ho ripetuto questo bell’itinerario classico parecchie volte , una anche d’inverno. Durante queste ripetizioni avevo visto che nella parte finale, dove la via classica va a sinistra per evitare la parte strapiombante , a destra si vedevano dei chiodi per me misteriosi.
Quindi non restava che andare a vedere di cosa si trattava e togliersi la curiosit?.
Ripetizione del 13 giugno 1999 con Sabrina, Enrico e Luciano (Imbecaro).
Raggiunta la sosta prima della traversata che a sinistra porta alla grotta, evitando gli strapiombi finali, la variante va a destra raddrizzando la via dello sperone con percorso decisamente pi? impegnativo e molto esposto.
1) Dalla sosta salire a destra su cengetta, proseguire a destra per fessure V e V+ sostenuto . Poi per placche delicate VI- sempre salendo obliquamente a destra. Superare una vecchia sosta malsicura (che non ho usato) e dopo un tratto di V? sostare su cengetta appena accennata sotto una bella fessura. Sosta su 2 FR. molto esposta. 35 mt.
2) Superare la sovrastante fessura (la via originale pi? facile forse ? a destra) con atletica scalata V/V+ poi per rampa pi? facile IV raggiungere una sosta su comodo terrazzo ( 1ch. di sosta) 15 mt.
3) Il pilastro si adagia . Prima a destra III? poi ancora a sinitra III e II si raggiunge la grossa cengia sotto la spalla della croce Petronio. 45 mt.
la variante ? completamente attrezzata con chiodatura abbondante ma vecchia ma nel complesso in buono stato, almeno nel 1999.
Evitare la prima sosta che anche se con diversi ch. ? su roccia rotta.