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Anonimo.
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21 Febbraio 2016 alle 04:12 #23762
alebiffi86
Partecipante…e finalmente ce la siamo portata a casa!!! è stata una roba da pazzi ma ne è valsa la pena!! l’ho pensata per più di cinque anni e oggi con mio fratello ce la siamo regalata! presuppongo potrebbe trattarsi di una prima ripetizione invernale (via faggioni licata o via originaria centrale alla nord del sagro, 8 luglio 1941) ma non posso saperlo con certezza per cui chiunque possa confermare o smentire è ben accetto! ovviamente ci farebbe molto piacere se fosse una prima..anche perchè sarebbe la mia “prima prima” in apuane; ma veniamo alla via: ovviamente sapevamo che le condizioni non c’erano ma credo che su di un itinerario del genere non ci siano quasi mai; avevamo infatti già dato per scontato di dover salire interamente in paleo traction..e così è stato; dalla foce del faneleto siamo scesi costeggiando la nord fino alla evidente frana biancastra, da lì si comincia a risalire uno sperone boscoso da destra verso sinistra fino ad individuare un muro ertissimo di erba,terra e blocchi rocciosi (questo rappresenta l’unico punto di debolezza di questo tratto di parete); fatta sosta su ottimo faggio alla base del tiro; bisogna puntare all’evidente albero isolato che si trova sulla grande cengia al termine del primo salto verticale..noi non siamo riusciti ad arrivare direttamente alla pianta ma abbiamo sostato prima onde evitare eccessivi attriti (fatta sosta su di un evidente pulpito, trovato vecchio chiodo con anello); tiro di circa 45/50 metri, pendenze sui 75/80 gradi; dal pulpito si prosegue in verticale in direzione del faggio che và raggiunto aggirando un muretto tramite piccolo canalino molto incassato terminante a ridosso di un masso dalla cui sommità si accede al pnedio sovrastante; sosta su pianta, 15 – 20 metri, 55 – 60 gradi; da qui si traversa in grande esposizione sino a guadagnare l’inizio dell’altro muro verticale che pur essendo un po’ più tecnico presente maggiori possibilità di protezione (rinviati numerosi alberelli); il tiro termina nuovamente su di una grande cengia sottostante un tratto di paerete verticale e compatta, 60 metri,75/80 gradi; si attraversa tutta la cengia verso sinistra sinchè i pendii superiori non divengono abbordabili, dopodichè si segue sempre la linea di salita più facile e logica sino a raggiungere la croce di vetta (tratto di un centinaio di metri affrontato in conserva, pendenze sui 55 – 60 gradi); che dire, sono veramente felice, ringrazio mio fratello per avermi accompagnato in questa bellissima avventura che non sarà stata remunerativa dal punto di vista estetico, delle condizioni,ecc.. ma aveva quel sapore di antico,di storico e di selvaggio che per me vale molto di più; e poi queste sono le nostre montagne,sono fatte anche di queste cose: di terra,di erba,di roccia marcia, di picozze da piantare nel paleo spolverato di neve…sono dell’idea che dobbiamo adattarci a ciò che abbiamo per apprezzarlo al massimo anzichè andare sempre alla ricerca del ghiaccio perfetto e delle condizioni migliori; queste sono le Apuane, rudi,dure,selvagge.
a breve foto…21 Febbraio 2016 alle 04:27 #23773alebiffi86
Partecipanteeccole
il primo tiro
il canalino che conduce al faggio isolato
il secondo muro
esposizione
traversino da cacca nelle mutande!
tratto di parete
21 Febbraio 2016 alle 04:36 #23779alebiffi86
Partecipantela larga cengia dove terminano le difficoltà maggiori
compare la croce
luca mentre risle gli ultimi metri
vetta
splendida luce serale
…ecco, quest’ultima foto la trovo bellissima e significativa: un ragazzo appena ventenne, con la sua semplicità felice per l’avventura appena vissuta; non fà il 7c, non si dà arie ma và in montagna con il cuore oltre che con il cervello; si, sarò polemico ma questa salita la dedico ai sognatori, a quelli che salgono una via anche se non è blasonata e non supera l’ED+, a quelli che preferiscono “il retro del garage” rispetto al salotto..a quelli che non si danno tante arie ma in silenzio coltivano le loro visioni, piccole o grandi che siano;
Attachments:21 Febbraio 2016 alle 12:59 #23782alebiffi86
Partecipantequesta è più o meno la linea salita..
Attachments:21 Febbraio 2016 alle 14:45 #23783Cima
PartecipanteAle te l’ho gia fatti personalmente ma ti rinnovo qua i complimenti! Condivido al 100% il tuo parere sull’alpinismo apuano
Complimenti ancora!
21 Febbraio 2016 alle 17:32 #23784GiovanniTecchia
Amministratore del forumBravi. Salita delicata… Di sicuro non vi scoraggiate facilmente! Bella la foto con Luca: lo stai rodando ben bene il ragazzo. Fai attenzione, mi raccomando: ricordati che a 20 anni la rinuncia spesso non viene considerata. Sta a te essere “saggio”. Complimenti ancora, davvero!
PS: Uscito da lavoro sgambata voltoline-gorfigliette. Neve sfondona da Mosceta in su.
21 Febbraio 2016 alle 21:48 #23785Cima
PartecipanteAle mi ricordo benissimo di un giorno che salimmo insieme la fessura malerba… in vetta al grondilice guardavi la nord del Sagro e dicevi: “cazzo, un giorno la devo salire in inverno!” :laugh: :laugh: :laugh:
Ahahahah quel giorno è arrivato! ;)
21 Febbraio 2016 alle 22:38 #23786fabrizio
Amministratore del forumDavvero complimenti a Ale e Luca! Molto bello anche il tuo pensiero dell’alpinismo che penso tutti o quasi condividano
Che dire se non [video=youtube;O0xnc2ilZJU]http://www.youtube.com/watch?v=O0xnc2ilZJU[/video]21 Febbraio 2016 alle 22:50 #23787alebiffi86
PartecipanteFabri non riesco a vedere il video: mi dice video privato! comunque penso di sapere di cosa si tratti.. :laugh: :laugh: :laugh:
21 Febbraio 2016 alle 23:28 #23788alebiffi86
Partecipanteora si vede!!!! mitico bubu bole!!! sarebbe da fare un raduno del forum con lui ubriaco fradicio!!! :laugh: :laugh: :laugh:
22 Febbraio 2016 alle 01:22 #23789Anonimo
Ospitebravi…a ognuno la propria avventura e la propria estetica.
a proposito di arie e di prendersi troppo sul serio,
qui qualcuno aveva dato giudizi (personali) sull’estetica di certi percorsi…
…tu invece ti permetti di dare giudizi su persone, che immagino tu conosca poco o per niente.22 Febbraio 2016 alle 03:05 #23790alebiffi86
Partecipante[quote=”puppasedani” post=25834]bravi…a ognuno la propria avventura e la propria estetica.
a proposito di arie e di prendersi troppo sul serio,
qui qualcuno aveva dato giudizi (personali) sull’estetica di certi percorsi…
…tu invece ti permetti di dare giudizi su persone, che immagino tu conosca poco o per niente.[/quote]umm..un po’ coda di paglia direi..comunque è un dato di fatto oggettivo (non si tratta d’illazioni personali) che tu e altri super eroi guardate a noi “alpinisti della domenica” con una certa puzza sotto al naso..quindi semmai sei il primo a dare giudizi anche se in modo velato e non diretto; lo hai ampiamente dimostrato in numerosi tuoi interventi,così come hai chiaramente affermato più volte che certe salite “non vale la pena farle”, perchè fanno “onco ai bai” (anche il fatto di usare espressioni dialettali in questo contesto risulta abbastanza spocchioso per non parlare poi del conludere il post con “provenzali saluti”..come se il fatto che scrivi dalla provenza sia un marchio di prestigio..scusa,ma chi se ne frega da dove scrivi??); comunque mi onora che il grande monaco si scomodi (tra una cattedra universitaria e l’altra) per seguire le mie esteticamente discutibili vicende alpinistiche; vuol dire che qualcosa valgono! ;)
22 Febbraio 2016 alle 11:37 #23791alberto
PartecipanteComplimenti Ale, a te e a tuo fratello per la bella avventura.
A dimostrazione che spesso e volentieri le condizioni che contano per salire le vie non sono quelle della parete ma sono quelle che abbiamo dentro.
Nonostante questo inverno del minchia , ti sei saputo adattare alla situzione e tirando fuori l’entusiasmo l’hai fatta.
Alpinismo dal sapore antico da spazzolone per spolverare la neve ;)
22 Febbraio 2016 alle 12:14 #23793Anonimo
OspiteAncora complimenti Ale a te ed a Luca…sia per lo spirito con cui avete affrontato la vostra avventura sia per la passione che si legge in ciò che scrivi.
Ancora una cosa “ringrazio” anche per la dedica perche come dici tu anche io sto sempre “nel retro del garage”
22 Febbraio 2016 alle 12:31 #23795alberto
Partecipanteragazzi lasciate stare le polemiche e godetevi la salita.
Ognuno di noi, in questi anni, ha dato del suo facendo grande l’ alpinismo invernale apuano, in base alla propria mentalità e alla situazione del momento. Certamente in Apuane ci sono stati anni in cui c’è stato un ghiaccio eccezionale. sarebbe stato da fessi non aprofittarne.
Questo può avere generato una eccessiva assuefazione alla pretesa delle ottime condizioni…?
Può darsi ma non è sempre vero. Spesso sono state affrontate le salite accettando quello di bello e di brutto (anche molto brutto) che si trovava. Alcune salite infatti si sono presentate più difficili o più facili a seconda delle situazioni che presentavano al momento.
Faccio un esempio: quando salimmo la via dei Genovesi alla nord del Pizzo oppure, sempre li, la Cantini – De Bertoldi, non c’erano certo delle ottime condizioni.
Ma anche quando ho salito in solitaria la Zappelli le condizioni erano assai mediocri. Ma c’ero , l’entusiasmo (soprattutto) era tanto! e quindi via verso nuove avventure.Altre volte invece abbiamo provato, ci abbiamo preso 5 e quindi a casa per poi ritornare. Vedi “Onda Su Onda” al Sumbra oppure “Meglio anomali che anonimi” alla Roccandagia.
Ma questo fa parte del gioco.In Apuane d’inverno c’è ancora tanto da fare. Certamente con il cambiamento climatico, bisognerà farci i conti e sapersi quindi adattare, per i futuri inverni, ancora di più che ne passato.
Magari portandosi dietro lo “spazzolone” come facevano Casarotto e i fratelli Rusconi… :laugh: per pulire la neve fresca.Ma quello che conta è l’entusiasmo. Se c’è questo, d’inverno le Apuane ci potranno regalare ancora mille avventure e soddisfazioni.
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