Traversata Focola del Vento – Selvarella

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  • #13222
    Enzo
    Partecipante

    Le sensazioni: principalmente un senso di sbigottimento e quasi di incredulit? per quello che erano capaci di fare i cavatori, e anche di commozione (non mi vergogno a dirlo) per quello che erano costretti a fare per guadagnarsi un misero pane, appena sufficiente per vivere alla meglio.
    Riguardo al terreno: ? sempre impressionante riscoprire quanto le Alpi Apuane possano essere infide e pericolose, anche a bassa quota (a Renara sono pericolose gi? a 300-400 m!); e poi mi piace la loro somiglianza appunto con le Dolomiti e le Giulie pi? selvagge, con quei posti inverosimili fatti di bosco quasi verticale, erba, roccette (= terreno pericoloso per definizione) dove appunto passano i viaz. Ma i nostri cavatori non erano da meno dei camorzieri della Schiara o dei Monti del Sole, o dei cacciatori del Montasio!
    Ciao Bonatti, ci vediamo
    Enzo

    #13223
    Guido
    Partecipante

    ne vogliamo parlare delle piastre dei paleri fatte insieme venerd? scorso…? :blink:

    #13224
    Enzo
    Partecipante

    guido scritto:

    ne vogliamo parlare delle piastre dei paleri fatte insieme venerd? scorso…? :blink:

    Ne parler? anch’io volentieri, ma sarebbe corretto aprire un altro topic, perch? andremmo fuori tema: nonno ha ragione.
    Detto questo, e mi rivolgo a Fabrizio, non vorrei neanche ingessare troppo la conversazione, non siamo mica un Consiglio d’amministrazione legato a un ordine del giorno… secondo il mio parere. E del resto, Fabrizio: c’entra qualcosa il Becco della Tribolazione (di cui peraltro leggo molto volentieri) con le Alpi Apuane?
    Enzo

    #13226
    Fabrizio
    Amministratore del forum

    :P Dai non fate sempre i permalosi!!! Era solo un modo per ricordarvi che stavate andando OT!
    Cmq per essere precisi c’? un’apposita sezione "Escursioni ed Itinerari extra apuani" dove appunto ? stato pubblicato ;)

    #13227
    alberto
    Partecipante

    Enzo scritto:

    Le sensazioni: principalmente un senso di sbigottimento e quasi di incredulit? per quello che erano capaci di fare i cavatori, e anche di commozione (non mi vergogno a dirlo) per quello che erano costretti a fare per guadagnarsi un misero pane, appena sufficiente per vivere alla meglio.
    Riguardo al terreno: ? sempre impressionante riscoprire quanto le Alpi Apuane possano essere infide e pericolose, anche a bassa quota (a Renara sono pericolose gi? a 300-400 m!); e poi mi piace la loro somiglianza appunto con le Dolomiti e le Giulie pi? selvagge, con quei posti inverosimili fatti di bosco quasi verticale, erba, roccette (= terreno pericoloso per definizione) dove appunto passano i viaz. Ma i nostri cavatori non erano da meno dei camorzieri della Schiara o dei Monti del Sole, o dei cacciatori del Montasio!
    Ciao Bonatti, ci vediamo
    Enzo

    ne sono pi? che convinto che i nostri cavatori nulla avevano da invidiare ai camorzieri della Schiara.

    Come gi? ti ho detto non sono mai andato solomente per fare un viaz vero ? proprio. Li ho solo in parte percorsi per andare o tornare da una via. Vedi zone della Schiara, Burel, Bosconero e Spiz di Mezzod?.
    Per? mi sento molto attratto da questi percorsi perch? riportato ad un contatto profondo con la montagna dove l’elemento umano ? preponderante e dove l’aspetto tecnico ? secondario.
    In fondo basta avere un bel p? di pelo….sulla panza:laugh: e gusto per la scoperta.

    In particolare mi ricordo un tratto del viaz percorso per andare all’attacco della parete sud del Burel. Mi ? quasi pi? piaciuto il Viaz che la scalata della via.

    #13229
    Enzo
    Partecipante

    bonatti scritto:

    Enzo scritto:
    [quote]Le sensazioni: principalmente un senso di sbigottimento e quasi di incredulit? per quello che erano capaci di fare i cavatori, e anche di commozione (non mi vergogno a dirlo) per quello che erano costretti a fare per guadagnarsi un misero pane, appena sufficiente per vivere alla meglio.
    Riguardo al terreno: ? sempre impressionante riscoprire quanto le Alpi Apuane possano essere infide e pericolose, anche a bassa quota (a Renara sono pericolose gi? a 300-400 m!); e poi mi piace la loro somiglianza appunto con le Dolomiti e le Giulie pi? selvagge, con quei posti inverosimili fatti di bosco quasi verticale, erba, roccette (= terreno pericoloso per definizione) dove appunto passano i viaz. Ma i nostri cavatori non erano da meno dei camorzieri della Schiara o dei Monti del Sole, o dei cacciatori del Montasio!
    Ciao Bonatti, ci vediamo
    Enzo

    ne sono pi? che convinto che i nostri cavatori nulla avevano da invidiare ai camorzieri della Schiara.

    Come gi? ti ho detto non sono mai andato solomente per fare un viaz vero ? proprio. Li ho solo in parte percorsi per andare o tornare da una via. Vedi zone della Schiara, Burel, Bosconero e Spiz di Mezzod?.
    Per? mi sento molto attratto da questi percorsi perch? riportato ad un contatto profondo con la montagna dove l’elemento umano ? preponderante e dove l’aspetto tecnico ? secondario.
    In fondo basta avere un bel p? di pelo….sulla panza:laugh: e gusto per la scoperta.

    In particolare mi ricordo un tratto del viaz percorso per andare all’attacco della parete sud del Burel. Mi ? quasi pi? piaciuto il Viaz che la scalata della via.[/quote]
    Hai fatto un tratto del padre di tutti i viaz, quello ‘dei camorz e dei camorzieri’ del mitico Franco Miotto. Riparliamone la prossima estate…

    #13242
    alberto
    Partecipante

    Enzo scritto:

    bonatti scritto:
    [quote]Enzo scritto:
    [quote]Le sensazioni: principalmente un senso di sbigottimento e quasi di incredulit? per quello che erano capaci di fare i cavatori, e anche di commozione (non mi vergogno a dirlo) per quello che erano costretti a fare per guadagnarsi un misero pane, appena sufficiente per vivere alla meglio.
    Riguardo al terreno: ? sempre impressionante riscoprire quanto le Alpi Apuane possano essere infide e pericolose, anche a bassa quota (a Renara sono pericolose gi? a 300-400 m!); e poi mi piace la loro somiglianza appunto con le Dolomiti e le Giulie pi? selvagge, con quei posti inverosimili fatti di bosco quasi verticale, erba, roccette (= terreno pericoloso per definizione) dove appunto passano i viaz. Ma i nostri cavatori non erano da meno dei camorzieri della Schiara o dei Monti del Sole, o dei cacciatori del Montasio!
    Ciao Bonatti, ci vediamo
    Enzo

    ne sono pi? che convinto che i nostri cavatori nulla avevano da invidiare ai camorzieri della Schiara.

    Come gi? ti ho detto non sono mai andato solomente per fare un viaz vero ? proprio. Li ho solo in parte percorsi per andare o tornare da una via. Vedi zone della Schiara, Burel, Bosconero e Spiz di Mezzod?.
    Per? mi sento molto attratto da questi percorsi perch? riportato ad un contatto profondo con la montagna dove l’elemento umano ? preponderante e dove l’aspetto tecnico ? secondario.
    In fondo basta avere un bel p? di pelo….sulla panza:laugh: e gusto per la scoperta.

    In particolare mi ricordo un tratto del viaz percorso per andare all’attacco della parete sud del Burel. Mi ? quasi pi? piaciuto il Viaz che la scalata della via.[/quote]
    Hai fatto un tratto del padre di tutti i viaz, quello ‘dei camorz e dei camorzieri’ del mitico Franco Miotto. Riparliamone la prossima estate…[/quote]

    gi? Franco Miotto…

    questo Viaz che lui ha scoperto andando dietro ai camosci, se non ricordo male dovrebbe partire dalla Pala Alta per arrivare alla Forcella Oderz quindi traversare sotto le pareti della Pala Tissi , traversare l’immensa parete sud del Burel , arrivare alla Fratta del Moro e scendere in Val Vescov

    #13243
    Enzo
    Partecipante

    bonatti scritto:

    Enzo scritto:
    [quote]bonatti scritto:
    [quote]Enzo scritto:
    [quote]Le sensazioni: principalmente un senso di sbigottimento e quasi di incredulit? per quello che erano capaci di fare i cavatori, e anche di commozione (non mi vergogno a dirlo) per quello che erano costretti a fare per guadagnarsi un misero pane, appena sufficiente per vivere alla meglio.
    Riguardo al terreno: ? sempre impressionante riscoprire quanto le Alpi Apuane possano essere infide e pericolose, anche a bassa quota (a Renara sono pericolose gi? a 300-400 m!); e poi mi piace la loro somiglianza appunto con le Dolomiti e le Giulie pi? selvagge, con quei posti inverosimili fatti di bosco quasi verticale, erba, roccette (= terreno pericoloso per definizione) dove appunto passano i viaz. Ma i nostri cavatori non erano da meno dei camorzieri della Schiara o dei Monti del Sole, o dei cacciatori del Montasio!
    Ciao Bonatti, ci vediamo
    Enzo

    ne sono pi? che convinto che i nostri cavatori nulla avevano da invidiare ai camorzieri della Schiara.

    Come gi? ti ho detto non sono mai andato solomente per fare un viaz vero ? proprio. Li ho solo in parte percorsi per andare o tornare da una via. Vedi zone della Schiara, Burel, Bosconero e Spiz di Mezzod?.
    Per? mi sento molto attratto da questi percorsi perch? riportato ad un contatto profondo con la montagna dove l’elemento umano ? preponderante e dove l’aspetto tecnico ? secondario.
    In fondo basta avere un bel p? di pelo….sulla panza:laugh: e gusto per la scoperta.

    In particolare mi ricordo un tratto del viaz percorso per andare all’attacco della parete sud del Burel. Mi ? quasi pi? piaciuto il Viaz che la scalata della via.[/quote]
    Hai fatto un tratto del padre di tutti i viaz, quello ‘dei camorz e dei camorzieri’ del mitico Franco Miotto. Riparliamone la prossima estate…[/quote]

    gi? Franco Miotto…

    questo Viaz che lui ha scoperto andando dietro ai camosci, se non ricordo male dovrebbe partire dalla Pala Alta per arrivare alla Forcella Oderz quindi traversare sotto le pareti della Pala Tissi , traversare l’immensa parete sud del Burel , arrivare alla Fratta del Moro e scendere in Val Vescov?.[/quote]
    S?, parte dalla Pala Alta. Poi Pala Bassa, Sabioi, Pinei, Forcella Oderz, traversata della parete SO del Burel, Fratta del Moro, traversata della parete NO del Burel (uno dei tratti pi? delicati), e infine Forcella del Boral del’Ors, ormai sulla Val Vescov?. Con un amico ho fatto il tratto da Forcella Oderz ai Pinei, e quello da Forcella Oderz verso la traversata della parete SO del Burel, senza impegnarci nella traversata verso la Fratta del Moro. Difficolt? fino al III da fare sciolti, piede e cuore fermi e via. Ma lo stress ? notevole…

    #13245
    alberto
    Partecipante

    nel tratto che il viaz attraversa la parete del Burel verso la Fratta del Moro, nei punti pi? esposti e difficili ci dovrebbe essere qualche fil di ferro.
    Ma non ne sono certo.

    Io sono arrivato fino al limite della parete sud sotto la via Goedeke, prima che la parete giri e si affacci sul baratro della sud ovest.
    Fino a li mi sembra di ricordare che non c’erano attrezzature solo qualche segno.

    #13248
    Enzo
    Partecipante

    bonatti scritto:

    nel tratto che il viaz attraversa la parete del Burel verso la Fratta del Moro, nei punti pi? esposti e difficili ci dovrebbe essere qualche fil di ferro.
    Ma non ne sono certo.

    Io sono arrivato fino al limite della parete sud sotto la via Goedeke, prima che la parete giri e si affacci sul baratro della sud ovest.
    Fino a li mi sembra di ricordare che non c’erano attrezzature solo qualche segno.

    S?, so che c’? un cavetto su un passo di IV nei pressi del punto pi? fotogenico di tutto il viaz: c’? una foto famosa con Miotto che ha sulle spalle l’ultimo camoscio della sua carriera, e attorno c’? un vuoto impressionante. Io ho anche fatto la via normale della Pala Alta (facile) e ho visto l’inizio del viaz, come ne ho visto la fine alla Forcella del Boral de l’Ors (venivamo dalla Val Ru da Molin). In effetti tutto il viaz ? segnato di giallo, e non ci sono problemi di orientamento. Serve pelo sullo stomaco (parecchio) e attrezzatura alpinistica solo per emergenza.

    #13857
    Enzo
    Partecipante

    Ecco un po’ di foto della traversata. Alcune si riferiscono a esplorazioni preliminari, e sono mie o di Andrea (un mio amico grande esperto di montagna e di Apuane). Le altre sono di Emanuele, e si riferiscono all’effettuazione della traversata completa.
    Grazie Bergame!
    Poco dopo la Focola del Vento, in alto a destra. Notare il muraglione a secco!

    Poco dopo il muraglione. Cengia di paleo esposta e sfuggente

    In primo piano lista di paleo espostissima e scabrosa

    Dopo la lista di paleo bisogna andare in cima a quella costola rocciosa

    Sono oltre la lista a cercare la continuazione. Le mie esplorazioni finirono l?

    Scendo all’inizio della costola. Sembrava chiss? che, ? solo II

    Si comincia a traversare verso la ‘macchietta del Balderi’. Sullo sfondo la Selvarella

    Continuo a traversare. Emanuele ? gi? nella propriet? (!) del Balderi

    Un’occhiata di l? dal canale centrale. Si vede una traccia, ma quando ci saremo sopra si rizzeranno i capelli! (pochi nel mio caso)

    Una doppia, non strettamente necessaria, per perdere livello

    Si comincia a traversare verso il canale. Detriti, I-II

    Di nuovo su terreno molto esposto

    II+ espostissimo e delicato

    Il muretto! sullo sfondo la Focola del Vento

    Al sole la traccia dopo la Focola del Vento

    Zoomata sul muretto

    Verso la Selvarella su terreno gi? pi? facile

    #13858
    alberto
    Partecipante

    grande Enzo, complimenti per la traversata e per averla riportata alla luce.

    Le foto rendono bene evidente la natura molto delicata del terreno che si va ad affrontare e l’asprezza del luogo tipicamente apuano.

    Fanno venire la voglia di andarci.

    #13859
    Anonimo
    Ospite

    Percorso molto affascinante e…scabroso! Complimenti anche per le foto e per aver "riavalutato" questo collegamento! E io, un tempo, pensavo di conoscere le Apuane….quante cose mi mancano invece.

    #13861
    Anonimo
    Ospite

    Complimenti Enzo, vedo che padroneggi alla grande la tecnologia ;)

    Complimenti anche di pi? per la scoperta di questa via e per la bella carrellata di foto sull? incredibile mondo verticale dei cavatori :blink: . Il Carpinone ? tosto ma questa traversata ad occhio e croce lo ? anche di pi? . Ovviamente, non in senso alpinistico. ma nella prospettiva di chi lo faceva a mani nude per la pagnotta. A proposito : dovete trovargli un nome caratteristico e pi? sintetico

    Ne approfitto per alcuni chiarimenti :
    avete trovato segni di passaggio da parte dei cavatori lungo tutto il percorso ? fittoni, altri muretti a secco o tracce di sentiero ? Oppure ci sono parti in cui la traccia scompare e bisogna procedere a naso ?
    Si passa sulla sommit? della costola per poi discenderne dal lato opposto, cio? verso la macchia del baderi ?
    Dopo la macchia del Balderi mi sembra di capire che si affronta il muretto a secco sospeso, ma ? un muretto di sostegno per il passaggio dei cavatori e quindi bisogna passarci sopra ? Secondo te c?erano altri tratti di muro a secco che ora sono scomparsi ?

    PS. ?mi consenta? un ultimo suggerimento: tra una foto e un commento metti una riga vuota prima e dopo, altrimenti il commento rischia di non essere visto perch? soffocato :sick: dalla potenza delle immagini :lol:

    #13862
    Anonimo
    Ospite

    Mi ? venuto un dubbio. ma ci passa anche la via dei Falchi l? in mezzo (ne parla Nerli sulla guida TCI-CAI), pi? o meno verso il centro di quell’ampio canale?

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