Traforo della Tambura

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  • #4173
    Anonimo
    Ospite

    Marco di AS scritto:

    Ciao Mirto, capisco lo scetticismo ma per quanto mi riguarda – vista anche la disponibilit? di Bergame – ho deciso di darmi da fare per quanto ? nelle mie, anzi nelle nostre possibilit?. Come dicevo, c’? qualche idea in proposito; vediamo se tra un po’ ci possiamo incontrare tra tutti quelli che hanno a cuore i problemi ambientali delle Apuane per un confronto in merito. Che ne dici?
    Per Matteo: scusa, non me n’ero accorto. Come eri intervenuto?

    Marco

    marco, nel mio piccolo se posso dare una mano… sono biologo e lavoro nel settore. magari sentiamoci.

    #4175
    Marco di AS
    Partecipante

    praseodimio scritto:

    marco, nel mio piccolo se posso dare una mano… sono biologo e lavoro nel settore. magari sentiamoci.

    Ok, grazie; con Bergame c’? una mezza idea di contattare gli organizzatori del solstizio a Pruno per mettere in piedi una mostra o un altro evento significativo dal punto di vista ambientalistico per l’edizione del prossimo giugno… Ci farebbe piacere se tutti contribuissero. In ogni caso inviteremo agli incontri attraverso il forum. Comunque ripeto i miei recapiti; 335-3544888 e marco.lapi@toscanaoggi.it

    Marco

    #4177
    Anonimo
    Ospite

    Oltre a una competenza pi? o meno scientifica in materia ecologica sto mettendo da parte degli scatti, mi piacerebbe fare qualcosa di mio, tempo libero, meteo e materia prima permettendo. Magari potrebbe essere un’occasione.

    Il lavoro svolto a pruno negli ultimi anni ? stato davvero meritevole anche se forse per un maggior impatto e presenza di pubblico potrebbe valer la pena coinvolgere anche le amministrazioni comunali pi? a valle, pietrasanta e seravezza in primis. Hanno gli spazi e le risorse per dare grande visibilit? alle iniziative… sempre che interessi.

    #4178
    Marco di AS
    Partecipante

    Credo che Seravezza sia stata in qualche modo coinvolta, Pietrasanta no. Comunque proporrei che quando fissiamo per parlarne con loro ci fossi anche tu. Sarebbe utile!

    Marco

    #4179
    Anonimo
    Ospite

    sicuramente, mi farebbe piacere. tienimi aggiornato
    matteucci.m(chiocciolina)gmail(punto)com
    marco

    #4182
    Anonimo
    Ospite

    Marco di AS scritto:

    Ciao Mirto, capisco lo scetticismo ma per quanto mi riguarda – vista anche la disponibilit? di Bergame – ho deciso di darmi da fare per quanto ? nelle mie, anzi nelle nostre possibilit?. Come dicevo, c’? qualche idea in proposito; vediamo se tra un po’ ci possiamo incontrare tra tutti quelli che hanno a cuore i problemi ambientali delle Apuane per un confronto in merito. Che ne dici?
    Per Matteo: scusa, non me n’ero accorto. Come eri intervenuto?

    Marco

    La tua proposta ? lodevole e meritevole di ogni attenzione.
    Tuttavia personalmente sono molto pessimista riguardo ai destini delle Apuane.
    Se le istituzioni (che forse qualche influenza ce l’hanno) non vogliono fare nulla, non vedo quali risultati tangibili potremmo conseguire noi, nel nostro piccolo e pur sempre animati da buoni propositi.
    Senza considerare il fattore tempo, che ? fondamentale. Mentre noi stiamo qui a discutere, la distruzione procede inarrestabile senza il bench? minimo rispetto per il territorio, con la solita logica di rapina tanto diffusa in questo (disgraziato) Paese.

    Mi sembra tanto una lotta contro i mulini a vento di DonChisciottiana memoria: occorrono entusiasmo e tante energie, oltre a molto tempo che, al momento, non posso dedicare a questo scopo.

    M.

    #4187
    Marco di AS
    Partecipante

    Mirto, non ? che io sia ottimista ma in tutti questi anni mi sembra di aver capito che o ci diamo da fare per il poco che possiamo ottenere o non otterremo nemmeno quello. Di tempo ne ho poco anch’io, ma ci voglio provare. Vediamo cosa viene fuori…

    Marco

    #4194
    Anonimo
    Ospite

    Per intervenire sulla questione Traforo della Tambura e sulle iniziative per la difesa delle apuane, prendo lo spunto dalle ultime parole pronunciate dall?escursionista di Sarzana caduto in Pania il 4 gennaio scorso. Poco prima di cadere ha chiamato al telefono l?amico rimasto pi? in basso per dirgli: ?ti sei perso lo spettacolo? .

    Volevo partire da queste parole, che tutti noi abbiamo pronunciato un?infinit? di volte tornando a casa, per fare una riflessione sul fatto che si va in montagna, a volte rischiando la pelle, sia per il piacere di muoversi e mettere alla prova se stessi, sia per amore del Bello che la montagna offre.

    Questo ? ancor pi? vero per la natura in veste invernale quando tutte le ferite sono nascoste e tutto viene trasfigurato dalla coltre bianca che da noi spesso ? ghiaccio. Quando il sole splende e i colori sono vivi tutto sembra nuovo e meraviglioso, l?eccitazione ci travolge come bambini. Il fatto che tutti siamo disposti a rischiare la pelle per godersi ?lo spettacolo? della pania innevata fa capire quanto ? forte lo stimolo ad andare in montagna per rigenerarsi e rifuggire dal Brutto, sia quello delle nostre citt?, sia quello della nostra quotidianit? spesso appiattita e avvilente.

    Proprio perch? ? cos? prepotente la ricerca del Bello, tanto profondamente ci indigna e ci disturba il Brutto di cui in Apuane non mancano certo gli esempi. Ma quando abbiamo tempo libero e decidiamo di partire per un?escursione, giustamente, non vogliamo affliggerci con problemi annosi come quello delle cave o delle discariche.

    Quando passiamo in una cava o attraversiamo un ravaneto spesso cerchiamo di non vedere. Le nostre foto le scattiamo al Pisanino piuttosto che alla val serenaia devastata, o per fare un altro esempio, dalla vetta del Corchia rivolgiamo il nostro sguardo alla maestosa Pania della croce o alla foce di mosceta piuttosto che alla sud del corchia sventrata dalle cave. Se programmiamo una gita cerchiamo di evitare possibilmente di passare per ambienti degradati.

    Provate a contare tra le vostre foto quante ritraggono il Bello e quante ritraggono il Brutto. Io stesso che ho visto decine di volte la devastazione del passo della Focolaccia, quando mi sono messo a cercare foto vecchie e nuove che ne mostrassero lo stato nelle varie epoche, mi sono reso conto di avere solo foto delle vette e dei crinali pi? integri e pochissime che mostravano le ferite pi? gravi.

    E qui veniamo al discorso della tutela ambientale e al progetto a cui ha accennato Marco di AS , che in via provvisoria potremmo battezzare ?contro-guida delle Apuane? oppure ?le Apuane che non vogliamo?: bisogna creare nei frequentatori della montagna pi? attenti alla tutela ambientale (e spero siano tutti) la consapevolezza che si dovrebbe dedicare una parte del proprio tempo libero e delle proprie escursioni non solo alla ricerca del Bello ma anche del Brutto, anzi pi? il Bello ? minacciato e assediato tanto pi? ? necessario cercare e documentare il Brutto.

    Questo non vuol dire smettere di andare in Pania e cominciare a frequentare solo i bacini di cava, ma nel corso di una gita normale avere l?occhio di cogliere e ritrarre anche gli aspetti pi? sgradevoli, prendere una gita come occasione per mostrare a tutti quello che di Brutto c?? nelle Apuane (che purtroppo vediamo solo noi che le frequentiamo da vicino) e di mostrare ad altri ambienti naturali unici ridotti in discariche e in cumuli di macerie.

    Per dirla con uno slogan la campagna da intraprendere nei prossimi mesi potrebbe essere: ?se vogliamo continuare a vedere il bello delle Apuane cominciamo a mostrare il brutto?.

    E? vero, ? la battaglia contro i mulini a vento, ma ? un impegno che chiunque ami le Apuane dovrebbe sentire come una priorit?, e io credo, che essendo questa una schiera molto numerosa, un?azione collettiva in questa direzione non pu? rimanere inascoltata.

    #4197
    Anonimo
    Ospite

    Ciao a tutti,
    proprio oggi mi trovavo a Resceto, e che privilegio poter percorrere la Lizza del Padulello di marted? mattina!!!!! La giornata ? stata splendida, e come ogni volta che salgo le vecchie vie di Lizza, mi commuovo nel pensare alle vite consumate su quei monti per il marmo e per loro solo un po’ di pane..w la retorica, certo, ma non possiamo dimenticare la ricchezza del patrimonio storico delle valli massesi.
    Come possiamo permettere che un traforo distrugga la bellezza delle lizze, delle vecchie cave?
    Perch? nelle cave, nei ravaneti c’? il Bello e il Brutto – per rispondere a Bergame – perch? l’archeologia industriale o la semplice curiosit? ti spingono ad odiare la cava per il suo impatto ambientale, ma anche ad amare un paesaggio modificato in tal modo dall’uomo e che all’uomo ha dato tanto.
    Personalmente amo le escursioni nelle valli di Forno, Resceto e le loro Lizze, le cave del Sagro. la Celso Rossi…ma quanti di noi credono che certi "reperti storici" debbano essere preservati? Ancora una volta, forse, si distrugger? la montagna a scopo economico. Dobbiamo stare a guardare? Forse l’escursionista non ha nessun autorit?, ma almeno la parola ? un diritto di tutti. Facciamoci sentire.

    #4199
    guido
    Partecipante

    purtroppo ho sentito di questa notizia. non posso che mostrare il mio DISAPPUNTO PIU’ TOTALE per questa ennesima idiozia. :angry:

    proprio oggi ero a Resceto alla ricerca di un vecchio collegamento che dalla Cava del Tufo sulla Lizza del Padulello andasse alla Foce della Vettolina, ebbene esiste..ed ? frequentato solo da capre. forse ? il bello che avvolge questa valle, il silenzio ed il profondo isolamento ambientale.

    ho parlato per quasi un’ora con l’unico pastore di Resceto che guardava solitario le sue capre alla casa del fondo con due bellissimi cani neri, si ? parlato di tante cose. la storia dei cavatori, della lizzatura, dei cybo-malaspina ? passata per questa valle. NON ci passer? una strada, perch? qui la strada finisce ed inizia la montagna. Le Apuane.

    Ho incontrato anche Romano di Resceto e dopo qualche informazione sui monti circostanti gli ho chiesto del traforo. ha detto che qualcuno ? venuto a vedere..
    il traforo andrebbe dal Canale dei Vernacchi (quello che tutti chiamano Canale dei Piastriccioni, ma che NON lo ?), precisamente dal Ponte del Pisciarotto all’Arnetola. Guardando ora la CTR sarebbe un buco di 2,5 km c.

    sarebbe lo scempio pi? grande delle Apuane. l’impatto ambientale sul complesso carsico della tambura sarebbe devastante per tutte le sorgenti. che vantaggi apporterebbe ai paesi dei due versanti? l’unico vantaggio sarebbe solo per l’escavazione del marmo…quella si che la crisi non la conosce. sempre pi? cave e sempre pi? scempio. NO. basta.

    #4200
    Marco di AS
    Partecipante

    Stando cos? le cose, quindi, il traforo passerebbe non sotto la Tambura ma sotto l’Alto di Sella. E sarebbe una galleria con una pendenza del 10%, perch? guadagnerebbe circa 250 metri di dislivello in 2,5 km, dato che il ponte del Pisciarotto ? sui 700 metri e Arnetola, a quell’altezza, sui 950. Grande pensata, per poi ridiscendere a Vagli… Ma pi? che altro ci dovrebbero spiegare come pensano di coprire il dislivello di 200 metri e forse pi? tra Resceto (500 m. circa, ma 477 al fondo del canale) e il ponte del Pisciarotto stesso, che distano tra loro nemmeno un chilometro in linea d’aria… diciamo 800 metri. Quindi salita diretta del 25%… Oppure tornanti. Gi?, ma dove li fanno passare, in una valle come quella? Non credo ci sia per ora neppure un progetto di massima, ma se ci fosse sarei curioso di vederlo. Per me – a parte il giudizio sullo scempio ambientale che condivido pienamente – restano chiacchiere da cui comunque guardarsi. Altrimenti ? meglio che si facciano vedere. Ma da uno bravo… :blink:

    #4201
    Anonimo
    Ospite

    Come si pu? immaginare mi associo anch’io al generale sdegno. Un traforo sotto l’Alto di Sella devasterebbe irreversibilmente una delle valli alle quali sono pi? legato, e si porterebbe via tanti ricordi di quando ero un ragazzino e anche degli anni pi? recenti.

    Al di l? dell’aspetto personale, non credo comunque che un simile progetto possa portare alcun guadagno agli abitanti di Resceto, piuttosto solo danni. Resceto a mio avviso ? un posto stupendo, di una bellezza solitaria e selvaggia, che si potrebbe semmai valorizzare maggiormente (ovviamente con tutte le cautele del caso). Non si pu? distruggerlo cos?.

    Per tutte le cose che fa notare Marco la fattibilit? tecnica anche a me sembra difficile da ipotizzare (per fortuna).
    Ma il solo fatto che qualcuno faccia circolare queste idee deve bastare a far sentire le nostre proteste!

    #4203
    Anonimo
    Ospite

    ..no..no..invece io sono d’accordo, anzi farei anche un autostrada che passa sotto l’arco del monte forato e poi rientra lato mare dalla focolaccia, poi sopra l’arco ci facciamo anche un autogrill…….

    povere le nostre montagne ma che hanno fatto di male per subire tanti scempi:angry: :angry: :angry:
    anche io credo che la malsana idea non sia realizzabile e che si perder? nel dimenticatoio ma vedere soltanto il titolo sul giornale mi ha fatto male…
    Comunque facciamoci sentire pi? che possiamo.

    #4207
    Anonimo
    Ospite

    La fattibilit? tecnica, al giorno d’oggi, esiste per tutti i progetti: dipende solo dai soldi!

    Se i dislivelli da Resceto al Pisciarotto sono troppo forti, basta far passare la nuova strada sul versante sinistro della valle che conduce a Resceto, costruendo ex novo una strada (camionabile) che prenda la quota necessaria. Poi piccolo tunnel ed ecco il Pisciarotto e da qui il tunnel principale.

    A parte gli scherzi, speriamo davvero che rimanga solo un sogno (incubo).

    Piuttosto, sul sito del Parco sarebbe auspicabile che queste notizie venissero fuori e, magari, discusse.

    M.

    #4208
    Anonimo
    Ospite

    E di questo "grande progetto" appoggiato anche dai verdi ne vogliamo parlare ?
    Un parco eolico artistico sulle nostre Apuane
    Jacopo Cascella, artista figlio di Pietro ha presentato l?idea promossa dai Verdi

    CARRARA. Arte e tecnologia insieme per produrre energia elettrica dal vento, obelischi di marmo di Carrara che svettano colorate sulle cime delle Apuane e che aspirano a diventare anche un?attrazione turistica: ? solo un progetto abbozzato, ma senza dubbio suggestivo e anche in qualche modo ambizioso (nel senso che cerca di fare andare d?accordo l?ambiente con le esigenze energetiche e con l?arte): si chiama ?Vento alla pace?, l?idea dell?artista Jacopo Cascella, figlio di Pietro, presentata ieri a Firenze.
    Jacopo Cascella, nato a Carrara, lavora a Fivizzano, citt? che fu scelta dal grande artistica Pietro come patria d?elezione. La sua idea ? stata promossa insieme con i Verdi della Toscana, la consulenza dell?architetto Davide Berrettini di Siena, e – assicura il lancio Ansa di ieri pomeriggio – ?? gradita al presidente della Regione Toscana Claudio Martini, al presidente del parco della Alpi Apuane Giuseppe Nardini, e al capogruppo di Forza Italia in Regione Alberto Magnolfi?. Il progetto, ha spiegato Cascella, sar? composto da pale eoliche con colori dell?arcobaleno, inserite come obelischi su basamenti di marmo. ?Un incontro – ha detto Cascella – tra due diverse energie, quella eolica e quella spirituale dell?arte?. ?Il nostro intento – ha detto Fabio Roggiolani, consigliere regionale dei Verdi – ? di far capire che natura e forme di energia rinnovabili non sono in conflitto: i parchi eolici non devono essere visti come qualcosa di brutto, ma qualcosa da valorizzare. Tanto pi? che, secondo una legge del 1992, i parchi devono produrre energia da fonti rinnovabili?. ?Occorre – ha sottolineato Martini – costruire un?alleanza tra difesa della natura e arte: i cambiamenti ambientali sono un tema obbligatorio e anche il mondo artistico e creativo pu? inventare forme di tutela dell?ambiente e nel contempo bellezza?.
    Aggiunge Jacopo Cascella: ??Vento alla pace? punta ad un contatto tra cielo e terra, cos? come gli obelischi egiziani furono inventati per prendere energia dal cielo?.
    Come commenta il sito greenreport, l?opera potrebbe essere considerata un ibrido tra un comune parco eolico e una forma evoluta di ?land art?. Il luogo di collocazione dell?opera ? ancora da definire: qualcuno ipotizza la zona di nord-ovest, vicino al Monte Pisanino, ma servono comunque fronti montuosi che si affaccino direttamente sul mare, dove il vento ? pi? favorevole. Il presidente Giuseppe Nardini ha citato ?aree contigue di cava? come pi? probabile luogo di installazione. Riferisce ancora greenreport che, a detta del presidente del Parco Nardini, ?le Apuane e l?arte sono legate storicamente dal marmo, e questa opera ? la naturale prosecuzione dell?attivit? marmifera. Occorre andare oltre l?arte, e contemporaneamente evolvere il sistema energetico. Il progetto, il cui profilo riprende quello dei picchi circostanti, sar? a completo carico dei privati dal punto di vista economico. Come tempi, ci siamo dati 5 anni per completare l?opera?.

    Era sul Tirreno di oggi cronaca di Carrara, domani l’articolo sar? sulla scrivania del comitato centrale delCAI, speriamo si muovano per tempo e bene.

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