FREE SOLO

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  • #51165
    alberto
    Partecipante

    Ieri sera sono stato con la Sabrina e altri amici a vedere il film FREE SOLO della salita di Honnold sul Capitan .

    A noi il film è piaciuto. La Sabri è arrivata dicendo che si sarebbe addormentata. Prima dell’inizio certi sbadigli promettavano in tal senso,  invece è stata sempre con gli occhi ben aperti.

    Le immagini sono senza dubbio spettacolari e sinceramente fanno venire anche una certa ansia. Ma anche la storia che gira intorno ad esse è interessante perchè parla delle motivazioni e del bisogno  di Honnold di fare le solitarie, dei sui inizi, della sua famiglia, del rapporto con la sua ragazza, di come si prepara alla solitaria , delle sue paure e della gioia. Non manca anche un pò di ironia che non guasta.

    • Questo topic è stato modificato 5 anni, 6 mesi fa da .
    #51167
    Lorenzo1
    Partecipante

    Eh si! è stato un bel documentario aldilà della prestazione direi aliena!!!!!

    #51168
    alberto
    Partecipante

    la prestazione è senza dubbio “aliena” Alex Honnold è senza dubbio un ragazzo che ha una capacità di controllare, o di mettere da parte,  la paura , senza dubbio fuori dal comune.

    Poi c’è anche da sottolineare la preparazione, direi scentifica, a questa prestazione. Non solo quella fisica. Cercando di non sottovalutare nulla, nemmeno il più piccolo particolare, pianificando, annotando e memorizzando il più insignificante dei movimenti e ogni centimetro della parete. Senza dare nulla per scontato come farebbe in laboratorio  un ricercatore.

    Il film regala  immagini mozzafiato che,  non posso certo negare non abbiano fatto effetto. Però un pò di dispiacere in fondo in fondo c’è: vedere  imbrigliato il grande CAP (the Big Stone) da:  corde, ancoraggi,  cineprese, fotografi, spettatori.

    #51175
    fabrizio
    Amministratore del forum

    Visto anch’io ieri sera! Davvero emozionante, a tale proposito consiglio anche DAWN WALL, la prima salita in  libera di Tommy Caldwell e Kevin Jorgeson :good:

    #51298
    Cima
    Partecipante

    Io me lo son guardato in tv ieri l’altro sera.

    Se devo essere sincero sono rimasto abbastanza deluso… immaginavo che sarebbe stato il classico documentario all’americana con tanti discorsi però così hanno un po esagerato. Speravo di vedere molta più roccia e arrampicata ed invece, per più di metà film, bisogna sentire i soliti discorsi ripetuti ad oltranza sul pericolo, sul fatto che Alex è fuori di testa, e della fidanzata che si sente trascurata. Chiaramente gli ultimi 20 minuti sono da brividi…

    A me piace molto Honnold come alpinista e come persona… ho letto molto su di lui da articoli vari, dai libri di Caldwell al suo libro autobiografico e ogni volta che leggevo della sua vita privata, sociale e relazionare ho sempre notato come si definisce un tipo particolare ma senza mai soffermarcisi troppo… Nel film invece, a parer mio, hanno portato questa componente all’esasperazione concentrandosi molto di più sulla sua vita privata anzichè su quanto di folle e assurdo è riuscito a fare negli anni.

    • Questa risposta è stata modificata 5 anni, 6 mesi fa da .
    #51300
    Lorenzo1
    Partecipante

    Devi partire dal presupposto che è un documentario, quindi come per il ghepardo ti becchi 40 minuti di vita abitudini e alimentazione per terminare con il tanto amato scatto da 120 km/h per Honnold ti becchi un’ora di studio sulla sua vita e sulle sue abitudini e infortuni prima del grande scatto. Non hanno mai parlato di difficoltà tecniche se c’hai fatto caso, questo perchè altrimenti sarebbe stato un documentario per una cerchia ristretta di addetti ai lavori, alla gente poco importa di quello che ha fatto prima nello specifico, infatti te l’hanno fatto vedere come si dice noi a pezzi e bocconi….questo è un documentario su freerider in free solo e di li ne consegue il resto, preparazione , organizzazione e conseguenze.

    #51301
    alberto
    Partecipante

    credo che questa attività (estrema) ma anche quella meno estrema,  influenzi molto la vita privata di una persona. E viceversa.

    Secondo me è interessante vedere come il granitico, distaccato  e  sentimentalmente freddissimo  Honnold viene un pò scalfinto da questa ragazza che porta nella sua vita un pò di fragile umanità.

    Infatti gli chiede di allontanarsi perchè la sua vicinanza l’avrebbe emotivamente troppo condizionato.

    Se poi tutto questo è solo copione e in realtà non c’è nulla di vero non lo so. Ma non importa perchè in un film di arrampicata e alpinismo non è solo importante e interessante mettere in primo piano il grado, la tecnica, quanto sopratutto l’aspetto umano con le doti ma anche e sopratutto con le fragilità.

    #51302
    Lorenzo1
    Partecipante

    Esatto Albe’…… :good: :good: :good:

    #51303
    alberto
    Partecipante

    altra aspetto interessante è quando Honnold fa notare  alla ragazza che da  quando sta con lei si è fatto male 2 volte . Mentre prima , quando era solo, mai successo nulla.

    Poi gli fa comprare anche casa… mentre lui è sempre vissuto sul furgone.

     

    vedi quanto la donna ci condiziona….!?!? anche i più freddi.

    #51304
    Cima
    Partecipante

    È quello appunto che non m’è garbato. Per preparare Free Rider potevano far vedere più attività sua, più riflessioni personali… concentrarsi di più su quello che lui prova per la montagna anziché quello che i suoi familiari pensano di lui e viceversa. Io mi sarei concentrato di più sulle sue salite precedenti che piano piano l’hanno portato li anziché sulla sua vita strettamente personale.

    È stato fatto un documentario su Honnold… che alla fine scala Free Riders; mi sono mancate un sacco di cose nel mezzo. M’importa una pippa di vedere la su donna (anche se è assai gnocca) o il suo team di fotografi in ogni scena! Fatemi vedere più azione!! l’half dome, altre salite nella Yosemite, la patagonia, ecc ecc

    Dawn Wall è un documentario molto simile ma è stato strutturato molto ma molto meglio! Risulta un po più noiosa l’impresa da raggiungere ma a livello di film è molto più coinvolgente. Molta più parete, molta più arrampicata, ecc ecc ed anche li fanno passare i gradi di difficoltà sempre in secondo piano nonostante sia un film concentrato sulla via in big wall tecnicamente più difficile al mondo.

    poi oh… sono impressioni personali

    #51308
    alberto
    Partecipante

    non ho visto Dawn Wall, quindi non so fare confronti.

    Il film ha una storia, che non si concentra tutta sul percorso arrampicatorio che ha portato Honnold a Free Riders, ma fa vedere oltre all’arrampicatore, anche la persona, il bimbo prima , il ragazzo Honnold.

    In fondo prima di essere arrampicatori siamo uomini, ragazzi.

    #51309
    alberto
    Partecipante

    un’altra cosa che mi ha colpito è il modo manicale in cui Honnold si prepara, studia  e memorizza la salita di Free Reider fino ad annotarsi metro per metro ogni singolo passaggio.

    Senza certamente fare confronti impossibili, quando prima di iniziare la salita ha detto alla sua compagna che preferiva  che non ci fosse, mi sono un pò immedesimato con lui , anche se alla rovescia.

    Quando sono andato a fare la solitaria alla Zappelli alla nord del Pizzo delel Saette. Al primo tentativo ho rinunciato, un pò per le condizioni, ma anche perchè la Sabrina era in Argentina quindi molto lontana . Il fatto che fosse così lontana e non sapesse quello che mi poteva capitare, mi  ha condizionato facendomi riununciare. Ho aspettato che tornasse, gli ho detto quello che volevo fare e ho fatto la salita.

    Secondo me questi aspetti in un film del genere è bene che vengano fuori perchè lo rendono meno tecnico e freddo.

    #51310
    Lorenzo1
    Partecipante

    Io la penso pienamente come te Albè, non so se riferito nudo e crudo alle sole imprese alpinistiche mi avrebbe colpito piu’ di tanto.

    #51311
    alberto
    Partecipante

    sia in un film che in un libro di alpinismo è importante che gli stati d’animo del protagonista vengano messi in primo piano senza nessuna vergogna o timore di passare da deboli, piuttosto che limitarsi al racconto del solo aspetto tecnico. In questo modo penso che anche persone che non sono del mestiere lo possano apprezzare, allargandone quindi il raggio d’interesse.

     

    Ritornando al film Free Solo, penso che il regista abbia fatto una scelta di concentrarsi e mettere in risalto questa di solitarie e la preparazione che Honnold ha fatto per arrivarci , piuttosto che fare un elenco di tutte le sue solitarie. Anche se poi un cenno ne è stato fatto.

    #51313
    Lorenzo1
    Partecipante

    Lampante l’esempio dell’amico che ho portato al cinema, totalmente a digiuno di materia alpinismo ed è comunque rimasto affascinato dal film e non per le difficoltà che ha affrontato….

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