musica per le orecchie.
di Pier Verri
Le montagne che lasciano un segno indelebile sono quelle in cui si vive un’avventura dove l’ambiente sconosciuto e selvaggio impone sul gioco il controllo della natura. Sono esperienze che si vivono su cime e pareti delle nostre Dolomiti nascoste dietro l’angolo, che si intuiscono e si intravedono durante gli spostamenti in auto, ma che si difendono, dalle orde dell’avventura preconfezionata, grazie ai lunghi e impervi avvicinamenti , alla mancanza di strutture per pernottare e alla maestosità di pareti dove pochi uomini posano le mani. In questi luoghi, l’alpinismo ritrova la sua magia, risvegliando i nostri istinti primordiali e facendo dell’arte d’arrangiarsi la nostra più fidata compagna. L’aspetto tecnico, i grandi numeri, l’abbigliamento figo, passano in secondo piano, lasciando spazio a zaini pesanti e ad un futuro pieno d’incognite.
L’arrancare su esili tracce diventa un azzardo, è facile sbagliare e dover ritornare imprecando sui propri passi, ma fa parte del gioco e la fatica può essere ripagata da un camoscio che poco più avanti ci allieta con i suoi balzi imperiosi. Anche dormire all’addiaccio gratifica la vita, specialmente se sullo sfondo di un falò si proietta l’immagine di un tramonto da fiaba.