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Il Premio letterario Roberto Iannilli è intitolato dall’Associazione Alpinisti del Gran Sasso al suo indimenticato Presidente caduto il 19 luglio 2016 con Luca D’Andrea sulla parete nord del Monte Camicia.
I meccanismi tecnici nei quali si deve districare una commissione giudicatrice di un premio letterario nulla hanno a che fare con i momenti di pura gioia che regalano gli scritti dei concorrenti.
Fa una certa impressione leggere racconti, soppesare emozioni, fantasticare sugli elaborati che al loro fondo non presentano una regolare firma. Vero è che l’anonimato garantisce una valutazione più serena e oggettiva: ma è altrettanto sicuro che la lettura ne risulta leggermente deformata, come uno specchio non perfettamente piatto.
Nel termine del 30 giugno 2019, previsto dal Regolamento della seconda edizione del Premio, sono pervenuti e sono stati ammessi sedici elaborati, di cui quindici racconti e un componimento poetico, mentre altri quattro non sono stati ammessi in quanto già pubblicati su carta o in rete. Ciascuno dei giurati si è messo al lavoro. Paolo Ascenzi, Francesca Colesanti, Linda Cottino, Ilona Mesits, Ines Millesimi, Alberto Osti Guerrazzi e Alberto Sciamplicotti hanno espresso i loro giudizi entro il 30 settembre 2019: io, come presidente, non ho fatto altro che verificare la validità delle schede, aggiungere la mia personale e tirare le somme.
Riaccostati i titoli agli autori, il primo classificato e vincitore della seconda edizione del Premio Iannilli è stato il racconto Eco di Vincenzo Brancadoro; in un ristretto margine di punti seguono il secondo classificato, Svegliati Amore di Davide Scaricabarozzi, poi il terzo, Sulla via Valeria, di Antonio Mariani, quindi il quarto, Solo di Mario Santamaria, e infine il quinto, La carezza della valanga, di Giorgio Giua.
In questa pubblicazione abbiamo optato per l’inserimenti di altri lavori che ci sembrava davvero un peccato non mettere in evidenza.
Come sempre nelle antologie a più autori, i più vari stili di prosa e differenti tecniche di racconto si affiancano, anche questa volta per creare un affresco della nostra azione in montagna, così carica di passioni, di avventure, così ricca di quelle riflessioni ed emozioni che riescono a plasmare la nostra vita più profonda. Un esempio di quanto voglio dire è proprio il racconto Eco, che accosta situazioni di vera avventura a ricordi situati in diversi luoghi e tempi, dove l’azione fluisce tra rocce friabili, sbiadite foto e reperti di tragedie. L’autore nel 1986 ripete la via classica Marsilii-Panza alla Nord del Monte Camicia con l’amico Roberto Mancini. Il terribile incidente del 2016 in cui perde la vita Roberto sembra proprio un’eco lunga di quell’avventura, di quel bivacco imprevisto, di quei brividi provati assieme.

Roberto Iannilli

Scaricabarozzi riesce a raccontare una vicenda familiare agghiacciante accostandola a una serie di salite sul Monte Bianco (la più impressionante è una ripetizione della via Dufour-Fréhel, con uscita Boivin-Vallençant, alla Nord del Pilier d’Angle): la sua direzione è quella del non perdere il senso dell’umorismo neppure nei momenti più neri. E questa è un’ancora di salvezza per il lettore che spera in un lieto fine. Mariani invece punta tutto sulla storia in se stessa, che è ricca di colpi di scena tra l’emozione di un antico amore, l’incertezza se ritrovarsi o meno con i vecchi compagni e la gloria di un evento memorabile vissuto sulla via Valeria alle Fiamme di Pietra.
Solo di Santamaria, al contrario di ciò che si potrebbe pensare, non è il racconto di un alpinista solitario, bensì l’insieme delle testimonianze di una decina di animali a contatto con il “bipede”, cioè l’uomo. Paure, furbizie, emozioni, da un punto di vista decisamente insolito. Anche Giua punta sul racconto, in questo caso una valanga travolge il compagno di scialpinismo e lo risparmia. Il perfetto resoconto di cosa può passare per la testa allo spettatore di un fenomeno del genere.
Anche gli altri racconti sono tutti belli, sono stati scelti per questa ragione. Non vi rimane che leggerli.

Il libro è reperibile, al costo di euro 10,00, presso:
Associazione Alpinisti del Gran Sasso
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