Rispondi a: Renara-Pizzo di Gronda-Penna Rossa Ovest

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#51492
Enzo
Partecipante

Ciao Gabriele,

proverò a dare il mio contributo sull’argomento.

Tanto per cominciare, qual è il Pizzo di Gronda? Il nome non esiste sulle carte IGM e CTR, e io credo che sia stato coniato in occasione dell’ascensione del 1959 di Costa e Tordini a “un appicco roccioso” che “termina sull’abitato di Gronda” in fondo al crinale divisorio tra il Canale di Resceto e il Canale di Renara: “una parete O triangolare, alta c. 60 m, su cui si incontrano difficoltà sul III e IV”: guida CAI-TCI 1979, pag. 307. Nello Scarpone n. 18 del 1959 c’è la relazione originale, dove c’è il nome Pizzo di Gronda ma non la quota. Nella guida CAI questo Pizzo di Gronda è quotato 562 m, ma secondo me per errore dei suoi compilatori: infatti, all’epoca sulla carta IGM si trovava quotato questo solo punto sul crinale tra Gronda e la quota 687 m (Penna Rossa O), e Nerli e Montagna avranno ragionevolmente pensato che Costa e Tordini avevano salito la quota 562 m. Ma la presenza di una parete O di 60 m e tutte le altre indicazioni di luogo portano invece a dire che essi avevano salito l’attuale Colle della Gronda della CTR, quotato 509.1 m. In conclusione: se Pizzo di Gronda è il nome da dare, legittimamente, al monte salito da Costa e Tordini, esso allora coincide con il Colle della Gronda della CTR. Il Pizzo di Gronda è molto evidente e facilmente riconoscibile ad es. da Conchiusi del Canale sulla strada verso Renara, anche perché è nettamente inciso da una sella verso monte, sulla quale scende con un pendio uniforme molto caratteristico. La quota 562 m della carta IGM, invece, è un piccolo e dirupato nodo orografico che sulla CTR non è quotato, e che si trova circa a metà strada tra il Colle della Gronda e la quota 602.9 m CTR verso la Penna Rossa.

Apro una parentesi: Alberto, puoi dirci tu qualcosa di più sulla salita di Costa e Tordini?

Detto questo, ora veniamo agli itinerari. Sì, la cresta dalla foce del canal Bertone in giù all’inizio è elementare, e in questo tratto si stacca verso sinistra (Renara) una traccia di cavatori, scoscesa e incerta (attenzione!) ma ancora praticabile, che porta alle baracche di Renara; poi la cresta diventa un po’ esposta, ma si può ancora arrivare sul nodo orografico quota 562 IGM, dal quale però non si può scendere. Vediamo come stanno le cose in senso inverso, che poi secondo me è quello consigliabile: da Conchiusi del Canale si guada il torrente poco più avanti, e sull’altra sponda con svolta a 180 gradi si segue uno sterrato in abbandono che sale e porta a un ripiano poco sopra: da qui ti sovrasta un pendio di roccette ed erba, percorribile più o meno ovunque, che ti porta facilmente in cima al Pizzo di Gronda. Ora scendi il pendio fino alla sella sottostante, ma poi il filo che ti porterebbe alla quota IGM 562 lo devi lasciare perché non è salibile: allora tagli a sinistra su tracce, raggiungi una dorsalina secondaria, la scavalchi, la risali per un po’ sull’altro lato per tracce ma anche da qui non puoi raggiungere la quota 562; allora, a una specie di selletta di questa dorsale pieghi a sinistra e finalmente puoi salire a riprendere il filo del crinale principale, a monte della quota 562 e prima del bivio con la traccia che scende a Renara.

Il terreno è da escursionisti esperti ma non presenta difficoltà oltre il I; più delicato sarebbe  raggiungere la quota 562 dalla cresta a monte, ma visto che non è questo il Pizzo di Gronda io non lo consiglio. Quanto tempo? una mattinata.

In rete trovi alcune foto di una nostra gita al Pizzo di Gronda in un album di Paolo Mazzoni: Pizzo di Gronda – Penna Rossa Ovest del 20.11.2011. In qualche altro suo album ci sarà anche qualche foto da lontano del Pizzo di Gronda, ma ora non saprei dire dove.

Enzo