Re:Etica della Montagna

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#11076
alberto
Partecipante

voglio chiarire che non faccio il processo al CAI anche perch? ne faccio parte dal 1979 come socio e dal 1984 come istruttore e so benissimo che tutti noi siamo dei volontari che sacrificano il proprio tempo libero e la famiglia per lavorare nel CAI che certo non ci retribuisce.
Ma visto che il CAI ? una grossa associazione ramificata su tutto il territorio e che ha per scopo la promozione dell’ALPINISMO e della CULTURA ALPINA credo dovrebbe fare un p? di ripensamento. Pensare un p? meno ad ingrandire sempre di pi? i rifugi e a fare meno ferrate. Anche nella scelta a chi affidare la gestione del rifugio ci dovrebbe essere una maggiore attenzione. Spesso i rifugisti non sanno nulla (e non gli frega di saperlo) della storia alpinistica dei monti e delle pareti che circondano il rifugio, non si preoccupano di sapere al mattino la gente su che vie va, non si preoccupano di sapere alla sera se la gente ? rientrata da quella salita e alle 16 gi? chiudono tutto e se ne vanno.
Eppure il rifugio ? posto di chiamata di soccorso.
Quanto alle scuole CAI, di cui faccio parte, per come la vedo io nei corsi si pensa troppo al grado tecnico , la gente vuole subito partire dal 6a, oggi sembra diventato il grado base, una volta c’era il III grado. Per fare questo si portano gli allievi su vie preconfezionate, completamente attrezzate a fix e catene e gli si insegna il metodo Caruso ma di prendere il martelo in mano e piantare chiodi? quando mai visto che basta andare dietro ai fix.
Queste vie didatticamente possono essere utili da un punto di vista arrampicatorio ma per l’aspetto alpinistico hanno decisamente poco da insegnare e trasmettere.
Certamente c’? l’aspetto della responsablit? che non va sottovalutato, se succede un’incidente e siamo su una via schiodata e di roccia friabile, qualcuno ci potrebbe contestare il perch? siamo li con l’allievo.
I corsi oltre ad insegnare la monovre di corda che certamente devono essere fatte bene per prevenire incidenti, dovrebbero trasmettere la cultura, la curiosit? di andare altre il solo grado tecnico, trasmettere il valore della vetta, ed invece si pensa al solo aspetto arrampicatorio e quindi quando la via ci sembra meno interessante gi? doppie.
Eppure anche la roccia friabile regala itinerari bellissimi su pareti bellissime. basta pensare alle pareti nord delle Tre Cime di Lavaredo dove certamente la roccia non ? marmorea. Ma vuoi rinunciare a salire una di quelle pareti solo perch? la roccia ? gialla?

Oggi quanti di quelli che vanno a fare la GAMMA al Procinto vanno oltre la cengia ed escono in vetta?
Eppure i 2 tiri sopra la cengia sono bellissimi, aerei e tecnici. Ma 3 miseri…. passaggi su staffe spaventano pi? di un passo di 6b. Per poi sentire dire: ho fatto la GAMMA…. ma la via finisce in cima!
Oppure ho fatto il Supercouloir del Tacul ma in effetti al termine della parte pi? tecnica si scende in doppia mentre Gabarrou e Boiven 30 anni fa!! con piccozze dritte e 3 viti della minchia sono usciti in vetta.