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Anonimo.
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13 Maggio 2009 alle 04:18 #5620
Anonimo
OspiteDa un po’ mi appunto frasi che descrivono le nostre montagne.
Alcune – come quella di Fosco Maraini – mi emozionano davvero, perch? riescono a descrivere bene la selvaggia e energica bellezza delle nostre Apuane.Ne copio qui qualcuna…se ne consocete altre postatele! Mi piacerebbe conoscere altri versi sulla nostra catena preferita!
[i]?Lo scoglio ov?il Sospetto fa soggiorno,
? dal mar alto da seicento braccia,
di ruinose balze cinto intorno,
e da ogni canto di cader minaccia?[/i]
Il Monte Procinto?visto dall?Ariosto[i]?D’immane ponte adamantino a foggia,
ch’arte tu credi,
eppur natura eresse?[/i]
Il Monte Forato descritto da Giuseppe Tigri[i]?Da essi monti si diramano vari contrafforti, che portano sui loro ciglioni acute prominenze, ed una criniera dentellata e discoscesa tanto, che un uomo che non abbia l?ali di Dedalo o di Gerione difficilmente pu? su quelle balze passeggiare.
Essendo che simili creste, dove solo allignano piante alpine e annidiano aquile, sono fiancheggiate da profondi burroni pietrosi di color grigio, i quali si succedono gli uni appresso agli altri in direzione quasi uniforme, in guisa che visti dall?alto offrono all?immagine la figura di un mare in tempesta istantaneamente pietrificato?.[/i]
Le Apuane viste da Emanuele Repetti[i]?Apuane: se i luoghi hanno un’energia segreta, ? impossibile evitare queste cime che emergono come pezzi di banchisa sconvolti dalla corrente, oltre l’onda lunga, verde scuro dello spartiacque Tirreno-Adriatico. Dicono storie dure di cavatori e scalpellini, anarchici e partigiani, cinghiali e cacciatori di frodo?.
?…e intanto la piramide del Pizzo d’Uccello si svela in mezzo e sopra a un curvone.
Scintilla, sembra un dentone che sfonda la gengiva della scorza terrestre?.[/i]
[b]Paolo Rumiz
(dal libro "La leggenda dei monti naviganti")[/b][i]?Il mio primo contatto con le Apuane ebbe dell’apocalittico.
Potevo avere otto o nove anni. La prima guerra mondiale era terminata da poco. La famiglia non era ancora assestata dopo l’assenza militare del babbo.
Di villeggiatura ne parlavano solo i nonni, i quali fortunatamente mi amavano molto e mi tenevano volentieri con loro.
Quell’anno, 1920 o ’21, avevano scelto Vallombrosa [..]. Un pomeriggio ci fu un violento temporale [..]. Passata la tempesta si profil? – come succede – un favoloso tramonto. L’aria era stata spazzata dalle piogge ed era quindi limpidissima, molto pi? trasparente del solito [..].
Il cielo era ancora coperto da un soffitto compatto di nubi viola, ma verso ponente si apriva una lunga finestra orizzontale di splendore rosso.
E contro quello spacco di mondo si profilavano dei monti aguzzi, impertinenti, assolutamente straordinari, d’un colore paonazzo che faceva impressione. "Che sono quelle strane montagne?" chiesi. E qualcuno mi rispose: "sono le Alpi Apuane…? da l? che viene il marmo…".
Quale impressione quello spettacolo! Pi? di settant’anni dopo ce l’ho ancora vivissimo negli occhi.
Mi sembrava d’aver visto il Karakorum o l’Himalaya?.[/i]
[b]Fosco Maraini
(dall’introduzione al libro "Le Alpi Apuane" di Bruno Giovanetti)[/b]…e infine questa: non ? specificatamente sulle Apuane ma forse spiega perch? amiamo tanto queste rocce!
[i]"Ogni pensiero profondo resta in parte segreto
e quanto pi? profondo ? il pensiero
tanto meno trova parole che possano esprimerlo;
per questo le Pietre non parlano"[/i]
Marguerite Yourcenar13 Maggio 2009 alle 06:02 #5621Anonimo
Ospitetanto di cappello, Nicola!
sei riuscito a trovare dei versi poetici e dei brani di prosa che in poche righe riescono a descrivere benissimo l’essenza e la poesia delle "nostre" montagne.
il brano della Yourcenar, in particolare, ? bellissimo.
questo ? un aspetto che non avevo mai considerato, ossia come le Apuane sono state viste e descritte in ambito letterario; per? ? molto interessante!
grazie di nuovoAlfredo
13 Maggio 2009 alle 06:39 #5623Matteo72
Partecipante[i]
"Marmorea corona
di minaccevoli punte,
le grandi Alpi Apuane
regnano il regno amaro,
dal loro orgoglio assunte."[/i]Meriggio – Gabriele d’Annunzio
13 Maggio 2009 alle 18:17 #5628Marco di AS
PartecipanteCercando brani che mi ricordavo, ho trovato questa pagina che segnalo:
http://cavirani.altervista.org/apuane_e_poesia.htm
Personalmente mi ricordavo di Dante che parla di Tambura e Pania della Croce in un canto dell’Inferno:
[i]Per ch?io mi volsi, e vidimi davante
e sotto i piedi un lago che per gelo
avea di vetro e non d?acqua sembiante.
Non fece al corso suo s? grosso velo
di verno la Danoia in Osterlicchi,
n? Tana? l? sotto ?l freddo cielo,
com?era quivi; che se Tambernicchi
vi fosse s? caduto, o Pietrapana,
non avria pur da l?orlo fatto cricchi.[/i]E anche di D’Annunzio:
[i]E tutta la Versilia, ecco, s’indora
d’una soavit? che il cor dilania.
Mai fosti bella, ahim?, come in quest’ora
ultima, o Pania!
[/i]Mi ricordo anche di questi versi, sempre riferiti alla Pania, che mi sembrano di Pascoli, ma non so da dove sono tratti (qualcuno ne sa qualcosa?):
[i]Salutami il bel monte
che ha neve in cima
e ulivo alla radice[/i]Bravo Nicola, bell’idea questo topic! :)
Marco
13 Maggio 2009 alle 20:30 #5630Anonimo
Ospite:angry: Le citazioni che sapevo io sono gi? state tutte postate…;)
Ottimo, comunque, Bel topic.
Sono anche d’accordo su eventuali iniziative che consentano di uscire dal virtuale… mi sembra che ci siano materiale, conoscenze e passione.15 Maggio 2009 alle 15:31 #5660Anonimo
OspiteVolevo dare un mio piccolo contributo a questo interessante topic anche se non strettamente collegato con le Apuane.
"Un giorno forse partir? e ritorner? a girovagare per i monti e i boschi della valle dove la prima volta ho incontrato me stesso. E forse questa sarebbe la vera avventura"
(Gian Piero Motti, alpinista)
24 Settembre 2012 alle 00:58 #16060Anonimo
OspiteSalve a tutti,
sono nuova del forum e vi ho trovato mentre vagavo in rete alla ricerca dell’opera della yourcenar dove scrive quel pensiero meraviglioso sul linguaggio delle pietre che mi ha accompagnato sempre come un mantra durante i miei studi in geologia. Lo lessi per la prima volta alla mostra sul marmo delle Apuane organizzata alla Limonaia di Pisa (si parla di almeno 7 anni f?) e da allora ? rimasta una delle mie citazioni preferite. Mi farebbe piacere sapere l’opera della scrittrice e andare a colpo sicuro quando in biblioteca avr? finalmente l’occasione di trovare il suo libro…aspettando la rivelazione, mando un caro saluto a tutti gli Apuane addicted!24 Settembre 2012 alle 11:06 #16068Anonimo
Ospiteinutile salita(al Procinto)
Strinsi la scala che in alto portava,
poi dissi,che fai?
del vecchio rimbrotto mi ricordai:"da solo giammai!"
diceva mio padre,ma poi una voce alla dritta mi giunse,
"per da quella la prima esperienza"un baldo diceva
alla sua giovine novia.
Un attimo stetti tra il dubbio e l’inganno,poi scelsi
l’ascesa che in cielo portava ,e non con un battito
che non mi voltai.
La vertigine ormai ? rimossa e l’oblio riposto,
solo la croce mi aspetta sul grotto.
Giunto al Giardino,poi venti pi? in alto,
dei fratelli maggiori il guardo rapi’,e dintorno che odori!
Del Nona il calcare mi anneg? come in mare,
e il vertigo strinse nelle sue spire il mio cuore.
Ma con grande sorpresa il baldo non era in asciesa!
….e rimasi tra il cielo e la pietra.
suvvia, affrontiamo questa discesa!
…ma di sensi che spesa!Paolo Giannecchini,adoratore delle Apuane
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