Elio Genovesi

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  • #25831
    alberto
    Partecipante

    Addio a ELIO GENOVESI uno dei 4 ragazzi della via GIOLI

    SERAVEZZA. Sulla bara zaino e scarponi, e intorno tanti amici della montagna. Elio Genovesi, storico socio della sezione Cai di Pietrasanta e dell’Uoei, si è spento all’ex ospedale di Seravezza in via Campana, dove era ricoverato da alcuni mesi. Elio, che aveva 83 anni e viveva a Solaio, è stato esponente di spicco dell’alpinismo apuano degli anni Sessanta, nel periodo di passaggio tra l’alpinismo classico e le nuove frontiere dell’arrampicata. Nell’epoca in cui la storia dell’alpinismo registrò la massima espressione dell’arrampicata artificiale, si cimentò sulle montagne di casa, le Apuane, raggiungendo risultati di rilievo – aprendo nuove vie di accesso per le vette della Pania e del Procinto – assieme a un esuberante e combattivo gruppo di amici versiliesi.

    «Nel settembre del 1960, con Agostino Bresciani, Galileo Venturini e Franco Viviani, salì per la prima volta – o meglio “vinse”, come all’epoca si diceva – la parete est del Procinto, sulla quale sono state in seguito aperte numerose vie di alta difficoltà e notevole impegno atletico – ricordano dal Cai di Pietrasanta – Elio viveva la montagna da grande appassionato, con uno spirito di ricerca che lo spingeva a portarsi anche da solo su percorsi spesso lontani dagli itinerari tradizionali e frequentati. Così fu nel 1965, allorché risalì per primo, in solitaria, la costola occidentale della Pania della Croce, posta a cavallo tra il Canale dei Carrubi e il Canale degli Ortali».

    Elio Genovesi fu anche membro della stazione di Querceta del Soccorso alpino e, sul finire degli anni Settanta, della nascente Scuola di alpinismo Monteforato.

    «Non perse mai la sua caratteristica di alpinista classico – proseguono il racconto del Cai – e un poco demodé e, quasi che il tempo si fosse fermato al secondo dopoguerra, continuò a percorrere con passione la cresta nord del Pizzo delle Saette, la Gialunga, la Cresta Garnerone e le altre classiche apuane discontinue, che alternano bei passaggi a tratti di erba e rocce rotte, vie magari invise agli appassionati del verticale, ma sulle quali egli sapeva muoversi come pochi altri».

    Il funerale si è tenuto nella pieve di Santo
    Stefano a Vallecchia.

    #25833
    alberto
    Partecipante

    Sempre nei primi anni 60 con Agostino Bresciani fecero la prima dello spigolo nord del Monte Nona.

    Via che ho avuto l’occasione di ripetere.

    La leggenda narra che durante l’apertura Agostino fece un gran volo.

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    #25838
    Anonimo
    Ospite

    Ciao Elio, con te ho imparato a percorrere le Apuane; le prima gite escursionistiche, poi pian piano le prime arrampicate, l’uso dei ramponi e piccozza..lo scialpinismo in Appennino…Per quest ultimo insistevi (testardo come eri) a farmelo provare e dicevi: prova che poi non ne farai più a meno. Avevi ragione.

    Ti ricorderò sempre. Antonello

    P.S. Grazie Alberto per aver ricordato ” il personaggio” ELIO.

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