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- Questo topic ha 68 risposte, 4 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 4 anni, 8 mesi fa da
alberto.
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9 Aprile 2018 alle 10:55 #27078
alberto
Partecipante[quote=”nonno” post=28227]:( lo so non ho foto e di questo mi rammarico ( ultimamente mi sto un po inselvatichendo e non porto telefoni o macchine fotografiche ) , ma arrampicare a Caprie a fianco di Piero Pessa e Enrico Camanni che tra l’altro si fanno dei bei 6b , per me che ho letto tutto sul nuovo mattino , beh è stata una grande giornata….Alberto ci dovevi essere ;)[/quote]
Gianfrà, il fatto di non portare telefonini ti fa onore…così eviti di tenerci pintati gli occhi come purtroppo oggi fa il 99,99 % di tutti noi.
La macchina fotografica invece…dovresti. Non si sa mai cosa può capitare, frequentando luoghi come fai te adesso, traboccanti di storia ;)
10 Aprile 2018 alle 01:18 #27079Anonimo
Ospite[i]Non ho foto neanche io, solo questi appunti datati
[/i]
Ho arrampicato con Sergio Martini (ma lui non se ne è accorto)Era il 1 novembre del 1982.
Il giorno prima del congedo.
Ero rientrato la mattina, con il treno che arriva a Trento poco prima delle sette, dalla licenza.
Più che una licenza era stata una fuga, una fuga complice.
Il sabato precedente stavo bazzicando nel piazzale, nei pressi del cancello di ingresso della Caserma di Via delle Ghiaie, 4° rgt a.pe.cam.. Passa in auto il capitano, neo promosso, mio coetaneo. Apre il finestrino “Che fai?” “Aspetto l’ultimo” “Io vado a casa, stecca!” “Bon per te, ma tra tre giorni vado io, per sempre!, e allora burbetta…sparati , noi siam borghesi, siam congedanti…” “Dai sali ti porto a casa” “Si è chi me lo dà il permesso con la fureria chiusa” “E che te ne frega” “E se mi beccano al contrappello? Bada un po’ mi rovino il congedo” “Ma chi è che dà le licenze?” “beh..te!” “E allora salta su” e via fino a Massa, dove abitava il cap, e di lì in treno fino a casa.
Ora, rientrato alle sette, indossata la divisa e fatta l’adunata, ero già d’accordo. Vado in fureria ritiro il permesso e alle nove esco di caserma.
Leo è lì ad attendermi con l’auto.
Partiamo per la Val del Sarca.
Appena sotto le placche, ci prepariamo, scarpette, imbraco.
Vicino a noi un gruppetto di tre, ci prepariamo.
Leo si avvicina, saluta un paio di loro. Io ascolto in disparte.
Ha finito, ci leghiamo. “Sai chi è quello là? Quello moro lì in mezzo?” “Non saprei” “E’ Sergio Martini, è uno forte di Rovereto. Ma forte davvero. Sta preparandosi per una spedizione in Himalaya.” “No, non lo conosco, ma il nome non mi giunge nuovo, ma sai è un cognome diffuso, molto diffuso, anche da noi”
Ci avvicinammo all’attacco della Rita, la via più affollata, la via più facile.
Martini e gli altri attaccarono una placca sulla nostra sinistra.
La Rita è una via che segue alcune fenditure e svasature della roccia, per cui noi rimanevamo un po’ incassati tra le costole di calcare ai nostri lati.
Alle soste, mentre Leo si preparava a ripartire, avevo così modo di vedere le silouettes degli altri che si stagliavano netti muovendosi con eleganza lungo le cordanature rocciose in rilevo, sagome nitide sullo sfondo del cielo.
E tutto ciò rendeva la mia salita insolita, una salita più da spettatore che da attore, da osservatore attento delle concatenazioni fluide e dei movimenti felini in una atmosfera quasi magica, un’atmosfera da leggenda. E di fatto l’Alpinismo saliva lì a fianco senza che lo sapessi.12 Aprile 2018 alle 10:16 #27089alberto
Partecipanteho conosciuto Sergio Martini. Ci siamo trovati a diverse riunioni.
Grande persona.qualche anno fa, assieme ad altri 2 amici, tentammo la ripetizione di una sua via: la “Martini-Leoni-Tranquillini” sul pilastro nord della Rocchetta Alta di Bosconero in Dolomiti. La giornata non era delle migliori, nebbia fittissima fin dal primo mattino che rendeva bagnata la roccia. Sempre a causa delle nebbia non fu facile trovare l’attacco. Anche se in comune alla via Navasa che conoscevo avendola percorsa diversi anni prima, nel 1984.
Ma forse…. noi non eravamo nelle migliori giornate. Così dopo alcuni tiri, traversammo a destra e raggiunto lo spigolo Strobel uscimmo per questo.16 Aprile 2018 alle 14:05 #27104alberto
Partecipante20 Aprile 2018 alle 13:19 #27108alberto
PartecipanteTONI ZUECH il contadino alpinista, grande amante delle invernali e dell’avventura.
Ho arrampicato con Toni su una via ad Arco in Valle del Sarca. E’ stato casuale, il suo compagno gli aveva dato buca e noi eravamo li in tre. Si è avvicinato e ci ha chiesto se volevamo scalare con lui.
Ci siamo divertiti.2 Maggio 2018 alle 19:53 #27135alberto
Partecipante1975 monte Nona via Vaccari una bella immagine di Agostino Bresciani
10 Luglio 2018 alle 19:49 #27347alberto
PartecipanteAlessandro Gogna al refuge de Leschaux, 7 luglio 1968, il giorno prima della prima ascensione solitaria alla via Cassin alle Grandes Jorasses. Foto: Giorgio Volta.
dal blog di Alessandro GognaAttachments:5 Settembre 2018 alle 20:09 #27525alberto
Partecipanteil RAGNO delle Dolomiti si disseta
17 Settembre 2018 alle 12:48 #27573alberto
Partecipante3 grandi volti dell’alpinismo piemontese.
da sinistra: Franco Ribetti, Ugo Manera, Isidoro Meneghin. Hanno esplorato in lungo e in largo le pareti di tutto il Piemonte e non solo. Spesso anche in solitaria, soprattutto Memeghin.
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