Re:PANIA SECCA – cresta nord

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#9229
alberto
Partecipante

Ho preso ha prestito il racconto di Vogoren per fare semplicemnete un esempio di come una persona possa non avere problemi nel salire una via tecnicamente difficile ma attrezzata ma poi si possa invece incasinare nel salire un percorso facile ma dove ci si deve impegnare nel cercare un percorso alla ricerca del giusto passaggio, proteggersi, evitare la roccia friabile.

All’intaglio della Secca forse basterebbe mettere una freccia sulla roccia per indicare la direzione e togliere ogni possibile dubbio…..

Ultimamente ad Arco di Trento ho assistito ad un convegno organizzato da un certo Grill alpinista austriaco che li chioda molte vie.
Al convegno dal tema "L’arte di arrampicare" si discuteva su come si aprono le vie e del rispetto degli itinerari classici o comunque aperti da altri.
Grill apre le vie con pochissimi chiodi poi ci ritorna e le richioda, addirittura mette le frecce sulla roccia per indicare la giusta direzione.
Molti sono contenti, molti altri sono arrabbiati.
Tutto questo ? positivo, ? istruttivo? Molti fix, le frecce, il nome all’attacco, ect. ect.
Non sarebbe forse meglio lasciare la possibilit? di avere dei dubbi, la possibilit? di interpretare la parete, di scoprire il percorso e di farsi la propria esperienza?
Secondo me si.
Al convegno c’erano dei relatori famosi uno di questi ? Alessandro Gogna che ha iniziato la sua relazione con una frase che condivido:
[b]"intanto vi dico la mia definizione di una via: una via, la via, ? la libert? di perdersi, per ritrovare poi la via d’uscita"….
[/b]