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- Questo topic ha 31 risposte, 8 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 7 anni, 7 mesi fa da
Cima.
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17 Marzo 2014 alle 11:20 #19391
alberto
Partecipantesabato 15 ho salito la via ZAPPELLI alla parete nord del Pizzo delle Saette in solitaria. Sono uscito in vetta seguendo l’ultima parte della cresta N. O. per uno sviluppo complessivo sui 700 mt.
Già due sabati fa volevo provarci ma poi non ero convinto delle buoni condizioni della parete e…delle mie. Il venerdì a mezzogiorno ero stato a Capanne di Careggine a controllare la parete con il binocolo e la parte alta mi sembrava ancora con alcuni accumuli di neve instabile. Inoltre non avevo portato le ciaspole e la traccia per arrivare sotto la parete non c’era. Quindi poco dopo aver iniziato il sentiero, visto che sprofondavo parecchio, ho subito rinunciato salendo al Rossi per poi fare la Lucchesi di sinistra.
Passata una settimana, sabato sono partito più convinto, anche se la temperatura era altina. A questo punto la parete aveva scaricato. Il sentiero per arrivare sotto la parete era bello tracciato e non sono servite le ciaspole che ho abbandonato per poi tornare a prenderle dopo.All’attacco della parete sono arrivato insieme ad un altra cordata (Chiodo da Palero) che gentilmente mi ha battuto la traccia sul pendio finale (pur essendo in ombra si sfondava assai) che ha poi salito la via Elisabetta .
Ho attacco più o meno alle 7.30 e sono uscito in vetta alle 10.30 circa.
Prima parte della via, condizioni mediocri. Ghiaccio scollato , molto misto su rocce e zolle di palero. Scalata delicata con diversi tratti insidiosi. La temperatura alta ha rovinato un po’ tutto.
La seconda parte nel canale del Vetriceto era invece buona, anche se in diversi tratti si affondava per tutto lo scarpone. Due brevi salti belli coperti. 70/75°.
Per accedere al canale c’è da traversare in discesa verso sinistra un ripido pendio di neve. (proprio sopra il camino della Diretta). Non mi sembrava sicuro perciò l’ho traversato facendo una specie di doppia da una pianta.
Terza parte per l’ultimo tratto cresta finale N.O. rocce piuttosto pulite III/IV° salita senza ramponi, solo neve sulle cenge dove ho rimesso i ramponi. Spettacolare la vista dalla cresta sul versante ovest con il Canale del Serpente e sulla cuspide finale della parete nord.Via per amanti del genere :laugh:
17 Marzo 2014 alle 11:59 #19393alberto
PartecipanteHo appena letto questa bruttissima notizia.
Dedico questa salita a “Butch” Marco Anghileri morto dopo aver salito in solitaria la via Jori Bardill al Pilone Centrale del Monte Bianco.
ciao Marco.
17 Marzo 2014 alle 12:55 #19395fabrizio
Amministratore del forum17 Marzo 2014 alle 21:41 #19399alebiffi86
PartecipanteDavvero complimenti!! bella impresa!
17 Marzo 2014 alle 23:54 #19406ghisone
PartecipanteGrande albe’ così si fa’ anche se il tempo ci ha messo il suo zampino bastardo, nn ti sei rassegnato, avevi la testa tarata sulla giusta modalità complimenti ancora
18 Marzo 2014 alle 01:42 #19409Anonimo
OspiteBravo Alberto, ti rifaccio i miei complimenti! Il mi omo mi aveva raccontato che stavi studiando qualcosa sulla Nord…. peccato per Anghileri…condoglianze ai familiari..
18 Marzo 2014 alle 11:01 #19411alberto
Partecipantegrazie a tutti per i complimenti. Era da un po’ che pensavo a questa cosa sulla nord del Pizzo delle Saette, montagna a cui sono particolarmente legato.
Montagna che per la sua conformazione tutta speroni, creste e canaloni ha caratteristiche tipicamente invernali. La parete nord è una parete selvaggia.Purtroppo la gioia per questa salita è funestata dalla tragedia di Marco.
Mentre salivo la via ho pensato a Marco e mi dicevo: quanto è forte, determinato e pieno di vita questo…grande ragazzo..
Invece tutto era già successo….La montagna da, la montagna prende. La vita da, la vita prende.
19 Marzo 2014 alle 00:16 #19416alebiffi86
Partecipante..eh si, mi è dispiaciuto molto apprendere la notizia; e purtroppo qualche giorno prima c’è stato un morto sul sagro e due all’alpe di succiso per valanga; e pensare che l’inverno era trascorso senza vittime quasi fino alla fine.. d’altronde questa è la montagna, se si decide di viverla và accettato (anche se mi spiace dirlo ma al sagro e all’alpe temo si sia trattato di inesperienza); una domanda Albè: hai fatto tutto slegato o qualche tiro in autoassicurazione?
19 Marzo 2014 alle 00:57 #19417lasco
PartecipanteLi conoscevi?
19 Marzo 2014 alle 10:59 #19418alberto
Partecipante[quote=”alebiffi86″ post=22445]..eh si, mi è dispiaciuto molto apprendere la notizia; e purtroppo qualche giorno prima c’è stato un morto sul sagro e due all’alpe di succiso per valanga; e pensare che l’inverno era trascorso senza vittime quasi fino alla fine.. d’altronde questa è la montagna, se si decide di viverla và accettato (anche se mi spiace dirlo ma al sagro e all’alpe temo si sia trattato di inesperienza); una domanda Albè: hai fatto tutto slegato o qualche tiro in autoassicurazione?[/quote]
mi sono assicurato solo in un breve tratto roccioso (4/5 metri) della cresta finale, perché assai esposto e di roccia molto dubbia.
Poi ho fatto la traversata per entrare nel canale del Vetriceto con una specie di doppia perché non mi sembrava sicuro il pendio.
19 Marzo 2014 alle 12:38 #19419alebiffi86
Partecipante[quote=”lasco” post=22446]Li conoscevi?[/quote]
no, non li conoscevo..ho visto la notizia in rete;
però il moro conosceva il signore deceduto sul sagro (erano colleghi alla Eaton di massa) e mi ha detto che per quanto ne sà lui non aveva grande esperienza specialmente d’inverno; anche perchè se uno ha pratica con la tecnica d’utilizzo di picche e ramponi mi pare abbastanza difficile cadere sullo spallone (cioè, bisogna fare proprio un grosso errore di distrazione); per quanto riguarda l’alpe, secondo me è stato un azzardo in quanto parliamo della settimana scorsa quando ancora in certe zone dell’appennino c’erano due metri di neve, poco assestata e faceva caldo..e poi l’alpe di succiso è un grosso panettone dai pandii molto ampi, poteva starci una valanga;
mi spiace molto, però a volte ci sono rischi imponderabili in montagna e và accettato, altre volte purtrroppo si fanno errori banali che potrebbero essere evitati;19 Marzo 2014 alle 13:33 #19420alberto
PartecipanteAle , siamo molto soggetti agli errori banali, in montagna come nella vita di tutti i giorni.
Molti incidenti, anche ai più esperti, avvengono in montagna per errori banali, per stanchezza, per una piccola distrazione.
A grossi nomi dell’alpinismo è andata così e purtroppo forse anche ad Anghileri, che sicuramente oramai era fuori dalla grosse difficoltà della via, è andata così per un errore, non dico banale, ma……..
Chiaramente l’esperienza conta. Fa la differenza.
Ma a volte può trasformarsi in un arma a doppio taglio ed essere motivo di sopravalutazione delle proprie capacità. O sottovalutazione del pericolo. Tanto io sono esperto……Non sempre è facile valutare la sicurezza di un pendio innevato. Scialpinisti esperti in valanghe, guide alpine, sono rimasti vittime di valanga.
19 Marzo 2014 alle 19:43 #19421alebiffi86
Partecipantesi, hai ragione..alla fine la conclusione è una sola: il rischio in montagna c’è ed è ineliminabile, o si accetta oppure si stà a casa;
20 Marzo 2014 alle 00:51 #19422warthog
PartecipanteSabato ero sulla Elisabetta, domenica ho ripetuto la via dei Lucchesi con un amico che non aveva mai fatto una salita di quel tipo. Due giornate molto belle, con difficoltà ma anche con grandi gioie…per il solo fatto di essere lì, su una montagna che è un poco casa mia. Lunedì mattina mentre pensavo alle cose da preparare per gli impegni di lavoro della giornata ho letto di Marco. E’ stato un pugno allo stomaco, sabato mattina ne avevamo parlato con Alberto, della grandezza di quella salita. Ho pensato a lungo, sul perchè. sono tante le cose che si possono fare per arginare i rischi e le difficoltà, ma rimane comunque un ampio margine in cui non si può intervenire. Forse in fondo siamo solo degli egoisti?
20 Marzo 2014 alle 11:46 #19423alberto
Partecipanteintanto complimenti per l’Elisabetta a te e soprattutto al tuo compagno che credo fosse alla sua prima via sulla nord del Pizzo delle Saette. Un bell’inizio!
Siamo degli egoisti..?
Può darsi . Ma credo ci siano diverse forme di egoismo non solo l’alpinismo. Anche chi pensa solo al lavoro e trascura la famiglia è un egoista. Potrei fare nomi e cognomi.
Per quello che è successo a Marco, c’è un pensiero che ha scritto un suo amico che voglio riportare qui:
“restare vivi tanto per farlo non è lo scopo della nostra vita”
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