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- Questo topic ha 55 risposte, 8 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 10 anni, 8 mesi fa da
alberto.
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5 Ottobre 2009 alle 20:03 #7032
alberto
PartecipanteHo seguito il consiglio di Dave e per non fare pi? confusione ho aperto questo argomento.
Lasciamo da parte l’eroismo, gli eroi sono altri ad esempio chi savrifica la sua vita per il prossimo non certo gli alpinisti. Dato per scontato che nella vita si pu? fare anche a meno dell’alpinismo.
Io credo che in alpinismo ci siano dei valori. Valori a cui ognuno di noi da un’importanza diversa e in base ai quali caratterizza il suo rapporto con la montagna.
Questi valori sono importanti perch? in base a quelli si prendono delle decisioni, si sceglie di fare un certo tipo di alpinismo oppure un’altro.
Non sto qui a dire qual? quello giusto o sbagliato. io dico solamente che ci sono persone che a questi valori danno poca o molta importanza.
Io sono uno di quelli che ne da tanta. Sbaglio? pu? darsi ma io sono cos?.
Quindi che mi si dica che credere in certi valori e parlare di queste cose , ? farsi LE SEGHE MENTALI , mi fa incazzare.
Se uno non condivide certe motivazioni ? libero di farlo ed ? libero di dire la sua, ma con rispetto.
Liquidare tutto con Seghe mentali ? irrispettoso nei confronti delle idee e delle convinzioni altrui.Io non dico che bisogna prendere esempio da chi muore in montagna, non sono qui a fare la pubblicit? al pericolo, al sacrificio all’insegna di un alpinsimo eroico. In montagna ci si va perch? si ? pieni di vita.
Io dico che colui che decide in imbarcarsi in una impresa alpinistica molto rischiosa dove poi ci rimette la vita, ha il diritto del rispetto.
Possiamo benissimo non condividere ma dobbiamo rispettare.
Altrimenti facciamo lo stesso gioco di coloro che commentano dopo un’incidente alpinistico quando dicono che ce la siamo cercata, che andare in montagna non ? necessario.
Non sara? necessario per voi ma per me e per altri, SI.5 Ottobre 2009 alle 20:38 #7033Anonimo
OspiteSono contento che bonatti abbia aperto un topic per discutere esplicitamente di queste cose.
Personalmente mi sento abbastanza vicino alle posizioni appena descritte.
Per alcuni la montagna ? davvero importante. Non lo ? per tutti, ma chi d? importanza a certi valori merita rispetto, anche se non si condividono a fondo quei valori.
Anche se non si ? alpinisti di punta una certa componente di rischio c’? sempre, ed ? forse questo che rende l’alpinismo particolare: non ? uno sport, non ? un gioco. I miei famigliari non condividono la mia passione (preferisco chiamarla cos?) e non ? facile spiegare perch? vado, perch? rischio; mia madre quando parto da casa mi dice "buon divertimento"… io obietto che non vado a divertirmi, come se uscissi a bermi una birra: non ? divertimento ma ? qualcosa di pi? profondo, di diverso.
Ovviamente non sono un pazzo, i rischi cerco di ridurli al minimo e di fare le cose con la massima sicurezza possibile, "non mi piace aver paura" (come disse, credo, Chris Bonington); per? devo ammettere che in alcuni casi in cui ho rischiato un pochino pi? del solito (2-3 casi di salite su neve, fatte slegato e da solo) la soddisfazione, arrivato in cima, ? stata grande.5 Ottobre 2009 alle 22:01 #7035warthog
Partecipantecredo che qui in Apuane (perch? pur sempre di ci? si parla) l’alpinismo con la A maiuscola si pratichi nella stagione invernale…
Onesto, senza sotterfugi. Un’arte e una disciplina…
che ne dici bonaZZi? e Dave?
ci pensavo su l’altro giorno. Per la roccia le apuane sono sempre state indietro di decenni come concezione delle salite… si fosse stati in dolomiti la Oppio l’avrebbero aperta nel 1910, la Biagi nel 1930, il nido d’aquila e il gran diedro negli anni 50/60. Il muro delle ombre forse ? la sola salita con una concezione relativamente antesignana.
Invece d’inverno… doccia fredda ne ? un bell’esempio.
5 Ottobre 2009 alle 23:03 #7040Anonimo
Ospitewarthog scritto:
credo che qui in Apuane (perch? pur sempre di ci? si parla) l’alpinismo con la A maiuscola si pratichi nella stagione invernale…
Onesto, senza sotterfugi. Un’arte e una disciplina…
che ne dici bonaZZi? e Dave?
ci pensavo su l’altro giorno. Per la roccia le apuane sono sempre state indietro di decenni come concezione delle salite… si fosse stati in dolomiti la Oppio l’avrebbero aperta nel 1910, la Biagi nel 1930, il nido d’aquila e il gran diedro negli anni 50/60. Il muro delle ombre forse ? la sola salita con una concezione relativamente antesignana.
Invece d’inverno… doccia fredda ne ? un bell’esempio.
Forse ? vero, per il fatto che in inverno il terreno apuano ? molto particolare, e abbastanza diverso da ci? che si pu? trovare sulle Alpi nella stessa stagione.
Bisogna anche dire che almeno fino agli anni ’30 e all’arrivo dei fratelli Ceragioli, l’alpinismo apuano era di tradizione occidentalista. L’impostazione "dolomitica" ? arrivata dopo, in effetti.
Tuttavia la Oppio nel 1940 secondo me non era cos? tanto arretrata, pur mancando il fatidico VI grado (la parete era vergine e la linea "diretta" pi? logica – forse gi? adocchiata proprio dai Ceragioli – era quella): in fondo Oppio fu un fortissimo alpinista e apr? anche vie assai pi? dure rispetto a quella del Pizzo d’Uccello (la sua via alla Punta della Sfinge in Retiche credo abbia a tutt’oggi pochissime ripetizioni, anche per l’isolamento dei luoghi). Unico problema, Oppio non era di queste parti, e prima che la gente "di qui" tornasse alla Nord del Pizzo dovevano passare altri vent’anni…
Comunque, mi sembra che bonatti volesse parlare di concetti generali e non necessariamente legati alle Apuane.
Che si vada in Apuane, sul Bianco, in Dolomiti o nel Sahara, e indipendentemente dal proprio livello, credo che prima o poi certe questioni se le pongano tutti.6 Ottobre 2009 alle 02:22 #7049alberto
PartecipanteIl mio pensiero sull’alpinismo era di tono generale non tanto riferito alle Apuane.
Quello che purtroppo ? accaduto al mio amico nonch? compagno di tante scalate ? accaduto in Apuane e d’inverno. Ho accennato a lui perch? lui era uno di quelli che credeva in un certo alpinismo da seghe mentali e purtroppo gli ? costato veramente tanto.
Ma cos? ? la vita.Quanto ai fratelli Ceragioli sono convinto che sono stati loro a dare una svolta all’alpinismo apuano a dargli un’impronta potremmo dire dolomitica, con un salto di qualit? per la ricerca e il superamento delle difficolt?.
La Oppio al Pizzo gi? l’avevano individiuata e tentata loro salendo per parecchie centinaia di metri.
Quanto ad Oppio era uno scalatore fortissimo come dice Dave la sua via alla nord della Sfinge lo dimostra ma anche quella al Sasso Cavallo nelle Grigne e l’altra al Croz dell’Altissimo in Brenta.Andando all’alpinismo invernale apuano, l’apertura di Doccia Fredda nel 1985, ha rappresentanto una cosa decisamente nuova, qualcosa di veramente unico in Apuane. Un vero e proprio couloir fantasma come li definiva Giancarlo Grassi.
Per? non bisogna dimenticarsi che in quegli anni ci sono stati anche altri precursori, come il fiorentino Massimo Boni che ha aperto parecchie vie d’inverno , lo stesso Claudio Ratti che forse ? stato il primo a salire d’inverno la via dei Paoli al Pisanino insieme a Businelli, anche se forse quello che l’ha fatta per primo tutta con la tecnica piolet traction ? stato un vero fuoriclasse di nome Gianni Calcagno che non si ? limitato solamente a quella. Un’altra importante salita invernale di quegli anni 80 ? il Couloir nord alla Roccandagia salito dai Lucchesi Dini e Macarini anche se loro erano andati li per fare un’altra cosa,la prima ripetizione di una via del Piotti li subito a sinistra aperta pochi giorni prima.
Quindi oggi la via del couloir nord alla Roccandagia, salita bellissima, ? una combinazione di diversi itinerari: il primo salto del canale di destra di Grondalpo, poi lo stretto canale salito da Dini e Macarini, quindi la parte alta della Piotti-Da Porto-Nerli caratterizzata dalla gola chiusa da un ciclopico macigno.6 Ottobre 2009 alle 02:40 #7052warthog
Partecipante? un peccato che nel libro di Gianni Calcagno delle Apuane non si parli affatto. E di tante sue salite si sappia cos? poco.
6 Ottobre 2009 alle 19:19 #7061Anonimo
OspiteGianni Calcagno ? stato veramente un grandissimo, ma forse ha avuto la sfortuna (al pari di altri in passato, per esempio Renato Chabod) di avere compagni di cordata come Gogna, la cui fama ha sopravanzato la sua.
Per bonatti, qual ? la "via dei Paoli" al Pisanino? Non la conosco… forse ha anche altri nomi?6 Ottobre 2009 alle 19:50 #7063warthog
PartecipanteLa ‘via dei Paoli’ non ha altri nomi. Si tratta di una salita su roccia con vari tratti in artificiale, ben visibile da Orto di Donna.
D’inverno se ripetuta in libera in piolet traction costituisce a detta del monaco la via su ghiaccio puro pi? difficile delle Apuane. Questo si deve alla particolare esposizione della parete. La prima ripetizione dichiarata in libera ? del monaco con agamennone se ben ricordo nell’inverno 2005/2006. Infatti delle ripetizioni di Ratti e Calcagno non si ? riusciti a sapere se siano state effettuate in libera (piolet). Se cos? fosse si tratterebbe di salite antesignane. Oppure di salite effettuate con condizioni mai pi? verificatesi (cosa non impensabile…).
Dovrei avere una foto scattata all’epifania dell’anno scorso.6 Ottobre 2009 alle 19:57 #7064warthog
Partecipantesi vede poco o nulla…
6 Ottobre 2009 alle 20:58 #7073Anonimo
OspiteVisto che stiamo parlando del Pisanino vorrei chiedere informazioni sull’it. 79d dell guida di Nerli TCI.
Via Ciuffi-Malfatti del 1973 diff. IV+ e A1. Sviluppo 500 m. roccia ottima…
Qualcuno l’ha ripetuta? com’? la chiodatura?6 Ottobre 2009 alle 22:44 #7074Anonimo
OspiteIl sospetto mi era gi? venuto: non ? che per caso ? la stessa via Ciuffi-Malfatti del 1973 che d’inverno diventa questa "via dei Paoli" ?
D’estate, se ben ricordo, mi disse di averla ripetuta il lasco, ma ? un po’ che non passa di qua.6 Ottobre 2009 alle 23:31 #7079Anonimo
OspiteNo perch? se la realt? corrisponde alla descrizione del Nerli, mi sembra molto strano che una via con roccia ottima, lunga, in ambiente maestoso e selvaggio, con difficolt? medio-alte ma non estreme etc. etc. non sia ripetuta o qualcuno non ci sia andato a "smanettare" sopra o a piantarci qualche spit o a farci qualche "variante"…
7 Ottobre 2009 alle 00:03 #7080warthog
Partecipantecredo che nei 500m di sviluppo siano inclusi 100 di canale erboso e 250 di pendio erboso…
per? non ci sono stato per cui taccio. Per? a guardare la parete… 500m di roccia ottima non sono di sicuro…7 Ottobre 2009 alle 01:10 #7083lasco
PartecipanteCiao Davec ,ci son sempre,? che siete diventati un p? confusionari ,avete aperto un nuovo argomento e poi siete saltati di pane in frasca, rilassatevi con questo tramonto.Ciao
7 Ottobre 2009 alle 06:21 #7087alberto
PartecipanteLa via dei PAOLI ? quello che la guida del Nerli chiama Canale Nord-Ovest della quota 1680 sul crestone sud ovest.
La via ? stata aperta dal lucchesi Ciuffi e Malfatti nel 1973 con passi in artificiale.
Il nome si rif? a quello dei figli dei due primi salitori che appunto si chiamano entrambi Paolo.Per gli amanti di un certo tipo di vie ? interessante ripeterla anche nel periodo estivo.
L’ambiente ? particolare , il canale ? assai profondo e il sole arriva molto poco o per nulla quindi c’? parecchia umidit? e vegetazione anche felci.Sulla via si trovano anche alcuni spit:evil: messi sicuramente dinverno con ghiaccio e neve perch? si trovano in posizioni stranamente fuori dalla linea di scalata estiva.
Ma ? d’inverno che la via trova il suo massimo interesse quando grazie alla neve del canale terminale che porta in cresta si creano dei verticali salti stalattitici di ghiaccio che per essere superati richiedono un grande impegno tecnico.
Una volta arrivati sul filo dello sperone sud ovest si pu? salire in vetta al Pisanino oppure scendere direttamente per il versante opposto su terreno erboso assai ripido.
Ho salito la via nel giugno del 2003 trovando passi dal III al V+ e alcuni passi di Ao per la roccia assai scivolosa per il muschio che la ricopriva.
D’inverno l’ho tentata due volte.
Una volta abbiamo riunciato perch? abbiamo sentito delle grida di aiuto e siamo scesi per prestare soccorso. L’altra era troppo caldo e quindi troppo pericoloso.Dalle informazioni che ho la prima invernale ? stata fatta il 2/3/1980 da Claudio Ratti e Fabio Businelli trovando condizioni di ghiaccio molto duro a tratti quasi verticale.
Della Salita di Calcagno non sono riuscito a sapere molto.
So anche di un tentativo di Umberto Ghiandi.
Ed anche di un tentativo di parecchi anni fa di un ragazzo di Firenze che se fatto un bel volo facendosi male. -
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