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Marco ha scritto:
Spero di andare quanto prima a vedere di persona le difficolt? presenti; comunque ho qualche dubbio sulla tua ricostruzione grafica: non ? che il tratto rosso dalla fine del sentiero degli Agheti vada a finire presso il Pizzo del Tabarrani, l? dove giunge anche la variante in blu? In zona Greppia, a me sembrava infatti di aver visto partire i segnavia da quell’altezza e non pi? a monte, ma dato che ora vado a memoria, e la memoria ahim? talvolta ? fallace, pu? darsi anche che mi sbagli…
ebbene s?, ignoravo che il tracciato del progetto passava di l?, quindi tra i due pilastri per il Pizzo del Tabarrani: bene, anche meglio della foce della Greppia. ma non cambia nulla per il discorso che si faceva, perch? i problemi riscontrati sarebbero pi? sotto, all’imbocco del corridoio e nella prima parte della rampa.
qui invece lo schizzo della variante pi? ampia cui accennavo, che riprende la Fanfani poco sotto ai <Motori> [dove termina nel Canal dal Prado]: anzi questa sarebbe un’ottima variante boschiva anche per la salita e, come si ? visto, ? di fatto un collegamento alternativo sia alla marmifera che al valico della Greppia…oltre che al CAI33 al <pitone di mezzo> [e se vogliamo anche all’Aiola e alla Foce Capraia]: insomma, un bel nodo centrale.
S?, ? quello che intendo, ma faccio onestamente fatica a dipanare tutta la matassa… Non avendo mai messo mano personalmente a tutti i testi da te e da altri (soprattutto Bergame) ampiamente citati, non ricordo la situazione delle postazioni tedesche: si attestavano cio? solo sul Carchio? E la cima della Focoraccia era terra di nessuno? Da l? o dai suoi pressi avrebbero potuto colpire eccome…
o Marco, che ? la primavera che ti vedo un po’ distratto ultimamente?
te ti riferivi alla testimonianza di Ermenegildo Della Bianchina [pag.93 ASdL], e io a questa mi sono attenuto: il pianoro al bivio della discesa dai passi ? incompatibile con questa versione, che dice espressamente sparavano i tedeschi dall’alto del Carchio: per questo dicevo che lascia pensare pi? a una discesa lato Campaccio.
Per quanto riguarda l’espressione "tua ipotesi", volevo intendere "ipotesi ricostruttiva", diciamo cos?… Cio? quella che emerge dall’accostamento dei tanti tasselli. E la vicenda di Marchini non mi attrae per l’assonanza con il mio nome, ma per tutti i misteri che ancora presenta. ? vero che semplificare scartando le cose dubbie a volte pu? servire per arrivare alla verit?, resta per? il fatto che gli enigmi mi calamitano sempre pi? delle certezze!
e chiamale come ti pare le cose che scrivo: ma diciamo subito che non emergono <dall’accostamento di tanti tasselli> o <dal mettere insieme i pezzi di un puzzle>, iimagini pi? volte evocate da te e Bergame.
l’obiettivo della mia ricerca ? un po’ pi? ambizioso: trovare <riscontri oggettivi>, ovvero l’aggancio del pensiero alla realt?, storica e fisica, per poter dire con ragionevole certezza: questo fatto ? successo l?, quest’altro l?.
senza almeno un appiglio, un dato di riferimento oggettivo e certo, la mente che gioca coi pezzi del puzzle pu? sfornare quante ipotesi o teoremi o visioni gli pare ma, come si ? ben visto, tutto sommato inconcludenti e fini e se stesse, e le parti possono essere ricombinate all’infinito per dare vita a infiniti interi, il cui <valore di verit?> ? sostanzialmente indifferente, cio? nullo: di fatto ? un gioco psichedelico o poco pi?, come ? stato fatto notare a…dok.
quando dicevo, o Marco, che la serie delle ultime testimonianze permette di passare dalla <fase delle ipotesi> alla <fase dei riscontri oggettivi>, intendevo dire proprio questo: che questo punto di riferimento, senza il quale finora i nomi e i fatti e le ipotesi svolazzavano quasi indifferentemente in qua e in l? [vedi la collocazione del passo del Pitone o l’interpretazione dello schema Federigi], ora c’?! …e come diceva quel tale: datemi un punto d’appoggio e vi sollever? il mondo!…
questa ? la novit? importantissima che mi pare tu non abbia proprio colto, mentre per me ? questa che ora richiede la massima attenzione: ? il punto cruciale, se non addirittura risolutivo, della ricerca.
quello che per la determinazione del tracciato del Sentiero della Libert? doveva essere il fatto Marchini, perch? sembrava un dato semplice e certo che, trovandosi all’intersezione di tre testimonianze diverse, permettesse di relazionare i dati di quelle testimonianze e di ricavarne dei riferimenti oggettivi…si ? rivelato essere, alla luce delle nuove testimonianze, molto meno certo e pi? complesso di quello che si credeva e quindi in sostanza, a mia opinione, inutilizzabile per quello scopo.
ora il dato primario diventa per me il passaggio di massa del fronte del 2 dicembre: non solo ? ad ora l’unico dato semplice e certo quanto alla relazione fatto-luogo [se vi riesce trovatene un altro!], ma le differenti e ulteriori versioni a riguardo non hanno, come nel caso Marchini, un effetto confusionario, ma al contrario un effetto chiarificatore: ci permettono di chiarire chi chiama cosa come.
insomma sapendo che il passo fu al al Pizzo del Tabarrani, sappiamo anche che quel passo Mignani lo chiama passo della Greppia, Vinci passo del Pitone, Conti e Della Bianchina passo degli Uncini…e di qui ? possibile partire per una serie di comparazioni e di riscontri incrociati che permettono di ampliare il raggio dei riferimenti oggettivi, cio? sapere che quel dato fatto ? successo in quel dato luogo, che ? chiamato da quella data persona in quel dato modo.
o mae, e se questa non ? una rivoluzione…se non addirittura una…risoluzione!
epperci?, o Marco, pur rispettando il tuo campo magnetico, e la tua direzione di ricerca quale che sia, una considerazione su questo punto mi pare <dovuta>, dico bene?
e tranquilizzati, nessuno vuole semplificare n? scartare cose dubbie: ho solo parlato di maggiore o minore rilevanza di un elemento ai fini della ricerca.
va da s? che, se ci sono un dato dubbio e un dato certo, per stabilire relazioni e riscontri oggettivi si utilizza quello certo e non quello dubbio, o no?
ciao
Luca