via Ceragioli alla sud ovest del Contrario

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  • Questo topic ha 41 risposte, 6 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 14 anni fa da Anonimo.
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  • #9834
    alebiffi86
    Partecipante

    ieri,con Matteo di Genova,siamo riusciti a mettere a segno questa via storica alla quale miravo da mesi.
    ? stato un vero e proprio "viaggio" alpinistico che ci ha impegnati al massimo delle nostre possibilit?.
    In effetti devo dire che la via per noi era veramente al limite ma io penso che solo tentando salite impegnative si possa alzare il proprio livello in montagna.
    Prover? a stendere una piccola relazione (senz’altro non precisa in quanto ero troppo concentrato sulla via per ricordare esattamente lunghezza dei tiri,grado,ecc..): siamo partiti da La Spezia alle ore 5.00 per parcheggiare all’inizio della valle degli alberghi alle 6.00.
    Ci siamo incamminati lungo la via di lizza con le frontali e pi? o meno all’alba abbiamo raggiunto la casa degli alberghi.
    Di l? ci sono volute circa un paio d’ore per risalire tutto lo zoccolo iniziale (costituito da roccia mista a paleo ed alberelli)e giungere all’attacco della via.
    Siccome sabato aveva piovuto c’era ancora qualche colata d’acqua,per cui ho ritenuto opportuno salire legati anche quei due o tre tiretti di 3?che nella mia precedente ricognizione avevo salito senza assicurazione.
    Comunque si tratta di una parte abbastanza insignificante dell’itinerario per cui inizier? a contare i tiri da dove inizia la via vera e propria.
    Superata una costola erbosa in conserva siamo giunti ad una piccola conca detritica al di sopra della quale si trovano le lisce placche di marmo che costituiscono il primo tiro (a mio parere).
    La placca v? salita stando cinque o sei metri alla sinistra del fix artigianale che si pu? usare come sosta di partenza.
    Si segue una piccola fessura obliqua che percorre tutta la placca fino ad arrivare ad un piccolo strapiombo che si vince tenendo alcune tacchette e lavorando in aderenza con i piedi.
    Dopodich? il terreno appoggia notevolmente e si procede con facilit?.
    Difficolt? di 5?,lunghezza circa 40/45 metri; due chiodi e due fix (ho integrato con un friend medio grande e uno piccolo DMM).
    Il secondo tiro inizia con un paretina composta da paleo e marmo gradinato (2?-3?)che conduce ad un terrazzo dal quale parte una parete pi? compatta e verticale; va vinta salendo un diedro sulla destra,poi il terreno spiana nuovamente.
    Difficolt? max di 4?,40/45 metri,mi sembra di ricordare che non c’era praticamente nulla (usati un paio di friend).
    A questo punto si sale nuovamente una dorsale erbosa (abbiamo progredito in conserva)facile che conduce alla vena gialla vera e propria e qui la via assume un andamento abbastanza verticale fino alla fine.
    Difficolt? 1?-2?grado,55/60m.
    Il quarto tiro inizia con una paretina di roccette e paleo per poi incassarsi in una specie di diedro-camino delimitato a destra da un pinnacolo roccioso;
    Difficolt? di 4?+,circa 35 m.,quattro chiodi.
    Il quinto tiro ? simile al quarto,pi? o meno solito grado e sviluppo.
    Il sesto tiro invece inizia con una parte pi? facile ed appoggiata,poi piega verso sinistra in un diedro che conduce quasi alla base dello strapiombo del tiro chiave.
    Per arrivare alla sosta per? bisogna affrontare un passo impegnativo (a mio avviso 5+),salendo a sinistra di un buon chiodo completo di moschettone.
    Bisogna tenere una maniglia scavata nel marmo friabile e usare i piedi in aderenza.
    Difficolt? 4?/5?+,circa 50/55 metri,due chiodi.
    Il settimo tiro ? quello chiave: bisogna forzare il grande strapiombo; sulla guida del Nerli si parla di
    "girare un diedro che conduce ad un pulpito" ma se ho capito bene di quale diedro si trattava era veramente un ammasso di sfasciumi!:S ; ho preferito salire lo strapiombo rimanendo sulla roccia rossa (che ? vagamente pi? solida),per cui probabilmente ho variato la via originale di tre/quattro metri a sinistra.
    In ogni caso chiodi non ce n’erano ne dove sono salito io ne,mi sembra,nel diedro giallo(a parte un chiodo iniziale posto alla base dello strapiombo,che ho adoperato).
    Comunque questo tiro mi ha messo veramente a dura prova: ho dovuto attrezzarlo da cima a fondo con protezioni spesso precarie (chiodi e dadi)e nel superare lo strapiombo ho affrontato diversi passi di quinto con l’ultimo chiodo a circa 10m; poi per fortuna mi ha salvato un dado ben piazzato!
    Difficolt? 5?+,45/50m,un chiodo (forse ce n’erano altri?).
    L’ultimo tiro (per fortuna) era facile: una dorsale rocciosa di terzo grado che conduce direttamente alla sella tra le due cime del contrario.
    Per conludere la relazione alcune note ed impressioni: l’ambiente ? magnifico e selvaggio ma la roccia ? quanto di peggio abbia mai trovato in apuane(non credo che sia migliore di quella della via dei chiavaresi),persino peggio della malerba al grondilice; infatti nell’ultimo tiro mi ? rimasto in mano un discreto frigorifero che per fortuna ? passato lontano da matteo!:S
    Lo sviluppo ? significativo e i gradi sostenuti;
    La chiodatura ? davvero scarsa per quanto comunque i pochi chiodi che si trovano sono buoni.
    Le soste per fortuna ci sono e sono discrete(comunque vanno verificate e al limite rinforzate).
    In generale sconsiglio caldamente la via a chiunque non abbia una buona confidenza con la roccia apuana
    e non sia abituato a protezioni lontane e precarie.
    Noi abbiamo impiegato circa 6 ore ad arrivare in vetta,se si conta la placca di marmo come primo tiro altrimenti se ci si lega prima direi che ce ne vogliono almeno 7/7 e mezzo.
    Volendo si potrebbe partire anche dalla val serenaia,facendo una doppia dalla via dei chiavaresi ma io ci tenevo particolarmente a partire dagli alberghi perch? alpinisticamente d? molta pi? soddisfazione: partire dal fondovalle e affrontare la grande parete direttamente fino alla vetta secondo me ? il massimo.
    In totale tra avvicinamento,salita e rientro(abbiamo sceso la cresta est,poi gi? per il canal cerignano fino ad incrociare il 167)abbiamo impiegato circa 15 ore! abbiamo iniziato e finito alla luce delle frontali..
    Comunque a fine giornata eravamo estremamente soddisfatti,soprattutto di aver dovuto dare il massimo sia come fisico che come testa ma anche come cuore,perch? come ho gi? sostenuto in una precedente discussione per me l’alpinismo si f? soprattutto con quello.
    A breve qualche foto..

    #9836
    alebiffi86
    Partecipante

    In avvicinamento alla via:

    Le placche del primo tiro:

    Il secondo tiro:

    il terzo tiro(che noi abbiamo fatto in conserva):

    visuale dalle sosta del quarto tiro:

    Matteo in uscita dal quinto tiro:

    Lo strapiombo del tiro chiave:

    Perticolare dello strapiombo(a destra si distingue il diedro giallastro mentre a sinistra lo strapiombo rosso dove siamo passati noi):

    Matteo in vetta:

    Un mio singolare momento di euforia in vetta:

    #9837
    Anonimo
    Ospite

    Complimenti per la bella salita anche perch? fatta integralmente da Biforco. Era una delle prossime uscite in programma prima dell’incidente ad Antonello (che sta migliorando di giorno in giorno).
    Sullo strapiombo terminale ricordavo un paio di ch. si vede che li hanno tolti. Personalmente credo che la roccia sia complessivamente un po’ migliore della Bastrenta. Resta comunque una delle vie pi? apuaniche di tutta la catena, di nuovo complimenti.
    Un saluto

    #9838
    Anonimo
    Ospite

    Bravi.
    Sar? polemico, ma il mio primo pensiero ? stato: vi ? andata bene…

    #9839
    fabrizio
    Amministratore del forum

    Bravi ragazzi! I miei complimenti per la salita…tanta fatica ma tanta soddisfazione!!! :woohoo: :woohoo: :woohoo:

    #9840
    alebiffi86
    Partecipante

    davec77 scritto:

    Bravi.
    Sar? polemico, ma il mio primo pensiero ? stato: vi ? andata bene…

    Ma davvero? io credo invece che semplicemente ti dia un po’fastidio che siamo riusciti a mettere a segno questa via (visto anche che tu e il tuo compare avevate fatto da poco la Bastrenta,magari proprio in previsione di andare a tentare la ceragioli..).

    #9841
    Tronc
    Partecipante

    Ciao aleb :-) (mi permetti questa confidenza?), volevo farti una domanda, a dire il vero un po’ cattiva, ma essendo tu molto giovane (almeno rispetto a me), mi interessa molto la risposta.
    La domanda ? questa: perch? tu (ma non solo tu) dici "tentare" una via alpinistica?
    Il pensiero va subito ad una locuzione ben nota: "tentare la sorte", le cui suggestioni non sono stimolanti se riferite ad una via dalla roccia marcia con protezioni… b? le hai descritte poco sopra ;-)

    #9842
    alberto
    Partecipante

    complimenti a te e al tuo compagno per la bella salita, per il cuore che ci avete messo e per il fatto di esservi messi in gioco.
    Concordo anchio sul fatto che per progredire bisogna osare. Pur sempre facendo come il polpo…un occhio chiusingo ..ma uno guardingo;)
    L’alpinismo ? avventura. Cuore e testa in simbiosi perch? non bisogna mai dimenticarsi che valicare il limite pu? essere molto pericoloso.

    Te l’avevo detto che era impegnativa e che fatta da sotto avrebbe regalato ben altre sensazioni.

    Se ti piacciono queste salite fai anche quella dei Genovesi sullo sperone a destra. Magari attaccando lo sperone direttamente.

    Per? piano con le polemiche non ? mica una gara con gli altri!

    #9843
    Anonimo
    Ospite

    Grandi, bravissimi, ahim? avessi ancora quel "cuore", il tempo, il cervello ( o il non cervello) e la voglia per fare queste cose, complimenti per tutto a partire dalla vostra determinazione.
    Su altri aspetti non intervengo, b? diciamo solo che il topic sta diventando divertente……

    #9844
    Tula82
    Partecipante

    Complimenti Alebiffi

    deve essere stato proprio una bellissima avventura B)

    #9849
    alebiffi86
    Partecipante

    Ringrazio tutti per i complimenti.
    Per tronc: abitualmente uso il termine "tentare" una via
    perch? siccome non sono un fenomeno dell’alpinismo non posso mai essere sicuro di riuscire a portare a termine un’itinerario (specialmente se al limite delle mie possibilit?).
    Quindi uso questo termine perch? contemplo sempre la possibilit? di fallire.
    Ma per me fallire non significa morire,ma saper rinunciare; in parole povere indica la possibilit? di trovarsi di fronte ad un tiro (o anche un singolo passo)al di sopra delle mie capacit? e a quel punto organizzare la ritirata nel miglior modo possibile.
    Certo in alcuni casi non si ? cos? fortunati da poter decidere di ritirarsi e il fallimento pu? anche implicare la morte.
    Per? non possiamo dimenticare che questo ? un rischio sempre insito nell’alpinismo e chi scala lo accetta implicitamente,ponendosi sempre l’obbiettivo per? di contenerlo e portarlo ad un livello accettabile.
    Per Bonatti:
    ti ringrazio per l’incoraggiamento e per aver sostenuto il mio punto di vista.
    una domanda: per caso ti ricordi nel tiro chiave dove sei passato?
    Guardando la mia foto dello strapiombo qual’era il diedro descritto dal Nerli?

    #9852
    Tronc
    Partecipante

    alebiffi86 scritto:

    Certo in alcuni casi non si ? cos? fortunati da poter decidere di ritirarsi e il fallimento pu? anche implicare la morte.

    Grazie per la tua risposta di cui "quoto" solo questa tua frase perch? per il resto ? quello che mi aspettavo. A parte i complimenti non necessari perch? queste cose non si fanno per riceverli e non bisogna nemmeno aspettarseli :-), mi permetto di invitarti, senza retorica, ma come approfondimento tuo personale verso una maturit? come uomo prima (sei molto giovane, per me un ragazzo o poco pi?) e come alpinista dopo, a riflettere sempre, anzi sempre di pi?, proprio su quanto hai scritto. Quanto un’avventura fra sassi pi? o meno grandi meriti davvero "quel" tipo (per quanto si speri sempre remoto, ma ineluttabilmente insito all’attivit?, come sembrerebbe dalle tue parole) di fallimento… ;)

    Ciao!

    #9854
    alebiffi86
    Partecipante

    Per Tronc:
    Punto primo – non ho certamente fatto questa via per ricevere complimenti; semplicemente siccome mi ritengo una persona educata ho ringraziato chi me li ha fatti.
    Ho voluto salire questa via perch? per me aveva un’interesse enorme dal punto di vista storico ed alpinistico.
    Punto due – non ho bisogno dei tuoi inviti per riflettere su quello che ? il mio pensiero; sono ben consapevole dei rischi che si corrono in montagna e nel momento in cui decido di accettarli coscentemente ? soltanto un mio problema (e dei miei compagni di cordata a patto che siano altrettanto coscenti dei pericoli ai quali si espongono).
    Punto terzo – tu probabilmente ti senti in dovere di farmi la morale (con il solito fare polemico che ti contraddistingue)solo perch? sono giovane.
    Allora lascia che ti dica una cosa: le persone dovresti giudicarle non dall’et?,ma da ben altre cose che di me non puoi conoscere perch? non sai neanche chi sono.

    #9855
    alberto
    Partecipante

    alebiffi86 scritto:

    Ringrazio tutti per i complimenti.
    Per tronc: abitualmente uso il termine "tentare" una via
    perch? siccome non sono un fenomeno dell’alpinismo non posso mai essere sicuro di riuscire a portare a termine un’itinerario (specialmente se al limite delle mie possibilit?).
    Quindi uso questo termine perch? contemplo sempre la possibilit? di fallire.
    Ma per me fallire non significa morire,ma saper rinunciare; in parole povere indica la possibilit? di trovarsi di fronte ad un tiro (o anche un singolo passo)al di sopra delle mie capacit? e a quel punto organizzare la ritirata nel miglior modo possibile.
    Certo in alcuni casi non si ? cos? fortunati da poter decidere di ritirarsi e il fallimento pu? anche implicare la morte.
    Per? non possiamo dimenticare che questo ? un rischio sempre insito nell’alpinismo e chi scala lo accetta implicitamente,ponendosi sempre l’obbiettivo per? di contenerlo e portarlo ad un livello accettabile.
    Per Bonatti:
    ti ringrazio per l’incoraggiamento e per aver sostenuto il mio punto di vista.
    una domanda: per caso ti ricordi nel tiro chiave dove sei passato?
    Guardando la mia foto dello strapiombo qual’era il diedro descritto dal Nerli?

    Ho ripetuto la via parecchi!! anni fa con mia moglie Sabrina e il mio amico Oreste, in un caldissimo giorno di piena estate. Che ci vuoi fare siamo masochisti.

    I ricordi per i particolari quindi non sono proprio dei migliori, ma posso dirti che il tratto chiave della pancia giallastra la superammo facendo un semicerchio da prima verso sinistra quindi dritti poi uscito dal tratto difficile V+ / VI- (delicato) di nuovo obliquo a destra fino a sostare presso un spigolo dove c’era un ch.
    Sotto la pancia presso un diedrino ricordo 1 ch. e un altro sulla pancia. Uno dei 2 chiodi un p? ballerino.

    Quanto al fatto di avere sostenuto il tuo punto di vista l’ho fatto perch? smplicemente mi ci rivedo.

    L’importante ? come gi? ti ho detto fare le cose per gradi, mantenere un margine sapendo rinunciare.

    Questa via ? stata ripetuta all’inizio dell’estate da un mio amico insieme ad una ragazza che scrive su questo forum. Se legge magari potra darti informazioni recenti.

    #9857
    Anonimo
    Ospite

    alebiffi86 scritto:

    Allora lascia che ti dica una cosa: le persone dovresti giudicarle non dall’et?,ma da ben altre cose che di me non puoi conoscere perch? non sai neanche chi sono.

    Sono pienamente d’accordo con il tuo pensiero.

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