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Anonimo.
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10 Giugno 2010 alle 01:46 #9220
Anonimo
Ospitebonatti scritto:
"Seguite il facile nel difficile e non vi potete sbagliare"
Sacrosanto, non a caso questa frase mi viene ripetuta dai tempi del corso di arrampicata al punto da pensare che o eravate in tanti quella volta con Detassis o Detassis amava ripeterlo a ogni passo.
Poi ho anche imparato a stare attento a non trovare il difficile dopo il facile nel difficile, che ? sempre male.Per la cronaca non ho seguito gli spit ma il mio istinto, che cos? espongo al pubblico ludibrio.
In questi casi una informazioncina in pi? pu? essere utile al di l? del facile nel difficile, quindi grazie di avermela data.
Ciao10 Giugno 2010 alle 03:21 #9221andrea
Partecipantevongoren scritto:
bonatti scritto:
[quote]"Seguite il facile nel difficile e non vi potete sbagliare"Sacrosanto, non a caso questa frase mi viene ripetuta dai tempi del corso di arrampicata al punto da pensare che o eravate in tanti quella volta con Detassis o Detassis amava ripeterlo a ogni passo.
Poi ho anche imparato a stare attento a non trovare il difficile dopo il facile nel difficile, che ? sempre male.Per la cronaca non ho seguito gli spit ma il mio istinto, che cos? espongo al pubblico ludibrio.
In questi casi una informazioncina in pi? pu? essere utile al di l? del facile nel difficile, quindi grazie di avermela data.
Ciao[/quote]
Ciao Vongoren, non ti cospargere troppo il capo di cenere, perch? a bonatti piace sentenziare :evil: ma sa benissimo che in montagna, quella vera, fix o non fix si sbaglia eccome, basta uno strapiombino aggirabile (ma tu non lo sai, altro che istinto) che ti nasconde la retta via, o una nuvola che ? scesa un po’ troppo bassa e ti trovi nella cacca. Da fanciullo il mio pap? mi portava in montagna con le guide (vere, non farlocche). Ho perso fiducia nella loro infallibilit? quando vidi come una ci "guid?" verso una cresta del Gran Paradiso. Finii persino in un crepaccio. "Eppure", imprecava, "ci passo tutti gli inverni di qui". E accusava noi di essere degli inesperti incapaci perch? lui non sapeva da dove passare (c’era scarsa visibilit?). Appunto! E quindi cominciai a far da solo
L’esperienza si acquisisce anche sbagliando, per cui, Vongoren, secondo me sei stato bravo: te la sei cavata da solo e senza fix!10 Giugno 2010 alle 17:17 #9224alberto
PartecipanteNon ? una sentenza ma semplicemente un consiglio.
Imparare a leggere la roccia , imparare ha evitare le difficolt? sopratutto negli itinerari classici che non hanno nulla di sportivo; negli itinerari aperti parecchi anni fa come la cresta della Secca.
In questo tipo di itinerari, a differenza delle vie moderne, non si cerca la difficolt?, annzi si fa di tutto per evitarla!! magari con degli aggiramenti delle traversate, anche lunghe e quindi bisogna essere curiosi perch? magari la soluzione, a prima vista introvabile, ? semplicemente nascosta dietro uno spigolo.Poi tutti noi sbagliamo e l’esperienza passa dietro agli errori, l’importante ? farne tesoro.
Il problema oggi secondo me ? che ci si abitua troppo a seguire la chiodatura fissa e quando questa manca ci viene a mancare l’esperienza per poter interpretare il giusto percorso.
Quanto a Detassis ? stato il Padrone del Brenta e sai quanta gente ha visto passare dal rifugio Brentei, di cui era gestore, per andare a ripetere la sua pi? famosa via sul Crozzon.
Ecco perch? quella frase la sanno in molti;)10 Giugno 2010 alle 18:09 #9225Anonimo
Ospitenessun problema, io vado in montagna per divertirmi e per tornare sano a casa e i consigli di quelli pi? bravi sono sempre un bel regalo perch? mi aiutano per entrambi gli scopi.
Mi sono sentito scornato a incasinarmi cos? quando ormai mi sembrava di poter toccare la cima della Secca, ma alla fine mi sono divertito a togliermi dal guano.
Ci torner?.10 Giugno 2010 alle 23:44 #9229alberto
PartecipanteHo preso ha prestito il racconto di Vogoren per fare semplicemnete un esempio di come una persona possa non avere problemi nel salire una via tecnicamente difficile ma attrezzata ma poi si possa invece incasinare nel salire un percorso facile ma dove ci si deve impegnare nel cercare un percorso alla ricerca del giusto passaggio, proteggersi, evitare la roccia friabile.
All’intaglio della Secca forse basterebbe mettere una freccia sulla roccia per indicare la direzione e togliere ogni possibile dubbio…..
Ultimamente ad Arco di Trento ho assistito ad un convegno organizzato da un certo Grill alpinista austriaco che li chioda molte vie.
Al convegno dal tema "L’arte di arrampicare" si discuteva su come si aprono le vie e del rispetto degli itinerari classici o comunque aperti da altri.
Grill apre le vie con pochissimi chiodi poi ci ritorna e le richioda, addirittura mette le frecce sulla roccia per indicare la giusta direzione.
Molti sono contenti, molti altri sono arrabbiati.
Tutto questo ? positivo, ? istruttivo? Molti fix, le frecce, il nome all’attacco, ect. ect.
Non sarebbe forse meglio lasciare la possibilit? di avere dei dubbi, la possibilit? di interpretare la parete, di scoprire il percorso e di farsi la propria esperienza?
Secondo me si.
Al convegno c’erano dei relatori famosi uno di questi ? Alessandro Gogna che ha iniziato la sua relazione con una frase che condivido:
[b]"intanto vi dico la mia definizione di una via: una via, la via, ? la libert? di perdersi, per ritrovare poi la via d’uscita"….
[/b]12 Luglio 2010 alle 22:00 #9438Anonimo
OspiteScusate .. sabato ho ripetuto la via dei Nasi .. per uscire abbiamo optato per la variante che sale s? nella fessura .. chi s? dirmi quanto ? gradata ? :)
Altra info a riguardo il 3? spit di quel tiro ha il dado che st? per venir via .. l’ho alla meno peggio riavvitato :silly: .. ma non avevo attrezzi per farlo .. chi semmai ci ripassa si porti una chiave per dargli una strizzata ;)
13 Luglio 2010 alle 19:09 #9443andrea
Partecipantebonatti scritto:
Ho preso ha prestito il racconto di Vogoren per fare semplicemnete un esempio di come una persona possa non avere problemi nel salire una via tecnicamente difficile ma attrezzata ma poi si possa invece incasinare nel salire un percorso facile ma dove ci si deve impegnare nel cercare un percorso alla ricerca del giusto passaggio, proteggersi, evitare la roccia friabile.
All’intaglio della Secca forse basterebbe mettere una freccia sulla roccia per indicare la direzione e togliere ogni possibile dubbio…..
Ultimamente ad Arco di Trento ho assistito ad un convegno organizzato da un certo Grill alpinista austriaco che li chioda molte vie.
Al convegno dal tema "L’arte di arrampicare" si discuteva su come si aprono le vie e del rispetto degli itinerari classici o comunque aperti da altri.
Grill apre le vie con pochissimi chiodi poi ci ritorna e le richioda, addirittura mette le frecce sulla roccia per indicare la giusta direzione.
Molti sono contenti, molti altri sono arrabbiati.
Tutto questo ? positivo, ? istruttivo? Molti fix, le frecce, il nome all’attacco, ect. ect.
Non sarebbe forse meglio lasciare la possibilit? di avere dei dubbi, la possibilit? di interpretare la parete, di scoprire il percorso e di farsi la propria esperienza?
Secondo me si.
Al convegno c’erano dei relatori famosi uno di questi ? Alessandro Gogna che ha iniziato la sua relazione con una frase che condivido:
[b]"intanto vi dico la mia definizione di una via: una via, la via, ? la libert? di perdersi, per ritrovare poi la via d’uscita"….
[/b]Vedi bonatti se io vado al mare una domenica mattina di luglio e poi mi lamento che trovo la fila per strada, poi in spiaggia mi lamento che c’? tanta gente, poi mi lamento che ci sono i bambini che spruzzano l’acqua, che fanno casino, e cos? fino a sera quando trovo la fila del rientro… non posso dire che non lo sapevo prima. Cos? posso fare 2 cose: me ne resto a casa in mutande o vado a cercare altri lidi… magari non cos? vicini, n? facili da trovare. Ma questo non ? un problema, anzi, ne ? il sale…
chi sale una via di questo tale Grill, di che ha da lamentarsi se non di ci? che sapeva gi? da prima?
E’ solo uno che apre la bocca a sproposito… (ma ci sono altri modi di esprimere lo stesso concetto pi? sinteticamente :evil: )13 Luglio 2010 alle 21:23 #9444alberto
PartecipanteTronc scritto:
bonatti scritto:
[quote]Ho preso ha prestito il racconto di Vogoren per fare semplicemnete un esempio di come una persona possa non avere problemi nel salire una via tecnicamente difficile ma attrezzata ma poi si possa invece incasinare nel salire un percorso facile ma dove ci si deve impegnare nel cercare un percorso alla ricerca del giusto passaggio, proteggersi, evitare la roccia friabile.All’intaglio della Secca forse basterebbe mettere una freccia sulla roccia per indicare la direzione e togliere ogni possibile dubbio…..
Ultimamente ad Arco di Trento ho assistito ad un convegno organizzato da un certo Grill alpinista austriaco che li chioda molte vie.
Al convegno dal tema "L’arte di arrampicare" si discuteva su come si aprono le vie e del rispetto degli itinerari classici o comunque aperti da altri.
Grill apre le vie con pochissimi chiodi poi ci ritorna e le richioda, addirittura mette le frecce sulla roccia per indicare la giusta direzione.
Molti sono contenti, molti altri sono arrabbiati.
Tutto questo ? positivo, ? istruttivo? Molti fix, le frecce, il nome all’attacco, ect. ect.
Non sarebbe forse meglio lasciare la possibilit? di avere dei dubbi, la possibilit? di interpretare la parete, di scoprire il percorso e di farsi la propria esperienza?
Secondo me si.
Al convegno c’erano dei relatori famosi uno di questi ? Alessandro Gogna che ha iniziato la sua relazione con una frase che condivido:
[b]"intanto vi dico la mia definizione di una via: una via, la via, ? la libert? di perdersi, per ritrovare poi la via d’uscita"….
[/b]Vedi bonatti se io vado al mare una domenica mattina di luglio e poi mi lamento che trovo la fila per strada, poi in spiaggia mi lamento che c’? tanta gente, poi mi lamento che ci sono i bambini che spruzzano l’acqua, che fanno casino, e cos? fino a sera quando trovo la fila del rientro… non posso dire che non lo sapevo prima. Cos? posso fare 2 cose: me ne resto a casa in mutande o vado a cercare altri lidi… magari non cos? vicini, n? facili da trovare. Ma questo non ? un problema, anzi, ne ? il sale…
chi sale una via di questo tale Grill, di che ha da lamentarsi se non di ci? che sapeva gi? da prima?
E’ solo uno che apre la bocca a sproposito… (ma ci sono altri modi di esprimere lo stesso concetto pi? sinteticamente :evil: )[/quote]ciao Tronc
ma io non mi lamento mica, ho solo espresso un mio pensiero.
Ho ripetuto vie di Grill e devo ammettere che alcune mi hanno entusiasmato e le ricorder? anche se io le avrei…… altre invece non mi hanno detto nulla . Ma non perch? erano troppo facili , ma semplicemente perch? erano senza sale.
Il sale far? anche male alla pressione ma non si pu? mica vivere da malati per morire sani.:whistle:20 Settembre 2010 alle 08:03 #9828Anonimo
OspitePania Secca, cresta N:
Giunto all’intaglio dell’anticima non scendo, causa terreno molto franoso, privo di punti di calata, causa frana recente. Non avevo altres? materiale da abbandono. Rientro cos? all’intaglio precedente e mi calo da piastrine sul versante ovest (scendendo, prima dell’altro intaglio con calata con catena), poi doppie da alberi. Terreno infido sul quale far le doppie!
Alberto
28 Settembre 2011 alle 18:16 #12335Anonimo
OspiteCiao a tutti, dopo la nattapiana mi piacerebbe fare quest altro percorso semi-alpinistico..Volevo farvi due domande: 40 m di corda mi son sufficienti per le calate? Inoltre da quello che ho letto nelle varie relazioni non sono obbligatorie, si pu? anche disarrampicare giusto?
29 Settembre 2011 alle 01:05 #12344Anonimo
Ospiterip 32 scritto:
Ciao a tutti, dopo la nattapiana mi piacerebbe fare quest altro percorso semi-alpinistico..Volevo farvi due domande: 40 m di corda mi son sufficienti per le calate? Inoltre da quello che ho letto nelle varie relazioni non sono obbligatorie, si pu? anche disarrampicare giusto?
40 metri dovrebbero essere precisi per la calata (secondo me l’unica da fare) deggl’intaglio, si pu? disarrampicare ma io ti consiglierei la doppia, c’? stata un apiccola franetta e c’? della roba smossa su terriccio scivoloso e bello secco proprio sull’intaglio lato calata.
29 Settembre 2011 alle 01:43 #12345Alessandro Rossi
Partecipantedoppina e non ci si pensa pi?.
…sempre meglio una calata in doppia che un volo singolo29 Settembre 2011 alle 06:27 #12348Anonimo
OspiteMi sembra pi? scorbutica la prima calata rispetto a quella presente all’intaglio; questione di punti di vista;la cresta l’ho fatta con e senza corde, sar? rinconiglito ma opto per la prima…con!:)
22 Ottobre 2011 alle 00:18 #12734Daniele
Partecipantedopo la frana… sapete se hanno ripristinato la sosta per la calata dell’intaglio ?
grazie
22 Ottobre 2011 alle 03:30 #12737Anonimo
OspiteNon so come era prima…comunque ci son stato 2 settimane fa e all’intaglio c’era una catena di calata bella luccicante…credo quindi fosse nuova!!!
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