La serata con Hervé Barmasse a Pietrasanta lo scorso 5 novembre è stata davvero una bella occasione per parlare di alpinismo e montagna, ma non solo. Innanzitutto vorrei ringraziare chi ha partecipato alla serata: eravate davvero tantissimi e questo ha reso ancora più coinvolgente e pieno di significato il racconto di due ore che Barmasse ha saputo presentare. L’altro ringraziamento va a chi ha ideato questa serata, ovvero la sezione di Pietrasanta dell’UOEI, alla quale abbiamo fornito il giusto supporto come CAI. Ma torniamo al raccorto di Barmasse. L’occasione era quella della presentazione del suo ultimo libro “La montagna dentro”, un libro che ho finito di leggere soltanto alcune settimane prima che venissi a sapere della possibilità di organizzare questa iniziativa. Se il libro mi aveva piacevolmente sorpreso, devo dire che ancora di più mi ha stupito l’uomo Barmasse con la sua umiltà e e la sua capacità narrativa, ottima anche di fronte a una grande platea. Perché vado in montagna, il rapporto con mio padre, la sfida, l’esplorazione, il rischio, il riprendersi da infortuni tremendi, la morte… e la gioia nel fare ciò che ci rende davvero felici. Questi sono stati i temi trattati dall’autore; temi che hanno la montagna come sfondo (e come poteva essere diversamente con uno dei più forti alpinisti al mondo?) ma che in realtà toccano ben altri tasti emotivi e psicologici. Per Barmasse la montagna è insomma sì un enorme piega del terreno, coperta di ghiaccio e rocce, dove arrampicarsi e mettersi alla prova, ma è anche un simbolo: è ciò che rende il grande alpinista valdostano felice della scelta che ha fatto, ovvero di vivere di montagna, per la montagna, con la montagna. Dietro al Cervino e alla scoperta dell’alpinismo e anche delle proprie radici grazie al padre, dietro alle nuove vie aperte, dietro alla sfida enorme con sé stessi quanto si decide di compiere il concatenamento in invernale delle quattro creste della Grande Becca, c’è una consapevolezza: amare ciò che si fa. Molti di noi quella sera hanno partecipato perché appunto condividono i sentimenti legati alla montagna e perché conoscono bene la risposta alla domanda che spesso viene posta loro dalla gente: perché correre rischi e svegliarsi presto la mattina nonostante sia domenica? Ma la conferenza non era solo questo. Paradossalmente avrebbero potuto partecipare anche persone che amano tutt’altro, come ad esempio il mare o i grandi viaggi, e sono convinto che avrebbero capito e condiviso il consiglio di Barmasse: cercare di essere felici.
Giovanni Guidi