Sicurezza su ghiaccio e misto

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  • #17483
    Anonimo
    Ospite

    Lucca 23 Maggio Sala Tobino

    La Focolaccia (Gruppo Sci alpinistico cui aderiscono molti soci del Cai di Pisa) ha invitato la guida alpina e scrittore Alberto Paleari per una conferenza su Sicurezza su Ghiaccio e Misto, che si terra’ giovedi’ 23 Maggio 2013 alle h21:15, presso la sala Tobino dell’Amministrazione Provinciale di Lucca, Palazzo Ducale, Piazza Napoleone, Lucca.

    Alberto e’ una delle piu’ note guide alpine italiane da piu’ di 35 anni, gia’ Presidente della Commissione Tecnica Nazionale delle Guide Alpine Italiane ed istruttore dei corsi-esami di formazione di guida alpina, profondo amante ed appassionato conoscitore della montagna in tutti i suoi aspetti alpinistici, ambientali, socio-economici, ed umani.
    E’ anche un apprezzato e conosciuto scrittore di romanzi, guide alpinistiche, e manuali di alpinismo e di sci alpinismo.
    In questa conferenza, Alberto parlera’ della sua esperienza pluriennale di guida alpina, con particolare riferimento alle tecniche piu’ avanzate per ridurre il rischio in montagna, per la progressione in sicurezza, e per l’auto-soccorso.

    NB: La serata e’ interessante per chiunque si dedichi alle attivita’ su neve e ghiaccio, e quindi non solo agli sci-alpinisti.

    fonte: http://www.caipisa.it

    #17484
    alberto
    Partecipante

    "troppa sicurezza annulla la responsabilit?" Alessandro Gogna

    "Lasciamo che sia la fatica a fare selezione" Kurt Diemberger

    "Rischiando si impara" Manolo

    "Ognuno trovi e suoi limiti. Da qui in avanti a tuo rischio e pericolo" Luisa iovane.

    "Senza rischio non c’? avventura, n? libert?" Heinz Mariacher.

    "Libert? ? consapevolezza" Neves Meroi e Romano Benet.

    "Liberi ma responsabili" Gnaro Mondinelli.

    "Libert? ? accettare il rischio" Marta Cassin.

    "dai rischi nasce la saggezza" Michele Pontrandolfo.

    "la libert? ci porta a conoscere noi stessi" Giacomo Stefani.

    "la libert? ? una forma d’arte" Stefano Michelazzi, guida alpina.

    "Il limite imposto ? un danno sociale" Giulio Fiorello, filosofo e matematico.

    dall’ultima rivista del CAI

    #17485
    Anonimo
    Ospite

    "dai rischi nasce la saggezza"

    …o nasce un funerale.

    Come mai hai riportato le varie frasi dell’ultimo numero di montagne 360?

    Magari sbaglio, ma tra le righe leggo un qualcosa simile alla "protesta".Il primo, e ad ora unico commento in risposta a questo post, lo sento come negativo.
    Non che a me cambi qualcosa, non lo conosco nemmeno il sig.Paleari, per? mi sembrava potesse essere un gioved? sera migliore di tanti altri.
    Non credo sia una serata a bischero.
    Quali argomenti affronteranno nello specifico non lo so, ma per qualcuno potrebbe essere interessante, ma ancor prima utile.

    Nel mondo c’? anche bisogno di chi insegna, di tramanda un sapere.
    Tu per primo, se non sbaglio sei istruttore. Insegni un qualcosa…in quella serata magari qualcuno imparer? o si rinfrescher? la memoria su alcuni argomenti, o magari sar? l’occasione per parlare e ascoltarei vari punti di vista, che in tema di "sicurezza" spesso sono molti e vari.
    Bada bene, non fraintendere, io per primo non sono un amante o un promotore del "tutto sicuro al 100%" & "rischio zero". Nel mio piccolo a volte vado in montagna da solo, quando molti lo sconsigliano…per? anche se la voglia di ghiaccio mi ? rimasta, non sono andato a fare canali da met? aprile in l?, nonostante fossero ancora "carichi".Magari non succede nulla, ma se succede credo che buona parte della colpa sia di chi ci ? voluto andare con temperature non adeguate, tanto per fare un esempio.
    Il rischio andando in montagna c’?, se non ci fosse mi sembrerebbe di stare sul divano, per? non si nasce neanche "imparati"!
    Ogni tanto purtroppo, ci rimettono le penne anche quelli del soccorso perch? sulle montagne si trovano pure gli pseudo eroi che si improvvisano il Kammerlander della domenica, quelli che non possono mai rinunciare, e poi finisce in merda.
    La montagna a me piace perch? ci ritorno.
    Poi l’imponderabile ? incalcolabile in quanto tale….il resto dobbiamo cercare di tenerlo pi? sottocchio possibile…per noi e per gli altri.

    #17487
    alberto
    Partecipante

    Alex scritto:

    "dai rischi nasce la saggezza"

    …o nasce un funerale.

    Come mai hai riportato le varie frasi dell’ultimo numero di montagne 360?

    Magari sbaglio, ma tra le righe leggo un qualcosa simile alla "protesta".Il primo, e ad ora unico commento in risposta a questo post, lo sento come negativo.
    Non che a me cambi qualcosa, non lo conosco nemmeno il sig.Paleari, per? mi sembrava potesse essere un gioved? sera migliore di tanti altri.
    Non credo sia una serata a bischero.
    Quali argomenti affronteranno nello specifico non lo so, ma per qualcuno potrebbe essere interessante, ma ancor prima utile.

    Nel mondo c’? anche bisogno di chi insegna, di tramanda un sapere.
    Tu per primo, se non sbaglio sei istruttore. Insegni un qualcosa…in quella serata magari qualcuno imparer? o si rinfrescher? la memoria su alcuni argomenti, o magari sar? l’occasione per parlare e ascoltarei vari punti di vista, che in tema di "sicurezza" spesso sono molti e vari.
    Bada bene, non fraintendere, io per primo non sono un amante o un promotore del "tutto sicuro al 100%" & "rischio zero". Nel mio piccolo a volte vado in montagna da solo, quando molti lo sconsigliano…per? anche se la voglia di ghiaccio mi ? rimasta, non sono andato a fare canali da met? aprile in l?, nonostante fossero ancora "carichi".Magari non succede nulla, ma se succede credo che buona parte della colpa sia di chi ci ? voluto andare con temperature non adeguate, tanto per fare un esempio.
    Il rischio andando in montagna c’?, se non ci fosse mi sembrerebbe di stare sul divano, per? non si nasce neanche "imparati"!
    Ogni tanto purtroppo, ci rimettono le penne anche quelli del soccorso perch? sulle montagne si trovano pure gli pseudo eroi che si improvvisano il Kammerlander della domenica, quelli che non possono mai rinunciare, e poi finisce in merda.
    La montagna a me piace perch? ci ritorno.
    Poi l’imponderabile ? incalcolabile in quanto tale….il resto dobbiamo cercare di tenerlo pi? sottocchio possibile…per noi e per gli altri.

    nessuna critica nei confronti di Alberto Paleari, ottima guida alpina e ottimo alpinista, nonch? scrittore e nessuna critica nei tuoi per avere messo questa notizia della serata che credo interessante.

    La notizia che hai riportato, parlando di sicurezza, ? stata solo lo spunto per parlare della "MANIA DI SICUREZZA" che impera oggi nella societ? moderna, e visto che avevo in mano la rivista del CAI con dentro un interressante articolo sul rischio di limitare la libert? di accesso alla montagna, al fine di garantire questa assoluta! sicurezza.

    E’ per questo che ho messo questi commenti.
    Perch? c’? in atto una iniziativa per regolamentare, quindi limitare la libert? di accesso alla montagna.
    O ci vai come dicono loro, se sei patentato, secondo certi canoni di "sicurezza"…, oppure te ne stai a casa e ti guardi la montagna su internet…

    In particolare mi ha colpito, e condivido, il commento di Mariacher:

    …"L’alpinismo ? una grande scuola di vita, dove si impara a prendersi le responsabilit? per le proprie azioni.

    …Una societ? che vuole trasformarci in pecore, per interessi politici economici, anzich? umani, riporta il nostro stato di sviluppo a tempi oscuri quando l’individuo andava soffocato sotto il potere di masse controllate.

    ….La societ? non vuole individui responsabili, ma preferisce controllare tutti con regole e paragrafi. Tutto in nome degli interessi della societ?.

    Ci vogliono costringere a vivere l’avventura soltanto in televisione, attraverso finti eroi o sport spettacolari. Poi ci offrono l’avventura in piena sicurezza, entro confini stabiliti dalla legge, e in coda a tutto questo ci sono gli interessi di chi vende l’avventura senza rischio.[/b]

    In confronto alla burocrazia onnipotente mi sembra inutile affermare che senza rischio non c’? avventura e oltrepassare i propri limiti ? quello che ha fatto uscire l’uomo dalle caverne.

    ….Non si fanno affari con individui selvaggi, ma con le masse telecomandate".

    si ? vero io sono un istruttore del CAI . Insegno ai corsi le manovre di corda, a fare i nodi, a usare certi attrezzi, ect e queste cose vanno fatte per bene.
    Ma una cosa ho cercato sempre di fare capire: che in certe situazioni non ? il manuale che ti salva la pelle, ma la tua testa e l’istinto animale che ? dentro di te, che bisogna essere flessibili e sapersela cavare senza essere condizionati in toto dagli attrezzi, che senza dubbio ci facilitano le cose, ma spesso ci rendono schiavi. Che si arrampica in funzione della roccia e non del chiodo; che la montagna ? pericolosa ma che rischio e pericolo fanno parte del gioco. Si controllano, ci si adatta, si trovano delle risposte ma non si eliminano!
    E soprattutto non vanno eliminati!! perch? sono il succo dell’alpinismo.

    #17489
    Anonimo
    Ospite

    Condivido in toto quello che hai detto!
    Probabilmente non l’ho mai pensata come te tanto quanto in questo momento.
    Specialmente riguardo al fatto dell’istinto.
    Bisognerebbe che molti tornassero ad essere uomini, di carne ossa testa e palle. Ma non solo nell’alpinismo, ma nella vita di tutti i giorni.
    Purtroppo al giorno d’oggi se un uomo ? in sintonia con la natura viene guardato come un selvaggio mentre la normalit? diventano i frocetti alla dolce e gabbana che vanno avanti a centri estetici e cremine per il culo.
    Le avventure senza rischio, le manie di sicurezza, le vogliono per questa gente qua, quella gente che non capisce che andando a giro in un bosco ? normale potersi bucare con una spina….invece cercano di azzerare tutto. Farebbero meglio a concentrarsi su fumo e droga che sicuramente fanno + morti dell’alpinismo.

    #17494
    derrick
    Partecipante

    LA MONTAGNA NON SAR? PER ME UN POSTO DOVE COLTIVARE UNA PASSIONE, MA UNA CATTEDRALE, DOVE CELEBRARE LA MIA FEDE…. Nessuno potr? mai obbligarmi sul da fare o dirmi come comportarmi in montagna, forse vi morir? domani e se cos? fosse la gente potr? solo invidiare che lo farei libero come pochi al giorno d’oggi; se per mio dolo spero solo di non arrecare danno a chi potrebbe essere con me. (la stupenda frase iniziale non so di chi sia, cmq l’ho sentita anche se non ricordo dove)

    #17517
    alebiffi86
    Partecipante

    bonatti scritto:

    Perch? c’? in atto una iniziativa per regolamentare, quindi limitare la libert? di accesso alla montagna.
    O ci vai come dicono loro, se sei patentato, secondo certi canoni di "sicurezza"…, oppure te ne stai a casa e ti guardi la montagna su internet…

    [/quote]

    Di che iniziativa parli? c’? una proposta di legge in atto?? se cos? fosse la cosa mi preoccupa veramente..sarebbe la fine! a parte che secondo me sarebbe inattuabile: cosa potrebbero fare in concreto? spargere centinaia di forestali per tutte le montagne che multino tutti coloro non in possesso del patentino? non avranno mai (per fortuna) ne i soldi ne i mezzi per mettere in atto una follia del genere per? il solo fatto che se ne parli mi f? rabbrividire; secondo te in quale modo potrebbero attuare questo controllo? resta il fatto (e in questo spero con il cuore che saremo tutti uniti)che qualunque legge facciano io me ne batter? sempre i coglioni e continuer? ad andare in montagna come,dove,quando e con chi mi pare e il primo che tenter? di fermarmi l’unica cosa che otter? sar? una picozza piantata in testa e un martello da ghiaccio nelle palle..:angry: ; e mi spiace dirlo ma anche in varie sezioni del CAI (tra le quali quella di Spezia)ci sono molti personaggi che sarebbero a favore di una legge simile quando invece dovrebbero farsi promotori della famosa libert? responsabile di cui parlavamo..

    #17525
    alberto
    Partecipante

    si ci sono delle iniziative, sia pubbliche che private , con l’intento di rendere pi? sicura l’attivit? montana, che stanno creando delle limitazioni alla frequentazione libera della montagna.

    Vedi ad esempio da noi il divieto di scalare sulla parete del Solco d’Equi, perch? gli arrampicatori disturbano l’aquila. Poi li vicino si affetta la montagna, passano camion, si sparano mine. Ma questo non conta….

    Poi tutte le varie iniziative di richiodatura sistematica degli itinerari, anche storici, all’insegna della "sicurezza".

    Poi le varie responsabilit? a seguito di incidenti, anche nei confronti dei soccorritori che si trovano ad intervenire mettendo a repentaglio la propria vita per salvare qualche "esaltato alpinista"…

    Per discutere di questi problemi, sono stati organizzati diversi incontri e congressi:

    "il rischio in alpinismo: salvarlo o eliminarlo? " Palamonti di Bergamo 19/11/2012

    "la libert? dell’alpinismo sulla base dei valori durevoli" Dro (Tn) 6/10/2012
    [b]
    "La libert? delle proprie scelte, la libert? in montagna"[/b] organizzato dal CAI a Bressanone il 24/10/2012

    Inoltre c’? una iniziativa a cura di Carlo Zanantoni CAAI che ha proposto di istituire un’ OSSERVATORIO per la libert? in montagna per monitorare eventuali limitazioni della pratica alpinistica.

    Indirizzo: osservatorio@cai.it

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