete cimentati ( quest’anno o anche negli anni passati, ovviamente ) sulla via, penso possa farvi piacere sentire il racconto da parte di Angelo Nerli, e magari immaginarvi in quegli anni, con altri strumenti tecnici, ma con la stessa voglia di montagna.
Un saluto,
Luca3 Agosto 2017 alle 20:20 #26261alebiffi86PartecipanteGrazie Fabri ed Albe, sono contento che il racconto vi sia piaciuto! :) bella la serata del Nerli!! :woohoo: :woohoo: andiamoci!!
4 Agosto 2017 alle 10:07 #26262albertoPartecipante[quote=”alebiffi86″ post=27639]Grazie Fabri ed Albe, sono contento che il racconto vi sia piaciuto! :) bella la serata del Nerli!! :woohoo: :woohoo: andiamoci!![/quote]
Ale, raccontare le proprie esperienze che non sono solo sterili discorsi di chiappa/tira e gradi di difficoltà 6a-6b ect.
Ma raccontare di gioie e dolori. Della forza d’animo ed entusiamo che ci spinge a vincere i nostri dubbi e le nostre paure. A vincere la fatica che tutto questo richiede . Ecco raccontare queste esperienze umane e avere il coraggio di metterle a conoscenza di tutti è bello.22 Agosto 2018 alle 13:45 #27475CimaPartecipanteFinalmente dopo anni che aspettavo sono riuscito a ripeterla ieri con Giovanni!
Giornata splendida sia da un punto di vista del clima fresco e leggermente ventilato (si stava strabene!!) sia, soprattutto, dal punto di vista della compagnia!
Peccato solo per il rumore molesto delle cave aperte in fondo alla parete… per il resto non abbiamo visto anima viva in tutto il giorno! :lol:La via, come già detto, è bella ed impegnativa…
Sul IV tiro Giovanni non ha forzato il tetto ma, più logicamente (a parere mio), ha traversato lungamente verso destra per poi risalire le placconate compatte (un chiodo presente) e tornare verso sinistra. Ne è saltato fuori un tiro abbastaza rischioso per la difficoltà nel proteggersi ma più semplice.
Il resto della via è andato tutto liscio e siamo sbucati in vetta in circa 7 ore e mezzo.La via è bella e logica… è bello, quando ci sei sopra, immaginare i pensieri e le riflessioni fatte sul percorso da seguire dai tre pisani! dico questo perchè l’itinerario, una volta usciti dal catino basale, si sviluppa interamente in aperta parete e, contrariamente da quanto si può immaginare guardando la parete dal basso, non deve esser stato facile individuare una linea così diretta e precisa alla vetta dl pilastrone!
D’altro canto però devo ammettere che la logicità della Oppio è ineguagliabile… difficile battere in bellezza una linea del genere! -
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