Capanna Carrel al Cervino, regolamentato l’accesso

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  • #51433
    alberto
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    Capanna Carrel al Cervino, regolamentato l’accesso.

    Anche come al Monte Bianco, si va sempre più verso una montagna regolamentata….

    Intervista a Flavio Bich, presidente guide del Cervino
    09.05.2019 di Planetmountain
    Intervista al presidente della società guide del Cervino Flavio Bich, dopo la decisione di limitare i posti a disposizione nel rifugio Capanna Carrel e rendere obbligatoria la prenotazione nei mesi estivi.
    L’altro giorno la Società Guide del Cervino, proprietaria della Capanna Carrel lungo la via normale Italiana di salita al Cervino, la cresta del Leone, ha preso la decisione di limitare i posti a disposizione nel rifugio e rendere obbligatoria la prenotazione nei mesi estivi di maggiore afflusso. L’intenzione, si legge nel comunicato delle guide “è di evitare lo spiacevole sovraffollamento in numerose giornate nel periodo estivo, vista anche la grave mancanza di acqua a disposizione per tutti gli utenti, la difficoltà nel gestire e smaltire l’enorme quantità di rifiuti lasciati al rifugio, l’impossibilità di offrire un minimo di servizi igienico-sanitari per un numero troppo alto di persone e inoltre per cercare di ridurre pericolose code e intasamenti mattutini.” Inoltre, precisa il comunicato “Lo scopo è unicamente quello di evitare di stipare un numero di persone maggiore rispetto alla capienza del Rifugio. Non certo quello di impedire o limitare a chiunque la possibilità di salire al Cervino, ma piuttosto di renderla più piacevole e sicura.” Per capire meglio le motivazione delle guide, abbiamo parlato direttamente con Flavio, presidente della Società Guide del Cervino.

    Flavio, spiegaci allora velocemente perché siete arrivati a questa decisione
    Visto il grande afflusso negli ultimi anni, stiamo cercando di fare sì che non pernotti troppa gente su al rifugio durante i mesi estivi. Quando dico troppa intendo semplicemente troppa. Già quando si sta su in 50, 60 persone si è già discretamente stretti, quando invece ne arriva più del doppio, com’è successo in passato, diventa assolutamente invivibile. Ecco, questo è il motivo principale che ci ha spinto a prendere questa decisione.

    La Capanna Carrel è stata costruita privatamente dalla società guide del Cervino
    Sì, quindi i costi di manutenzione e gestione sono a carico nostro. Anche questo è importante evidenziare, perché le spese di gestione sono importanti. Il gas viene portato su in elicottero, la manutenzione sia della struttura che degli ancoraggi e delle corde fisse (che periodicamente devono essere sostituite) che tutti usano e sono ben contenti di trovare, viene fatta da noi. E lì non passa il camion dell’immondizia ogni settimana: la quantità di rifiuti che tutti lasciano viene portata giù e smaltita da noi… e tutto con l’uso dell’elicottero. Insomma, sono dei costi non indifferenti e anche se il comune ci dà una mano importante, non basta.

    Attualmente però non c’è un prezzo di pernottamento per aiutare a coprire questi costi di gestione
    No, non c’è nessun obbligo di pagamento. Ma come in tutti i bivacchi c’è una cassettina, dove si chiede a chi dorme lì di lasciare un contribuito, chiediamo soltanto 20 euro che non vuole essere il costo del pernottamento, piuttosto un aiuto al mantenimento della capanna stessa. A mio modo di vedere non si debba pretendere che sia semplicemente dovuto il fatto di trovare su quella cresta un materasso, delle coperte, gas e, soprattutto, un tetto sopra la testa. Sulla cassettina abbiamo indicato 20 euro, sinceramente non ci pare molto eppure tantissimi non contribuiscono nemmeno in minima parte. Ma ripeto, lo scopo principale di questa azione è di ridurre l’afflusso estivo che a volte più risultare pericoloso.

    Parlavi di 100, 120 persone
    È successo in passato. Diventa ingestibile, partendo dalla risorsa primaria, l’acqua. Lì su non c’è l’acqua corrente, e se ad inizio stagione c’è ancora neve da sciogliere, più avanti si va nella stagione, ovviamente meno neve c’è e la gente cerca di scogliere del ghiaccio veramente bruttissimo e sporco. Non va bene, per ovvi motivi igienico-sanitari. Poi c’è la questione importantissima della sicurezza. Con così tanta gente che vuole salire, la mattina si formano subito delle code. Solitamente tutti aspettano che parta il primo, magari una guida che conosce la via, poi tutti seguono a ruota ma già alla prima corda fissa qualcuno rimane incastrato e la gente rimane ferma per ore. Spesso vediamo gente non preparata che cerca di andare su, e vorremmo cercare di evitare anche questo.

    Sull’altro versante, in Svizzera, è vietato dormire nel bivacco sulla via e il rifugio Hörnlihütte costa non poco
    È vero. Cosi facendo hanno per certi versi risolto il loro problema alla radice, perché non si può più bivaccare in giro e il Solvay è usato solo per l’estrema emergenza, rischi di essere portato giù in elicottero a spese tue. La via più facile corre per quel versante, ma adesso c’è tanta più gente da noi rispetto al passato. E i numeri continuano ad aumentare. Ecco quindi un altro motivo perché siamo stati costretti a prendere questa decisione.

    Allora chi prenota da voi adesso…
    Stiamo cercando di fare sì che chi prenota avrà un suo posto, il suo materasso. Poi ci sarà posto anche per chi arriva senza aver prenotato, chiaro, ma ci pare giusto che chi prenota abbia un minimo di comfort.

    Se la Capanna è piena, sul versante italiano c’è anche l’ottimo Rifugio Duca degli Abruzzi. Ma questo si trova più di 1000 metri in basso.
    Sì, ma io penso che chi affronta il Cervino dovrebbe essere in grado di farlo anche in giornata. Bisogna essere ben allenati e avere una discreta esperienza alpinistica per salire questa montagna. Basta un minimo di nuvole, qualche imprevisto e la situazione cambia drammaticamente. Non si può e non si deve prendere sottogamba il Cervino.

    Si può dire che questo è per certi versi un anno zero, un primo esperimento?
    Assolutamente sì. Stiamo cercando di affrontare delle problematiche che non sono facili da risolvere, ne siamo ben consapevoli. Ma per rendere la salita al Cervino più piacevole e soprattutto più sicura per tutti, da qualche parte bisogna pur cominciare.

    • Questo topic è stato modificato 4 anni, 7 mesi fa da .
    #51436
    alberto
    Partecipante

    Ma per rendere la salita al Cervino più piacevole e soprattutto più sicura per tutti, da qualche parte bisogna pur cominciare.

    ma diciamola tutta….anche a pagamento!

    #51442
    derrick
    Partecipante

    Beh, personalmente non la trovo una cosa sbagliata, ne scorretta, alla fine la capanna è privata ed a pagamento, così almeno garantiscono quel minimo di servizio.. ed aiutano la sicurezza

    #51443
    alberto
    Partecipante

    Si la capanna è privata.

    Ma anche il terreno dove sorge è privato? Di chi è la via normale italiana al Cervino?

    È  privata?

    Insomma per salire il Cervino bisogna avete i soldi . E chi non ce li ha invece non sale?

    Perchè queste limitazioni a questo porteranno. Ad una montagna a pagamento.

     

     

     

    #51444
    alberto
    Partecipante

    sono d’accordo che non ha senso che ci siamo 100 persone alla capanna Carrel. Non ci stanno, ci sono problemi di rifiuti, e via così.

    Ma questo problema, non si risolve facendo pagare l’accesso.   La montagna Cerivino non è una azienda privata,  non è un cinema che per vedere un film si deve pagare un biglietto.

    Se al Cervino c’è un problema di affollamento, e senza dubbio c’è, si risolve liberando la montagna dalle attrezzature. Dalle corde fisse dalle scale, dalle catene.

    Se togli le atttezzature vedrai che il numero dei pretendenti alla cima, calerà alla grande.

    Ma questo invece NO non sa da fare!

    Come mai…???

    #51446
    Erreeffe
    Partecipante

    Mi sembra che questo sia un caso molto diverso dalla normale al Bianco.

    Non c’è un divieto a fare la via e la capanna rimane comunque aperta a tutti per casi di emergenza dove chi ha pagato dormirà meglio e gli altri sul pavimento, e nel caso non penso se ne lamenteranno. Chi ne avrà la capacità la farà in giornata altrimenti con un bel sacco e bivacco fuori, nessuno lo vieterà. E tra dormire nella capanna con 100 o anche solo 50 persone, beh, preferirei alla grande stare all’aperto in ogni caso.

    In quanto alla montagna a pagamento in questo caso, se vuoi, c’è anche un senso di giustizia perchè su quella via anche chi la fa in autonomia (e gratis) sfrutta tutto quello che c’è di attrezzato e che viene mantenuto, in parte, da chi paga la capanna.

    Il tuo discorso riferito al mondo della montagna in generale ed alla tendenza attuale mi trova d’accordo, ma non in questo caso specifico

    #51450
    alberto
    Partecipante

    si questo è un caso diverso dal Bianco. La Carrel ha dei limiti di capacità, limiti che  ha anche  la via di salita alla vetta del Cervino . Un Problema di massificazione della montagna  che quindi ci dobbiamo porre.

    La mia paura però va oltre. Sarò sicuramente  complottista, magari vedo il problema dove nonn c’è…  ma non vorrei che tutto questro fosse solo un inizio. Intanto si fa un piccolo divieto, nascondendolo dietro un vantaggio per tutti. Poi piano piano,  si va oltre e questo divieto/i si fanno sempre più ampi. Un pezzetto alla volta, giusto per non dare nell”cchio.

    Mi auguro di sbagliarmi.

    Quanto al “senso di giustizia” chiaramente anche chi non si ferma alla Carrel e non paga,  sfrutta le attrezzature, che senza dubbio costano e tanto. Basta pensare ai costi di manutenzione periodica . Quindi sarebbe doveroso contribuire. Un pò come si dovrebbe fare per le falesie, contribuire economicamente per le spese di attrezzatura e manutenzione della chiodatura.

    Per il Cervino però, la mia  forse è una visione un pò talebana,  per me  bisognerebbe fare pulizia di queste attrezzature. Credo che una montagna come il Cervino, eletta  a SIMBOLO dell’alpinismo, se lo meriterebbe.  Sarebbe come ridargli una dignità che questi canapi e catene un pò gli tolgono.

    Con questo non voglio dire che bisognerebbe smontare tutte le ferrate. Ma sul Cervino, una ferrata sinceramente non ce la vedo.

    #51451
    derrick
    Partecipante

    effettivamente hai una visione un pò complottista, Alberto!!! per il momento non mi sembra ci sia nulla di male in quel che dice il presidente delle guide cervino, se po si vuol discutere di corde fisse o catene quello è un altro discorso, ed allora se ne può parlare… di fatto si sono appropriati del Cervino, facendosi i fatti propri portando su e giù persone di dubbio gusto alpinistico a 1000 e passa euro cadauno… ma si sa, i soldi scavalcano qualsiasi passione!

    #51454
    alberto
    Partecipante

    si Nicolò sono un pò complottista. Ma sai di complotti questo paese ne ha fatto il suo emblema. Penso che come paese quanto a complotti siamo tra i numeri UNO! Quindi i presupposi non sono poi così esagerati.

    In Abruzzo ti volevano imporre la Guida Alpina per andare  a scalare sulle LORO (???) …montagne. Ma sai solo per la tua sicurezza….DAI !!!! non prendiamoci per il culo.

    Poi se vogliamo fregarcene, tanto la vita non cambia corda fissa più , corda fissa meno,  perchè  i veri problemi sono altri…va bene.

    Le attrezzature sul Cervino fanno parte della sua storia. Ma non ti pare che una montagna così importante e simbolica, con una storia così importante,  sia stata ridotta a macchina da soldi ? Dove decine e decine di persone , vengono trascinate su e giù al guinzaglio  con la lingua che gli struscia per terra. Magari con il tempo diventerà un “cantiere di lavoro”  con tanto di divieto di accesso ai non addetti.

    #51457
    alebiffi86
    Partecipante

    totalmente d’accordo con Alberto; in montagna ogni tipo di divieto è un’assurdità e una contraddizione in termini (non si può “regolamentare” l’ambiente selvaggio come se fosse una città..qui vigono altre regole, dettate dalla natura e non dall’uomo) e costituisce sempre UN PERICOLOSO PRECEDENTE GIURIDICO al quale ne può seguire facilmente un altro; il caso dell’Abruzzo è vergognoso ed emblematico..stiamo molto attenti ad avvallare provvedimenti del genere; da sempre sostengo che tutta la comunità alpinistica dovrebbe essere unita ed irremovibile contro i divieti e le regolamentazioni invece c’è sempre qualche volpone che “sputa nel piatto dove mangia” e plaude i vari padrieterni di turno quando vogliono legiferare anche sulla montagna; occhio perchè di questo passo il “divieto di alpinismo” o l’obbligo di scalare con guida si avvicina sempre di più; per quanto riguarda il complottismo: termine utilizzato dagli imbecilli per etichettare tutti quelli vedono più in la del loro naso e si pongono problemi che nascondono dinamiche diverse dal 2+2=4.

    • Questa risposta è stata modificata 4 anni, 6 mesi fa da .
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    #51460
    alebiffi86
    Partecipante

    …cioè mi riferisco a quelli che danno agli altri del complottista in senso dispregiativo; io mi definisco complottista e me ne vanto

    #51461
    alberto
    Partecipante

    “per il momento non mi sembra ci sia nulla di male in quel che dice il presidente delle guide cervino,”

    dici bene Nicolò, per il momento…

    Intendiamoci, essere complottista, non vuol dire credere alle scie chimiche.

    • Questa risposta è stata modificata 4 anni, 6 mesi fa da .
    #51476
    derrick
    Partecipante

    dai, facciamo una bella cosa… scaliamolo a febbraio il Cervino, così è tutto per noi!!!

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