Pizzo delle Saette parete nord

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  • #7271
    alberto
    Partecipante

    Seguendo fedelmente il suggerimento razionale di Matteo, suggerisco questo nuovo argomento.

    Evviva la razionalit?.

    Pizzo delle Saette o Pania Ricca come un tempo veniva chiamata.
    Montagna dalle caratteristiche tipicamente invernali, con la sua parete nord, ma non solo, ? un punto di riferimento per la scalata invernale apuana.

    Il 9 marzo 1960 Zappelli e Tessandori (non Tessandri come erronemamente scritto sulla guida CAI) aprono una via nuova sulla parete nord. A differenza di quanto erroneamente scritto sulla guida del CAI la via Zappelli-Tessandori ? una via nuova e non la ripetizione invernale della via Montagna che sale al centro.
    La via Zappelli ? una gran bella via di misto, di discreto impegno, con una parte centrale caratterizzata da un canale-goulotte stretto tra verticali e compatte pareti rocciose.
    Zappelli appena imboccato il primo canalino lo aveva evitato a destra riprendendolo assai pi? in alto.

    Nel 1999 una cordata tutta versiliese di 5 energumeni ha raddrizzato l’itinerario salendo l’impegnativa diretta del Vetriceto ricollegandosi, dopo un duro camino, alla Zappelli.
    Anche se ? doverso dire che Gianni Calcagno era forse salito in quei paraggi??

    Come ? bello essere razionali:P

    #7272
    Marco di AS
    Partecipante

    O bravo bonatti! Comunque non serve essere razionali, io tra l’altro ho sempre diffidato del razionalismo: basta essere ragionevoli… Comunque non credo di avere acqua minerale nelle vene, casomai un po’ di Chianti… ;)

    Marco

    P.S.: ma tu l’8 novembre ci vieni al Puliti?

    #7273
    Anonimo
    Ospite

    Gi? che se ne parla.
    Che difficolt? ha la Zappelli, seguendo il percorso originale?
    Ovviamente ? nota l’estrema variabilit? delle condizioni: supponiamo che siano buone…
    In giro sulla rete :whistle: si trova una relazioncina della variante del Vetriceto, e della parte alta della Zappelli (con un salto duro di V+), ma per la parte bassa?
    E l’Elisabetta? Com’?, all’incirca pi? difficile o meno, o siamo l?? Di questa non ho mai trovato relazioni sul web.

    Sia chiaro che parlo per curiosit?, visto che le mie abilit? tecniche sono ancora infime rispetto a certi livelli di difficolt?, ma magari un giorno… la nord del Pizzo delle Saette mi ha sempre attratto…

    Altra curiosit?, il Tessandori compagno di Cosimo Zappelli ha parentela con un G. Tessandori "attuale" e gi? citato in questo forum……?

    #7274
    warthog
    Partecipante

    Sono padre e figlio.
    La Elisabetta e la Zappelli l’anno scorso sono state a lungo in ottime condizioni, credo che la difficolt? di entrambe si aggirasse sul TD/TD- poco sostenuto (alcuni tiri pi? difficili e altri di canale/pendio). Secondo me sono due vie invernali fra le pi? belle delle Apuane!!!
    Sullo spallone a destra della Elisabetta corre la via dei Dottoroni, pi? difficile e scabrosetta, con uscita sulla via Montagna. Ancora pi? a destra corre JEDI (relazione su Alp Alpi Apuane).
    Molto belle le varianti di sx alla via Elisabetta!!! E non male la variante sulla cuspide salita dalla Piki.
    Una cosa che mi piacerebbe davvero poter salire prima o poi (oltre alla diretta del vetriceto) ? l’attacco diretto della Elisabetta, che so per certo essere stato ripetuto dal Boni, ma non so di chi sia la prima salita. Una linea bellissima ma molto effimera che si forma per snowdrift sulle rocce dello zoccolo basale.
    Segnate nella foto Zappelli e diretta:

    Ultr? viola finge di impegnarsi sulla Zappelli:

    #7275
    Anonimo
    Ospite

    Dell’Elisabetta non trascurerei l’attacco, raramente in condizione e delicato (anche nell’individuazione del percorso).

    #7276
    alberto
    Partecipante

    Il compagno di Zappelli ? il padre di Giuseppe Tessandori.

    La parete nord del Pizzo delle Saette con i suoi 600 metri ? una delle maggiori delle Apuane, ma proprio per le sue caratteristiche , paleo, roccia non proprio ideale non attira certo il rocciatore ma ? un terreno ideale per l’appassionato del misto. Tutta canaloni e speroni ? decisamente selvaggia. Una volta all’attacco se ne vede solo una parte.
    Dopo la salita invernale di Zappelli , nel 1961 Bastrenta, altro grande invernalista, sale sempre d’inverno una misteriosa via Ceragioli posta sul lato sinistro della parete.

    Dopo questa salita sembra che la parete nord vada nel dimenticatoio. Fino a quando Leandro Benincasi di Firenze si interessa ad essa.
    Dopo alcuni tentativi nel 1971 Benincasi e compagni salgono la parete proprio al centro, sulla sinistra della via Montagna, aprendo la via "Vasco di Cocco" fecero la salita in due tempi. Certamente l’attrezzatura e le tecniche di allora non permettevano di essere pi? veloci su un terreno cos? ripido.

    Leandro racconta:

    "Il tramonto ci colse sotto la cuspide finale. Superammo una fascia rocciosa ricoperta di uno spesso strato di vetrato (non male per quei tempi, se penso alle nostre vecchie piccozze Grivel, con le quali non era possibile la progressione in piolet-traction) ed uscimmo dalla parete a destra per una comoda rampa poco sotto la vetta".

    Nel 1972 in marzo sempre Benincasi con altri due compagni apre un’altra via compresa tra la via Zappelli e la cresta N.N.O.

    Ancora parecchi anni di silenzio fino a quando nel 1980 un’altro protagonista dell’inverno apuano Massimo Boni con G. Pasqui, s’interessa di nuovo alla parete e apre la via "Elisabetta" che diventer? la grande classica della parete nord.
    Oramai la tecnica e gli attrezzi permettono la progressione frontale e tutto ? molto pi? veloce.

    Nell’inverno 1987 il solito Benincasi con altri due compagni raddrizza la Vasco di Cocco realizzando l’uscita diretta salendo al centro la cuspide finale.

    Ma la storia della parete nord non ? finita qui.;)

    #7277
    alberto
    Partecipante

    Il compagno di Zappelli ? il padre di Giuseppe Tessandori.

    La parete nord del Pizzo delle Saette con i suoi 600 metri ? una delle maggiori delle Apuane, ma proprio per le sue caratteristiche , paleo, roccia non proprio ideale non attira certo il rocciatore ma ? un terreno ideale per l’appassionato del misto. Tutta canaloni e speroni ? decisamente selvaggia. Una volta all’attacco se ne vede solo una parte.
    Dopo la salita invernale di Zappelli , nel 1961 Bastrenta, altro grande invernalista, sale sempre d’inverno una misteriosa via Ceragioli posta sul lato sinistro della parete.

    Dopo questa salita sembra che la parete nord vada nel dimenticatoio. Fino a quando Leandro Benincasi di Firenze si interessa ad essa.
    Dopo alcuni tentativi nel 1971 Benincasi e compagni salgono la parete proprio al centro, sulla sinistra della via Montagna, aprendo la via "Vasco di Cocco" fecero la salita in due tempi. Certamente l’attrezzatura e le tecniche di allora non permettevano di essere pi? veloci su un terreno cos? ripido.

    Leandro racconta:

    "Il tramonto ci colse sotto la cuspide finale. Superammo una fascia rocciosa ricoperta di uno spesso strato di vetrato (non male per quei tempi, se penso alle nostre vecchie piccozze Grivel, con le quali non era possibile la progressione in piolet-traction) ed uscimmo dalla parete a destra per una comoda rampa poco sotto la vetta".
    Nel 1972 in marzo sempre Benincasi con altri due compagni apre un’altra via compresa tra la via Zappelli e la cresta N.N.O.

    Ancora parecchi anni di silenzio fino a quando nel 1980 un’altro protagonista dell’inverno apuano Massimo Boni con G. Pasqui, s’interessa di nuovo alla parete e apre la via "Elisabetta" che diventer? la grande classica della parete nord.
    Oramai la tecnica e gli attrezzi permettono la progressione frontale e tutto ? molto pi? veloce.

    La storia della parete nord non ? finita qui.;)

    #7282
    Anonimo
    Ospite

    Tutto molto bello, e troppo impegnativo per noi comuni mortali… :(
    La parete Nord del Pizzo delle Saette d’inverno ? bellissima, degna di ben pi? blasonate aree alpine. Specialmente se vista da Capanne di Careggine, da dove sembra superare e nascondere la Pania, mostra tutto il suo fascino.
    L’Elisabetta in che settore della parete si trova? Pi? a sinistra della Zappelli?

    P.S.
    Un po’ OT, ho avuto modo di conoscere Leandro Benincasi, anche se molto superficialmente, e mi ha colpito per la sua umilt? e riservatezza. Nonostante abbia qualche annetto credo che arrampichi ancora a su buoni livelli. E’ stato un grande alpinista, e uno dei pi? forti della sua epoca sulle Apuane.

    #7283
    alberto
    Partecipante

    Ma che comuni mortali. Basta crederci in certe cose. ;)

    L’Elisabetta attacca nel centro della parete e poi entra nel canalone centrale.
    Qui attaccano anche la via Montagna, la Vasco di Cocco e la via Jedi che poi si sposta a destra.

    Leandro Benincasi arrampica sempre su ottimi livelli. Pochi anni fa credo si sia fatto Moderne Zeiten in Marmolada.

    #7285
    Marco di AS
    Partecipante

    Concordo in pieno su Leandro, David. L’ho frequentato nel periodo in cui siamo stati assieme nella redazione del bollettino del CAI di Firenze e ti assicuro che si ? sempre distinto per il suo apporto, all’insegna dell’equilibrio e del dialogo, in un gruppo in cui francamente non sempre erano rose e fiori! :dry:

    Marco

    #7298
    Anonimo
    Ospite

    warthog scritto:

    Molto belle le varianti di sx alla via Elisabetta!!! E non male la variante sulla cuspide salita dalla Piki.

    …oltremodo gentile..

    ;)

    #7300
    warthog
    Partecipante

    non sono belle???

    #7304
    Anonimo
    Ospite

    warthog scritto:

    E non male la variante sulla cuspide SALITA DALLA Piki.

    piki scritto:

    …oltremodo gentile..

    ;)

    a quello mi riferivo..

    le varianti sono MOLTO belle

    #7325
    warthog
    Partecipante

    ma il pizzo ha anche altri versanti…

    #7335
    alberto
    Partecipante

    warthog scritto:
    [quote]ma il pizzo ha anche altri versanti…

    Chiodo da paleo acqua in bocca, Guai a TE:evil:

    Comunque ? vero al Pizzo delle Saette non c’? solo la parete nord. Ad esempio la foto mette in evidenza due creste la N.N.O. a sinistra e lo Sperone ONO a destra.

    Queste due creste sono dei classici percorsi apuani di notevole sviluppo. Molto interessanti ed impegnativi d’inverno, sopratutto lo sperone ONO.

    Lo sperone ONO l’ho fatto 4 o 5 volte di cui una d’inverno. Molto interessante ? la variante diretta che raddrizza, la via. Invece di traversare a sinistra per arrivare alla nicchia del percorso originale, si va dritti un p? a destra del filo dello sperone uscendo direttamente alla Croce Petronio.Si vedono i chiodi, Di questa bella, impegnativa ed aerea variante non conosco gli autori.

    Altra bella cresta da fare d’inverno ? la cresta ENE che delimita a sinistra la parete nord.

    Ed ancora pi? facile ma sempre bella, la cresta del Serpente sul versante ovest del Pizzo, cresta che divide il canale del Serpente dal canale Centrale.

    Sempre sul versante ovest decisamente classici sono il canale Centrale , nella parte finale si pu? uscire a destra per arrivare il vetta alla Quota 1750 lungo la bella Nerli -Sarperi.

    Oppure il pi? impegnativo e molto bello canale del Serpente. Questo lo si pu? fare per l’attacco classico tra la Torre Francesca e la cresta del Serpente, oppure con un attacco pi? difficile a sinistra della Torre Francesca che si chiama "Sonaglio del Serpente" od ancora risalendo il canalino parallelo a sinistra dello spigolo Dolfi alla Torre Francesca.

    Ancora sul versante ovest, tra lo sperone ONO a sinistra e la Torre Francesca a destra c’? un’altro sperone un p? meno evidente caratterizzato dal un bel pilastro centrale, salito da una via che si chiama "Potevamo Rimanere Offesi" con difficolt? discontinue di IV/IV+ e un tratto sul pilastro di V+ e A0

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