Il lago Scaffaiolo


Il lago Scaffaiolo dal Cupolino

L’itinerario per il Lago Scaffaiolo e il Cupolino è sicuramente il più frequentato di tutto l’appennino tosco-emiliano in quanto è il più corto e facile da percorrere: sia che lo si affronti dalla Doganaccia sia che lo si affronti dalla Croce Arcana; io descriverò il percorso partendo dalla Doganaccia in quanto sarebbe inutile partire dalla Croce Arcana se non si potesse approfittare della funivia che, però, è aperta solo nei mesi di luglio e agosto e nemmeno tutti i giorni. Alla Doganaccia (m. 1574) si giunge da Cutigliano passando per la bella borgata del Melo: parcheggiata l’auto ci incamminiamo sulla destra lungo il sentiero CAI n. 66 che non è segnato molto bene ma che è reso evidente da tutte le persone che l’hanno percorso per cui è impossibile sbagliare. 


Sul sentiero Croce Arcana Scaffaiolo

Il sentiero in circa ½h va a riprendere il sentiero di crinale 00 poco prima del Passo della Calanca passando sul fianco del Monte Spigolino (m. 1827) dal quale nasce il torrente Dardagna, le cui belle cascate faranno parte di un prossimo itinerario. Lo 00 è il sentiero che percorre il crinale spartiacque fra Emilia e Toscana e fa parte della GEA (Grande escursione appenninica): il passo della Calanca si trova a quota 1737 e anticamente era chiamato “Calanchetta” e prima ancora “Colle dell’Ancisa”; per giungere qui dalla Doganaccia abbiamo impiegato circa 40 minuti ed ora lungo lo 00 in una ventina di minuti giungiamo sulle rive del Lago Scaffaiolo, il più noto fra tutti i laghi d’alta quota dell’appennino tosco-emiliano.


Sul sentiero Croce Arcana Scaffaiolo

Il lago è posto a 1750 m di altezza slm ed è una delle mete più frequentate perché facilmente raggiungibile: le sue dimensioni sono modeste (5 mila mq. per 200 m di lunghezza, 80 m di larghezza e 2,5 m di profondità massima) ma il fascino che emana è enorme e, data sua posizione d’alta quota, è circondata da prati per cui ci soffia sempre un forte vento in quanto non ci sono alberi d’alto fusto a proteggerlo. Sembra che il nome Scaffaiolo derivi da “caffa”, termine con il quale i montanari indicavano un avvallamento o una conca: le antiche credenze popolari ritenevano che il lago avesse profondità abissali e fosse collegato con un canale sotterraneo direttamente al mare e ritenevano anche che la causa delle frequenti tempeste che si scatenavano nella zona fosse originata dal lancio di un sasso nelle acque.


Altra immagine del lago

Nel 1789 lo scienziato Lazzaro Spallanzani pose fine a tutte queste credenze con l’ausilio di una zattera osservando scientificamente il lago e scandagliando il fondale ne misurò la massima profondità in 2,5 m e, inoltre, provvide a gettare numerosi sassi nell’acqua facendo notare che non succedeva niente. Ancora oggi ci si interroga su cosa è che alimenti le acque del lago ma gli studiosi sono giunti alla conclusione che l’acqua derivi dal modesto bacino imbrifero che conserva l’acqua tutto l’anno per l’elevata piovosità della zona, per le basse temperature e per le frequenti nebbie che ne limitano l’evaporazione.


Sulla vetta del Cupolino

Dopo aver costeggiato il lago e l’adiacente rifugio “Duca degli Abruzzi” (dove si può pranzare o fare colazione) inaugurato addirittura nel lontano 1878, si può affrontare la breve salita che ci porta in vetta al Monte Capolino (m 1853) in circa ¼ d’ora: dalla cima il panorama è meraviglioso, lo sguardo spazia dal Corno alle Scale (m 1939 la Punta Sofia e m 1945 la Punta Giorgina) al Cimone (m 2165 la più alta vetta dell’appennino tosco-emiliano) al Libro Aperto (m 1937) al Gomito (m 1892) all’Alpe delle Tre Potenze (m 1940) alla Femminamorta (m 1881) fino al Rondinaio (m 1964) la mèta prediletta del nostro caro amico e presidente dell’URSEA Giovanni Mozzanti scomparso nell’aprile 2000. Dopo aver sostato sulla vetta del Cupolino possiamo far ritorno alla Doganaccia impiegando circa 1h: possiamo affermare che il percorso di andata e ritorno può essere percorso in un tempo che va dalle 2h30 alle 3h.