La Zulema di Telemaco

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  • #24716
    alberto
    Partecipante

    Ale
    ecco la relazione della Zulema.
    Si ci vai poi mi dici.

    MONTE CORCHIA

    LA ZULEMA DI TELEMACO

    La via, che riprende uno o più tentativi effettuati alcuni anni fa da altre cordate, sale il tratto di parete compreso tra la via “La Volpe e La Folaga” a destra ed il settore denominato il “Parallelepipedo” a sinistra.

    PRIMI SALITORI: Giuseppe Tessandori, Luciano Sigali (Imbecaro) Alberto Benassi
    20/8/2003

    ATTACCO: circa 30 mt. a sinistra della via “La Volpe e La Folaga”
    LUNGHEZZA: 190 metri circa
    DIFFIC0LTA: TD+
    Arrampicata impegnativa per la qualità della roccia che richiede
    attenzione e per alcuni delicati passaggi non sempre facili da proteggere.

    1) Salire per solide placche ad un chiodo (trovato) IV° , obliquare a sinistra poi su dritti IV°+ passando a destra di un albero secco (1 ch. tolto) sino ad uscire sulla prima cengia erbosa 25 mt. sosta attrezzata 1 ch 1 spit).
    2) Si continua fino ad una placca biancastra con accenno di fessura IV (1 ch trovato). Si sale la fessura V+/V° sino ad uno spit (trovato) da dove si obliqua a sinistra e continuando dove più logico si arriva ala seconda cengia erbosa. (30 mt. sosta attrezzata 2 spit).
    3) Ci si sposta a destra per la cengia fino ad una sottile fessura, unico punto debole del sovrastante compatto muro. Si sale la fessura V°+ (1 ch.) sempre dritti con delicata arrampicata VI°‑ (2 micro nut) in direzione di un piccolo strapiombo bianco V° (1 ch.). Si supera direttamente lo strapiombo su ottime maniglie V°‑ e si traversa a sinistra (1 ch ad anello) IV°‑ verso due evidenti diedri, mirando a quello di destra chiuso in alto da un tetto. Appena iniziato il diedro V°+ (1 ch.) lo si lascia traversando a destra per placca compatta VI/VI°+ poi V° (1 nut 1 fr.) sostando su aereo spi- goletto. (35 mt. sosta attrezzata 1 spit 1 ch.).
    4) Direttamente sopra la sosta (1 ch.) per fessura fin sotto ad uno strapiombo IV/V° (1 ch. con cordino ). Traversare a sinistra girando lo spigolo, quindi direttamente V° (1 ch.) sotto un muretto verticale e compatto (a sinistra una precaria colonna di roccia). Salire il muretto (1 ch.) quindi traversare delicatamente a sinistra per terreno infido, IV° (1 fr.) arrivando in prossimità dello spigolo su piccolo terrazzo . (35 mt. sosta attrezzata 1 spit 1 ch.)
    5) Per terreno infido salire a destra IV°‑ in direzione del sovrastante diedro‑canale (1 fr. 1 ch. tolto). Raggiunto l’ inizio strapiombante dello stesso, (pianticella) lo si evita. traversando decisamente a sinistra per lame. V° esposto (3 fr. attenzione allo scorrere delle corde) uscendo sullo spigolo. Per successiva fessura a sinistra IV°‑ si sale sul sovrastante terrazzo dove si sosta. (30 mt. sosta attrezzata 1 ch )
    6) Si prosegue per roccette friabili con erba IV°‑ (1 Fr.) quindi più facilmente si raggiunge obliquando a destra un grosso spuntone sopra l’uscita della via “La Volpe e la Folaga” dove si sosta. (40 mt. Sosta su spuntone).

    MATERIALE:

    La via è rimasta attrezzata come indicato nella relazione. Occorre portare : una scelta di chiodi; una serie di friend fino al n. 3 Camalot più i micro; una serie di nut più i micro; anelli di cordino

    DISCESA:
    possibile in doppia dalla Volpe e la Folaga oppure a piedi dal canale del Pirosetto.

    #24720
    alebiffi86
    Partecipante

    Grazie per la relazione Albè! spero di andare presto a fare un tentativo..

    #24723
    alberto
    Partecipante

    [quote=”alebiffi86″ post=26588]Grazie per la relazione Albè! spero di andare presto a fare un tentativo..[/quote]

    ma ti pare. Vai tranquillo è una vietta a due passi dalla strada.

    #27362
    alebiffi86
    Partecipante

    Continua la nostra collezione di vie firmate Benassi, domenica con Davide abbiamo ripetuto la Zulema; bella, logica ed ingaggiosa anche questa..forse un pelo meno godibile delle altre per la roccia a tratti delicata e la difficoltà nel proteggere alcuni tratti chiave; complimenti come sempre agli apritori, soprattutto per lo stile che dimostra grande coraggio.
    Stavolta volta però, per raccontarvi questa storia, devo cominciare la narrazione un po’ da lontano, precisamente dall’estate scorsa in un caldo giorno di luglio..

    Estate 2017
    ..con Giordano decidiamo di proseguire l’esplorazione del Corchia, sempre alla ricerca di itinerari poco o per nulla frequentati; la scelta ricade sulla “Zulema di Telemaco”, una delle ultime vie che ancora non abbiamo percorso in quel settore di parete.
    Dopo aver salito i soliti ripidi prati basali, di buon mattino ci ritroviamo impegnati sui primi due tiri che nonostante non siano per nulla banali (passo delicato in placca sul secondo, con spit vecchio e sfogliato) scorrono via abbastanza tranquillamente; attacco il terzo e subito mi rendo conto di quanto cambi l’impegno: quasi tutto da proteggere, piuttosto continuo sino al superamento di uno strapiombetto atletico (v+), poi si sale a sinistra a prendere un diedro chiuso in alto da un tetto; l’ultima protezione (un buon chiodo con anello) comincia ad essere parecchi metri sotto i miei piedi ma fortunatamente, poco sopra la mia testa, vedo un chiodo; mi alzo con fatica, probabilmente sbaglio i movimenti e arrivo all’ancoraggio sfinito, rinviando al limite e non avendo quindi la possibilità di verificare a cosa mi stia attaccando; chiedo a Giordano di mettermi in tiro, ho bisogno di riprendere fiato..mi rilasso un attimo..improvvisamente vedo scorrere la parete davanti a me, sento un vuoto tremendo e comincio a sbattere il fianco destro contro le rocce; ho giusto il tempo di pensare:” no cazzo..non può essere successo davvero..” e mi ritrovo appeso da qualche parte, terrorizzato e dolorante; per come si è svolta la caduta sono convinto di avere riportato almeno una frattura alla gamba..con disgusto inizio a tastare il mio corpo per verificare questa ipotesi, sulla caviglia destra scorre del sangue, la mano omolaterale presenta una profonda bruciatura alla base del pollice; mentre svolgo queste operazioni di colpo tutto ricomincia e volo per altri sei, sette metri..ora sono sicuro di non avere più possibilità, vedo Giordano e la sosta avvicinarsi inesorabilmente e mi preparo all’impatto, mi sembra già di sentire le ossa che si rompono.
    Riapro gli occhi, tutto è finito e sono di nuovo appeso alle corde a pochi metri dalla sosta,finalmente riesco a ricostruire cosa sia successo: il chiodo dove ho fatto resting non ha retto e quando sono caduto la prima volta le corde si sono fermate su di uno spuntone di roccia ma non essendomene accorto ho continuato a dimenarmi facendole fuoriuscire; il secondo volo è stato più lungo e si è concluso sul buon chiodo ad anello che ha tenuto mirabilmente.
    A questo punto proseguo la verifica dei danni: di rotto nulla, solo qualche ferita più o meno profonda ma niente di grave..urlo a Giordano di calarmi in sosta..mi guarda e allibisce:” Ale, le corde cazzo!!” le osservo anch’io atterrito, una delle due ha la calza completamente tranciata, l’anima è in bella vista; non ho idea di quali possano essere le condizioni dell’altra, gli intimo di farmi scendere lentamente; arrivo in sosta, mi assicuro e l’adrenalina cala di colpo.
    Subito si fa strada nel mio stomaco un fastidioso e familiare senso di nausea, accompagnato da sudorazione algida e testa leggera :” Giò..sto svenendo..per favore calami un paio di metri sino a quella cengetta, voglio mettere il capo più in basso rispetto ai piedi così ci evitiamo sta rottura di coglioni..” giordano esita, gli tiro due urli e capisce che è meglio assecondarmi; riesco a sdraiarmi sulla cengia, cinque minuti e il fottuto schock vaso vagale è scongiurato.
    Tornato in sosta sono più preoccupato del materiale rimasto sul tiro che del resto, così inizio a studiare un piano per recuperare il tutto; tiriamo giù la corda lesionata,la tagliamo e recuperiamo la parte buona, l’altra decidiamo di farla scorrere sino a doppiarla sul chiodo cha ha trattenuto il volo; l’idea è quella di risalire la corda doppia con i machard mentre Giordano mi assicurerà sulla restante che io passerò in tutte le protezioni così, in caso di rottura dell’ancoraggio (o della fune) la caduta verrà arrestata come in progressione normale.
    Fortunatamente non ci sono altri intoppi, raggiungo il chiodo, ne metto un altro e predispongo una sosta di calata fissa con maglia rapida ed inizio la discesa in doppia, sempre e comunque assicurato anche sull’altra corda; recuperato tutto il materiale proseguiamo con le calate e finalmente tocchiamo terra; siamo abbastanza sconvolti, anche per il povero Giò è stata una discreta batosta e non parla molto..la felicità e la gratitudine per essere incolumi comunque è grande; tra i pensieri che mi vengono in mente c’è il fatto che se mi fossi fatto del male sul serio l’imminente laurea sarebbe andata a puttane, la mia ragazza,la mia famiglia e gli amici ne avrebbero sofferto..mi chiedo ancora una volta cosa ci faccia io li, in quel momento, anzichè essere da qualche parte a godermi la vita; chiamo Fabrizio, gli racconto l’accaduto, subito si rende disponibile (come sempre) per venire a dare una mano..lo ringrazio tanto e gli dico che il peggio è passato, avevo solo bisogno di sentire un altra voce amica che potesse capire il momento che avevamo vissuto.
    Tornato a casa faccio i conti con me stesso e per almeno due settimane sono assalito da una forte depressione..i soliti pensieri..” ma perchè non smetto?”,”basta vendo tutto” e le solite cazzate che so benissimo essere di breve durata.

    Capitolo due: il tentativo in solitaria
    Tra tutte le seghe mentali che mi attanagliano c’è ne una peggiore delle altre:” e se adesso mi blocco e non riesco più a scalare ??” non mi resta che una cosa da fare..tornare e questa volta da solo; così circa due settimane dopo rieccomi li a salire i primi due tiri in autoassicurazione, arrivo alla sosta del terzo e parto.
    Arrivo qualche metro sotto al diedro, dopo aver rinviato la sosta di calata della volta precedente, piazzo qualche protezione e mi alzo sino al punto del volo; non si riesce a proteggere decentemente, metto due chiodi che entrano a metà..riesco a salire ben due metri in più rispetto ad allora; per me può bastare, non me la sento di proseguire..chiudere la via non era l’obbiettivo, m’importava solo di fare anche un cm in più, da solo; ora so che sono ancora in grado di scalare.

    due giorni fa, domenica 15 luglio 2018

    Torno per la terza volta con il fortissimo ma gli pongo una condizione: dovrò fare io il lavoro duro e non per vanità ma perchè ho bisogno a tutti i costi di avere la mia rivincità; così Davide sale i primi due tiri consentendomi di rimanere fresco mentalmente per il terzo.
    Mi ritrovo nello stesso punto di un anno prima, stesse difficoltà nel proteggere, stesso passo delicato traversando su placca; dopo due ore di lotta ho le gambe completamente in acidosi, stanno lavorando in spaccata da troppo tempo ed iniziano a cedere.
    Sto per rinunziare anche questa volta ma poi penso a quanto soffrirei tornato a casa così mi do un ultima possibilità: forzo un po’ in equilibrio verso destra, quel tanto che basta per mettere in una fessura un dadino che terrebbe un cavallo; ora ci sono i due chiodi precari dell’anno scorso ed il nut – bomba! vado deciso, trovo l’equlibrio, sbucano maniglie buone, ancora un passo delicato e sono in sosta! che lotta che è stata! sono felicissimo.
    Recupero Davide che riesce a levare tutto ciò che avevo messo nei precedenti tentativi tranne il nut (l’avevo tirato al di la di ogni immaginazione) e i due chiodi sotto..vabbè dai, considerando che uno l’avevo sbottonato io ora ci sono un dado ed un chiodo (precario) in più.. :silly: ;
    sono esausto, faccio fare a lui il tiro seguente per respirare un attimo ma non ho intenzione di fermarmi, infatti mi sparo anche il quinto (stupendo, traverso atletico su maniglie enormi, tutto da proteggere a friend!) ed il sesto..a conti fatti da primo mi mancherebbe solo il quarto;
    Finalmente è finita, una via bella, dura che per me ha significato tantissime cose e mi è costata fatica, sudore e qualche goccia di sangue; grazie ad i miei compagni Davide e Giordano per essere stati della partita e aver rischiato con me; a breve foto..

    #27369
    alebiffi86
    Partecipante
    #27370
    alberto
    Partecipante

    Ale

    ieri mi hanno detto di avere visto domenica due persone dalle parti della Zulema. Allora ho pensato che uno dei due eri sicuramente te. E chi ci va li se non te ?!
    INFATTI :) non mi sbagliavo.

    Mi fa molto piacere che tu sia riuscito nella ripetizione. Ero rimasto molto male nel sapere del tuo incidente di allora. L’importante che tutto sia finito bene.

    Ti ringrazio di citarmi sempre in queste vie. Ma vorrei precisare che queste vie sono state sempre aperte a comando alternato con i miei compagni di cordata. E quindi il merito è anche loro.

    Bello il racconto , avvincente!

    #27371
    alebiffi86
    Partecipante

    eh, hai ragione..ma gli altri li conosco poco o per nulla! ovviamente tutti i miei complimenti anche a loro! mi fa piacere che il racconto sia stato interessante..sai, quando vado a fare certe vie lo faccio anche per poter raccontare qualcosa di bello, che abbia dei contenuti, che trasmetta delle emozioni; cioè, non m’interessa darmi delle arie, anche perchè tanto resto un mediocre alpinista amatoriale però voglio avere la presunzione di poter scrivere qualcosa d’interessante quando torno a casa..e ovviamente può esserlo (interessante) solo se c’è dietro un vissuto esperienziale forte, vero; questo vissuto naturalmente non dipende dal mio livello ma da quanto per me quella data esperienza sia stata intensa; trovo che ci siano dei paragoni con l’arte in tutto questo..negli anni ho imparato quanto sia bello “scivere” di alpinismo oltre che farlo; certo nello specifico caso parliamo di un interesse prettamente locale..ma poco importa, quello che conta è che magari,da qualche parte, qualcuno leggendo queste cose può provare quello che ho provato io :)

    #27372
    alberto
    Partecipante

    “certo nello specifico caso parliamo di un interesse prettamente locale..ma poco importa, ”

    Ale non è il luogo che conta. Non è che se la via è in Dolomiti vale di più. Quello che conta è l’esperienza vissuta. Le montagne di “Serie B” spesso e volentieri regalano esperienze di “Serie A”.

    Al tuo fortissimo Amico, è piaciuta la via? oppure di maledice perchè lo porti a fare dei rumeghi :laugh:

    ciao Ale e di nuovo complimenti per la tenacia. Anche ritornarci da solo per dimostrare a te stesso che ancora eri capace. Non è poca roba. Un pò ricorda il giovane Bonatti del Dru.

    #27373
    alebiffi86
    Partecipante

    si dai, nel complesso è piaciuta anche al fortissimo anche se lui è un po’ un “nasino fine”, ha preferito forato mon amour; c’è da dire che lo stronzone ha anche il grado e sul V+/VI si annoia, poi la roccia marciotta lo stressa..non può tirare tacche e maniglie come se non ci fosse un domani, pena la pioggia di frigoriferi e televisori :) ma io no mollo e continuo a trascinarcelo! :lol:

    sul discorso “montagne di serie A e di serie B” sono assolutamente daccordo con te! le Apuane poi non potranno mai appartenere alla serie B, per me sono i monti della luna, le montagne del mio cuore, mi hanno visto crescere, hanno cullato il mio dolore, redento le mie colpe.

    #27375
    fabrizio
    Amministratore del forum

    Porca miseria Ale, mi fai venire la pelle d’oca con i tuoi racconti! Se il tuo obbiettivo era far rivivere la salita ci riesci sempre in pieno! Naturalmente i complimenti a te a Davide e Giordano per tutte le salite che state facendo senza dimenticare “chi” queste vie le ha aperte!

    #27376
    alberto
    Partecipante

    il nome di questa via è stato incerto fino all’ultimo. L’altro nome in gara, sempre proposto dal grande Sigali era: NORMA COR CIPOLLE

    Alla fine Zulema , misteriosa “amica” del Sigali ha prevalso. Evidentemente la Zulema aveva qualche dote in più di Norma e al Sigali gli deve essere rimasta più impressa.
    Bohhhh??? misteri del Sigali… B) :whistle:

    #27377
    alebiffi86
    Partecipante

    [quote=”fabrizio” post=28404]Porca miseria Ale, mi fai venire la pelle d’oca con i tuoi racconti! Se il tuo obbiettivo era far rivivere la salita ci riesci sempre in pieno! Naturalmente i complimenti a te a Davide e Giordano per tutte le salite che state facendo senza dimenticare “chi” queste vie le ha aperte![/quote]

    Grazie mille Fabri! :)

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