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- Questo topic ha 31 risposte, 8 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 7 anni, 4 mesi fa da
Nico.
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20 Marzo 2014 alle 16:02 #19424
Enrico
PartecipanteE’ difficile stabilire il limite dove l’amore per quello che si fa travalica nella sfida con se stessi…
20 Marzo 2014 alle 16:43 #19425alebiffi86
Partecipante[quote=”warthog” post=22453]E’ difficile stabilire il limite dove l’amore per quello che si fa travalica nella sfida con se stessi…[/quote]
personalmente sento che la maggior parte delle volte che vado in montagna è per il puro piacere di farlo, per godere dell’ambiente, della compagnia degli amici e per divertirmi; altre volte (sicuramente meno) vado per la sfida, per combattere con me stesso; e penso che per tanti sia presente sia l’uno che l’altro elemento.
Certo, le volte che vado per la sfida sò già che rischierò di più, proprio a causa dell’attitudine mentale un po’ aggressiva con la quale parto da casa ma nonostante questo si tratta di una parte alla quale non rinuncerei mai del tutto.
Riguardo al fatto di essere degli egoisti credo che sia più corretto parlare di individualismo; un “sano” individualismo che non significa fregarsene degli altri ma piuttosto cercare una realizzazione e un completamento personale che può renderci esseri migliori; in una società impazzita che stà tentando a tutti i costi di distruggere ogni individualità (lavorativa, identitaria, caratteriale, linguistica, culturale,ecc..) e omologare tutto e tutti in una sorta di brodo primordiale abbiamo il dovere di difendere questo tipo di individualismo; ormai al grido di “servire la comunità” stanno uccidendo ogni forma di libertà personale, senza capire che non esiste società senza individuo; se non si dà la possibilità al singolo di completarsi e realizzarsi non avremo mai una società responsabile, evoluta e consapevole ma solo una massa di schiavi gestiti da pochi; prima si consente al singolo di diventare se stesso e poi sarà lui per primo a capire l’importanza ” del sacrificio di sè”, ma se non ” ho me stesso” cosa sacrifico?? in questo l’alpinismo è meraviglioso: un fantastico strumento per la scoperta e “la costruzione” di se stessi; sono sicuro (stà già accadendo) che tenteranno di toglierci questo nostro tesoro prezioso (proprio perchè rappresenta una controtendenza rispetto alle volontà unificatrici moderne) e starà a noi combattere per impedirlo; individui consapevoli interdipendenti e non masse beote indefinite.24 Marzo 2014 alle 19:21 #19442Giovanni
Partecipante[quote=”bonatti” post=22440]grazie a tutti per i complimenti. Era da un po’ che pensavo a questa cosa sulla nord del Pizzo delle Saette, montagna a cui sono particolarmente legato.
Montagna che per la sua conformazione tutta speroni, creste e canaloni ha caratteristiche tipicamente invernali. La parete nord è una parete selvaggia.Purtroppo la gioia per questa salita è funestata dalla tragedia di Marco.
Mentre salivo la via ho pensato a Marco e mi dicevo: quanto è forte, determinato e pieno di vita questo…grande ragazzo..
Invece tutto era già successo….La montagna da, la montagna prende. La vita da, la vita prende.[/quote]
Complimenti, Alberto, per la bella uscita. Sicuramente sei un esempio per tutti noi per quanto riguarda dedizione, determinazione, esperienza e amore per la montagna, in particolare per le Apuane. E costanza, soprattutto.
Un pensiero va alle le vittime degli incidenti citati e in particolare tutto il mio cordoglio a te e a Marco (il Moro) per gli amici scomparsi.
Parlare e discutere serve, ma è innegabile che il fattore-rischio è impossibile, e forse ingiusto, da eliminare completamente.
24 Marzo 2014 alle 20:24 #19443alberto
PartecipanteGiovanni ti ringrazio per le belle parole ma ci sono tanti altri che le meriterebbero quanto e più di me.
Il rischio fa parte dell’alpinismo. Eliminarlo è come uccidere l’alpinismo. Non mi riferisco solamente al rischio di lasciarci la pelle ma anche a quello di non avere la certezza di riuscire a tutti i costi in una determinata salita.
Poi bisogna ammettere che la montagna, soprattutto fatta in un certo modo, è pericolosa. Molto pericolosa!
Possiamo fare fronte ai pericoli con la nostra preparazione tecnica, con l’allenamento, con la prudenza, con l’esperienza, con l’attrezzatura che migliora ogni giorno. Ma sono convinto che quando si viaggia sul filo dei rasoio, soprattutto in ambienti dove il pericolo è nell’ambiente stesso, non possiamo avere la certezza assoluta di poter controllare tutto. Non è solo un problema tecnico di essere all’altezza se non superiori alle difficoltà.
Ci sono altri fattori che giocano intorno a noi.
Non credo che a Marco sia successo questo incidente perché non era all’altezza delle difficoltà.27 Marzo 2014 alle 13:59 #19454Anonimo
Ospitecomplimenti Albè…come sempre ti dimostri per l’ottimo alpinista che sei…un modello da seguire per noi giovani alpinisti.
un saluto ed un abbraccio aspettando di tornare in forma per la nuova stagione…a presto Ale.
27 Marzo 2014 alle 20:38 #19458alberto
Partecipante[quote=”Ale_Climber” post=22483]complimenti Albè…come sempre ti dimostri per l’ottimo alpinista che sei…un modello da seguire per noi giovani alpinisti.
un saluto ed un abbraccio aspettando di tornare in forma per la nuova stagione…a presto Ale.[/quote]
ciao Alessandro mi fa piacere di sentirti . Forza con gli allenamenti che sta per arrivare la calda stagione.
Grazie per i complimenti ma non esagerare perché poi mi monto la testa e mi convinco di essere un alpinista sul serio.
28 Marzo 2014 alle 22:32 #19459Fabrizio
Amministratore del forum31 Marzo 2014 alle 10:15 #19465alberto
Partecipante1) sotto l’attacco della parete nord: a sinistra la via ELISABETTA a destra la via Zappelli.
2) nella parte centrale del canale del Vetriceto salito dalla via Zappelli
3) verso l’uscita del Canale della Zappelli
4) un chiodo del canale.
5) le mie orme sulla cresta sommitale dopo la “paretina” di III /IV°
In basso la spalla della cresta N.O dove c’è la croce Petronio.6) Ultimo tratto della cresta poco prima della vetta.
7) la cresta che unisce il Pizzo alla Pania.
31 Marzo 2014 alle 12:18 #19468Anonimo
Ospitetu sei un alpinista….veramente un modello da seguire….spero,come dici tu, di ritrovarti sulle pareti del procinto con la calda stagione…e cantare le canzoncine divertenti sul “fischero”.
Ciao Albè a presto
31 Marzo 2014 alle 12:34 #19469alberto
Partecipante[quote=”Ale_Climber” post=22497]tu sei un alpinista….veramente un modello da seguire….spero,come dici tu, di ritrovarti sulle pareti del procinto con la calda stagione…e cantare le canzoncine divertenti sul “fischero”.
Ciao Albè a presto[/quote]
Alessandro di nuovo grazie per le considerazione.
Ma sempre nel rispetto di quello che fanno gli altri e della storia dell’alpinismo, se c’è un modello che devi seguire, è il tuo!!
non quello di un altro.Al Procinto, molto volentieri ;)
A presto.
31 Marzo 2014 alle 16:32 #19475Anonimo
Ospiteda quello che ho visto e conosciuto di te posso dire che se riuscissi a fare un 5% di quello che hai fatto,vissuto e provato in questi anni di alpinismo penso che mi sentirei quasi realizzato…comunque concordo nel NON montarti troppo la testa sennò poi pensi di essere il migliore.
a presto Alberto un abbraccio a te e alla Sabri.
1 Febbraio 2016 alle 11:54 #23725Nico
Partecipantehttp://www.banff.it/cercatori-di-emozioni/
Complimenti ancora Albe! ;)
hai pure un futuro come scrittore! in vecchiaia… quando toccherà piantare le picche al chiodo… :laugh: :laugh: :silly: :evil:
1 Febbraio 2016 alle 13:46 #23726Anonimo
OspiteGià Nico complimenti ancora Alberto…rileggerlo adesso che frequento le nostre apuane anche in inverno,e quindi capisco cosa voglia dire salire in inverno una via…beh ti fa capire quanto pelo sullo stomaco hai avuto per farla…il passaggio del cordino non lo ricordavo…Grande Alberto….chissà se un giorno gli inverni ci regaleranno altre perle come queste…
un salutone a tutti Ale.
1 Febbraio 2016 alle 13:54 #23727Fabrizio
Amministratore del forumI complimenti per la salita glieli feci già appena uscito dalla via (ci trovammo per caso :laugh:)
Stavolta gli faccio i complimenti per il racconto, davvero ben scritto! ;)1 Febbraio 2016 alle 19:48 #23728alberto
Partecipantegrazie ragazzi. Mi fa piacere che vi sia piaciuto. Confesso che non è stato facile scriverlo.
Inoltre le solitarie sono esperienze intime e prima di proporlo a Gogna per metterlo sul suo blog mi sono chiesto diverse volte se era il caso di rendere pubblica una tale esperienza.Alla fine ho deciso di farlo anche per rendere un omaggio alle nostre Apuane.
Nico…la vecchiaia….è già arrivata :laugh: :laugh: quest’anno non ho ancora toccato le picche….
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