Una variante per la Pania della Croce


Cresta sommitale della Pania della Croce

La Pania della Croce è la cima più elevata delle Apuane meridionali, ed anche la più conosciuta e frequentata di tutta la catena. Vista dalla pianura pisana, si staglia in cielo a forma di piramide, dando un senso di grande imponenza, infatti il gruppo delle Panie, formato a nord dal Pizzo delle Saette, a est della Pania Secca, e dalla Pania della Croce, è il gruppo più grande di tutte le Apuane. L’itinerario inizia dalla foce di Mosceta (rif. G. Del Freo) a quota 1170. Ci sono molti sentieri usati per arrivare alla foce, il più classico è quello che parte da Passo Croce per Fociomboli con segnavia 129 (1 ora circa), oppure per chi viene dalla Garfagnana può usare il sentiero che parte da Isola Santa passando dal Col di Favilla, segnavia 9 (2 ore), oppure per chi volesse salire della Versilia può essere interessante un sentiero che parte da Pruno per le Caselle e il Passo dell’Alpino (segnavia 122, 2 ore).


Gruppo Panie in inverno da nord

Iniziamo a salire dalla foce per il sentiero normale alla Pania (segnavia 126), superato il sentiero che porta alla Foce di Valli si lascia il sentiero principale e si sale per tracce il crinale che sbuca direttamente alle Gorfigliette (piazzola per elicottero). Si riprende il sentiero principale fino ad aver risalito il canaletto svasato, a questo punto ci si stacca dal sentiero e si punta decisamente in alto su un pendio ripido di erba e rocce tenendosi sempre a destra dal filo di cresta. In alcuni punti è possibile, avvicinandosi al filo, vedere le bastionate rocciose del versante sud occidentale il più maestoso della montagna. Arrivati con questo percorso direttamente sull’Antecima nord continuiamo verso la vetta dalla cresta sommitale con percorso facile e panoramico.


Pania della Croce da sud

Naturalmente il panorama che offre la montagna è grandioso, soprattutto nelle giornate più limpide, si può arrivare a vedere tutto l’arcipelago toscano (Isola d’Elba, Capraia, Gorgonia) fino alla Corsica, nonché tutto l’Appennino Tosco-Emiliano, Ligure e addirittura le Alpi Marittime fino al M. Viso. In inverno questo percorso si presenta privo di difficoltà apparenti, ma dato il dislivello lo spazio aperto che ci circonda e la neve sempre abbondante e ghiacciata anche a primavera, l’approccio alla salita deve essere molto prudente e chi l’affronta deve avere sempre attrezzatura adeguata (ramponi, piccozza, corda e chiodi da ghiaccio al seguito) e soprattutto un po’ di esperienza di salite con ramponi su neve dura o ghiacciata.


Pizzo delle Saette e <pania della Croce da ovest