Il monte Labro

 
Panorama dalla vetta

Si trova nel comune di Arcidosso in provincia di Grosseto, alle pendici del Monte Amiata: è alto solamente 1193 m. ma si trova in una posizione panoramica eccellente ed è famoso, soprattutto, perché qui ha vissuto con la sua comunità religiosa David Lazzaretti, il profeta dell’Amiata. Anzitutto come raggiungerlo: la strada migliore, ovviamente per chi parta da Pistoia, è quella di prendere l’Autostrada del Sole (A1), uscire al Casello di Firenze Certosa, da qui prendere la superstrada Firenze – Siena, percorrerla tutta e a Siena prendere la strada per Grosseto uscendo al paese di Paganico: da qui si seguono le indicazioni per il Monte Amiata e Arcidosso. Arrivati ad Arcidosso si prosegue in direzione sud verso Saturnia e dopo circa 8 km. si gira a destra seguendo le indicazio-ni per il Monte Labro che adesso vediamo molto bene sulla nostra destra. 

 
La torre Giurisdavidica

Si percorre la strada sterrata per circa 3 km. e, quindi, si parcheggia l’auto in un grande spiazzo alla base del monte: sono circa 2,5 h: di viaggio. Il Monte Labro, che si trova come detto sul versante sud-ovest del Monte Amiata, fa parte della Riserva naturale del Monte Labro che si estende per 650 ettari tra il torrente Zancona e il fiume Albegna ed è un territorio di media montagna con la vetta del monte che arriva a 1193 m.: la montagna sulla cima si presenta brulla, priva di vegetazione, carsica formata prevalentemete da calcari (compreso il rosso ammonitici), calcareniti, argilliti e diaspri con fenomeni carsici che hanno originato doline, inghiottitoi e grotte. Raggiungerne la cima richiede solo ½ h. di cammino e il panorama di cui si può godere è veramente splendido, a 360 ° : dall’Amiata fino a sud della Toscana.

 
La vetta del monte

Nella riserva Naturale del Monte Labro la fauna è molto varia e anche particolare: vi si trovano animali come il gatto selvatico, la puzzola, la faina, la martora e il tasso e varie specie di uccelli come il biancone, il falco pecchiaiolo, il passero solitario, il culbianco, il sordone, ma soprattutto una infinità di gazze, cornacchie e ghiandaie che, a differenza degli altri animali prima citati, si possono sicuramente osserva-re. La flora è varia sola alla base del monte dove si possono trovare cerri, castagni, olmi, noccioli, aceri mentre sulla vetta è presenta solo una vegetazione tipica delle zone carsiche con erba e piccoli arbusti: alle pendici del monte si pratica attivamente la pastorizia e numerosissimi sono i pascoli recintati con le pecore intente a brucare l’erba.

 

Il simbolo della chiesa e David Lazzaretti

Per chi volesse avere informazioni sulla Riserva Naturale del Monte Labbro o volesse effettuare escursioni guidate il numero di telefono è il seguente: 0549 966867 David Lazzaretti. Come già detto all’inizio, il fascino del Monte Labro non è dato solo dalla bellezza del luogo, che per altro è splendido, ma dall’atmosfera di profonda religiosità che lo pervade da oltre un secolo e mezzo, cioè da quando David Lazzaretti vi creò la Comunità della Chiesa Giurisdavidica il cui simbolo è dato da una croce preceduta dalla lettera "C" rovesciata e seguita dalla lettera "C" )+( che poi sarebbe stato il segno che David aveva inciso sulla fronte e che affermava di aver ricevuto durante un ritiro di penitenza effettuato in una grotta adiacente al Monastero di Montorio Romano in Sabina nel Lazio.

 
Il monte Amiata

Sulla vetta del Labro si trova la torre giurisdavidica, di tipo nuragico, simbolo della comunità religiosa e una grotta sede della chiesa che ancora oggi annovera alcuni seguaci (si dice sulle trecento, quattrocento persone) del profeta dell’Amiata, inoltre sulla sinistra della strada sterrata che conduce al monte si trova un grosso edificio che porta il simbolo della comunità e che quindi, presumibilmente, ne fa parte: è quello che ha anche nei pressi due torrette per l’estrazione dell’acqua da due pozzi con il sistema della ruota a vento, quello tipico di tanti villaggi che si vedono nei film del Far-West; alla base della vetta del monte ci sono due campane con inciso il simbolo della chiesa Giurisdavidica.

 
Campana e torre

Ma chi era David Lazzaretti? Perché ebbe tanti seguaci? Era certamente un personaggio affascinante e un grande predicatore, per cui ritengo utile parlare della sua vita. La vita di David Lazzaretti. Nasce ad Arcidosso il 6 novembre 1934 e molto presto viene distolto dagli studi dal padre e viene avviato al mestiere familiare di barrocciaio; nel 1856 si sposa con Carola Minnucci; nel 1860, pur essendo stato riformato alla visita di leva obbligatoria, si arruola volontario nelle truppe piemontesi del Generale Cialdini che stanno combattendo contro i soldati dello Stato Pontificio in Umbria e nelle Marche, ritorna a casa dopo nove mesi e riprende il lavoro di barrocciaio.

 
La sede della chiesa Giurisdavidica

All’inizio del 1868 viene colto spesso da febbri molto violente durante le quali afferma di essere preda di visioni e di entrare in contato con la Madonna e i Santi: in seguito a questo la sua vita muta radicalmente e da acceso bestemmiatore diviene un accanito credente ed inizia a predicare contro la corruzione dei costumi convinto di essere investito in questo direttamente da Dio; si reca quindi a Roma e, dopo vari tentativi, riesce a farsi ricevere dal Papa Pio IX ma non riceve da lui alcun aiuto o incoraggiamento per cui decide di ritirarsi in penitenza e meditazione facendosi murare in una grotta posta vicino al Monastero di Montorio Romano in Sabina per uscirne dopo 47 giorni affermando di aver avuto visioni dello Spirito Santo, che gli avrebbe concesso il dono della profezia, e di San Pietro che gli avrebbe inciso sulla fronte il segno )+( che da allora in poi sarebbe stato ed è tutt’ora il simbolo della Chiesa Giurisdavidica.

 
L’ingresso della grotta

Nel 1869 viene espulso dalla Sabina come indesiderabile perché la sua crescente fama di santo cominciava a preoccupare le autorità, arriva ad Arcidosso e comincia a frequentare in solitudine il Monte Labro: abbandona quindi definitivamente il mestiere di barrocciaio e si trasferisce con la famiglia in un podere ai piedi del monte dove viene continuamente visitato da gente desiderosa di ascoltare la sua parola, persone insieme alle quali inizia la costruzione della torre di tipo nuragico "simbolo della nuova alleanza". Nel 1871 nasce la "Santa Lega o Fratellanza Cristiana" una comunità in cui ogni membro versa una quota per il fondo comune: a causa di questi versamenti nel fondo comune viene arrestato il 23 agosto ma il tribunale di Grosseto lo assolve.

 
La grotta

Nel 1872 viene inizia la costruzione dell’Eremo e della torre, viene consacrata la chiesa e il Lazzaretti istituisce la "Società delle Famiglie Cristiane" con ben 80 famiglie che mettono in comune terreni e bestiame ricevendo dalla comunità il vitto, il vestiario e ‘istruzione per i figli. Nel 1873 viene arrestato e imprigionato a Rieti perché accusato di tentare di far nascere in quella città una comunità come quella del Monte Labro; nel 1875 viene portata a termine la costruzione dell’Eremo. Nel 1878 i suoi scritti vengono messi all’indice dal Santo Uffizio e David, convocato a Roma, allora ritratta tutto quello che aveva affermato e ripara in Francia senza passare dall’Amiata; ai primi di luglio torna ad Arcidosso e inizia a predicare nuovamente ed in maniera molto più accesa tanto che ogni giorno una grande folla di riunisce per ore a pregare e ad ascoltare il "Nuovo Messia".

 
La vetta del monte

I suoi "Editti" sono letti e commentati accrescendo nei suoi seguaci l’attesa per l’avvento di una "Nuova Era" mentre le autorità sono sempre più preoccupate verso un movimento in cui credono di ravvisare tendenze socialiste o, comunque, tendenze volte a sovvertire l’ordine costituito. Il mattino del 18 agosto 1878 una processione di molte centinaia di persone accorse da tutti i paesi della zona da monte Labro si dirige ad Arcidosso verso il Santuario della Madonna Incoronata guidata da David Lazzaretti che indossa un manto di ermellino: all’ingresso del paese viene fermata dalla forse dell’ordine e il delegato di P.S. De Luca, che indossa la fascia tricolore e porta il fucile in spalla, ordina al Lazzaretti: "David sciogliti e retrocedi in nome della legge" e il Lazzaretti risponde "Io vado avanti in nome della legge del diritto, il vostro re sono io".

 
La croce con l’amiata sullo sfondo

Poi si succedono urla, intimazioni, lanci di sassi e spari: David è colpito alla testa e muore la sera del giorno stesso; perdono anche la vita tre contadini mentre altre quaranta persone rimangono ferite. Il 18 agosto 1988, nel 110° anniversario della morte, il comune di Arcidosso, riunito in seduta straordinaria, inserisce il Lazzaretti nella toponomastica del paese e approva una delibera con la quale sconfessa ed annulla la precedente con cui 110 anni prima, il giorno successivo all’uccisione di David, si esprimeva una nota di plauso verso le forze dell’ordine. Nell’effettuare la visita al Monte Labro non si può non ricordare questi avvenimenti ed è quindi con la dovuta attenzione che va effettuata la visita alla grotta e alla torre della Comunità Guirisdavidica: è interessante notare che gli attuali seguaci del Lazzaretti ancora oggi, nella notte tra il 14 e il 15 di agosto, si radunano sul monte pregando ed accendendo fuochi.

 
La vetta del monte con la torre

 

Numeri utili.

Riserva Naturale del Monte Labro 0549/966867;
Ristoranti: "Le Nuove Pergole" Loc.Pergole 0564/964227;
"Da Lorena" Via Prov.le 22 Arcidosso 0564/967162;
"Da Vergiglio" Piazza d’Armi 3 Arcidosso 0564/964075;
"Giardino" Via Risorgimento, 4/a Arcidosso 0564/966062;