Altissimo – Sentiero della libertà ?

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  • Questo topic ha 951 risposte, 12 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 4 anni, 11 mesi fa da dok.
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  • #16484
    Marco Lapi
    Partecipante

    Macch?! Mi d? questa risposta…

    Errore. Tentativo di esecuzione non autorizzato.

    Magari sento Marco Guiducci, un amico del CAI che lavora al Servizio Cartografico…

    Marco

    #16496
    dok
    Partecipante

    …ma certo: non ? autorizzato l’accesso diretto al documento, bypassando la normale procedura di selezione tramite i moduli. sulla mia macchina quel link funzionava semplicemente perch? avevo precedentemente caricato la pagina e il link la apriva perch? era ancora in memoria, altrimenti, come ho potuto ahim? verificare oggi, non funge proprio.
    non ti resta allora che seguire la normale procedura, che ? tutta qui: dalla pagina iniziale di CaStoRe entri e compili il modulo servendoti delle liste e accedi alla mappa col riquadro di selezione dei livelli. semplice, no? buona navigazione, poi magari fammi sapere come facevi te, a questo punto mi hai proprio incuriosito

    #16497
    dok
    Partecipante

    come dicevo la mappa del Bertuccelli, specie se confrontata con la cartografia ufficiale, ? ricca di spunti interessanti, che certo mi propongo di verificare. uno di questi, come accennavo, ? il collegamento al valico della Greppia (del Pitone nella mappa) sembrerebbe in prossimit? del costone di Campiglia in corrispondenza del tracciato del 188bis. in effetti non ? improbabile, al di l? dell’approssimazione del tracciato, una risalita delle selve di castagni da quel punto per raggiungere l’attuale 188 prima del tratto delle borre, come avevo gi? ipotizzato in passato pi? verso Tecchia [nell’ipotesi Pitone=Greppie]
    altro punto curioso ? che non c’? traccia di prosecuzione, dopo il costone di Campiglia, del 188bis: per risalire il versante Focoraccia c’? da scendere nel Fondone all’intaglio presso le case dei pastori q.750: insomma parrebbe un dato a favore della mia tesi che il passo era l?, come mostro qui sotto nella massima semplificazione, anche perch? probabilmente era il tratto cerchiato che poteva presentare un andamento a stretti tornanti prima di salire pi? diretto verso il valico
    ciao
    Luca

    #16503
    Marco Lapi
    Partecipante

    Ciao Luca, ok, cos? funziona. Io non "facevo" proprio, nel senso che pensavo di poter partire dalla pagina iniziale e naturalmente non era possibile.

    Peccato per? che le due voci della "cartografia moderna", CTR 1:10.000 e mosaico catastale al 5000 siano alternative, nel senso che ? impossibile selezionarle assieme per ottenere gi? una sovrapposizione.

    Per quanto riguarda il tuo post successivo, mi sembra di poter concordare, ma vorrei fare anche una verifica con gli appunti delle mie ricognizioni nella zona per capirci di pi?. ;)

    Marco

    #16518
    Guido
    Partecipante

    Sabato 8 dicembre interessante uscita (una delle rare ormai per me….:(, i tempi sono cambiati…) nel Canale del Parto di Greppia alla conquista del COL DELLA PERLETTAIA 685 m.

    Dal tornante in loc. Alle Rote percorso il sentiero sino al f. Serra in loc. Paradiso q.401 (hanno costruito scale e palizzate x il sentiero di accesso….che poi a met? percorso finiscono…un si s?……mah…:blink: :blink: ), percorsa la lizza della polla sino alla biforcazione (quella S2 della carta del Dok), attraversato il canale e salito un tratto della lizza nel Canale del Prato di Greppia (pulito tratto di vegetazione molto fitta), ma ahim? la lizza poi si sbrisa nel canale e non ? possibile continuare (peccato, a scendere dall’alto ne avevamo fatto un bel pezzo: quindi non mi sono ricongiunto come avrei sperato).

    Ritornati indietro alla biforcazione salito il versante destro orografico, seguita linea rossa disegnata dal Dok nella cartina precedente. Tracce di sentiero a tratti evidenti, molti gradini a secco e ripari. Trovato collegamento che scende nel Canale del Prato di Greppia all’altezza di un tratto dove l’altra volta ero gi? sceso, poi dopo la grotta spaccata, stiappata o del cervo traversata in direzione del Col della Perlettaia 685 m (prima abbiamo salito 100 m di invaso boscoso sino a sbucare sulla cresta al ripiano 756 dell’itinerario mio del canale di palerosa). Bel percorso e raggiunto il Col della Perlettaia, da qui una traccia sembra traversare in direzione del canale ma scompare ben presto, quindi siamo scesi a dx sino al Canale del Prato di Greppia che si ? attraversato in corrispondenza sul lato opposto di un canale laterale (*), da qui traversato sino in loc. Il Forcello recuperando la lizza.

    (*) non contenti, nonch? ormai distrutti e pronti a prendere mele per pere, a livello di questo canaletto a sinistra (lato suo dxo), sale a svolte un sentiero gradinato e scalinato che rimonta ripido nel bosco, tracce continuano nelle scope con ripide svolte poi per? tratto finale in cresta con passi di II su rocce tra scope (qui secondo me abbiamo sbagliato, ma eravamo cotti). Questo ultimo collegamento secondo me meriterebbe una seconda esplorazione. Siamo sbucati sul fanfani tra questo canaletto e la virata a q.774 della CTR 1:5000.

    saluti

    #16523
    Marco Lapi
    Partecipante

    Ciao Guido, ottima esplorazione… Penso anch’io che meriti ritornarci per quell’ulteriore verifica. Per? peccato per la lizza, sarebbe stato davvero bello poterla recuperare!

    Volevo informare tutti di questo libro di cui mi ? giunta segnalazione in redazione:

    http://www.cpadver-effigi.com/blog/dalle-cime-al-mare/

    Anche se ? un romanzo, ci sta ci si possa trovare qualcosa di utile… ;)

    Marco

    #16528
    dok
    Partecipante

    ciao Marco, grazie per la segnalazione

    Sabato 8 dicembre interessante uscita (una delle rare ormai per me…., i tempi sono cambiati…) nel Canale del Parto di Greppia alla conquista del COL DELLA PERLETTAIA 685 m.(…)

    bene Guido, ora sia io che sono certo non pochi zanesi dormiremo pi? tranquilli alla notizia che l’…inespugnabile Col della Perlettaia ? stato finalmente…conquistato…eh eh!
    battute a parte, volevo sapere se l’hai trovato interessante, in termini di praticabilit?-recuperabilit?, il sentiero della grotta stiappata-col della perlettaia, perch? a me, tutto sommato, non pare poi messo cos? male, no? mi sorprende solo che ti aspettavi di pi? dalla lizza, e anche Marco, perch? nelle mie mappe ne ho chiaramente indicati i pochi tratti superstiti. il mio tracciato ? approssimativo, ma neanche troppo.
    prima della grotta stiappata dici di aver trovato il punto in cui eri sceso un’altra volta: parli della selve di castagni? l? c’? la possibilit? di risalire ai <cornetti> in prossimit? (un paio di tane di volpe) di un dente di roccia [foto1] molto evidente anche dalla Polla per poi proseguire in cresta, come avevo spiegato qualche intervento fa.
    quanto alla costa a dx del canaletto a monte del Forcello (in direzione foce capraia) l’ho risalita anch’io quando cercavo di verificare il tracciato del <viarello del prato> del catasto lorenese e, per quanto la traccia in principio sia ben marcata, mi pare eccessivo parlare di <sentiero gradinato e scalinato>, forse eravate davvero gi? <alla frutta>?…magari una foto? nel tratto finale ero uscito sulla Fanfani risalendo l’alveo roccioso del canaletto, per aggirare il drammatico incasinamento del bosco poco sotto la via. ma da questo punto (cavo sospeso di teleferica) che ? pochi metri sotto la gradinata [foto2] del vecchio sentiero che ha trovato anche Ponticelli, parte una traccia che prosegue sotto la Fanfani, facendosi poco dopo piuttosto allettante [foto3], per finire in una pianetta tra lecci sulla costa rocciosa di cui parla Guido, poco sotto la Fanfani tra la quota 774 e il canaletto. quella volta non ho proseguito in discesa, da dove probabilmente ? salito Guido, perch? non avrei pi? fatto in tempo: ma la ragione di cercare l? era anche venuta meno perch? la cosa interessante, cio? la possibilit? di un collegamento col vecchio sentiero all’intersezione col canaletto o l’innesto di uno in direzione Aiola, come da catasto lorenese, semplicemente non trovava riscontro in quei pochi metri sopra la Fanfani.
    anche nell’altra dorsale tra questo canaletto e il Canal dal Prado, dove stando al catasto lorenese il viarello del prato presenterebbe un andamento che lo allontana considerevolmente dal corso del fiume, non ho trovato, come avevo accennato qualche post fa, tracce di questo, a parte forse quella vera e propria gradinata al Forcello che avevo gi? mostrato tra le foto dello stesso post [pag.78]…anche se la risalita ? un po’ pi? praticabile della dorsale precedente (anche qui fili di teleferiche), ma solo un po’.
    regni delle capre…comunque spero sempre in qualcosa di nuovo dalle vostre esplorazioni!
    ciao e buone ricerche
    Luca

    #16529
    Marco Lapi
    Partecipante

    Ciao Luca, grazie delle precisazioni… Il problema ? tenere a mente tutto! Non ricordavo che avevi gi? indicato i tratti di lizza superstiti; vado a ricercare le carte… ;)

    Marco

    #16695
    Anonimo
    Ospite

    La scorsa settimana giro di ricognizione con Fabri (moka) da Antona al Pitone di mezzo. Prima per il 188bis, poi salita diretta al pitone di mezzo passando per la traccia blu illustrata in un post a pag 16

    http://www.alpiapuane.com/php/index.php?option=com_joomlaboard&Itemid=34&func=view&id=19535&catid=2&limit=6&limitstart=90

    Al pitone di mezzo incontro con Luca (dok) che ? salito dal versante versiliese. Con Luca facciamo un po’ di giri tra le stipe del versante versiliese poi io e Fabri rientriamo ad Antona passando per il passo della Focoraccia. Questo sopralluogo ha permesso a me di conoscere e apprezzare il sentiero da Antona fino al passo della Focoraccia che conoscevo solo in parte. Mentre per Fabri ? stata l’occasione per fare la conoscenza con la traccia dal pitone di mezzo alla Fanfani. Volevamo scendere fino alla grotta di Cel? ma non c’? stato tempo, Lo scopo del giro era anche la verifica dello stato dei percorsi per una ripulitura in vista di una futura gita del CAI di Pisa (credo).

    Il percorso del 188bis dalla casa dei cacciatori di Campiglia all’attraversamento del fosso del Pozzone-Fondone non lo conoscevo e dopo averlo percorso mi ? parso abbastanza logico e non troppo difficile come candidato per il passaggio del fronte. Guardando le zone circostanti mi ? sembrata invece poco probabile la discesa da case basse di Campiglia al Fondone e successiva risalita al 188bis per i presunti tornantini individuati da Luca

    http://www.alpiapuane.com/php/index.php?option=com_joomlaboard&Itemid=34&func=view&id=19535&catid=2&limit=6&limitstart=450

    come illustrato dalla linea arancione sulla mappa da lui postata di recente

    http://www.alpiapuane.com/php/index.php?option=com_joomlaboard&Itemid=34&func=view&id=19535&catid=2&limit=6&limitstart=510)

    L’unica giustificazione di questa variante potrebbe essere la difficolt? dell’attraversamento del fosso del Pozzone-Fondone in condizioni invernali, ma se si eccettua questo argomento, mi sembra che il 188bis, almeno fin l?, sia il candidato pi? plausibile.

    Nel sostenere l’ ipotesi del 188bis per? finora ci si ? scontrati con lo scoglio della ricostruzione della Armanini : "Superato il Fosso di Campiglia il sentiero saliva prima con stretti tornanti, e poi pressoch? verticale sino al Passo del Pitone" (qui pag. 26). Supponendo che l’Armanini si riferisse al fosso del Pozzone-Fondone (e non a quello che risulta essere il Fosso di Campiglia sulla IGM , altrimenti i conti non tornano per nulla) si rileva subito una discrepanza notevole tra l’andamento del 188bis dopo il fosso del Pozzone-Fondone e la descrizione dell’Armanini, perch? il 188bis prosegue a lungo in piano e fa una sola breve risalita in corrispondenza della verticale del pitone di mezzo, ma la risalita ? in un punto parecchio distante dall’attraversamento del fosso del Pozzone. Anche l’ipotesi della mia traccia blu lascia irrisolto questo punto, infatti pur essendo una linea di salita quasi verticale verso il pitone di mezzo ha il "difetto" di staccarsi dal 188bis in corrispondenza della breve risalita del 188bis , quindi troppo distante dal fosso del Pozzone-Fondone.

    Sollecitato anche da alcune considerazioni di Fabri (dopo aver effettuato la salita lungo la traccia blu, Fabri mi faceva osservare che nel valloncello sotto il pitone di mezzo si ? piuttosto scoperti e visibili dallo Zappel de Sforza) ieri sono tornato in zona con l’intenzione di verificare l’esistenza di una salita diretta subito dopo il fosso del Pozzone-Fondone verso il Pitone di mezzo. In sostanza l’ipotesi che avevo in mente era quella che avevo formulato qui a pag. 26

    http://alpiapuane.com/index.php?option=com_kunena&view=topic&Itemid=122&catid=2&id=16850&limitstart=151

    ma che non avevo mai verificato sul campo (un po’ per mancanza di tempo un po’ per l’esito negativo di un sopralluogo di Marco e infine perch? si era affacciata l’ipotesi alternativa dei tornantini trovati da dok ).

    Veniamo alla ricognizione di ieri. Sono salito al pitone di mezzo dal versante versiliese e poi sono sceso per un centinaio di metri lungo il costone di dx (orografica) fino alla caratteristica selletta che permette di affacciarsi sui pendii sotto la quota 1164.

    Di qui c’ero gi? sceso lo scorso anno ma ero andato diretto gi? verso il basso, lungo un canalone erboso molto ripido, senza trovare per? tracce significative. Ieri invece ho provato a seguire una linea di discesa obliqua in direzione del fosso del Pozzone. Osservando dalla selletta mi ? sembrato di vedere deboli tracce di sentiero che andavano in quella direzione.

    Mi abbasso per una cinquantina di metri per un canalino scosceso ricoperto di un bellissimo e soffice pal?o

    Raggiungo la traccia che avevo individuato dalla selletta. Si tratta di una esile traccia animalesca ma potrebbe anche esser stata una traccia di sentiero umano. Si vedono anche delle pietre messe amo’ di scalini

    La traccia prosegue a tratti ben definita mentre a volte si perde tra gli arbusti e la vegetazine bassa per? poi si ritrova ben definita

    fino a un pianoro-selletta che sembra frequentato da animali (capre o cinghilali)

    ecoo la linea seguita in discesa fin qui

    Dal pianoro-selletta mi abbasso decisamente per valloncello di pal?o

    e poi gi? attraverso un boschetto di betulle dove la traccia ancora visibile assume un andamento vagamente zigzagante

    Alla fine mi ritrovo sul 188bis, una cinquantina di metri dopo l’attraversamento del fosso del Pozzone-Fondone

    il punto di innesto col 188bis ? nei pressi di un albero con due segni rossi

    comunque ci lascio anche un ometto

    Tirando le somme: la traccia seguita in discesa potrebbe essere quella descritta dall’Armanii perch? si stacca subito dopo il fosso, sale dapprima a stretti tornanti e poi, dopo un tratto intermedio obliquo, sale quasi in verticale fino al pitone di mezzo. Questo itinerario potrebbe essere comunque compatibile anche con una diversa via di valico, quella dei Gaglini di Guido (la sella quotata 1150 a NE della quota 1164). Infatti una volta giunti sotto i pendii NW della quota 1164 dovrebbe essere possibile salire direttamente (e verticalmente) verso la quota 1164 e poi, giunti in alto, traversare a sx verso il passo dei Gaglini. L’ipotesi di utilizzo del passo dei Gaglini ? stat formulata in varie occasioni su questo forum, sia da Luca-dok che da Marco, anche se con differenti tracciati. La linea gialla dovrebbe corrispondere grosso modo a l tracciato ipotizzato da dok.

    Un’ultima nota riguardo alle osservazioni di Fabri sulla visibilit?: tra i due itinerari descritti sopra (linea rosa e linea gialla) quello verso il pitone di mezzo rimane un po’ pi? coperto per chi osservava dalle postazioni degli uncini (e dal crinale dell’angiola), mentre quello della llinea gialla rimane pi? visibile e a portata di tiro dalle postazioni degli uncini e del crinale dell’angiola. Per quanto riguarda invece la visibilit? dal monte Focoraccia sono entrambi totalmente coperti.

    Proseguo il giro dirigendomi verso il passo della focoraccia. Giunto alla base del vallone del pitone di mezzo avvisto in basso il riparo-grotta di cui ha parlato in varie occasioni dok come possibile luogo di sosta-rifugio per i profughi che si accingevano ad affrontare la salita notturna al valico. Vado a dare un’occhiata

    Ecco una panoramica che riassume quanto detto finora: in rosso il 188bis, in blu la traccia di salita con Fabri venerd? scorso, in rosa la traccia della discesa di ieri dal pitone di mezzo, in giallo l’ipotetica variante per il passo dei Gaglini, il cerchio verde ? pi? o meno sul riparo-grotta

    Giunto al passo della focoraccia scendo alcune decine di metri verso la Versilia, ma invece di continuare a scendere verso la fanfani lungo la traccia nota (ri-segnata di recente con brutti segni arancio) provo a seguire la debole traccia che si stacca verso la sx orogr. costeggiando alla base il costone roccioso biancastro che caratterizza il crinale tra il passo della focoraccia e il pitone di mezzo. Ecco un po’ di foto

    una macchia di ginestroni piuttosto problematica la supero scendendo verso il basso dove trovo un varco gi? aperto (credo opera di luca-dok)

    poi ritrovo la traccia ben definita nel bosco

    e alla fine, con mia sorpresa, mi ritrovo sotto un pino hymaliano, presso il colletto caratterizzato da uno strano spuntone-statua che Guido, rendendo onore alla memoria storica dei luoghi, ha battezzato "guglia della libert?" e che invece dok, in modo pi? pittoresco ma iconoclastico, ha chiamato "lo stronzolo" :lol:

    di qui con breve risalita verso sx mi ricollego all’itinerario di discesa dal pitone di mezzo e poi gi? verso la fanfani.

    #16702
    Marco Lapi
    Partecipante

    O bravo Bergame! :) Mi chiedevo appunto che fine avessero fatto le notizie sull’esplorazione che mi avevi annunciato e trovo che ci sei addirittura tornato di nuovo! Bel lavoro, un passo avanti che pu? riaprire il dibattito. La traccia che scende sul 188 bis, quindi, sarebbe quella di cui avevo parlato a pagina 32, notata il 25 aprile scorso. Avevo scritto che avrebbe meritato, infatti, una verifica con tempo pi? asciutto… Beh, non penso lo fosse molto, ma, come si dice dalle nostre parti, in discesa tutti i santi gl’aiutano!

    http://www.alpiapuane.com/index.php?option=com_kunena&view=topic&catid=2&id=16850&limitstart=180&Itemid=122#17765

    Quanto al nome della guglia, potremmo indire un referendum. Per?, senza indulgere alla retorica mi sembra somigli in qualche modo a un’ala, nella parte sommitale… o no?

    Marco

    #16707
    Anonimo
    Ospite

    ciao Marco, con quel versante avevo un conto in sospeso, ma credo che la faccenda non sia ancora chiusa e, se il meteo lo permette, a breve voglio fare un altro sopralluogo per verificare il collegamento coi Gaglini e qualcos’altro B) . Comunque la traccia che avevi visto e fotografato il 25 aprile non ? esattamente quella su cui marted? ho incrociato il 188bis, ma penso che siano tracce collegabili perch? distanti poche decine di metri … della serie : se non ? zuppa ? pan bagnato :)

    Per la guglia-statua devo ammettere che hai visto giusto ;) anche il nome "Ala della Libert?" ? molto bello, evocativo e appropriato . In effetti quella formazione somiglia molto ad un’ala che cerca di emergere dalla roccia e di liberarsi dalla sua morsa. Non ? che Michelangelo, nei suoi giri in zona, magari ? passato da quelle parti prima di cominciare a sbozzare i Prigioni ? :P

    #16733
    dok
    Partecipante

    ciao Bergame, e si vede qualcosa di nuovo sul versante massese! non mi esprimo ancora sulla nuova traccia, dico solo che trovo positiva la direzione di ricerca: quel versante va ancora in gran parte esplorato, e come si ? detto al Pitone anche quella ? una possibilit? che andava presa in considerazione. altre aree di interesse per me rimangono ancora quella che gravita intorno al Fondone-Caprara e quella sopra la <casina dei cacciatori> [a Antona mi hanno detto che ? semplicemente il rustico di un privato], per un possibile collegamento con la Greppia.
    perci? mi sembra ancora prematuro esprimersi in termini di scelta di questo o di quel percorso, anche perch? non mi risulta che qualcuno abbia ripetuto il percorso dal Fondone che ho suggerito.
    a quanto pare il meteo metter? per un po’ i bastoni tra le ruote, cos? per ora mi limito a toccare una questione di concetto, ma non meno importante.

    Il percorso del 188bis dalla casa dei cacciatori di Campiglia all’attraversamento del fosso del Pozzone-Fondone non lo conoscevo e dopo averlo percorso mi ? parso abbastanza logico e non troppo difficile come candidato per il passaggio del fronte. Guardando le zone circostanti mi ? sembrata invece poco probabile la discesa da case basse di Campiglia al Fondone e successiva risalita al 188bis per i presunti tornantini individuati da Luca
    (…)
    L’unica giustificazione di questa variante potrebbe essere la difficolt? dell’attraversamento del fosso del Pozzone-Fondone in condizioni invernali, ma se si eccettua questo argomento, mi sembra che il 188bis, almeno fin l?, sia il candidato pi? plausibile.

    Nel sostenere l’ ipotesi del 188bis per? finora ci si ? scontrati con lo scoglio della ricostruzione della Armanini : "Superato il Fosso di Campiglia il sentiero saliva prima con stretti tornanti, e poi pressoch? verticale sino al Passo del Pitone" (…)

    o Bergame, a leggere queste considerazioni mi pare che tu ti sia perso qualcosa: infatti ridurre le ragioni di una modifica o di un’alternativa al 188bis a quelle due, difficolt? invernali e dettaglio dei <tornantini>, vuol dire non avere capito granch? degli ultimi sviluppi della ricerca nel versante massese, banalizzando e riportando un nodo importante alle prime battute del dibattito…oppure che non c’? peggior sordo di chi non vuole sentire…
    a me era parso invece che un dato prendesse sempre meglio forma, quello della importanza del Fondone come punto chiave del passaggio del fronte, e qui riassumo le tappe di questo sviluppo:

    a) che si sappia non sta scritto da nessuna parte che il 188bis ricalcasse fedelmente la strada maestra del passaggio del fronte, e gi? la questione degli stretti tornanti in prossimit? del fosso mette in seria discussione questo pregiudizio

    b) il secondo dato ? la convergenza tra fonti nell’individuazione di un punto chiave del passaggio: il dato della Armanini dei tornanti in prossimit? del fosso trova riscontro nella Del Giudice, che vi localizza il fatto di Marchini e Antolini, e con questa tesi concorda il Bertuccelli che lo connota toponomasticamente come accaduto <nella zona del Fondone>, che a quel che ho inteso, o Bergame, ? la parte bassa di Campiglia intorno alle case di pastori e non, come cerchi di farlo passare, il fosso del Pozzone-Fondone. questo ? un dettaglio importante, perch? definirebbe univocamente un punto di passaggio laggi? e non pi? in alto presso la <casina dei cacciatori>.

    c) la mappa del Bertuccelli nell’opuscolo del grupppo partigiani di Antona, pag.85ASdL, sembra ribadire questo dato e addirittura anche confermare la mia ipotesi di attacco di risalita, mentre non vi compare proprio quel tratto del 188bis.

    insomma il punto ? che, se queste sono ragioni valide e sufficienti, quello che va cercato non ? un tratto di <variante invernale> o dei <presunti tornantini>, ma un percorso ulteriore se non alternativo al 188bis e che passa per il Fondone…dico bene?
    e in questo non vedo chi possa essere d’aiuto se non gli Antonesi, con una pi? accurata definizione di quelle che ho sentito chiamare la <via bassa> e la <via alta> in Campiglia.
    e mi pare che di argomenti da dibattire ce n’era e di grossi, ma a quanto pare sono passati inosservati.

    intanto prendo spunto dalla tua foto ormai irrimediabilmente scarabocchiata per abbozzare un’altra ipotesi di risalita dal Fondone, questa ancora non verificata se non parzialmente, che mi pare ancor pi? plausibile della precedente: la traccia IGM che parte dal Fondone in direzione Caprara, e che se non ricordo male Fabri e Pisanino percorsero integralmente, andrebbe invece percorsa quanto basta per poi risalire il canale che scende dalla grotta al bivio dei passi. quella mi pare a occhio un’area risalibile senza troppa difficolt?, al riparo di sguardi indiscreti e chiss?…con stretti tornanti? dopo la grotta ci sarebbe infine la salita pressoch? verticale fino al valico, che sia della Focoraccia o del Pitone.

    se tutto va bene avremmo il Fondone, gli stretti tornanti, la grotta, un bivio con la possibilit? di fare un’ultima scelta o di avere un’ulteriore possibilit?, e la rampa pressocch? verticale fino al valico…senza contare che l’area [tratteggiata] rossa si prestava anche bene per essere all’occorrenza minata e pattugliata dai tedeschi, come avvenne con Marchini e Antolini, mentre non si pu? dire altrettanto dell’area verde e tantomeno di quella dove individua i suoi presunti tornantini Bergame…

    Al pitone di mezzo incontro con Luca (dok) che ? salito dal versante versiliese. Con Luca facciamo un po’ di giri tra le stipe del versante versiliese poi io e Fabri rientriamo ad Antona passando per il passo della Focoraccia.

    diciamo pure che ho mostrato a Bergame il vecchio viottolo di collegamento tra il Pitone e il canale delle Greppie, che punta proprio alla zona delle postazioni e delle grotte. questo viottolo era ancora in ottime condizioni fino al dopoguerra, e tra l’altro il proiettile di mortaio, per quel che pu? valere, l’ho trovato proprio su quel tracciato.

    e alla fine, con mia sorpresa, mi ritrovo sotto un pino hymaliano, presso il colletto caratterizzato da uno strano spuntone-statua che Guido, rendendo onore alla memoria storica dei luoghi, ha battezzato "guglia della libert?" e che invece dok, in modo pi? pittoresco ma iconoclastico, ha chiamato "lo stronzolo"

    precisato che il pittoresco nome che gli ho appioppato ? <popodistronzolo> [Denominazione Origine Kontrollata], ti dir? che in realt? di icone un ne ho rotte punte, perch? l’icona che dici te, una romantica scritta a pennarello <GUGLIA DELLA LIBERT? 957m>, ? venuta dopo [2008-2009].
    e prima di <rendere onore alla memoria storica dei luoghi> e scarabocchiare i boschi e le rocce con ogni sorta di segnaletica, sarebbe forse meglio provare che quei luoghi c’entrino qualcosa con quello che si vuole segnalare, e mi pare che i lavori siano ancora in corso…
    fino a quel momento, con sano realismo naturalistico, preferisco lasciarlo cos? com’?, e vederci quello che ? di fatto, un panoramico cesso per capre, come avete potuto constatare anche te e Fabri quando ci siete montati.

    ma se vi garba la poesia come potete non vederci il barbuto gnomo-pastore appoggiato alla sua possente zampogna in un attimo di contemplazione…?
    ciao
    Luca

    #16781
    dok
    Partecipante

    per chi ancora non lo sapesse: dal 12 gennaio, per la fine dei lavori di disgaggio, ? consentito il passo attraverso la Polla.
    e pare che verr? riattivata anche la Mossa, mentre in futuro probabilmente due cancelli -uno all’inizio della marmifera e uno al bivio della Polla- impediranno l’accesso ai mezzi non autorizzati, mentre per l’Altissimo sar? consentito agli escursionisti il passo sulla linea Polla-Fanfani.

    ringrazio poi gli amici di Azzano, e in particolare Marianne, per avermi sollecitato a riconsiderare [della serie: non c’? peggior sordo di chi non vuol sentire…] un nodo importante del versante zanese che fino ad ora avevo arbitrariamente trascurato, considerandolo marginale e minoritario, invece a quanto pare non ? proprio cos?: il percorso del ramo di Foce Capraia del Canal dal Prado.

    ora elaborando questo dato in modo forse un po’ personale e azzardato, ma tutto sommato ragionevole e plausibile, si compone un quadro che ricombina gli altri dati finora in gioco in un modo…rivoluzionario, ma che riporterebbe le cose alla loro semplice evidenza fondata sull’esperienza e sulla tradizione orale.
    non voglio anticipare altro, e, per non rischiare di spararla troppo grossa e andare cos? a ingrossare la compagine dei <bombaroli>, preferisco darmi un po’ di tempo per verificare quanto possibile questa nuova intuizione…LAVORI IN CORSO!
    dico solo che forse Pisanino non aveva tutti i torti quando drammatizzava la distanza tra il passo del Pitone <della gente> e quello <degli scriba>, distanza che ho avuto anch’io occasione di riscontrare pi? di una volta.
    insomma Bergame, che la tua battuta dopo l’incontro al Tonfano -quella sull’inversione dei ruoli e dei pitoni- non fosse in realt? una larvata profezia?
    ciao
    Luca

    #16782
    Anonimo
    Ospite

    oooh dok, non ti avevo risposto perch? me l’ero presa comoda :silly: un po’ causa …. neve :P un po’ perch? aspettavo qualche intervento/osservazione da altri "contribuenti" , ma ho l’impressione che qui siamo rimasti solo io e te a … pag? le tasse :S (ovviamente non mi riferisco all’IMU :angry: ). Anche i "bombaroli" si son stancati di crear scompiglio. Non ci son pi? i giovani ribelli di una volta, gli scalmanati mi sa son diventati dei pantofolai :evil:

    Veniamo a noi. Rispondo al tuo intervento del 16 gennaio.

    1) Fabri mi aveva detto che secondo il Giuseppini l’episodio di Marchini sarebbe avvenuto un centinaio di metri sotto i passo della focoraccia e non cos? in basso come sarebbe il fondone (fabri ha raccolto la sua testimonianza) . Se non ricordo male Giuseppini dovrebbe aver partecipato al recupero della salma dell’Antolini che era saltato in aria per andare a recuperare il corpo del Marchini (sotto al cui cadavere i tedeschi avevano collocato altre mine)

    2) Il colle della Bianchina non era un varco obbligato e ben documentato per i passaggi organizzati ? se si passa dal colle della Bianchina mi sembra naturale poi seguire il 188bis almeno fino all’attraversamento del fosso di Campiglia. Ma arrivati a quel punto mi sembrava poco logico (lungo e dispendioso) scendere nel Fondone per poi risalire fino al 188bis. La mia osservazione sull’itinerario da te proposto (discesa nel Fondone) era semplicemente scaturita dall’aver osservato (a distanza) l’itinerario del Fondone e dalla comparaziione con quello che avevo percorso con Fabri. Non sono pregiudizialmente contrario alla tua ipotesi. A mio parere sarebbe bene fare una ricognizione sul campo insieme (meglio con Fabri e Marco), un sopralluogo comparativo per verificare sul campo le caratteristiche, le difficolt? e l’ergonomicit? dei due ((anzi tre) itinerari. Magari sarebbe anche meglio fare il sopralluogo in questi mesi quando c’? un po’ di neve sul terreno e le condizioni potrebbero esser pi? simili a quelle effettive del passaggio del fronte.

    3) Infine una osservazione sulla tua terza ipotesi che comunque mi sembra degna di essere verificata anche sul terreno. Il fatto che quelle zone tratteggiate fossero pi? agevolmente "minabili" dai tedeschi non depone a loro favore: perch? passare di l? se c’erano percorsi alternativi dove il rischio di beccare una mina era pi? basso ?

    Venendo invece al tuo ultimo intervento:

    Mi diceva Fabri che secondo il Giuseppini non si scendeva gi? nel canale del Prado ma, dopo aver valicato il passo della Focoraccia, ci si abbassava pochi metri e poi si traversava a sx passando sotto i roccioni : se non ho mal compreso si tratta pi? o meno dell’itinerario da me percorso l’otto gennaio (quello che termina al "pop?distronzolo" o "ala della libert?")

    Qualunque sia la tua ultima ipotesi credo che comunque un sopralluogo nel canale del Prado sarebbe necessario. ;)

    #16786
    dok
    Partecipante

    1) Fabri mi aveva detto che secondo il Giuseppini l’episodio di Marchini sarebbe avvenuto un centinaio di metri sotto i passo della focoraccia e non cos? in basso come sarebbe il fondone (fabri ha raccolto la sua testimonianza) . Se non ricordo male Giuseppini dovrebbe aver partecipato al recupero della salma dell’Antolini che era saltato in aria per andare a recuperare il corpo del Marchini (sotto al cui cadavere i tedeschi avevano collocato altre mine)

    ti sbagli Bergame, poi te lo dir? anche Fabri: quello che dici te ? il Mario Conti di Resceto, mentre il Mario Giuseppini di Antona, con cui ho parlato anch’io, a me disse che l’episodio ? successo proprio in Campiglia vicino al fosso. come sai ho gi? proposto a Fabri di risentirli insieme, spero che si faccia un giorno o l’altro.
    una voce contro pi? voci: un bel grattacapo…tra l’altro ho notato che anche Cipollini, nella relazione che conosci, adotta la tesi del fosso di Campiglia:

    da: Giovanni Cipollini, La Linea Gotica in territorio apuoversiliese, saggio pubblicato in ?La Linea Gotica – Settore Occidentale 1943-45?, atti del Convegno di studi svoltosi a Borgo a Mozzano il 9 maggio 2004, a cura dell?Istituto Storico Lucchese ? sezione di Borgo a Mozzano

    (…) Giunto al comando del Gruppo, la notte del 23 dicembre, Pietro apprese la dolorosa sorte toccata agli uomini che erano rientrati con ?Vinci? dalle linee alleate; infatti, la sera del 15 dicembre, arrivati al passo del Pitone, nel canale di Campiglia, erano finiti su un campo minato, predisposto dai Tedeschi pochi giorni prima, e l?esplosione aveva provocato la morte di tre partigiani ed il ferimento di altri quattro, tra cui il comandante ?Vinci? che, colpito in pi? parti dalle schegge, riusc? a raggiungere alcune case, da dove fu trasportato, sotto falso nome, all?ospedale di Carrara. Il giorno successivo, una squadra di partigiani part? per recuperare i corpi dei compagni, ma le mine causarono ancora un morto ed un ferito.(…)

    2) Il colle della Bianchina non era un varco obbligato e ben documentato per i passaggi organizzati ? se si passa dal colle della Bianchina mi sembra naturale poi seguire il 188bis almeno fino all’attraversamento del fosso di Campiglia. Ma arrivati a quel punto mi sembrava poco logico (lungo e dispendioso) scendere nel Fondone per poi risalire fino al 188bis. La mia osservazione sull’itinerario da te proposto (discesa nel Fondone) era semplicemente scaturita dall’aver osservato (a distanza) l’itinerario del Fondone e dalla comparaziione con quello che avevo percorso con Fabri. Non sono pregiudizialmente contrario alla tua ipotesi. A mio parere sarebbe bene fare una ricognizione sul campo insieme (meglio con Fabri e Marco), un sopralluogo comparativo per verificare sul campo le caratteristiche, le difficolt? e l’ergonomicit? dei due ((anzi tre) itinerari. Magari sarebbe anche meglio fare il sopralluogo in questi mesi quando c’? un po’ di neve sul terreno e le condizioni potrebbero esser pi? simili a quelle effettive del passaggio del fronte.

    finch? il quadro ? ancora cos? problematico suggerirei di tenere distinte ricerca storica e valutazioni legate alla scelta di un percorso in una logica di ripristino.
    e comunque sarebbe un dettaglio di poco conto, se non fosse che c’? ancora qualcuno che ci possa dire come stavano realmente le cose, non c’? che da chiedere e farselo spiegare.
    le ragioni di un ipotesi?

    a) logistica: al Fondone, parte bassa di Campiglia, c’era un bel gruppo di case

    b) dislivello e brevit?: per arrivare al Fondone non devi salire quei 150 metri fino alla <casina dei caccatori>, ma ci arrivi [meglio ci arrivavi] in pari, da dove si scende da Porneta nel primo fosso di Campiglia. quei 150 metri che risparmi l? c’hai da recuperarli dopo, quasi tutti nel breve tratto di risalita dopo il secondo fosso, mentre la discesa dal costone ? in realt? ben distribuita in un lungo traversone quasi in pari che assorbe anche una piccola parte di quota di risalita
    sarebbe anche il percorso pi? breve e diretto e logico per la Focoraccia-Pitone [vedi anche le tracce IGM per la Caprara, in particolare quella dell’ultima ipotesi], senza dover attraversare tutta Campiglia per portarsi fin quasi sotto le Greppie.

    c) sicurezza: si bypassa il tratto infido del 188bis

    d) storica: qualche indizio che sembrerebbe puntare l?

    insomma, non mi pare un’ipotesi proprio buttata l? a casaccio, credo personalmente che valga la pena di verificarla in quel di Antona e mi prender? la briga di farlo.
    infatti potrebbe essere, ed ? quello che mi pare di aver capito negli ultimi colloqui, che c’erano due vie praticate in Campiglia, una bassa e una alta: quello per cui ora sono <rimandato a settembre> ? che non ho ancora chiarito se quella alta era quella di Tecchia-188 o se invece erano due percorsi che tagliavano l’altopiano di Campiglia a quote diverse, chiaro ora?
    ipotesi resa ancor pi? interessante e plausibile dalla possibilit? che fosse praticato un collegamento con le Greppie dalla zona alta del costone di Campiglia, come sembrerebbe suggerire la mappa del Bertuccelli e, a quel che ho inteso, quanto diceva il Mario Giuseppini.

    3) Infine una osservazione sulla tua terza ipotesi che comunque mi sembra degna di essere verificata anche sul terreno. Il fatto che quelle zone tratteggiate fossero pi? agevolmente "minabili" dai tedeschi non depone a loro favore: perch? passare di l? se c’erano percorsi alternativi dove il rischio di beccare una mina era pi? basso ?

    abbiamo gi? detto che c’era una ragione particolare per una procedura fuori dell’ordinario, come quella di minare in un’area volendo anche distante dal valico, o comunque normalmente ritenuta <sicura>: e questa ragione era l’attentato al comandante Pietro.

    Mi diceva Fabri che secondo il Giuseppini non si scendeva gi? nel canale del Prado ma, dopo aver valicato il passo della Focoraccia, ci si abbassava pochi metri e poi si traversava a sx passando sotto i roccioni : se non ho mal compreso si tratta pi? o meno dell’itinerario da me percorso l’otto gennaio (quello che termina al "pop?distronzolo" o "ala della libert?")

    Qualunque sia la tua ultima ipotesi credo che comunque un sopralluogo nel canale del Prado sarebbe necessario.

    quello che dice il Giuseppini ? proprio quello che avrei sempre voluto sentirmi dire, perch? ? ad ora l’unica fonte non letteraria a sostegno della tesi letteraria del <Piton da Mezzo>. per ora ci andrei con cautela, cercando altri riscontri. e come vi ho gi? raccontato ho <incontrato> la tesi antagonista, quella <dei due passi>, Pitone e Greppie, lo stesso giorno in piazza a Antona.
    e quella vasta area compresa tra i due rami del Canal dal Prado mi sembra ancora un zona d’ombra nella memoria storica, fatta eccezione per il percorso alto di collegamento dei valichi.

    il percorso nel Canal dal Prado di Foce Capraia, dei <toscani> resti solo te…e Guido, naturalmente, che un l’avete mai fatto, Marco e Enzo gi? lo conoscono almeno in parte, e forse possono dirci qualcosa in pi?: si tiene, dal Forcello in su tutto sulla destra orografica: era un percorso classico dei cacciatori, ci trovi ancora un cordino nel tratto all’incirca sotto il tornante della Fanfani, e Marianne nel ’94 lo fece con loro in discesa venendo dal Pasquilio. io l’ho fatto una sola volta e a modo mio, raspando in qua e in l? e anzi per un tratto, in un bosco di nocelli sotto l’Aiola, incurante della traccia, per cui ci torno volentieri. devo dire che mi aveva dato pi? l’impressione di un percorso di capre, anche insidioso e confuso a tratti…il che del resto sarebbe in linea col nome di Foce Capraia e anche con quanto dichiarava Sciamino in Versila kaputt: Di solito la traversata durava tre ore e avveniva in certi punti che solo le capre avrebbero potuto superare (…)
    ciao
    Luca

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