Re: Ciao, . . . . .mia bella.

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#2075
Anonimo
Ospite

Le Apuane stanno piano piano (ma nemmeno tanto) morendo, giorno dopo giorno, coem avete giustamente detto.

Ma penso che non si possa "combattere" questa battaglia con le armi del paesaggio, della bellezza delle montagne, ecc.
Loro parlano di economia? E noi dobbiamo rispondere con lo stesso pane.

Nel 1980 il bacino marmifero di Carrara contava 10.030 addetti che riuscivano a cavare 350.000 tonnellate di marmo all?anno; nel 2004 gli addetti all?escavazione, sempre in riferimento al bacino di Carrara, si erano ridotti ad 800, ma le tonnellate di marmo cavate sono state ben 1.230.000.
Se prendiamo invece in esame l?intera catena apuana, agli inizi del ?900 gli addetti all?escavazione erano circa 14.000, mentre oggi superano di poco le 1000 unit?. La quantit? di marmo messa in commercio nell?ultimo decennio si ? attestata su un milione e mezzo di tonnellate annue, ma la distruzione ambientale ha sfiorato i quattro milioni di tonnellate annue. Una cifra spaventosa! Con il marmo estratto annualmente sarebbe possibile costruire un?autostrada Firenze-Stoccolma, con 75 milioni di lastre di un metro quadrato spesse 2 cm!

La verit? ? che il marmo ormai si sta trasformando da risorsa ad impoverimento: l?ambiente si sta danneggiando in maniera irreparabile, l?occupazione nelle cave ? arrivata ai minimi termini e purtroppo gli infortuni o le morti in cava non sono cos? infrequenti. A Gorfigliano c?? una lapide di marmo che ricorda tutti i lavoratori del paese caduti in cava: ebbene, lo spazio per incidere i nomi sulla lapide ? quasi finito. Si sta cambiando l?orografia di queste montagne, si sta danneggiando la falda acquifera apuana (basti pensare ai frequenti intorbidamenti delle sorgenti poste solitamente sui 200-600 mslm), citt? come Carrara e Massa sono strette e soffocate dai continui passaggi di camion carichi di marmo che sfrecciano a forte velocit? per le vie cittadine (d?altronde i camionisti non sono pagati con una quota fissa, ma in base ai trasporti che riescono ad effettuare). Ma i danni sono anche economici: qualche anno fa i comuni di Massa e Carrara hanno speso 10-15 miliardi di vecchie lire per ripulire gli alvei di Frigido e Carrione invasi dalla ?marmettola?, ovvero dalla polvere di marmo…e chi ha pagato? Gli impresari del marmo o i contribuenti massesi e carrarini?

Il Parco da parte sua non ha peso politico, ed ? molto malvisto dalle popolazioni locali. Il Parco deve offrire delle alternative al marmo, lo deve fare. Va detto che spesso ? osteggiato anche dalle comunit? locali (comuni), che a loro volta sono parecchio dipendenti dal marmo visto che ricevono parecchi soldini (spiccioli in rapporto ai guadagni…) per le concessioni degli agri marmiferi.

La cosa che mi fa girare ancor di pi? le scatole ? che oggi non ? il marmo il vero business. Il vero affare ? la ?bonifica? dei ravaneti. Ovviamente le grandi aziende del settore si sono buttate a capofitto nell?impresa, visto che la resa ? alta: circa 70 euro per tonnellata macinata.

Vogliamo poi parlare dei pericoli idrogeologici? Vogliamo parlare dell’alluvione di Carrara (1 morto, svariati milioni di Euro di danni) del 2003?

Mi fermo, scusate se sono stato un po’ prolisso, ma quando si tocca questo argomento mi prendono i 5 minuti. ;)

nicola

p.s.: ve lo chiedo per favore: le parole sono importanti, come diceva Nanni Moretti nel film "Palombella rossa". E allora, almeno tra noi, non parliamo di "coltivazione" di marmo, perch? senn? sembra che il marmo sia una pianta che si pu? coltivare e rinascere…parliamo di cave!